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La Polizia agrigentina festeggia il Patrono lunedì

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Ad Agrigento, lunedì prossimo, 30 settembre, in occasione della festività di San Michele Arcangelo, Patrono della Polizia di Stato, ad Agrigento, nella Basilica dell’Immacolata, alle ore 10 sarà celebrata una messa dal cardinale Francesco Montenegro in presenza del prefetto Dario Caputo.

Agrigento, a lezione di rianimazione

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Ad Agrigento domani domenica 29 settembre, all’Hotel della Valle, dalle ore 8:30 alle 15:30, l’associazione Giovani Farmacisti di Agrigento, presieduta da Silvia Nocera, e FederFarma di Agrigento, presieduta da Claudio Miceli, hanno organizzato un corso Blsd, ovvero un corso di rianimazione con defibrillatore, rivolto ad operatori laici, quindi non sanitari. Si svolgeranno anche delle prove su manichini e a termine sarà consegnato un attestato che riconoscerà la qualifica di operatore.

Concluso con successo il “Fastuca Fest” 2019 a Raffadali

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A Raffadali si è conclusa con un numero di visitatori maggiore rispetto alle precedenti edizioni il Fastuca Fest 2019, la Festa del Pistacchio di Raffadali. La rassegna è stata teatro nel percorso del gusto di degustazioni di pistacchio, di vini, cooking show con Chef di livello nazionale, e poi incontri culturali, spettacoli e concerti, rassegne cinematografiche, convegni e dibattiti sull’apporto salutistico del pistacchio e della dieta mediterranea. L’evento, organizzato dall’associazione per la tutela del pistacchio di Raffadali, persegue l’obiettivo di esporre in vetrina le eccellenze del territorio e del pistacchio in particolare. Gli organizzatori Salvatore Gazziano, Rino Frenda, Carmelo Bruno e Franco Nocera esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto, grazie anche alla preziosa collaborazione dello staff e di tanti cittadini raffadalesi.

A Porto Empedocle 515mila euro per il restauro della Chiesa Madre

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Marco Falcone

Marco Falcone
L’assessorato regionale alle Infrastrutture ha stanziato 515mila euro al Comune di Porto Empedocle per il restauro della Chiesa Madre. L’appalto per la manutenzione straordinaria sarà bandito dal Comune. L’aggiudicazione, secondo i termini imposti dall’assessorato, è attesa entro 6 mesi. L’assessore Marco Falcone commenta: “Il Governo Musumeci sta portando avanti un ampio e puntuale programma di rilancio e recupero del patrimonio religioso della Sicilia. Il piano ci consente di intervenire e risanare i punti di riferimento storici e di culto delle varie comunità locali, sbloccando importanti linee di spesa pubblica. A Porto Empedocle, intervenire sulla Chiesa Madre significa tutelare un bene tanto caro a fedeli e cittadini, ma anche incrementare l’attrattività del centro storico della cittadina, frequentato ogni anno da migliaia di visitatori”.

Comune di Canicattì condannato a pagare indennità espropriativa di 89mila euro

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L'avvocato Girolamo Rubino

L’avvocato Girolamo Rubino
Nell’aprile del 2012 il Comune di Canicattì, per costruire 19 alloggi sociali, ha notificato ai signori A e P, e consorti, (sono le iniziali dei nomi) un atto relativo al pagamento di una indennità provvisoria di espropriazione dei terreni di loro proprietà, di 497 metri quadri, per 24mila e 172 euro. Poi nel settembre 2012 il Comune ha provveduto all’esproprio definitivo dei terreni. I signori A e P si sono rivolti all’avvocato Girolamo Rubino perché hanno ritenuto troppo esigua l’indennità di poco più di 24 mila euro. L’avvocato Rubino ha avviato innanzi al Tribunale di Agrigento il procedimento di determinazione definitiva dell’indennità. Il collegio dei tecnici nominato dal Tribunale ha aumentato l’indennità a 37mila euro. Tuttavia, gli avvocati Girolamo Rubino e Armando Buttitta, ritenendo ancora troppo esigua l’indennità riconosciuta, hanno presentato ricorso per opposizione a stima alla Corte d’Appello di Palermo. Ebbene, i giudici d’Appello, condividendo le tesi degli avvocati Rubino e Buttitta, hanno condannato il Comune di Canicattì al pagamento di una somma pari a 89mila e 460 euro. Il Comune di Canicattì pagherà anche le spese di giudizio, per 7.642 euro.

