La Professoressa Irene Catarella, poetessa, blogger e scrittrice, ha presentato il libro “Cantoanima” per la prima volta in Sicilia, dopo aver vinto numerosi premi nazionali e internazionali e averlo presentato in diverse regioni d’Italia. Ad ospitare l’evento è stato il Panastudio di Palermo, dove il patron di questa location culturale e di informazione Francesco Panasci lo ha presentato intervistando oltre l’autrice Catarella anche il curatore del libro Salvo Nugnes ed Elisa Fossati, la fotografa che lo ha impreziosito con i suoi scatti, ma anche il giornalista Filippo Virzì. #Cantoanima racchiude i componimenti più significativi della poetessa siciliana, esempi del suo nuovo e modo di fare poesia che vuole avvicinare al mondo poetico non solo gli adulti, ma soprattutto le nuove generazioni. I concetti chiave di questa nuova poetica sono espressi dalla Catarella attraverso la creazione di neologismi che, nell’unione di due termini, ne rafforzano e sottolineano il messaggio. Oltre alle splendide poesie, il libro contiene oltre venti prefazioni di grandi intellettuali come Francesco Alberoni, sociologo di fama mondiale, Vittorio Sgarbi, Salvo Nugnes, curatore d’arte, Silvana Giacobini, già direttore di Chi e Diva e Donna, Maria Rita Parsi, scrittrice e psicoterapeuta, Alessandro Meluzzi, noto volto televisivo, Pippo Franco, attore, presentatore ed artista, Katia Ricciarelli, soprano e attrice, Marco Columbro, presentatore tv, Marzia Risaliti, nota attrice, Antonella Cappuccio Muccino, artista, Roberto Villa, fotografo internazionale, amico di Pasolini e Dario Fo, Renato Manera, già vicepresidente Fondazione A. Canova ed altri ancora, che rilevano il valore, la genialità, l’importanza del poetare incisivo, innovativo e avvolgente della Catarella. L’evento è stato partecipatissimo, infatti sono intervenuti numerosi giornalisti, una rappresentanza dei Cavalieri della Repubblica e della Fidapa, esponenti della cultura palermitana, e si è concluso con il buffet offerto dal noto Nino u Ballerino perché anche il cibo, soprattutto il tradizionale cibo di strada è cultura.
