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Vincenzo Giambrone ha aderito alla Lega

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L’onorevole Vincenzo Giambrone, già commissario provinciale di Forza Italia di Agrigento, si è dimesso dal partito di Berlusconi ed ha aderito alla Lega di Salvini. Il segretario regionale del partito del Carroccio, Nino Minardo, commenta: “Accolgo con soddisfazione ed entusiasmo l’adesione di Vincenzo Giambrone alla Lega. Da un punto di vista politico si aggrega a noi un uomo di grandi capacità ed esperienza amministrativa e parlamentare che, assieme al suo gruppo, consente alla Lega un radicamento ancora maggiore in provincia di Agrigento. Da un punto di vista personale rinnovo i sentimenti di amicizia e stima reciproca. Da oggi la Lega può lavorare con ancora maggiore forza in un’area della Sicilia particolarmente esposta al fenomeno dell’immigrazione incontrollata e in profonda crisi economica e sociale. Con l’onorevole Giambrone aderiscono al progetto della Lega circa 40 tra assessori e consiglieri comunali in carica nell’Agrigentino e tantissimi ex amministratori e dirigenti di partito che si erano allontanati dalla politica attiva e che hanno ritrovato entusiasmo. Assieme a Vincenzo ci muoveremo a tutti i livelli politici e istituzionali con parecchi obiettivi e due parole d’ordine: lavoro per gli agrigentini e stop all’immigrazione!” conclude Minardo.

Dieci chilometri in controsenso sulla Palermo – Mazara del Vallo

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Un uomo di origine orientale, alla guida di una grossa berlina tedesca, ha viaggiato almeno 10 chilometri in senso contrario lungo la Palermo – Mazara del Vallo. Fortunatamente i Carabinieri hanno intercettato l’automobile in controsenso nei pressi del bivio per Capaci. All’uomo è stata subito ritirata la patente di guida, ed inviata alla Prefettura per la successiva revoca. Lo straniero si è giustificato così: “Mi sono confuso, non mi sono accorto di stare marciando nel senso opposto”. L’automobile è stata sequestrata. Il conducente è risultato negativo ai test sul consumo di droga e alcol.

Ravanusa, finanziamento per la caserma Cc, intervento di Savarino

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Giusi Savarino

Su progetto presentato dal sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, è stata finanziata la ristrutturazione della caserma dei Carabinieri di Ravanusa. In proposito interviene la deputata regionale di Diventerà Bellissima, Giusi Savarino, che afferma: “Mi lega alla caserma dei Carabinieri di Ravanusa un caro ricordo di infanzia in quanto opera fortemente voluta da mio padre, allora giovane Sindaco di Ravanusa. Sono contenta che a distanza di tanti anni il progetto presentato oggi dal sindaco Carmelo D’Angelo grazie al governo Musumeci porti nelle casse del Comune di Ravanusa un finanziamento da 871mila euro che serviranno a ristrutturare la Caserma dei Carabinieri, importante presidio di legalità per il nostro territorio, riferimento di una intera comunità. Voglio ringraziare il Presidente Musumeci per aver dato impulso in giunta allo sblocco dei fondi regionali, senza attendere che fosse lo Stato ad occuparsene, e l’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, per avere colto l’importanza del progetto da me segnalato. Con l’augurio di poter presto inaugurare insieme all’arma dei Carabinieri la nuova Caserma”.

Catanzaro: “Priorità vaccini anche agli odontotecnici”

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Michele Catanzaro

Il deputato regionale del Partito Democratico, Michele Catanzaro, annuncia di avere chiesto al presidente della Regione e all’assessore alla Sanità di inserire anche la figura professionale dell’odontotecnico fra le categorie prioritarie da sottoporre alla campagna vaccinale anti Covid-19. Catanzaro aggiunge: “Bisogna intervenire al più presto nei confronti degli odontotecnici per garantire uniformità di trattamento, oltre che per attuare i valori e principi di equità, reciprocità, legittimità, protezione, promozione della salute e del benessere, su cui si basa la strategia di vaccinazione”.