L’Ati ha deliberato: Azienda speciale consortile

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L’Ati, l’assemblea territoriale idrica agrigentina, ovvero i 43 sindaci agrigentini, ha deliberato all’unanimità che il servizio idrico nella provincia sarà gestito da un’Azienda speciale consortile e non più da una società per azioni. In proposito interviene il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Matteo Mangiacavallo, che afferma: “Adesso tutti ci attendiamo che l’iter intrapreso si possa concludere al più presto con la costituzione dell’azienda speciale consortile e con l’affidamento ad essa della gestione attualmente commissariata”. E la deputata regionale Udc e sindaca di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo, afferma: “Il nuovo modello di gestione, dopo anni di mala gestione, consentirà di garantire ai cittadini un servizio idrico efficiente e trasparente. L’obiettivo sarà quello di renderlo anche meno costoso”.

Omicidio Sciascia Canizzaro, fermo per Carmelo Rubino

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La sostituto procuratore di Agrigento, Paola Vetro, ha firmato il provvedimento di fermo di indiziato di delitto a carico di Carmelo Rubino, 68 anni, di Canicattì, agricoltore, pensionato, sospettato, e ha ammesso la propria responsabilità, di avere ucciso ieri mattina intorno alle ore 11 a Canicattì, in contrada Calici tra le campagne, l’agricoltore Vincenzo Sciascia Canizzaro, 69 anni, sparandogli alla testa due colpi di pistola 7,65. Le ipotesi di reato contestate sono omicidio pluriaggravato e porto illegale di arma da fuoco aggravato. Tra Sciascia Cannizzaro e Rubino sarebbero insorti contrasti per il diritto di transito in una stradina campagnola nella zona dei loro terreni agricoli. Carmelo Rubino è recluso nel carcere “Di Lorenzo” ad Agrigento.

Carmelo Rubino

“Gli faccio fare la mala vecchiaia” (video)

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Il perché dell’indagine su Berlusconi atteso a Palermo al processo d’Appello “Trattativa” : le dichiarazioni e le frasi intercettate del boss Giuseppe Graviano.

