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Avvelenati 3 cani randagi a Sciacca, allarme lanciato da associazioni animaliste

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Tre cani sono stati avvelenati, nelle ultime 24 ore, a Sciacca dove all’appello mancano diversi randagi. “Si teme che gli animali siano stati seppelliti per cancellare ogni prova del gesto criminoso” scrivono Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza popolare ecologista (Ape) e Ilaria Fagotto, presidente della Lega Antispecista Italiana (Lai). “Troviamo inaccettabile – spiegano – che a due anni dal massacro dei cani vaganti, l’amministrazione comunale non abbia provveduto alla vigilanza, controllo ed attuazione della legge 15/2000, nonché delle specifiche norme di tutela del benessere degli animali. In sette mesi meno di dieci cani randagi sarebbero stati sterilizzati. È normale che ci sia una prolificazione incontrollata nel territorio. Il Comune deve procedere con urgenza con la soluzione dell’accalappiamento per metterli in condizione alla sterilizzazione da parte dell’Asp”.

Violenza sessuale sulla figlia (4 anni) della propria ex. Rinviato a giudizio

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La gup del Tribunale di Agrigento Alessandra Vella ha rinviato a giudizio un 45enne agrigentino accusato di violenza sessuale nei confronti della figlia di quattro anni. La vicenda scaturisce dalla denuncia presentata dall’ormai ex moglie da cui si è separato. L’imputato comparirà il prossimo 4 novembre davanti i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara.
Negli scorsi mesi il giudice Stefano Zammuto aveva disposto il divieto di avvicinamento alla bambina. Quest’ultima, durante l’incidente probatorio svolto alcuni mesi fa, avrebbe confermato peraltro le accuse rivolte al padre.

Furono salvati da nave “Diciotti”, la Dda chiede condanna per 4 presunti scafisti

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I pubblici ministeri della Dda di Palermo hanno chiesto la condanna dei 4

Il procuratore Patronaggio a bordo della nave “Diciotti”
presunti scafisti che la sera del 16 agosto del 2018 condussero un gommone al largo di Lampedusa con a bordo oltre 177 migranti, soccorsi poi dalla nave della Guardia Costiera italiana “Diciotti”. Fu l’inizio degli dei bracci di ferro fra governo e magistratura sul fronte immigrazione. Undici anni e otto mesi di reclusione sono stati proposti per gli egiziani Ahmed Shalaby Farid, 23 anni; Ashraf Abnibrahim, 39 anni e Al Jezar Mahammed Ezet, 24 anni; 4 anni e 10 mais per Shahalom Mohammod, 26 anni, del Bangladesh. La vicenda è la stessa da cui è scaturita l’inchiesta del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona aggravato, per aver impedito lo sbarco della nave Diciotti. Il leader della Lega si “salvò” per la mancata autorizzazione a procedere del Senato. La nave, dopo il braccio di ferro, fu autorizzata a sbarcare a Catania. Gli scafisti, ritenuti componenti di una vasta organizzazione criminale che operava fra più Stati, sono stati riconosciuti dagli altri migranti, una volta arrivati a terra. La Corte di assise di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara con a latere Giuseppe Miceli, emetterà la sentenza il 24 luglio.

Una ventina di barche catapultano a Lampedusa oltre 600 migranti

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Le condizioni meteo marine favorevoli incoraggiano le traversate clandestine del Canale di Sicilia. A Lampedusa, nel corso di poco più di 24 ore, sono approdati 618 migranti, tra cui donne e minori. A soccorrere i diversi gruppi sono state la Guardia di Finanza e la Capitaneria.Complessivamente sono stati una ventina gli sbarchi, tutti con poche persone a bordo, tranne due carichi di 95 e 267 migranti in viaggio. E’ in corso il solito rituale, ovvero i controlli sanitari, il trasferimento nel centro d’accoglienza in contrada Imbriacola o a Porto Empedocle, e poi verso altre destinazioni, compresa la nave per la quarantena Moby Zazà, ancorata in rada a Porto Empedocle.

