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Bonus 110%: cantiere aperto in via Tiro a segno dalla Nuovi lavori Srl. Oggi, interviste al Vg delle 14:05

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Secondo cantiere aperto ad Agrigento grazie al superbonus 110%. Stamattina, la ditta Nuovi lavori Srl ha dato il via ai lavori progettati da Giuseppe Grimaldi. Oggi, al Vg delle 14:05, seguiremo delle interviste.

Agrigento, arrestati tre migranti

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I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, impegnati costantemente nell’attività di contrasto all’immigrazione clandestina, hanno arrestato tre migranti, sbarcati nei giorni scorsi a Lampedusa e poi trasferiti ad Agrigento. Si tratta di un marocchino inseguito da un ordine di carcerazione della Procura di La Spezia per scontare, a causa di due sentenze, complessivamente 2 anni e 1 mese di reclusione per pene concorrenti. Poi un tunisino destinatario di un ordine di carcerazione della Procura di Torino per scontare 7 mesi di reclusione per pene concorrenti. E poi perché inottemperante al decreto di espulsione, emesso dal Magistrato di Sorveglianza di Taranto, che vietava il reingresso in Italia per 10 anni dall’effettiva espulsione. Ed infine un altro tunisino che sconterà 7 anni e 4 mesi di reclusione infitti dal Tribunale di Reggio Emilia per diversi reati.

Altro riconoscimento internazionale per il pittore Gerlando Meli

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Altro prestigioso riconoscimento internazionale per il pittore agrigentino Gerlando Meli, appena inserito nell’Enciclopedia Mondiale dell’arte Elitè, edita dal 1974 dalla casa editrice Elitè di Varese. Nell’Enciclopedia sono inseriti tra gli altri: Picasso, Vangogh, Dalì, De Chirico e altri artisti storici. L’inserimento di Meli è scaturito al termine di una lunga e attenta valutazione da parte della commissione selettiva attraverso l’analisi di mostre e concorsi nazionali e internazionali e la valutazione di premi e prestigiosi riconoscimenti in Italia e all’estero e recensioni su cataloghi e riviste d’arte specializzate. Nella pagina dedicata a Gerlando Meli vi è la foto dell’artista con la moglie mentre dona una sua opera a Gianni Morandi.

Pippo Spataro (Cittadinanzattiva) ancora su bollette idriche a conguaglio

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Pippo Spataro

La riunione della Commissione competente all’Assemblea Regionale e la sospensione delle bollette idriche a conguaglio inviate da Girgenti Acque: in proposito, Pippo Spataro, coordinatore di Cittadinanzattiva, che ha partecipato alla riunione, ritiene opportune alcune precisazioni, e afferma: “Ci fa obbligo precisare, per onestà di pensiero e di azione, senza voler fare i primi della classe e senza volerci intestare da soli problematiche comuni a tutti, che abbiamo portato alla Commissione all’Ars un’interrogazione sul problema delle bollette riguardante un conguaglio relativo agli anni 2018,2019,2020 con l’aiuto dell’Onorevole Pullara che ci ha voluti fortemente in questo fruttuoso dibattito”. Spataro aggiunge: “Adesso dovremmo discutere con l’ATI la cancellazione di queste inique bollette che non a torto hanno imbufalito i cittadini di Agrigento e della nostra provincia. Ci rendiamo conto che questa nuova battaglia sarà più impegnativa, abbiamo cognizione che bisogna essere uniti ad altre associazione dei consumatori. Si sono uniti a noi prima l’associazione di consumatori Konsumer assieme a Centro Consumatori Italia ed ora anche la Federconsumatori”.

Natale e covid, istruzioni per l’uso

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Le vacanze natalizie dal 24 dicembre al 6 gennaio. Le misure restrittive tra zona rossa e arancione. Tutte le istruzioni per l’uso.

Dieci giorni in zona rossa e 4 in zona arancione, coprifuoco che resta alle 22 e massimo due persone non conviventi che si possono aggiungere al cenone. Dunque, sono complessivamente 10 i giorni in cui sarà estesa a tutta Italia la zona rossa: 24-25-26-27 e 31 dicembre, 1-2-3-5 e 6 gennaio. In tutto il paese valgono dunque le regole finora adottate nelle regioni rosse: sarà vietato ogni spostamento in entrata e in uscita sia tra le regioni sia tra comuni e all’interno degli stessi salvo per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. E’ sempre possibile rientrare alla propria abitazione o domicilio. Sono inoltre chiuse le attività commerciali al dettaglio – ad eccezione di alimentari, farmacie, parafarmacie, edicole e tabacchi – e chiusi anche i bar, i ristoranti, le gelaterie, le pasticcerie e i pub, che possono effettuare solo la consegna a domicilio e, fino alle 22, l’asporto. E’ invece consentito svolgere sia attività motoria individualmente e in prossimità della propria abitazione purché nel rispetto della distanza di almeno un metro e con l’obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione, sia attività sportiva, ma anche questa solo in forma individuale ed esclusivamente all’aperto. L’Italia sarà invece tutta arancione nei giorni lavorativi all’interno delle due settimane delle vacanze natalizie: il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio. Rispetto alla zona rossa, due sono le differenze principali: sono aperti i negozi ed è sempre consentito lo spostamento all’interno del proprio comune di residenza. Il decreto introduce però una norma a favore dei piccoli comuni: sono infatti consentiti gli spostamenti dai paesi con una popolazione non superiore a 5mila abitanti per una distanza di massimo 30 chilometri con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. Infine, per tutto il periodo delle festività natalizie il governo ha introdotto una deroga ai divieti, che sarà quindi valida sia nelle giornate in cui l’Italia sarà ‘rossa’ sia in quelle in cui sarà ‘arancione’ ed è quella per consentire comunque ai parenti più stretti di vedersi per il cenone. Lo spostamento verso le abitazioni private è consentito una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22, verso una sola abitazione ubicata nella medesima regione e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di 14 anni sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi.

