Bellini (Ingegneri) su direttive Prg al Consiglio comunale di Agrigento
Il Coordinamento provinciale della Lega sulla vittoria di Annalisa Tardino
Il coordinamento della Lega in provincia di Agrigento, con Massimiliano Rosselli, commissario Lega della provincia agrigentina, Salvatore Cuntreri, responsabile organizzativo provinciale, Rita Monella e Nuccia Palermo, consiglieri comunali ad Agrigento, intervengono a seguito dell’esito elettorale alle Europee e dell’elezione di Annalisa Tardino. E affermano: “Si scrive una nuova pagina, una pagina targata onorevole Annalisa Tardino, neo euro-parlamentare del territorio agrigentino che rappresenterà le isole di Sicilia e Sardegna per la Lega Salvini Premier. E’ stata una vittoria importante, non solamente in termini politici e di partito, ma anche per la nostra società, in quanto l’onorevole Tardino siamo certi essere una figura che saprà incarnare in toto la politica corretta, onesta, fatta con il cuore, per il bene della gente. E’ una figura politica di cui il nostro territorio necessitava, e che rappresenterà le due isole con una politica di buonsenso. Quanto prima sarà organizzato un incontro ad Agrigento nel capoluogo agrigentino nel quale l’Onorevole Tardino e il direttivo Lega ringrazieranno i propri concittadini per le quasi 6.000 preferenze ottenute”.
Antenne di telefonia come funghi
Antenne di telefonia come funghi, e non solo ad Agrigento a San Leone, ma anche al Villaggio Mosè, a Cannatello e a Favara, schermate e camuffate, come documentato in foto dall’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento coordinata da Claudio Lombardo. Eccole:
Catanzaro (Pd): “Si trivella nel mare tra Licata e Porto Empedocle. Complimenti ai 5 Stelle”
Rinvio elezioni Province, il PD: “Il centrodestra ha gettato la maschera”
Cateno De Luca su rinvio elezioni Provinciali
Il sindaco di Messina, e presidente della Provincia di Messina, Cateno De Luca, promotore delle marce dei sindaci il primo e il 15 maggio per il salvataggio delle Province, esprime soddisfazione a seguito dell’approvazione in Assemblea Regionale del rinvio delle elezioni Provinciali. De Luca aggiunge: “Ringrazio il Parlamento siciliano per aver accolto la proposta formulata dal Gruppo Misto, dall’Udc, da Fratelli d’Italia, dai Popolari e Autonomisti e da Sicilia Futura. Non aveva senso celebrare queste elezioni il 30 giugno, non essendo ancora stata risolta la Finanziaria. Ora pensiamo a risolvere la situazione economica, destinando alle ex Province siciliane 350 milioni di euro da prelevare dal Fondo di sviluppo e coesione, così da coprire il disavanzo al 31 dicembre 2018 e garantirne la gestione corrente per gli anni 2019/2021. Solo in tale modo sarà possibile garantire tutti gli investimenti per la messa in sicurezza delle scuole secondarie, delle strade e dei viadotti”.
Le elezioni Provinciali rinviate all’anno prossimo
Le elezioni Provinciali di secondo livello sono state rinviate dal prossimo 30 giugno al prossimo anno 2020, non prima di aprile. L’Assemblea Regionale ha approvato un emendamento per il rinvio a firma, tra gli altri, del deputato Vincenzo Figuccia, che spiega: “Nelle scorse settimane, insieme al collega Danilo Lo Giudice e ad un centinaio di sindaci, abbiamo fatto una marcia che si è conclusa davanti la presidenza della Regione per chiedere la calendarizzazione di un ordine del giorno che garantisse un impegno da parte del governo regionale a chiedere le risorse aggiuntive per salvare le Province. Di fatto, i 150 milioni di euro accordati dallo Stato sono un primo passo ma chiediamo che siano concesse per intero le somme. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto il rinvio delle elezioni di secondo livello che adesso non avrebbero giovato a nessuno considerato che al momento, si tratta di enti assolutamente inutili”.
Tra Joppolo Giancaxio e Sant’Angelo Muxaro (video interviste)
Ad Agrigento alla Provincia Legambiente presenta in conferenza due eventi: “Mangia e passìa”, a Joppolo Giancaxio sabato primo giugno dalle ore 17 in poi, e “Passeggiando sui gessi e nei gessi”, domenica 2 giugno a Sant’Angelo Muxaro alle ore 9. Le due iniziative sono comprese nell’ambito della campagna di Legambiente “Voler bene all’Italia – Festa nazionale della Piccola Grande Italia”.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Inquisito, morto e riabilitato (video)
La Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, dopo 4 anni, smonta le accuse e restituisce i beni. Lui nel frattempo è morto. Il caso Paolo Giambruno.
Lui è Paolo Giambruno, ex capo dei veterinari all’Azienda sanitaria provinciale di Palermo. Inquisito. Poi il sequestro dei beni. Poi la morte. Adesso la sentenza. Innocente. Lui ad amici e colleghi ha sempre ripetuto: “Ho un solo desiderio: vivere abbastanza a lungo per dimostrare di essere innocente”. Invece lui, Giambruno, che ha subito anche la rimozione dall’incarico di capo dipartimento dei veterinari dell’Azienda sanitaria, è morto lo scorso 3 agosto. Paolo Giambruno è stato indagato perché ritenuto il prestanome del boss di Carini, Salvatore Cataldo. Gli sono stati sequestrati tutti i beni, dai conti bancari agli yacht di lusso. Gli è stato imposto l’obbligo di soggiorno. Lui si è sempre difeso e ha lottato strenuamente, ma la morte lo ha colto prima della sua riabilitazione. Infatti, la prima Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, presieduta da Raffaele Malizia, ha del tutto smontato l’imputazione di intestazione fittizia formulata dalla Procura di Palermo, ed ha annullato il sequestro ordinato nel 2015, rispondendo “no” alla richiesta di confisca dei beni. Conti correnti, società e immobili sono stati restituiti agli eredi di Paolo Giambruno, la moglie e i figli, dopo quattro anni. Nelle 89 pagine del provvedimento, la Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo punta il dito contro le tante falle dell’inchiesta. Ad esempio, sarebbero state trascurate ed escluse alcune intercettazioni che avrebbero scagionato Giambruno dall’accusa di essere prestanome del boss mafioso. Poi tali intercettazioni sono state recuperate dagli avvocati che hanno difeso il veterinario. E il giudice scrive: “Eppure quelle intercettazioni erano dirimenti per dimostrare che tra Giambruno e Cataldo, già condannato per mafia, c’era sì un rapporto societario, ma alla luce del sole. Per quanto deprecabile possa apparire l’atteggiamento spregiudicato assunto da Paolo Giambruno – non solo per il palese svolgimento di attività imprenditoriali nonostante il ruolo di pubblico funzionario, ma anche nell’intrattenere rapporti economici ed imprenditoriali con il boss Cataldo – ciò non rivela pure che Giambruno si sia prestato a svolgere le funzioni di prestanome di Salvatore Cataldo”. L’avvocato Daniele Livreri, che assiste i figli di Paolo Giambruno, rilancia: “Il rapporto tra Giambruno e Cataldo è quello fra due soci, comunque finalizzato a progetti imprenditoriali e commerciali comuni. In sostanza il tribunale ritiene enormemente distante dalle emergenze delle indagini l’ipotesi di intestazione fittizia dei beni”.