Pira sul “Giorno della Memoria”

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Francesco Pira

In riferimento al Giorno della Memoria, oggi al Videogiornale di Teleacras è in onda un intervento del docente universitario e sociologo Francesco Pira.

Francesco Messina Denaro decise la morte di Mauro Rostagno

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La decisione di uccidere Mauro Rostagno è stata di Francesco Messina Denaro, padre del boss latitante Matteo. Così scrive la Cassazione nelle motivazioni di conferma dell’ergastolo per il boss Vincenzo Virga, mandante dell’uccisione di Rostagno, su input di Messina Denaro, “in un contesto decisionale – aggiunge la Cassazione – totalmente mafioso che esclude ‘piste alternative’ o ‘ripensamenti’. Francesco Messina Denaro disse di aver dato incarico a Vincenzo Virga di eseguire l’omicidio di Mauro Rostagno e questo particolare, riferito, tra gli altri, dal collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori, non è per nulla incompatibile con la ricostruzione di come operassero gli organi di vertice di Cosa Nostra nella deliberazione di omicidi eccellenti”.

Il Giorno della Memoria

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Il 27 gennaio del 1945 l’esercito russo liberò il campo di concentramento di Auschwitz. Oggi ricorre l’anniversario della fine della shoah. Per non dimenticare. Un servizio è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

“Covid”, contagi e vaccini

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Quasi stabile il numero dei contagi da coronavirus in Sicilia. Ricevute altre dosi di vaccino: si procede alla somministrazione del cosiddetto “richiamo”.

Il dato dei ricoveri a martedì per coronavirus negli ospedali siciliani aumenta di 2 unità, così come riporta il bollettino quotidiano del ministero della Salute. In terapia intensiva sono in cura 229 persone (due in più rispetto al precedente bollettino). Il dato dei guariti è pari a 1456 persone. I decessi sono 36. I nuovi soggetti positivi rilevati sono 970. I tamponi molecolari processati sono stati 9947. I tamponi rapidi sono stati 13632. I vaccini finora effettuati sono 117808. Ecco il report dei contagi nelle province: 72 Agrigento, 36 Caltanisetta, 188 Catania, 2 Enna, 104 Messina, 308 Palermo, 14 Ragusa, 84 Siracusa, 162 Trapani. Nel frattempo è ripresa la campagna vaccinale Covid in Sicilia. La scorsa settimana il dato era fermo a 94.176, anche se la disponibilità era di 169.525 dosi, perché la parte restante doveva servire per le scorte per i richiami e non per le nuove vaccinazioni, che viceversa sarebbero state vane. Per questo la Regione aveva tuonato affinché la Pfizer riprendesse a inviare in modo regolare quanto concordato, e il presidente Nello Musumeci aveva anche chiesto di requisire le dosi necessarie dalle multinazionali. La disponibilità non è ancora aumentata, ma dovrebbe accadere a breve, quindi si va avanti, anche se a rilento. Ora sono 104.430 le persone che hanno ricevuto la prima dose del vaccino. La Sicilia è la terza regione per numero di dosi ricevute (169.525) e la diciassettesima per tasso di somministrazione (61,6 %, mentre la media nazionale è del 77,4 %). Ancora nel frattempo, sono in consegna entro la giornata di oggi oltre 31 mila dosi di vaccini anti Covid-19 che stanno raggiungendo i vari punti vaccinali delle province siciliane. Si tratta delle dosi già previste nel piano di distribuzione che ha visto un rallentamento dopo le vicende legate ai ritardi di Pfizer. Pertanto, la campagna vaccinale in Sicilia prosegue regolarmente con le inoculazioni della seconda dose. Infatti, come si ricorderà, a fronte dei ritardi nella consegna dei vaccini, è stato l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, a disporre che le dosi disponibili sarebbero state utilizzate prioritariamente per coloro che avessero già ricevuto la prima dose, e ciò per evitare il ritardo, oltre tre settimane, nella somministrazione della seconda dose, ovvero il richiamo. Tale eventuale ritardo, come accertato dagli addetti ai lavori, rende inutile l’avvenuta somministrazione della prima dose.

