Ad Agrigento una prostituta sudamericana ha telefonato ai Carabinieri e ha denunciato di essere stata vittima di una rapina all’interno della propria abitazione, a San Leone, da parte di un cliente. La donna ha fornito la descrizione fisica dell’uomo, i Carabinieri hanno subito attivato le ricerche, e poche ore dopo hanno rintracciato e arrestato il rapinatore, un quarantenne, sorpreso poco distante dal luogo della rapina e ancora in possesso del coltello utilizzato per minacciare la vittima. E’ stata recuperata anche la somma di denaro sottratta alla donna. La Procura di Agrigento ha disposto la misura degli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.
Prostituta rapinata a San Leone, arrestato un quarantenne
Rifiuti e corruzione alla Regione, 5 condanne
Nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Terra mia”, il Tribunale di Palermo ha inflitto 9 anni di carcere al funzionario dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente, Gianfranco Cannova, ed ha condannato altri quattro imprenditori imputati di corruzione allorchè Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di agevolazioni nella concessione di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. In particolare, 4 anni all’imprenditore piemontese Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in provincia di Messina, 6 anni a Domenico Proto, titolare della stessa discarica, e 4 anni ciascuno ai fratelli Calogero e Nicolò Sodano, proprietari della discarica Soambiente ad Agrigento.
Giovane agrigentino riammesso dal Tar al concorso in Polizia
Il Giudice del Lavoro condanna il Comune di Agrigento
In particolare gli Avvocati Rubino e La Loggia hanno sostenuto che i ricorrenti, in possesso della qualifica di ispettore capo del Corpo di Polizia Municipale, hanno svolto le mansioni di coordinamento e controllo, percependo l’indennità correlata alle mansioni citate; ma il Comune di Agrigento, inopinatamente, ha mantenuto l’inquadramento nella categoria C, in luogo della categoria D.
Si è costituito in giudizio il Comune di Agrigento, in persona del Sindaco pro tempore dr. Calogero Firetto, per chiedere il rigetto del ricorso. Il Giudice del Lavoro di Agrigento, Dr.ssa Alessandra Di Cataldo, condividendo le tesi degli avvocati Rubino e La Loggia, secondo cui lo svolgimento delle mansioni di coordinamento e controllo rientra non già nella categoria C, in cui i ricorrenti erano inquadrati, bensì nella categoria D, ai sensi del contratto collettivo vigente per il comparto Autonomie Locali, ha accolto il ricorso, riconoscendo il diritto all’inquadramento superiore, oltre al diritto alle differenze retributive, maggiorate degli interessi, e condannando anche il Comune di Agrigento al pagamento delle spese giudiziali. Pertanto, per effetto della sentenza resa tra le parti, i dieci ispettori capo del Corpo di Polizia Municipale del Comune di Agrigento hanno ottenuto il riconoscimento del diritto all’inquadramento superiore, oltre che al pagamento delle differenze retributive, maggiorate degli interessi, mentre il Comune di Agrigento dovrà pagare anche le spese giudiziali.
Domenica su Teleacras il saggio spettacolo dell’Academy Centro Danza diretta da Giusy Liberto
Domani, domenica 21 luglio, su Teleacras, alle ore 15:40, sarà in onda il saggio spettacolo 2019 dell’Academy Centro Danza diretta dalla professoressa Giusy Liberto, diplomata all’Accademia nazionale di Danza di Roma, una istituzione di diretta dipendenza del ministero dell’Istruzione. Lo spettacolo ha riscosso ampio successo e consensi al Teatro Pirandello ad Agrigento. I giovani danzatori hanno dimostrato di avere ricevuto nel corso dell’anno accademico accurate formazione e disciplina, frutto dell’amore per la danza. I ballerini dell’Academy Centro Danza diretta da Giusy Liberto ricevono costante guida artistica anche attraverso la partecipazione a stage e corsi di perfezionamento, ottenendo borse di studio e riconoscimenti. L’Academy si avvale inoltre di collaboratori per i diversi stili. Per Giusy Liberto, che ha cresciuto generazioni di allievi con passione, anche questo saggio di fine anno è stato occasione di emozione e soddisfazione. Dunque, domani domenica alle ore 15:40, e la prossima replica su Teleacras sarà in onda mercoledì 24 luglio intorno alle ore 15.
Ad Agrigento “Il mondo a colori” (video interviste)
Ad Agrigento, moda e solidarietà: innanzi alla sede dell’associazione Volontari di Strada, al Viale della Vittoria, una manifestazione intitolata “Il mondo a colori”, una sfilata di abiti da sposa e di accessori multi-etnici da parte di tante giovani donne agrigentine e straniere, già integrate nel territorio, tra solidarietà ed integrazione tra i popoli. Il ricavato sarà, come sempre, impiegato a fini sociali dai Volontari di Strada per il sostegno ai meno abbienti.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
La Dia sulla mafia, anzi le mafie, in Sicilia (video)
La Direzione investigativa antimafia pubblica il report semestrale sullo stato di salute della mafia in Sicilia e riserva un capitolo a parte alla mafia nigeriana.
