E’ operativa sul sito siciliacoronavirus.it una sezione dedicata al personale sanitario affinchè si pre-registri esprimendo la volontà di vaccinarsi. Così ha annunciato l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che ha aggiunto: “Il mio auspicio è che il numero più alto possibile voglia farlo. Da parte del Governo centrale c’è una pressante richiesta per capire quale sarà il grado di adesione alla vaccinazione. Spero che il personale sanitario comprenda che quanto più sarà alta l’adesione tanto più forte sarà il messaggio che arriverà ai cittadini siciliani. Invece, con una bassa adesione quello che emergerebbe sarebbe una preoccupazione anche da parte della comunità cittadina”.
Adas, donazione sangue a Grotte e ad Aragona
La settimanale giornata di raccolta del sangue, organizzata dall’Adas, si svolgerà, dalle ore 8 alle 12, domani, sabato 19 dicembre, a Grotte al Belvedere, e domenica 20 dicembre ad Aragona innanzi alla parrocchia Madonna di Pompei. Ai donatori saranno recapitate le analisi del sangue.
Cassazione annulla condanna Lombardo per reato elettorale
La Cassazione ha annullato, senza rinvio, “perché il fatto non sussiste” la condanna a un anno di reclusione ciascuno per reato elettorale nei confronti dell’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e di suo figlio Toti emessa, il 10 luglio del 2019, dalla Corte d’Appello di Catania. Con la stessa formula i due Lombardo sono stati assolti in primo grado dal Tribunale monocratico, presieduto da Laura Benanti. Poi la condanna in Appello annullata dalla Cassazione senza rinvio, quindi definitiva. I Lombardo, secondo alcuni collaboratori di giustizia, avrebbero promesso due posti di lavoro in cambio di voti in favore di Toti eletto con 9.633 preferenze nella lista del Movimento per le Autonomie alle Regionali dell’ottobre del 2012.
Mafia: arrestato nuovamente carceriere piccolo Di Matteo
E’ stato nuovamente arrestato dai Carabinieri di Trapani e dal personale della Dia per associazione mafiosa Giuseppe Costa, uno dei carcerieri del piccolo Giuseppe Di Matteo che ha già scontato 20 anni di reclusione per il sequestro e l’uccisione del figlio di 12 anni del pentito Mario Santo Di Matteo. Gli investigatori hanno anche perquisito l’abitazione di Costa, in località Purgatorio di Custonaci, dove aveva realizzato in muratura la ‘cella’ che servita per segregare il bambino, poi barbaramente ucciso e sciolto nell’acido su ordine di Giovanni Brusca. La nuova ordinanza è stata emessa dalla Direzione distrettuale antimafia. Costa, per il sequestro Di Matteo, è stato arrestato ed è stato in carcere dal 1997 al 2007, periodo durante il quale ha ricevuto il sostegno economico delle famiglie mafiose senza mai collaborare con gli inquirenti. Subito dopo la scarcerazione, secondo le indagini coordinate dalla Dda di Palermo, ha recuperato i rapporti con i vertici dei mandamenti mafiosi di Trapani e Mazara del Vallo avendo un ruolo nell’aggiudicazione illecita di appalti, in speculazioni immobiliari, e compiendo per conto dei clan atti intimidatori. Secondo gli inquirenti, avrebbe anche partecipato alla raccolta dei voti per le elezioni Regionali dell’autunno del 2017 e assunto il ruolo di controllore e tutore degli interessi di Cosa Nostra su un impianto di calcestruzzi della provincia trapanese.
Tentata violenza sessuale, assolto algerino
Il Tribunale di Sciacca ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, un algerino di 53 ani, Omar Boucenha, imputato di tentata violenza sessuale allorchè a Ribera, insieme ad un complice, avrebbe costretto una ragazza a salire sul suo furgone e avrebbe tentato di compiere atti sessuali sotto la minaccia di un coltello. Anche il pubblico ministero, Michele Marrone, nel corso della requisitoria, ha invocato l’assoluzione dell’imputato.
Il Rotaract ricorda Gabriella Curella Taibi in diretta sulla pagina Facebook di Teleacras
Si svolgerà domani, sabato 19 dicembre, alle ore 18, in diretta sulla pagina facebook di Teleacras, un convegno sul tema: “Prevenire è meglio che curare. Conoscere e prevenire il tumore al seno”.L’iniziativa, organizzata dal Rotaract di Agrigento, è dedicata alla memoria di Gabriella Curella Taibi, animatrice culturale e filantropa dalle straordinarie virtù, venuta a mancare l’anno scorso. Sarà il presidente del Rotaract di Agrigento Giuseppe Seminerio ad introdurre i temi del convegno e ricordare la figura di Gabriella Curella Taibi. Saranno rese anche diverse testimonianze da parte di Maria Giovanna Gualniera, vicepresidente Fidapa Agrigento, Carola De Paoli, presidente Ande Agrigento, Olga Milano, presidente Soroptimist Agrigento, Antonella Gulotta, volontaria e delegata Airc Agrigento, Giuseppe Taibi, presidente regionale Fai e figlio di Gabriella Curella Taibi, Lelio Castaldo, giornalista direttore responsabile di sicilia24h.it e Daniela Spalanca, giornalista e scrittrice. La relazione sarà affidata a Valentina Territo, medico senologo e vincitrice del premio Veronesi “Laudato Medico” edizione del 2020 mentre delle conclusioni si occuperà Alfio Di Costa, governatore Rotary distretto 2110 – Sicilia e Malta.
