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Atti intimidatori o vandalici tra Agrigento e Favara

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Carabinieri Polizia

Ad Agrigento, al Villaggio Mosè, un mano ignota, al momento, ha danneggiato graffiandola in più parti l’automobile, una berlina, di un funzionario regionale cinquantenne, ed ha forzato l’avvio di un ciclomotore, forse per tentare il furto, del figlio dello stesso funzionario. Indagini sono in corso ad opera della Polizia, a lavoro per accertare se si sia trattato di un atto intimidatorio o vandalico.

Ed a Favara, in via Mulino, ha subito un incendio l’automobile, una Mercedes classe C, di un pensionato di 70 anni. Sul posto hanno lavorato i Vigili del fuoco e i Carabinieri. Indagini in corso.

Canicattì, rapinato un distributore di carburante

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A Canicattì, in contrada Madonna dell’Aiuto, lungo la strada statale 112, due malviventi, a volto coperto e con le mani in tasca, forse per simulare di essere armati, hanno rapinato il distributore di carburante Q8. I due sono irrotti, hanno minacciato un dipendente, hanno arraffato il denaro, e poi si sono dileguati a bordo di un motociclo. Il bottino ammonta a poche centinaia di euro. Indaga la Polizia. Si tratta dello stesso impianto già rapinato lo scorso 17 dicembre quando i poliziotti arrestarono due rapinatori.

Covid 19, aumentano i contagi, ad Aragona chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado

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Giuseppe Pendolino

Considerato l’aggravarsi della situazione epidemiologica locale, sentite le autorità competenti, il sindaco di Aragona, Peppe Pendolino, ha firmato l’Ordinanza Sindacale di chiusura temporanea di tutti i plessi delle scuole di ogni ordine e grado ubicate.

La chiusura è immediata e si protrarrà fino al 24 marzo.

Vaccini, un Generale agrigentino, alla corte del premier Draghi

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Il Governo, guidato da Mario Draghi, ha affidato al generale Luciano Portolano, originario della provincia di Agrigento, la guida della task force militare anti-Covid. Portolano ha ricoperto incarichi operativi di grande rilevanza in Italia e all’Estero. Da oltre un anno è il comandante del Coi (Comando operativo di vertice interforze). Dal 2007 al 2010 ha prestato servizio come addetto militare presso l’ambasciata italiana a Londra. Dal 2017 è diventato generale e dal 2019 è alla guida del Coi. Sarà lui a guidare la task force sui vaccini che, come voluto dal presidente Draghi e dal generale Figliuolo, coinvolgerà in prima linea l’Esercito.

Presto potrebbe arrivare il vaccino “porta a porta”. I militari sono così già andati nelle Rsa e negli ospedali civili. Ma presto, su richiesta del ministero della Salute, potrebbero arrivare anche nelle scuole, negli uffici e dove ci sarà bisogno, purché i vaccini siano disponibili. Ma non solo, oltre a questo continueranno a essere impegnati nella ricezione, lo stoccaggio, la conservazione e la distribuzione dei vaccini nell’hub centrale di Pratica di Mare. Operazione anche questa molto complessa che necessita molti uomini. Come reso noto da Portolano, a occuparsi della catena del freddo c’è un ufficiale esperto che controlla la conservazione dei vaccini.

Castelvetrano, “Metto a disposizione per la vaccinazione la mia clinica”

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Mafia: imprenditrice rifiuta 'invito' a vendere quote società

“Metto a disposizione della Sanità regionale la mia ‘Clinica Hermes’ a Castelvetrano per poter vaccinare tutti e il primo possibile”. Lo dice l’imprenditrice antiracket Elena Ferraro, che oggi ha formalizzato ufficialmente, con una lettera inviata all’Asp Trapani, la disponibilità della sua clinica a rientrare tra i luoghi dove poter somministrare il vaccino.

“Sono pronta a contribuire al potenziamento quantitativo della somministrazione dei vaccini in maniera totalmente gratuita e invito tutte le strutture private convenzionate dell’isola a fare lo stesso. Abbiamo locali idonei, medici e professionalità a disposizione e dobbiamo dedicare una parte del nostro tempo per effettuare i vaccini e aiutare così il sistema sanitario regionale. Penso sia un dovere civile”.