In Sicilia vi è carenza di mafia, mafiosi e mafiosità. E dunque nell’isola è stata importata la mafia dalla Nigeria. Sì, i siciliani da oltre un secolo lottano, e muoiono, per affrancarsi dall’oppressione e dal ricatto mafioso, e adesso si è avvertito il bisogno di appesantire il carico di criminalità coltivando la pianta della mafia nigeriana. Così è secondo la Dia, la Direzione investigativa antimafia, che ha appena pubblicato la relazione del secondo semestre del 2018 sullo stato di salute della mafia o, meglio, delle mafie in Sicilia. E la Dia, che alla mafia nigeriana riserva un capitolo a parte a testimonianza della sua importanza, scrive testualmente: “La mafia nigeriana è perfettamente inserita nel nostro territorio, avviando significative sinergie criminali con le organizzazioni mafiose autoctone e diventando essa stessa un’associazione di stampo mafioso. La stessa Cassazione ne ha esaltato i caratteri tipici della mafiosità, rappresentati dal vincolo associativo, dalla forza di intimidazione, dal controllo di parti del territorio e dalla realizzazione di profitti illeciti. Il tutto – aggiunge la Dia – sommato ad una componente mistico-religiosa, a codici di comportamento ancestrali e a un uso indiscriminato della violenza. La mafia nigeriana è tribale e spietata, difficile da decifrare nelle dinamiche interne. Dal Nord Italia si è diffusa progressivamente su tutto il territorio nazionale, fino in Sicilia, dove ha trovato un proprio spazio, anche con il sostanziale placet di Cosa Nostra. I nigeriani declinano in maniera sorprendente grandi capacità nell’impiego di tecnologie avanzate e nella realizzazione di sistemi finanziari paralleli, grazie ai quali fanno affluire, verso la terra di origine, ingenti somme di denaro acquisite con le attività illegali. Questa mafia, che ha come riferimento un network criminale internazionale con base proprio in Nigeria, fa affari con la droga e la tratta di persone ridotte in schiavitù, non di rado mimetizzate fra flussi di immigrati clandestini”. E poi, in riferimento alla Cosa Nostra, ovvero la mafia autoctona, siciliana doc, la Direzione investigativa antimafia nel report relativo agli ultimi sei mesi del 2018 tra l’altro scrive: “Messa in ginocchio da ripetuti provvedimenti di sequestro e confisca beni, e da numerosi arresti di affiliati, Cosa Nostra è ancora pervasiva e dotata di dinamismo e potenzialità offensiva. L’operazione denominata ‘Cupola 2.0’ del 4 dicembre 2018 ha documentato il primo tentativo dopo la morte di Totò Riina di riorganizzare la commissione provinciale, che non si era più potuta riunire dal gennaio del 1993, dall’arresto del boss di Corleone. Il ‘pizzo’ rappresenta la fonte primaria di sostentamento della Cosa Nostra palermitana mentre i mandamenti di Trapani e Alcamo, nella loro stabilità, continuano a fare riferimento a esponenti di storiche famiglie mafiose seppure condannati all’ergastolo. Quello di Castelvetrano ha sullo sfondo sempre la figura di Matteo Messina Denaro la cui latitanza si protrae dal 1993 grazie a un’estesa rete di complici e favoreggiatori e una cospicua disponibilità di mezzi e di risorse economico-finanziarie”.
E’ morto Mattia Torre, sceneggiatore e scrittore (video)
Torre, nato a Roma nel 1972, aveva scritto i suoi primi testi teatrali negli anni Novanta e nel 2000 aveva pubblicato il suo primo libro, Faleminderit Aprile ’99 in Albania durante la guerra, che raccontava un viaggio in Albania poco dopo la guerra del Kosovo, e nel 2003 era stato co-sceneggiatore del film Piovono mucche. Torre è anche stato co-regista del film Ogni maledetto Natale e, per molti anni, autore del programma tv “Parla con me”, presentato e ideato da Serena Dandini. Uno dei testi di Torre è stato di recente letto da Valerio Mastandrea al programma di La 7 Propaganda Live.
Su Teleacras questa sera, venerdì 19 luglio, alle ore 21, sarà in onda in replica la presentazione, a cura di Gero Micciché, del libro “In mezzo al mare”, di Mattia Torre, presente all’incontro, in occasione della seconda edizione della rassegna letteraria “ContemporaneA” ad Agrigento nel settembre del 2012.