La protesta dei magistrati onorari
Mobilitazione in tutta Italia. Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, manifestazione di protesta dei magistrati onorari contro i ritardi e le lacune della riforma del settore. Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Gli auguri dell’Arma
Il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Vittorio Stingo, e i comandanti di Compagnia, rivolgono gli auguri di buone festività. Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Scarcerato l’assassino di Aldo Naro (video)
Decisione destinata ad alimentare polemiche. Scarcerato dal Tribunale dei minorenni l’assassino del giovane medico Aldo Naro. I dettagli.
Andrea Balsano, 23 anni, condannato a 8 anni di carcere per l’omicidio, commesso da minorenne, del giovane medico di San Cataldo, Aldo Naro, la notte di San Valentino, tra il 13 e il 14 febbraio 2015, non è più detenuto all’Istituto “Malaspina”. L’ex buttafuori della discoteca “Goa” a Palermo ha scontato 5 anni, e per gli altri tre previsti dalla sentenza è stato affidato ai servizi sociali, con detenzione domiciliare nel fine settimana e nei giorni festivi. Fine pena nel febbraio 2024. Fino a tale data Andrea Balsano non potrà uscire da casa prima delle ore 7, e non potrà rientrare oltre le 21. Non può allontanarsi da Palermo, non può incontrare pregiudicati e deve mantenere una “buona condotta”. Non può frequentare soprattutto discoteche, bar, pub e sale gioco. Così ha deciso il Tribunale per i minorenni di Palermo. Affidandolo ai servizi sociali, i giudici hanno riposto fiducia nel giovane, già tra gli abitanti dello Zen, dove ha avuto fama di essere particolarmente violento. Il Tribunale ha valutato le relazioni di tutti coloro che nel corso dei cinque anni di detenzione si sono occupati di Balsano, tra psicologi ed educatori. E ha ritenuto che sia intervenuto un cambiamento, l’inizio di un percorso interiore positivo. I giudici verificheranno periodicamente se hanno riposto bene la loro fiducia. Soprattutto perché la famiglia di Aldo Naro ritiene che l’inchiesta non sia conclusa. Andrea Balsano ha confessato di avere scagliato il calcio fatale. “Ho fatto tutto da solo” – ha ripetuto. Però un’intercettazione in carcere forse lo smentisce. Balsano parla con un compagno di cella e le sue parole sono: “E’ successo un manicomio, si sono buttati sopra di me… abbiamo cominciato a cafuddare… e gli ho dato un calcio a questo picciutteddu”. Ebbene, “abbiamo cominciato a cafuddare”, quindi insieme a chi Balsano ha “cafuddato” contro Aldo Naro. La famiglia di Aldo Naro ha ottenuto una nuova inchiesta, e sono adesso sotto processo Massimo Barbaro, gestore della discoteca Goa, accusato di favoreggiamento, Francesco Troia, buttafuori, e Antonino Basile, giovane dello Zen, entrambi accusati di rissa aggravata dall’evento morte.
Maxi truffa da 4 milioni e abusivismo finanziario, a Palma di Montechiaro sequestrati oltre a 18 conti correnti
La Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, nell’ambito di un’inchiesta della locale procura, ha indagato su 9 società, 4 italiane con sede a Roma, Catania, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) e 5 estere, basate negli Stati Uniti, nella Repubblica Dominicana, in Nuova Zelanda e in Austria.Truffa e abusivismo finanziario i reati sin ora ipotizzati, per i quali sono indagate a vario titolo 10 persone, residenti in diverse parti d’Italia. Attarverso le diverse società, i 10 indagati avevano messo in piedi una classica truffa ceh utilizzava lo “schema Ponzi”, che aveva permesso loro di incassare somem ingenti dalle loro vittime.Dal 2015 al 2019 le società che avevano messo in piedi hanno raccolto denaro in assenza di iscrizioni, abilitazioni o autorizzazioni delle autorità del settore, per circa 26,5 milioni di euro, di cui solamente poco più del 50%, come emerso dalle analisi dei flussi finanziari, rimborsati attraverso la simulazione di una parte dei rendimenti di spettanza.
I 10 indagati sono gli amministratori delle società finite sotto la lente dei pm di Ascoli Piceno. Si tratta di imprese operano in diversi ambiti, dalla consulenza per la gestione della logistica aziendale e altre attività professionali a quella del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, in una serie di operazioni che, alla fine delle indagini, hanno disvelato una maxi truffa in danno di un centinaio di risparmiatori.Numerose, tra le vittime, anche le persone anziane convinte di far fruttare al meglio i risparmi di una vita. Sono cascate nel tranello, ad esempio, una 78enne di Roma, ad una coppia ultra 70enne di Garbara Novarese (Novara), una 79enne di Aragona (Agrigento) e una coppia di 80enni di Orte (Viterbo) che aveva “affidato” ai promoter una cifra di “soli” 5.000 euro, pari ai risparmi di diversi anni.Le Fiamme Gialle hanno anche sequestrato beni per 4 milioni di euro. In particolare, sono stati messi i sigilli a 33 terreni nel Piceno, a Roccafluvione, 12 immobili a San Benedetto del Tronto, Monteprandone e Castel di Lama. Nel viterbese, sequestrate proprietà a Montalto di Castro, nell’agrigentino, a Palma di Montechiaro, oltre a 18 conti correnti, buoni fruttiferi, depositi risparmio, polizze vita e carte prepagate sequestrate a Varese, Mogliano Veneto (Treviso), Roma, Guidonia Montecelio (Roma), Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Monteprandone, Castel di Lama, 3 auto sequestrate a Monteprandone, Castel di Lama e Palma di Montechiaro, una moto ad Ascoli Piceno, gioielli d’oro depositati presso una cassetta di sicurezza a Roma e quote azionarie di una Spa di Ascoli Piceno.