    Nel 2013 Elena Ferraro fece arrestare Mario Messina Denaro (cugino del superlatitante Matteo), perché era andato a trovarla per chiederle alcune «cortesie» con lo scopo di riciclare denaro. (ANSA)

Musumeci: “Il nostro Statuto così com’è non funziona”

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Ha ancora senso oggi parlare di Autonomia regionale in Sicilia? Questo uno degli aspetti affrontati alla Villa Cerami di Catania, nell’incontro con gli studenti di Giurisprudenza tenuto dal presidente della Regione Nello Musumeci. Prima della sua conferenza-seminario, su “L’ordinamento regionale siciliano”, il governatore è stato accolto dal direttore del dipartimento Salvatore Zappalà e da Agatino Cariola, docente di Diritto costituzionale, che ha organizzato l’evento di apertura del Corso.

Da Garibaldi a Cavour, passando per Badoglio, Sturzo e Milazzo, il governatore ha ricostruito le radici dell’Autonomia siciliana, individuate nell’esigenza di disinnescare il pericolo del separatismo.
“Il 15 maggio 1946 – ricorda Musumeci – nasce lo Statuto siciliano, mentre non c’è ancora la Repubblica italiana, in un contesto atipico, sotto la spinta emotiva della piazza. Così, come in tutte le scelte non frutto di una meditata riflessione, lo Statuto nasce senza un’anima, come invece dovrebbe ogni Carta costituzionale. C’è l’organizzazione insomma, ma manca la politica. Ed è già chiaro che per poter operare lo Statuto debba essere “compatibile” con la Costituzione italiana, un raccordo che invece è stato sempre rimandato”.
Oggi ha ancora senso – suggerisce il tema della conferenza – parlare di Autonomia siciliana? “Concepita come in questi anni, certamente no – risponde il governatore. La responsabilità non è solo romana ma anche della Sicilia che, come diceva l’indimenticato Piersanti Mattarella, non ha mai avuto le ‘carte in regola’ per il confronto con il governo centrale. In questi anni ci si è mossi vivacchiando solo nella logica di eventuali privilegi che derivano dallo Statuto. Bisogna tornare all’autonomia della responsabilità a scapito di quella del privilegio. La Sicilia è cuore del Mediterraneo, dobbiamo diventarne il centro economico e culturale. C’è bisogno di nuovo accordo con lo Stato e l’Unione europea. Si parta dalla riforma degli enti locali, da un patto con i cittadini. Attorno a questi temi si può consegnare alla Sicilia un autonomismo svuotato dall’egoismo di molti di noi”.

Bivona: bimbo cade dalla bici. Riporta diverse fratture. Intervento dell’Elisoccorso

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Un bambino poco più che undicenne, di Bivona, è caduto dalla bicicletta, riportando delle ferite al capo, e ad una gamba. Con l’elisoccorso del 118, è stato trasferito all’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta. I medici gli hanno diagnosticato un trauma cranico. E per la frattura del femore, sottoposto, ad un intervento chirurgico.

Questa mattina, il bambino è stato trasferito all’ospedale “Di Cristina” di Palermo. Non versa in gravi condizioni. Secondo gli accertamenti dei carabinieri della Compagnia di Cammarata, il piccino si trovava in bicicletta e, mentre stava percorrendo una strada di contrada “San Leonardo” agro di Bivona, sarebbe caduto a terra.

Rissa in pieno centro a Favara: per quattro scattano le manette ai polsi

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Ancora una rissa in provincia di Agrigento. A Favara, si sono affrontati a calci e pugni in strada. La violenta rissa ha coinvolto quattro favaresi, poi arrestati dai carabinieri. Teatro della zuffa, avvenuta nella tarda serata di lunedì, in un orario dove vige il coprifuoco, la via Ugo Foscolo, nell’abitato di Favara.

I quattro, dopo una discussione, di cui non sono ancora chiari i motivi, se le sono date di santa ragione, picchiandosi a vicenda. Sono stati alcuni passanti, e i residenti della zona, a segnalare la baruffa al 112.

Sul posto sono accorsi i militari della Tenenza di Favara, e i loro colleghi del Cio (Compagnia Intervento Operativo), che hanno riportato la calma, e stretto le manette ai polsi dei partecipanti.

Si tratta dei fratelli M.R., e F.R., rispettivamente di 35 e 30 anni, G.C., 48 anni, e G. P., di 60 anni. Devono rispondere, in concorso, dell’ipotesi di reato di rissa aggravata, e resistenza a Pubblico ufficiale, poiché si sono scagliati anche contro i carabinier, intervenuti per riportare la calma.

Covid 19, in Sicilia curva stabile: nelle ultime 24 ore, 595 nuovi casi

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Continua a mantenersi stabile la curva dei contagi Covid in Sicilia, mentre la Regione sta potenziando ulteriormente le strutture necessarie per la campagna vaccinale come ad esempio gli hub provinciali. Oggi sono 595 i nuovi positivi su 22.842 tamponi processati, con una incidenza ferma al 2,6%, lo stesso tasso di ieri.