Graviano e Berlusconi

Silvio Berlusconi, atteso ma non presente a meno di sorprese giovedì prossimo 3 ottobre innanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Palermo al processo “trattativa”, è indagato per le stragi del ’93 e del ’94 a seguito delle parole, dichiarate o intercettate, di Giuseppe Graviano, 56 anni, il boss di Brancaccio detenuto dal gennaio del 1994 e che sconta l’ergastolo insieme al fratello Filippo. Giuseppe Graviano ha conversato in carcere con il suo compagno di cella Adinolfi, poi con la figlia minore di Paolo Borsellino, Fiammetta, e poi ha reso dichiarazioni spontanee in alcuni processi. Graviano racconta la verità? Intende depistare le indagini, o collaborare con i magistrati, oppure lanciare dei messaggi a coloro che finora sono stati coperti dal suo silenzio? Tanti punti interrogativi. Irrisolti. Nel dicembre 2017, Giuseppe Graviano a colloquio con Fiammetta Borsellino, audio-registrato ed a conoscenza di essere audio-registrato, racconta: “Ero latitante, mi sono trasferito al Nord e frequentavo alcune persone tra cui imprenditori, commercianti ed anche politici… lo dicono tutti che frequentavo Berlusconi. Più che io era mio cugino che lo frequentava”. Il pentito Gaspare Spatuzza, colui al quale si riconosce il merito di avere contribuito in modo determinante a smascherare il depistaggio sulla strage di via D’Amelio, ha ricordato che a Roma, al bar Doney, Giuseppe Graviano gli avrebbe confidato di avere ottenuto garanzie da Berlusconi tramite Dell’Utri. Poi, al processo, le sue dichiarazioni in proposito non sono state ritenute sufficienti per condannare Marcello Dell’Utri per i presunti rapporti con i fratelli Graviano. E poi, ancora, Giuseppe Graviano è detenuto nel carcere di Ascoli Piceno, e durante l’ora d’aria conversa con un altro detenuto, il campano Umberto Adinolfi, e le parole di Giuseppe Graviano sono: “Nel ’92 già voleva scendere… e voleva tutto. Berlusca… mi ha chiesto questa cortesia… Ero convinto che Berlusconi vinceva le elezioni… in Sicilia… in mezzo la strada era Berlusca… lui voleva scendere… però in quel periodo c’erano i vecchi… lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa… Quando mi hanno arrestato a Milano allora io avevo, qui a Milano 3… avevo… che era di lui… Io incontravo a lui ma nooo… per il discorso… No per entrare… mantenere i patti… E loro volevano fare… invece ci pressava per non farla questa volta… perché a lui ci interessava di scendere… e continuare…. e invece dovevamo accordare… alla fine… c’erano tanti punti da risolvere… E intanto poi è successo quello che è successo… non volevano più le stragi. Quando lui si è ritrovato ad avere… un partito così… nel ‘94 lui si è ubriacato perché lui dice ma io non posso dividere quello che ho con chi mi ha aiutato… Pigliò le distanze e fatto il traditore… 25 anni fa mi sono seduto con te… Ti ho portato benessere, 24 anni fa mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi… Pezzo di crasto che non sei altro, ma vagli a dire com’è che sei al governo, che hai fatto cose vergognose, ingiuste… Tu lo sai che io mi sono fatto 24 anni, ho la famiglia distrutta e senza soldi… alle buttane glieli dà i soldi ogni mese… Gli anni passano, sto invecchiando e tu mi stai facendo morire in galera… Se io faccio questo processo e trovo l’avvocato giusto, lo sai quante cose faccio uscire senza che io dica niente… al signor crasto gli faccio fare la mala vecchiaia…”.

Teatro Pirandello, la nuova stagione (video interviste)

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Ad Agrigento, nel foyeur “Pippo Montalbano” del teatro Pirandello, presentata in conferenza la nuova stagione 2019-2020 al teatro Pirandello. Sono intervenuti il direttore artistico Sebastiano Lo Monaco, il direttore generale Calogero Tirinnocchi, il sindaco Lillo Firetto, e, tramite un video di saluto, il presidente della fondazione Gaetano Aronica, assente per motivi professionali. In ordine alfabetico, saranno sul palco del Pirandello durante la prossima stagione: Michela Andreozzi, Gaetano Aronica, Cesare Bocci, Gabriele Cirilli, Maria Grazia Cucinotta, Vittoria Belvedere, Giancarlo Giannini, Enrico Guarneri, Leo Gullotta, Sebastiano Lo Monaco, Mascia Musi e Lina Sastri.

“Contrasti sui confini”, ucciso un agricoltore a Canicattì

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A Canicattì presunti pregressi contrasti tra due agricoltori a causa dei confini dei loro terreni sono degenerati nel sangue. In contrada Calici, Vincenzo Sciascia Cannizzaro, 68 anni, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco. Il cadavere di Sciascia Cannizzaro è stato colto lungo la stradina campagnola che conduce al suo appezzamento di terreno dai poliziotti del locale Commissariato, diretto dal vice Questore, Cesare Castelli. La Polizia ha rintracciato, identificato e trattenuto il presunto responsabile dell’omicidio, un “vicino di terreno” della vittima.