Migranti, la Squadra Mobile di Agrigento arresta due presunti aguzzini

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Giovanni Minardi

Giovanni Minardi
La Squadra Mobile di Agrigento, capitanata da Giovanni Minardi, ha arrestato due bengalesi di 35 e 31 anni, gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento della immigrazione clandestina, tratta di esseri umani, sequestro di persona e tortura. I due, secondo la Procura di Agrigento che coordina le indagini, hanno svolto un ruolo nell’illecito trattenimento in un campo di prigionia libico di numerosi cittadini bengalesi. Nel frattempo, il ministero della Giustizia ha avanzato la richiesta a procedere con le indagini anche in un contesto sovra-nazionale, e saranno proseguite dalla Procura di Palermo.

A Grotte approda la nuova rete Wi-Fi pubblica

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L’Unione Europea, nell’ambito della misura che mira a fornire connettività Wi-Fi gratuita, ha finanziato al Comune di Grotte 15 mila euro da spendere per l’installazione di una nuova rete Wi-Fi pubblica. L’iniziativa cosiddetta WiFi4EU promuove il libero accesso alla connettività Wi-Fi per i cittadini negli spazi pubblici nei comuni di tutta l’Europa. Il sindaco di Grotte, Alfonso Provvidenza, commenta: “Ancora un finanziamento intercettato dal nostro Comune che conferma il cambio di passo e la volontà dell’Amministrazione di guidare Grotte verso adeguati percorsi di crescita”.

A Palermo assegnati i “Donna Attiva” 2020 (video interviste)

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A Palermo, a Villa Malfitano, si è svolta la 12esima edizione della cerimonia di premiazione del Premio “Donna Attiva”. Sono state scelte 11 donne e 2 uomini a testimonianza della volontà di valorizzare e promuovere l’identità di genere, ma anche per l’impegno che, giorno per giorno, profondono a vantaggio della collettività, offrendo un valido esempio di professionalità ed intraprendenza in un contesto in continuo divenire. A promuovere il premio è l’associazione “DonnAttiva” di Monreale, presieduta dalla giornalista Ina Modica, in collaborazione con diversi partner ed enti pubblici che hanno assicurato il patrocinio. Ecco l’elenco dei premiati di quest’anno: Catena Fiorello, Francesca Cacciola, Beatrice Casamassa, Daniela Crimi, Giusy Fabio, Giulia Giuffrè, Nadia Lo Bosco, Vania Pistolozzi, Agostina Porcaro, Roberto Puglisi, Margherita Rizza, Fabio Venturella e Pamela Villoresi. Menzioni per Alessandra Palma e Marta Pasquini.

In proposito uno speciale è in onda oggi al termine del Videogiornale di Teleacras.

Ribera, presentata la candidatura a sindaco di Matteo Ruvolo

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E’ in moto la macchina elettorale a sostegno della candidatura a sindaco di Ribera di Matteo Ruvolo, già consigliere provinciale di Agrigento, espressione del centrodestra unito e compatto verso la prossima competizione amministrativa. 

Un’affollata e partecipata conferenza ha segnato l’inizio della campagna elettorale che tra poco meno di tre mesi si concluderà con il voto del 4 ottobre per eleggere il nuovo sindaco della “città delle arance”.

Matteo Ruvolo, nel ringraziare tutti i presenti, ha sottolineato che sono due i pilastri fondanti il proprio programma amministrativo, ovvero agricoltura e turismo, due settori capaci di attrarre investimenti, e quindi lavoro e occupazione nel territorio riberese.  

Agrigento tra scerbatura e spazzamento

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Nello Hamel

Nello Hamel
Agrigento e nettezza urbana, con particolare riferimento alle attività di scerbatura e spazzamento: in proposito oggi al Videogiornale di Teleacras è in onda un’intervista all’assessore all’Ecologia, Nello Hamel.