Cassa Regione, mala tempora

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Rinviata l’udienza di parifica della Corte dei Conti: a rischio alla Regione l’accordo con Roma sul pagamento a rate del disavanzo. Forse esercizio provvisorio per altri due mesi.

Non vi è pace tra gli ulivi della contabilità della Regione Siciliana. L’accordo appena concluso con il governo di Roma, che rateizza in 10 anni il pagamento del disavanzo, e che, liberando subito 421 milioni di euro, avrebbe salvato il bilancio di previsione 2021 da approvare entro il prossimo 28 febbraio insieme alla riforma della spesa, adesso è a rischio perché la Corte dei Conti non ha ancora esitato il giudizio di parifica sul rendiconto 2019, atteso, in verità, all’udienza del 29 gennaio, e la cui posticipazione ha giustificato il ricorso all’esercizio provvisorio del bilancio attualmente in corso. E invece no, attenzione: l’udienza della Corte dei Conti è slittata, rinviata oltre il 29 gennaio, addirittura, secondo le previsioni, all’ultima settimana di febbraio. E’ stato dunque profeta di sventura il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Luigi Sunseri, componente della Commissione Bilancio, che ha prospettato: “La Finanziaria entro il 28 febbraio, come previsto dall’accordo del governo Musumeci con Roma? Bello, peccato che questo sia quasi impossibile. Se in questo lasso di tempo non arriva la parifica della Corte dei Conti del rendiconto precedente, infatti, possiamo fare l’assestamento e null’altro. Musumeci, i suoi assessori e anche Miccichè – ha aggiunto Sunseri – sappiano che fare la Finanziaria entro febbraio è quasi un miraggio. E non lo dicono solo i tempi risicati che ci separano da quella data, ma precisi riferimenti normativi secondo cui l’Assemblea regionale non può fare nulla, se non l’assestamento, se prima non arriva la parifica del rendiconto da parte della Corte dei Conti. Quindi nulla che possa vedere la liberazione dell’avanzo dei 421 milioni di euro e la conseguente spesa per investimenti” – conclude. Dunque, al momento, l’unica speranza a cui aggrapparsi è che Roma dimostri ragionevolezza e che comprenda che i ritardi di Palermo sono provocati da ‘causa di forza maggiore’, ovvero il rinvio dell’udienza di parifica della Corte dei Conti. Nel frattempo, a fronte di tutto ciò si profila l’incubo del necessario e obbligato ricorso all’esercizio provvisorio del bilancio per altri due mesi oltre gennaio e febbraio, e quindi per marzo e aprile, sfruttando il termine massimo consentito che è di quattro mesi.

Reddito cittadinanza: Gdf Catania denuncia 78 ‘furbetti’

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La Guardia di Finanza del comando provinciale di Catania ha denunciato 78 persone che avrebbero percepito, senza averne titolo, il reddito di cittadinanza, per un danno alle casse dello Stato di 1 milione e 200mila euro. Tra i 78 vi sono un giocatore amante delle scommesse online illegali che ha vinto oltre mezzo milione di euro, il destinatario di un’eredità da 400 mila euro, il proprietario di quattro appartamenti, un magazzino e di un’autorimessa, e poi pregiudicati per reati mafiosi e lavoratori ‘in nero’. E tra i lavatori ‘in nero’ vi sono anche persone che si sono licenziate per potere percepire illecitamente il sussidio. Le truffe sono state scoperte da accertamenti avviati dalla Guardia di Finanza di Catania in stretta collaborazione con l’Inps. Ai 78 ‘furbetti’ del reddito di cittadinanza, indagati anche per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, è stata sospesa l’erogazione del beneficio. Seguirà l’iter per il recupero delle somme illecitamente percepite. La loro posizione è al vaglio della Procura di Catania.