Giorgia Iacolino al rientro dal meeting “Everest” di Forza Italia
Agrigento, aree esterne scuole Monserrato infestate da erbacce e pericoli
Ad Agrigento le famiglie degli alunni che frequentano le scuole a Monserrato, tra i plessi Fava e Trupia, sono avvilite e preoccupate. Domani inizia la scuola, e i propri bambini, recandosi a scuola, saranno accolti da edifici del tutto trascurati e con le aree esterne invase da erbacce, che potrebbero nascondere ogni tipo di insidia. Le famiglie degli alunni di Monserrato hanno diffuso delle foto testimonianza, e aggiungono: “Da settimane, nella zona, operano alcuni addetti al decespugliamento che però hanno puntato l’attenzione, certamente sotto le direttive dei responsabili comunali, sulle strade e sui marciapiedi. Chiediamo un rapido intervento affinché, all’apertura dei cancelli, siano rispettate e garantite le migliori condizioni in materia di igiene e sicurezza”.
Asfalto a metro quadro dai 12 ai 18 euro. Troppo. Ad Agrigento limiti di velocità in strada
Ad Agrigento al Comune mancano i soldi per riparare le buche in strada. Il costo dell’asfalto a metro quadro, secondo le quotazioni odierne, è compreso tra i 12 e i 18 euro, tra asfalto a caldo, a freddo o drenante. Troppo. Operai del Comune, dunque, a braccia conserte, ed è a lavoro invece la Polizia Municipale, capitanata da Gaetano Di Giovanni, che ha imposto il limite di velocità a 10 chilometri orari da via Imera al Quadrivio Spinasanta, in via Elio Vittorini a Maddalusa e in via Fiume Simeto al Villaggio Mosè. Il Comune spiega: “Causa buche, deformazioni superficiali, fessurazioni e lavori eseguiti male dalle imprese incaricate dai lavori, si è arrivati a questa decisione. Fino a quando non ci sarà la manutenzione straordinaria e non saranno eliminati i problemi, è necessario salvaguardare la pubblica incolumità”.
Incidente in Piemonte, morto un emigrato da Campobello di Licata
In Piemonte, lungo l’A21 Torino – Piacenza, in territorio di Asti, un incidente stradale ha provocato la morte di un emigrato agrigentino da Campobello di Licata, Giovanni Picone, 40 anni, sposato e padre di tre figli, vittima, a bordo di un furgone da lavoro, di uno scontro con un Tir. Inutili sono stati i soccorsi.
Centri impiego, in Sicilia 1000 posti in 3 anni
All’introduzione del reddito di cittadinanza segue, tra l’altro, il potenziamento dei Centri per l’impiego, ex Ufficio collocamento. In Sicilia bisogna assumere per mille posti in tre anni. L’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, ha stipulato con l’Anpal (l’Agenzia nazionale politiche attive del Lavoro) una convenzione che consente lo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie per il concorso e per le assunzioni: 277 assunzioni nel 2019, 429 nel 2020 e 429 anche nel 2021. Lo stesso Scavone commenta: “Dobbiamo porre fine al disordine storico del settore dei centri per l’impiego, e pensare a un progressivo riallineamento dei dipendenti rispetto alle funzioni che svolgono. Oltre ai lavoratori dei Centri per l’impiego dobbiamo pensare anche agli ex sportellisti, che sono circa 1700 in Sicilia, ed a cui sarà riconosciuto, come ‘operatori delle politiche del Lavoro’, un punteggio a parte sulla base dell’attività di curriculum presentata. Si tratta di risorse nazionali che ci consentono di non gravare sul bilancio della Regione. Ci servono risorse su cui puntare, con forze nuove e qualificate per i profili che servono. E così una legge speciale nazionale, quella per il reddito di cittadinanza, ci consente di trovare l’occasione di creare spazi per nuove opportunità. Il concorso pubblico ovviamente sarà aperto anche all’esterno e rappresenta un’occasione in più per i giovani e i meno giovani che ancora hanno voglia per cimentarsi con la scommessa del posto per la vita. A ottobre dovrebbe uscire il bando con tutti i dettagli previsti”.
Altro crollo a Scala dei Turchi (video)
Sicilia, news Pronto Soccorso (video)
Inefficienze e aggressioni nei Pronto Soccorso: l’assessore Razza corre ai ripari. Saranno assunti medici solo laureati e formati al Cefpas di Caltanissetta. I dettagli.
La domanda: perché nei Pronto Soccorso, soprattutto siciliani, vi è sovraffollamento, intasamento e inefficienza? La risposta: perché i medici in servizio sono pochi, e non si tratta di un lavoro da passacarte, ma di estrema attenzione. La domanda: e perché quando in Sicilia sono stati banditi dei concorsi per reclutare personale medico di Pronto Soccorso, si sono presentati sempre pochi candidati per tanti posti disponibili? La risposta: perché il Pronto Soccorso è l’area di urgenza – emergenza, dove il medico spesso è il semaforo all’incrocio tra la vita e la morte, e la responsabilità è enorme. E poi anche perché, come già accaduto tante, troppe volte, il medico del Pronto Soccorso è il primo esposto alle intemperanze e alle aggressioni degli utenti meno pazienti ed educati. E quindi? L’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, ha già promesso che il problema sarebbe stato se non risolto almeno tamponato assumendo in servizio nei Pronto Soccorso gli studenti laureati all’ultimo anno di Specializzazione. Adesso, invece, l’assessore Razza, probabilmente perché consapevole che la soluzione alla grave carenza di medici non è più rinviabile, ha corretto il tiro: nei Pronto Soccorso saranno assunti medici laureati e che non hanno nemmeno intrapreso la Specializzazione. Addirittura. Sì. E lo stesso Ruggero Razza spiega: “I laureati in Medicina che non entreranno nelle scuole di Specializzazione sosterranno dei corsi di formazione a Caltanissetta, al Cefpas (il Centro permanente di formazione e di aggiornamento del personale sanitario), per lavorare nella medicina d’urgenza. Si sa che in Italia c’è questo problema enorme di migliaia di ragazzi che negli anni si sono laureati, si sono abilitati, ma non hanno avuto da parte dello Stato il diritto di accesso alle scuole di Specializzazione. Questo oggi significa che sono necessari migliaia di medici per il servizio di emergenza ma che non possono essere reclutati. La Regione Sicilia in questo anno e mezzo ha bandito tantissimi concorsi. Abbiamo anche lanciato due concorsi per i medici di chirurgia e d’urgenza, però ogni volta riusciamo a coprire un numero inferiore di posti rispetto a quelli che sono necessari. Ed allora noi, tra i primi in Italia, abbiamo pensato di voler chiamare questi professionisti, ma, per essere coinvolti all’interno del sistema, c’è bisogno di formarli. Dove farlo? La Sicilia ha il Cefpas, che è il cuore delle attività della formazione sanitaria. Per tre mesi il Cefpas organizzerà i corsi di formazione riservati a questa categoria di professionisti che poi saranno immessi con convenzioni in tutti gli ospedali siciliani, e pagati esattamente con la stessa borsa che ricevono gli specializzandi. Per 24 mesi saranno formati con esperienza diretta nel lavoro, a fianco dei medici dell’emergenza già in servizio. Noi probabilmente, ogni tanto dovremmo riconoscerlo, abbiamo fatto meglio di tante Regioni italiane perché abbiamo individuato non un percorso di immissione in ruolo, ma un percorso formativo”.