Francesco Giunta era incandidabile alla carica di sindaco del Comune di Termini Imerese

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L'avvocato Girolamo Rubino

L’avvocato Girolamo Rubino
Nel maggio 2017, la Commissione Elettorale Circondariale ammetteva il candidato Francesco Giunta alla competizione per l’elezione del sindaco di Termini Imerese, nonostante quest’ultimo avesse riportato – a seguito di patteggiamento – una condanna a mesi sedici di reclusione per i reati di truffa e falso
La Commissione Elettorale Circondariale, invero, aderiva alla tesi prospetta – con apposito parere – dall’avv. Gaetano Armao, attuale Vice presidente della Regione Sicilia e Assessore all’Economia.
In particolare, con tale parere, l’avv. Gaetano Armao aveva sostenuto che, ai sensi della legge Severino, l’incandidabilità opererebbe solo per coloro che abbiano riportato una condanna superiore a sei mesi per e ai quali fosse stata contestata l’aggravante di cui all’ art. 61 n. 9 del codice penale (ossia “avere commesso il fatto con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio…”); tale aggravante non sarebbe, di contro, stata applicata – in sede di condanna – all’avv. Giunta.
Per effetto dell’ammissione del candidato Giunta alla competizione elettorale lo stesso partecipava al primo turno elettorale – tenutosi in data 11 giugno 2017 – concorrendo con altri 4 candidati Sindaco e segnatamente i candidati Vincenzo Fasone, Armando Di Liberto, Pietro Sorce e Giuseppe Maria Preti.

In esito al primo turno elettorale, il candidato Giunta e il candidato Fasone venivano ammessi al turno di Ballottaggio.

In esito al turno di ballottaggio, il candidato Giunta risultava essere il candidato più votato con 4.962 voti, conseguendo 116 voti in più rispetto al candidato Fasone al quale venivano assegnati n. 4.846 voti.

Pertanto, con ricorso proposto innanzi al Tribunale di Termini Imerese il sig. ri Vincenzo Fasone, -candidato alla carica di Sindaco – il prof Curreri Salvatore, l’On.le Francesco Piro e il sig. Michele Ciofalo, tutti rappresentati e difesi dagli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, – chiedevano che venisse dichiarata l’incandidabilità dell’avv. Francesco Giunta.

In particolare, con il ricorso, gli avv.ti Rubino e Impiduglia hanno sostenuto che l’avv. Giunta – per effetto delle condanna a sedici mesi allo stesso inflitta per reati di truffa e falso – fosse incandidabile alla Carica di Sindaco e andasse, pertanto, dichiarato decaduto in applicazione della legge Severino.

Nelle more del giudizio (e segnatamente nel marzo 2019), l’avv. Giunta – dopo aver ricevuto, nell’ambito di un procedimento penale, un avviso di garanzia – rassegnava le proprie dimissioni dalla Carica di Sindaco di Termini Imerese.
La Corte d’Appello di Palermo – Presidente Antonio Novara, Relatore Dott. Antonino Di Pisa -, con sentenza del 10 luglio 2020, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere – essendo ormai intervenute le dimissione dell’avv. Giunta -, ma ha allo stesso tempo rilevato che ,“ se non fossero sopravvenute le dimissioni e non fosse, di conseguenza, venuta meno la materia del contendere, avrebbe dovuto ritenersi sussistente l’ipotesi di incandidabilità di Giunta Francesco alla carica di Sindaco”,
In particolare, la Corte d’Appello, aderendo alle tesi degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha rilevato che la Legge Severino non si limita a prevedere l’incandidabilità dei soli soggetti condannati – a pena superiore ai sei mesi – per i reati aggravati ex art 61 n. 9, ma reca una norma di chiusura comprendente tutti i reati che risultino, comunque, commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio.
Dunque, la Corte d’Appello, smentendo gli assunti contenuti nel sopracitato parere dell’Avv. Gaetano Armao, ha ritenuto che i numerosi reati di truffa e di falso commessi dal Giunta quale mandatario della Siae (e oggetto di una condanna a 16 mesi di reclusione), rientrino tra le cause di incandidabilità previste dalla legge Severino.
La Corte d’Appello di Palermo ha, inoltre, condannato l’Avv. Giunta (in solido con i sig.ri Licia Fullone, Giuseppe Di Blasi e Rosa Lo Bianco- ex assessori e consiglieri) al pagamento delle spese legali dei due gradi di giudizio liquidate in complessivi euro 6.000 oltre accessori.