HomeAttualità“Svelato il bluff del Ponte”

“Svelato il bluff del Ponte”

Raffica di reazioni al vetriolo dopo l’annunciato aumento della compartecipazione della Sicilia alla spesa per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Gli interventi.

E’ insorto un infuocato dibattito politico a seguito della progettata rimodulazione dei fondi per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Si tratta, in particolare, di un aumento della compartecipazione alla spesa da parte di Sicilia e Calabria, che, di conseguenza, dovrebbero rinunciare a fondi propri destinati ad altre essenziali infrastrutture. E i rispettivi presidenti delle Regioni, seppur con accortezze e diplomazia, hanno già sollevato le barricate contro il ministro Salvini: “Il Ponte non lo paghiamo noi”. Le reazioni non mancano. Il Movimento 5 Stelle, tramite i deputati regionali Antonio De Luca e Luigi Sunseri, spara: “E’ l’ennesima scelta scellerata di un governo nazionale di incapaci che vuole affossare definitivamente la Sicilia, finanziando la campagna elettorale di Salvini con i soldi per le nostre strade e per le altre indispensabili infrastrutture che ci mancano e che frenano lo sviluppo della nostra isola. Tutto ciò non solo è inaccettabile: è anche vergognoso, e faremo di tutto perché ciò non avvenga. La riprogrammazione dei fondi di sviluppo e coesione deve passare dalle commissioni Bilancio e Unione Europea dell’Assemblea Regionale, dove faremo battaglia. Speriamo che Schifani scopra il vero volto di un ministro che ha difeso fino a qualche giorno fa. E faccia finalmente gli interessi dell’isola, che dovrebbe governare al meglio, e non quelli del centrodestra di cui indossa la casacca. Abbiamo assistito ad un mese di annunci basati sul nulla, senza il supporto di alcuna carta ufficiale. Senza un progetto esecutivo nulla può essere finanziato, men che meno le ambizioni di un ministro che cerca gloria e voti sulla pelle dei siciliani”. E il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, tuona: “Finalmente ci siamo: il bluff del Ponte di Salvini è stato smascherato. Dopo settimane di melina, è arrivato l’emendamento del governo sul Ponte. Nell’emendamento è definito che 2,3 miliardi saranno presi dal Fondo per lo sviluppo e la coesione. Ma non è ancora finita: la gran parte di queste risorse (circa 1,6 miliardi) saranno prelevate dal bilancio di Calabria e Sicilia. A tutti gli effetti una rapina! Quindi questo governo annuncia che il Ponte sarà un’opera strategica per tutta l’Italia, ma andrà a pagarla per una parte consistente con i soldi di Sicilia e Calabria. Sono soldi che così saranno tolti alla sanità, ai Comuni, alle autostrade, all’alta velocità. Quindi tagliamo risorse alle regioni per far giocare Salvini con il suo Ponte. Ma la domanda è d’obbligo: caro presidente Schifani, come può essere che il governo nazionale di centrodestra che ha dentro il tuo partito, cioè Forza Italia, non t’aveva già avvertito di questo ulteriore scippo? Ma allora è vero che non conti proprio nulla. Schifani, se non sei capace di farti rispettare, allora è chiaro a tutti che devi dimetterti”. E il segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo, rilancia: “Sul Ponte sullo Stretto il presidente della Regione, Renato Schifani, si è incartato. Il governo nazionale ha annunciato che gran parte delle risorse arriveranno dalle quote del Fondo di sviluppo e coesione destinate alla Sicilia e alla Calabria. Adesso Schifani dica ai siciliani quante e quali opere saranno sacrificate sull’altare di Salvini grazie a questo scippo perpetrato, a suo dire, in modo non concordato, ai danni della Sicilia. E’ tutto fumo negli occhi della Sicilia e dei siciliani, che devono accollarsi, da un lato, le fandonie del ministro Salvini, che utilizza il Ponte sullo Stretto per fare campagna elettorale in vista delle prossime Europee ma accollando ora i costi solo a Sicilia e Calabria. E dall’altro un presidente della Regione inerte che si comporta da fedele scudiero del sovrano, limitandosi a partecipare a inaugurazioni farlocche per infrastrutture, in alcuni casi, di livello poco più che medievale”.

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