La regione, in base al report quotidiano del Ministero della Salute, è decima nel contagio giornaliero. Le vittime sono 18 e portano il totale a 4.272. Il numero degli attuali positivi scende per la prima volta negli ultimi mesi sotto quota 15 mila (per l’esattezza 14.202, con decremento di 1.197 casi grazie ad altri 1.774 guariti). Anche il numero dei pazienti Covid ricoverati in ospedale continua a diminuire: sono 777, 12 in meno rispetto a ieri, quelli in terapia intensiva 112, otto in meno. La metà dei nuovi contagi (295) continua ad essere concentrata nella provincia di Palermo, dove si registra anche un focolaio in un piccolo paese delle Madonie, San Mauro Castelverde: 50 positivi, 60 persone in quarantena su quasi 1.400 abitanti.
Intanto prosegue l’apertura degli hub provinciali per le vaccinazioni. A Messina si partirà domani con l’attivazione della struttura allestita nel padiglione 7 dell’ex Fiera, dove il presidente della Regione Musumeci ha compiuto stamane un sopralluogo. “Sono qui – ha detto – per esprimere il mio apprezzamento al personale dell’Asp e della Protezione civile regionale per la celerità con cui, in pochi giorni, hanno allestito questo importante hub, pronto ad accogliere migliaia di messinesi al giorno per ricevere il vaccino. La Regione non si fa cogliere impreparata: speriamo che le fiale arrivino presto e nella quantità necessaria. Prima immunizziamo i siciliani e prima usciamo da questo inferno”.
L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha ricordato a questo proposito che “da questa settimana, alla luce delle aperture di fascia generazione del vaccino AstraZeneca, sarà possibile prenotarsi anche per tutti i cittadini di età compresa tra i 70 e i 79 anni”.
“Resta il problema – aggiunge Razza – delle persone fragili, per le quali è obbligatorio solo l’utilizzo di Pfizer o Moderna.
Ricordo, che da Roma finora nessuno ci ha detto che si può superare il Piano varato dal governo nazionale e l’ordine di vaccinazione in esso predisposto. Spero, sinceramente, si vogliano considerare tutte le persone più a rischio: trapiantati, dializzati, disabili, malati oncologici, diabetici, solo per fare alcuni esempi e senza escludere nessuno”.
Tra le priorità per il vaccino si pensa di inserire anche il personale che lavora nel settore turistico, per far ripartire uno dei settori maggiormente penalizzati dalla pandemia. In questo senso il governo nazionale guarda con attenzione il modello Sicilia: nell’Isola – così come in Sardegna – è infatti in vigore la regola del tampone all’ ingresso per chi arriva senza certificato vaccinale o di negatività al coronavirus, ma si comincia a valutare anche la possibilità di un tampone rapido da eseguire durante la vacanza. Una misura già messa in campo da alcuni tour operator che hanno annunciato la riapertura delle loro strutture. “Da aprile vaccineremo gli operatori del turismo che saranno inseriti negli elenchi con priorità – dice Manlio Messina, assessore regionale del turismo, dello sport e dello spettacolo – vogliamo un comparto più sicuro con più tamponi e il tracciamento per seguire chi viaggia in Sicilia”.
(ANSA).

La Questura di Agrigento irroga quattro Daspo

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Maria Rosa Iraci

Il Questore della provincia di Agrigento, Maria Iraci, al fine di scongiurare episodi di violenza e la commissione di reati in occasione di manifestazioni calcistiche e sportive in genere, ha disposto l’irrogazione di DASpo (divieto di partecipazione a manifestazioni sportive) a quattro soggetti arrestati nelle giornate scorse, con interdizioni dai 3 ai 4 anni, vietando loro l’ingresso e la sosta nei pressi degli impianti sportivi durante gli incontri ed il transito nelle strade interessate dal passaggio delle squadre e dei supporters. Tali provvedimenti sono scaturiti da un episodio accaduto lo scorso primo marzo, a Porto Empedocle, dove i quattro giovani sono stati coinvolti in una violenta rissa per futili motivi. Negli ultimi 12 mesi, conseguentemente ad eventi simili, la Questura di Agrigento ha irrogato in provincia oltre 100 DASpo e più di 30 DACur, ovvero il divieto di frequentare determinati esercizi pubblici dove i sanzionati si sono resi responsabili di condotte violente.