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La Sicilia capitale dell’idrogeno green

La Sicilia candidata a punto di riferimento europeo e dell’area mediterranea per l’idrogeno green. Le diverse applicazioni possibili. Le iniziative in corso.

La morsa della crisi energetica attanaglia anche la Sicilia. Le quotazioni dell’idrogeno sono in aumento. E l’isola avrebbe le carte in regola per assurgere a collettore strategico per l’area mediterranea, un ‘hub’ europeo per l’idrogeno green. L’utilizzo dell’idrogeno verde, che non è una fonte di energia ma un vettore energetico, sarebbe determinante per raggiungere l’indipendenza e la sicurezza energetica, estremamente rilevanti nel contesto politico attuale dell’Europa. La Sicilia è stata proposta come location nel Mediterraneo per produrre idrogeno green a basso costo, combinando eolico e fotovoltaico, e per ricevere attraverso i gasdotti l’idrogeno prodotto in quantità nel nord Africa. Non si tratta di idrogeno grigio, prodotto da combustibili fossili e destinato ad esempio all’industria chimica o al settore ospedaliero, ma di quello verde, ovvero prodotto con l’uso esclusivo di fonti rinnovabili. Le applicazioni sono diverse. In Sicilia almeno il 30 per cento delle linee ferroviarie non sono elettrificate e quindi si tratta di treni diesel che potrebbero essere sostituiti con treni a idrogeno. Dal 2035 sarà stop ai motori a combustione interna, e anche rispetto alle auto elettriche l’idrogeno ha un vantaggio competitivo. Per esempio i tempi di rifornimento: un pieno di idrogeno in un’automobile dura da tre a cinque minuti, mentre nel caso delle batterie delle auto elettriche i tempi sono molto più lunghi, oltre a congestionare la rete elettrica. Il Pnrr, per quanto riguarda l’idrogeno, prevede un finanziamento intorno a 3 miliardi e 600 milioni di euro. A livello regionale vi è in corso l’iniziativa di Enel Green Power per la costruzione di un centro a Carlentini, in provincia di Siracusa, dove è prevista l’installazione di un impianto di elettrolisi di circa 10 Mega Watt, ovvero 1 milione di watt. Vi sono poi altre iniziative legate ai poli petrolchimici di Gela, della Sicilia orientale e di Milazzo, tramite Snam, Sapio ed Eni. La Sicilia giocherà un ruolo fondamentale per quanto riguarda la diffusione delle tecnologie a idrogeno, perché è al centro del Mediterraneo, e nei Paesi nordafricani c’è un’elevata disponibilità di energia rinnovabile, soprattutto solare, che potrà servire per produrre idrogeno attraverso l’elettrolisi dell’acqua, utilizzando anche l’acqua di mare attraverso una desalinizzazione. Quindi, l’idrogeno prodotto potrà essere trasportato attraverso gasdotti in Sicilia o in Spagna e la nostra Isola avrebbe il ruolo di hub per l’idrogeno. E alla Regione è stato già attivato l’Osservatorio regionale dell’idrogeno, costituito dall’assessore all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro, che spiega: “L’Osservatorio sarà la ‘testa pensante’ per portare avanti tutti gli obiettivi. La Sicilia deve adeguarsi agli obiettivi europei del 2035, ovvero adottare tecnologie a zero emissioni, e ci si sta muovendo per ridurre al massimo la spesa dell’energia, per migliorare il clima e ottenere risorse per lo sviluppo.

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