Il nuovo dpcm? Sembra una scena di Totò e Peppino. Oggi servizio al Vg delle 14:05

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Il nuovo dpcm varato dal Governo Conte sembra una scena, quella della lettera, di Totò, Peppino e la Malafemmina. Sui social su scatena la satira e non poteva essere diversamente. Oggi, servizio al Vg delle 14:05.

Cga, ok alla caccia del coniglio selvatico e della beccaccia

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L'avvocato Girolamo Rubino

Con ricorso del 18 agosto 2020 le Associazioni Legambiente Sicilia, WWF Italia Onlus e LIPU hanno adito il TAR Sicilia – Palermo e impugnato il D.A. n. 80/GAB del 6 agosto 2020, con cui l’Assessorato Regionale per la Regione Siciliana all’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, discostandosi parzialmente dalle indicazioni fornite da un parere reso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ha approvato il calendario venatorio 2020/2021.

Difendendo la legittimità del calendario per la stagione venatoria 2020/2021, l’UN.A.VE.S. (Unione Associazioni Venatorie Siciliane) si è costituita in giudizio assistita dagli Avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza del foro di Palermo.

Con Decreto n. 839/2020 il Presidente del TAR Sicilia, sede di Palermo ha respinto l’istanza cautelare monocratica proposta dalle Associazioni Ambientaliste, in considerazione della insindacabilità delle scelte tecnico – discrezionali afferenti alla regolazione dell’attività venatoria, nonché della natura consultiva e non vincolante del parere ISPRA.

Tuttavia, in occasione della successiva Camera di Consiglio del 24 settembre 2020 il Tar Sicilia – Palermo, Sezione II, con Ordinanza Cautelare n. 944/2020, pubblicata il 26 settembre 2020, ha sospeso l’efficacia del D.A. n. 80/GAB del 6 agosto 2020 e relativi allegati del decreto assessoriale, avente ad oggetto “Calendario Venatorio 2020/2021”, con il quale l’Assessore Regionale ha regolamentato i periodi e le specie dell’attività venatoria in Sicilia.

Per l’effetto, il Giudice amministrativo ha disposto un fermo del prelievo venatorio del Coniglio, della Pavoncella e del Moriglione, oltre che limitato i periodi di caccia per Beccaccia e Volpe.

Pertanto, l’UN.A.VE.S., ancora una volta assistita dagli Avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, ha proposto appello cautelare innanzi al Consiglio di Giustizia Amministrativa chiedendo l’annullamento e/o riforma della pronuncia cautelare resa dal TAR Sicilia.

In particolare, gli Avvocati Rubino e Valenza hanno messo in rilievo l’erroneità della pronuncia impugnata, contestando l’invasione della sfera di discrezionalità riservata all’Amministrazione, il difetto di istruttoria, l’illogicità, arbitrio e ingiustizia manifesti, l’assenza di un principio di prova e l’infondatezza del ricorso di primo grado.

Il 16 Dicembre si è svolta la Camera di Consiglio con partecipazione da remoto dei magistrati, ai sensi degli artt. 25 d.l. n. 137/2020 e 4 d.l. n. 28/2020.

Con Ordinanza Cautelare n. 816/2020 pubblicata in data 18 Dicembre il CGA ha accolto l’appello cautelare proposto dall’UN.A.VE.S. e ha riformato l’Ordinanza cautelare impugnata.

In particolare, il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha ritenuto meritevole di tutela la questione della caccia al coniglio selvatico, sollevata unicamente dall’Unione Associazioni Venatorie Siciliane, assistita dagli avv.ti Rubino e Valenza e omessa da tutte le altre associazioni.

Il Collegio, ricalcando la tesi proposta dagli Avvocati Rubino e Valenza, ha asserito che “il parere dell’I.S.P.R.A. non contemplava, alcuno specifico vincolo che dalla Regione possa dirsi immotivatamente inosservato”.

Pertanto, la decisione resa dal CGA segna un’importante svolta in merito all’attività venatoria in Sicilia, offrendo una nuova interpretazione del parere ISPRA e sancendo il riconoscimento di margine di discrezionalità in capo all’Amministrazione regionale.

