A Burgio, in provincia di Agrigento, nell’ufficio postale in via Leone sono stati festeggiati i 100 anni del signor Gioacchino Maniscalco, uno dei testimoni dei periodi più difficili del Paese: poco prima del termine della seconda guerra mondiale sopravvisse al bombardamento della caserma di Pisa dove prestava servizio, e affrontò oltre 40 giorni di viaggio verso casa in Sicilia, la maggior parte dei quali percorsi a piedi seguendo le linee ferrate semidistrutte, tra una tavola di legno per oltrepassare un fiume nei pressi di Cassino, alle patate come unico pasto del giorno, fino ai sigari barattati in Calabria per il pane fresco e ancora il camion di arance diretto a Ribera che lo restituì alla sua Burgio. Insieme ai concittadini, ai due figli, e tanti nipoti e pronipoti, a celebrare il centenario sono stati anche i dipendenti dell’ufficio postale della sede di via Leone, da lui spesso frequentata, che lo hanno atteso insieme al direttore, Paolo Colletti. Il figlio Antonino ha raccontato “un padre forte, dedito sin da giovanissimo alla vita dei campi e orgoglioso di aver avuto la possibilità di conseguire la licenza elementare, allora quasi un privilegio”. Il direttore Colletti, che spesso da piccolo è stato accompagnato a scuola da Gioacchino, commenta: “Il senso di comunità e la vicinanza ai cittadini, soprattutto in un piccolo centro come il nostro, passa anche da questi legami speciali, fondati sulla gentilezza e sull’atmosfera familiare che riusciamo a creare”.