La Procura della Repubblica di Agrigento ha chiesto e ottenuto dal magistrato di Sorveglianza l’aggravamento della misura preventiva a carico di Ignazio Filippazzo, 59 anni, di Porto Empedocle. Il provvedimento di reclusione gli è stato notificato dai poliziotti del Commissariato “Frontiera”. Gli agenti, dopo le formalità di rito, lo hanno trasferito nella Casa circondariale di Castelvetrano. L’empedoclino, dopo aver creato su facebook un profilo con altre generalità, avrebbe contattato la sua ex fidanzata, nonostante fosse stato già condannato per atti persecutori nei confronti della donna, vittima di stalking e ricatti hard. Lei ha sporto querela ai Carabinieri della Stazione di Porto Empedocle e il giudice di Sorveglianza ha disposto la sospensione della misura alternativa della detenzione domiciliare.
Atti persecutori contro ex, aggravata misura preventiva
Amministrative Agrigento, “Cambiamo” sosterrà Marco Zambuto
“Unità Siciliana”, Michelangelo Valenza nuovo coordinatore provinciale di Agrigento
A seguito delle dimissioni di Enzo Maiorana, è stato nominato il nuovo coordinatore di “Unità Siciliana” nella provincia di Agrigento. Il segretario nazionale, Felice Coppolino, ha designato Michelangelo Valenza, 55 anni, attuale presidente del circolo “Francesco Ingrao” di Grotte, l’unico costituito nella provincia agrigentina. Lo stesso Coppolino commenta: “Il dottor Valenza, a cui va il mio personale benvenuto, dovrà attivarsi nel territorio al fine di consentire una presenza capillare del nostro movimento nonché adoperarsi all’organizzazione dell’assemblea per l’elezione del nuovo coordinatore provinciale di Agrigento. Colgo l’occasione, inoltre, per ringraziare, a nome di tutto il nostro movimento, Enzo Maiorana per il contributo reso”.
Omicidio stradale, chiesta la condanna di un favarese
Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la pubblico ministero Gloria Andreoli ha chiesto la condanna di Giuseppe Alaimo, 25 anni, di Favara, a 1 anno e 4 mesi di reclusione per omicidio stradale allorchè, alla guida della sua automobile, avrebbe invaso la corsia opposta investendo mortalmente un centauro, Leonardo Salvatore D’Alessandro, 26 anni, di Palma di Montechiaro. La Procura gli ha riconosciuto l’attenuante del concorso colposo perché anche la condotta dell’uomo alla guida della moto sarebbe stata imprudente. L’incidente è accaduto il 29 luglio del 2017 lungo la statale 115, tra il Villaggio Mosè e Contrada Drasy.
Rapina aggravata, chiesta condanna a carico di un agrigentino
Otto denunciati per la festa “abusiva” di San Calogero
I poliziotti dell’Ufficio Digos della Questura di Agrigento, diretti da Sergio Carrubba, hanno identificato e denunciato alla Procura della Repubblica otto persone per manifestazione non preavvisata e non autorizzata. Gli otto agrigentini sono ritenuti promotori, in occasione della prima domenica di San Calogero, di un corteo lungo le strade cittadine nonostante l’annullamento della processione per ragioni sanitarie legate all’emergenza covid. La processione di un mini-simulacro di San Calogero, condotto su una vara, è stata bloccata dalla Polizia. Gli otto denunciati sono stati anche sanzionati per violazione delle misure di contenimento anti-covid19.
Il “midterm” di Musumeci (video)
Per la prima volta nella storia dell’Assemblea Regionale, il presidente della Regione ha relazionato a metà mandato. L’intervento di Nello Musumeci.