“Scorciavacche”, eterna incompiuta giudiziaria (video)

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A rischio prescrizione il processo a carico dei vertici Anas e delle imprese per il crollo del viadotto “Scorciavacche”. Ennesimo rinvio per conflitto di competenza.

Il 4 gennaio del 2015 si diffuse notizia che la Procura della Repubblica di Termini Imerese, competente per territorio, avviò un’inchiesta, ipotizzando il reato di crollo colposo, a seguito del cedimento del viadotto “Scorciavacche 2”, lungo la statale 121 Palermo – Lercara Friddi, inaugurato pochi giorni addietro, il 23 dicembre 2014, e costato 13 milioni di euro. I magistrati palermitani sequestrarono l’area del disastro, e fu affidata una consulenza tecnica ad un pool di periti incaricati ad accertare le cause del cedimento, e quali materiali, e in quante quantità, sono stati utilizzati per la costruzione del ponte. Ebbene, la Procura di Termini Imerese ha sostenuto l’inchiesta e ha chiesto il rinvio a giudizio di 13 imputati tra cui l’ex presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, altri dirigenti siciliani dell’Anas e i vertici delle imprese impegnate nella costruzione dell’opera. A vario titolo è contestato il reato di concussione “per – si legge nel capo d’imputazione – avere imposto l’apertura anticipata del viadotto, così ottenendo il raggiungimento di un risultato da sfruttare per mero tornaconto personale, ovvero l’ottenimento dei premi di produzione”. E poi altro reato contestato è l’attentato alla sicurezza dei trasporti, a cui è stato aggiunto il concorso in falso, perché falso sarebbe stato il certificato di agibilità. Il viadotto fu inaugurato alla vigilia di Natale 2014, tre mesi prima del termine indicato nel contratto di appalto. Dopo la frana, il ministro dell’ epoca ai Lavori pubblici, Maurizio Lupi, inviò in Sicilia gli ispettori, che poi, nella relazione, tra l’altro, hanno scritto: “Il terrapieno su cui è stata costruita la rampa è risultato non idoneo all’utilizzo rispetto alle condizioni stratigrafiche, geotecniche e idrauliche del territorio su cui è stato realizzato”. La stessa relazione poi è stata acquisita dalla Procura di Termini Imerese. Ancora ebbene, a sei anni dal crollo del viadotto il processo preliminare, ovvero quello in cui si decide il rinvio a giudizio o il proscioglimento, non è concluso, anzi è rinviato spesso, a rischio della prescrizione dei reati che scatta tra due anni, e adesso ha subito l’ennesimo rinvio perché la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Claudia Rosini, ha rimesso gli atti alla Corte di Cassazione affinché risolva il conflitto di competenze insorto. Il processo è da celebrare a Palermo, Termini Imerese o Roma? Secondo la Procura di Palermo la competenza è del Tribunale di Termini Imerese, e secondo il Tribunale di Termini Imerese la competenza è di Palermo. Invece, i difensori degli imputati sostengono che la competenza sia Roma in quanto sede nazionale dell’Anas. Ancora ebbene, tra passaggi di sezione, riassegnazioni, giudici carichi di lavoro e conflitti di competenza sarà inevitabile il sopraggiungere del termine di prescrizione. Viadotto Scorciavacche: “eterna incompiuta giudiziaria”.

Giovane minaccia il suicidio dopo avere appreso che la mamma è positiva

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Apprende che la mamma è positiva al Covid-19 e, per la disperazione minaccia di lanciarsi dal tetto della sua abitazione. Protagonista un venticinquenne di San Biagio Platani.
Ad evitare il peggio l’intervento dei carabinieri della Stazione di San Biagio Platani, coordinati dal Comando compagnia di Cammarata.

Una volta scattato l’allarme e giunti sul posto, i militari dell’Arma, con delicatezza e con grande professionalità, hanno iniziato a parlare con il giovane, e alla fine l’opera di convincimento ha dato l’esito sperato.
Il giovane, molto provato dalla notizia della positività della madre, avrebbe voluto lanciarsi dal tetto di casa. Per fortuna, però, i carabinieri sono arrivati in tempo.

Licata, condannato l’ex consigliere comunale Giuseppe Scozzari

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Giuseppe Scozzari

A Palermo, al palazzo di giustizia, il giudice per le udienze preliminari, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato in abbreviato a 5 anni di carcere, per scambio elettorale politico-mafioso, l’ex consigliere comunale di Licata, Giuseppe Scozzari. Scozzari si dimise dopo l’arresto, nel 2019. Da responsabile del servizio tecnico dell’ospedale di Licata, ed essendo influente funzionario dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, avrebbe garantito corsie preferenziali per l’accesso ai servizi a soggetti indicati dal capomafia di Licata Angelo Occhipinti, e si sarebbe impegnato in consiglio comunale a regolarizzare la posizione amministrativa di un terreno sequestrato di proprietà di un affiliato mafioso.