Nel bel mezzo del cammin di sua vita, il presidente della Regione si è ritrovato in una selva oscura, a metà mandato, il midterm (il medio termine) americano, ovvero 30 mesi dopo l’insediamento a Palazzo d’Orleans. E per la prima volta all’Assemblea Regionale Siciliana è stato celebrato il rito della relazione di metà legislatura. Si tratta di un appuntamento previsto dalla legge, e che nessuno prima di Musumeci ha mai rispettato. E il governatore ha relazionato in Aula, a Sala d’Ercole, senza dibattito, 90 minuti, 111 pagine e, prima della lettura, un pensiero ai 281 morti per Coronavirus in Sicilia. In sintesi Nello Musumeci ha affermato: “Una delle prime iniziative è stata l’apertura di un confronto con il governo nazionale sul rapporto finanziario fra Stato e Regione che ha portato fra l’altro a spalmare il disavanzo in trent’anni e non in tre. Parecchi obiettivi sono stati raggiunti e altri attendono di essere attuati nella seconda metà di questa legislatura, ma sulle iniziali prospettive programmatiche stanno pesando e peseranno le conseguenze disastrose dell’epidemia da coronavirus. Poi Musumeci si è riferito alle riforme, alla situazione finanziaria della Regione, ai 7.746 precari stabilizzati, alle procedure di rinnovo del personale della Regione, all’attenzione sul patrimonio immobiliare con la scoperta di 150 beni da dismettere. E poi l’istituzione delle Zes (le Zone economiche speciali), le iniziative a sostegno del turismo, dello sport e dello spettacolo, “tutti settori particolarmente colpiti dagli effetti dell’emergenza coronavirus” – ha sottolineato Musumeci che poi, sul tema dei rifiuti, ha concluso così: “Il disegno di legge di riforma ancora attende in Commissione ma ad agosto potrebbe vedere la luce. Nel settore dei rifiuti si è costruito e alimentato nel corso degli ultimi decenni un sistema per favorire un perverso intreccio tra politica, burocrazia e imprenditoria privata. Perverso perchè obiettivo finale non era assicurare un primario servizio ma si è dato vita ad un pericoloso oligopolio che controlla circa l’80% del ciclo dei rifiuti con la politica assente, o per lo meno distratta e qualche volta acquiescente”. Poi l’appello finale: “Con gli assessori c’è un rapporto di proficua collaborazione, io ho piena fiducia in ciascuno di loro per quello che hanno fatto e per come lo fanno. Sono stati trenta mesi difficili ma esaltanti, abbiamo pianto alcuni colleghi di giunta e dell’apparato amministrativo, e gioito per risultati soddisfacenti e significativi. Ma non basta, serve un clima meno avvelenato, meno violento. Dentro e fuori dal palazzo. Invito tutti e me stesso al dialogo ed al confronto aperto tra governo e assemblea senza pregiudizi e preconcetti, nel quale ognuno è nel proprio ruolo ma tutti siano consapevoli che vogliamo cambiare questa Sicilia. Abbiamo ancora del tempo di fronte a noi. Sciuparlo sarebbe un suicidio”.
Paletta rossa per la “Sea Watch 3” (video)
La Sea Watch 3, attualmente a Porto Empedocle, è stata sottoposta a fermo amministrativo dopo un’ispezione della Guardia Costiera.
È fermo amministrativo per la Sea Watch 3, attualmente a Porto Empedocle. Sulla nave della Ong tedesca, nel corso di un’ispezione sono state riscontrate diverse irregolarità a bordo. Immediato il provvedimento della Guardia Costiera – che spiega – “il provvedimento permarrà fino alla rettifica delle irregolarità rilevate in sede ispettiva e, per alcune di esse, sarà necessario l’intervento dello stato di bandiera”, che per la Sea Watch 3 è la Germania. La nave, ormeggiata nel porto di Porto Empedocle, è attraccata nei giorni scorsi dopo il periodo di quarantena successivo al trasferimento su nave Moby Zazà dei migranti presenti a bordo. L’ispezione ha evidenziato diverse irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere non solo la sicurezza dell’unità e dell’equipaggio ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo, nel corso del servizio di assistenza ai migranti svolto dalla Sea Watch 3 così come alcune violazioni alle normative a tutela dell’ambiente marino”. L’attività ispettiva, prevista dalle Convenzioni Internazionali, viene svolta nell’ambito dei consueti controlli di sicurezza, demandati alla Guardia Costiera Italiana sulle unità navali di bandiera straniera, che arrivano nei porti nazionali.
Faceva prostituire la figlia 13enne, condannata la madre e due “clienti”
Il gup del tribunale di Palermo, Ermelinda Marfia, ha condannato a 8 anni di reclusione, per induzione alla prostituzione, la madre della ragazzina di tredici anni che sarebbe stata “venduta” e fatta prostituire dalla stessa donna fra Menfi e Gibellina.
Condanna anche per due clienti della ragazzina, riconosciuti colpevoli di atti sessuali con minorenne. Sei anni sono stati inflitti a Vito Campo, 69 anni e 4 anni a Calogero Friscia, di 25 anni. Il pm Sergio Mistritta aveva chiesto 10 anni di carcere per la donna, 8 anni per gli altri due imputati. Altre due persone, che non hanno scelto il giudizio abbreviato, sono state da tempo rinviate a giudizio. Si tratta di Pietro Civello, 63 anni, di Gibellina, e Vito Sansone, 43 anni, di Menfi.