Agrigento, “La Crocifissione” di Gerlando Meli esposta al palazzo vescovile
Porto Empedocle, 300mila euro per la frana di via Lincoln (video)
La presidente della Commissione Ambiente e Territorio, Giusi Savarino, a seguito di un’apposita audizione in Commissione, annuncia che il presidente della Regione, Nello Musumeci, tramite la Protezione Civile Regionale, diretta da Calogero Foti, ha stanziato 300mila euro a rimedio della progressiva frana incombente a Porto Empedocle nel costone che sovrasta via Lincoln, già in parte franato lo scorso 26 marzo con il conseguente sgombero di 50 famiglie, circa 200 persone. I fondi saranno erogati direttamente all’amministrazione comunale empedoclina che, entro ottobre, dovrà provvedere alle opere sul costone.
Erosione 640, MareAmico: “Non è responsabile solo il mare” (video)
Il coordinatore dell’associazione ambientalista “MareAmico”, Claudio Lombardo, interviene a seguito della conferenza dei servizi che si è svolta a Palermo sul grave fenomeno erosivo, segnalato e documentato con un drone dalla stessa MareAmico, che affligge il tratto della strada statale 640 tra Porto Empedocle e Agrigento ed alcune abitazioni nella zona. Claudio Lombardo afferma: “Contrariamente a quanto ritiene l’Anas, l’unico responsabile di ciò che accade non è il mare che, scalzando il piede della falesia, provoca l’arretramento della costa. Il mare non è l’unica causa. Tanti altri fattori partecipano al disastro che è sotto gli occhi di tutti: il dissesto idrogeologico, il mancato drenaggio delle acque piovane e la mancata manutenzione dei luoghi. Quanto ipotizzato dall’Anas, è solo una tesi che ha lo scopo di scaricare le colpe sugli altri”.
640 a rischio frana, 4 milioni dalla Regione
La Regione ha stanziato 4 milioni di euro per le opere a protezione del tratto di costa che lambisce la statale 640 tra Porto Empedocle e Agrigento e che è gravemente minacciato dall’erosione marina. Si tratta di opere per le quali, già la prossima settimana, il dipartimento della Protezione civile della Presidenza della Regione, diretto da Calogero Foti, conferirà l’incarico di redigere il progetto anti-erosione, già inserito in tempi rapidissimi nel Piano di interventi previsti dall’ordinanza di protezione civile 558. La responsabilità del fenomeno erosivo dipende dalle acque che arrivano da monte, con un progressivo arretramento delle falesie che rischia di compromettere la stabilità del manto stradale. Occorre dunque che Anas intervenga con una “trincea drenante” sulla piattaforma stradale per una lunghezza di circa 400 metri, in modo da potere intercettare, canalizzare e confluire le acque in una vasca di raccolta. Il progetto dovrà essere pronto entro giugno per consentire la convocazione di una conferenza di servizi che servirà a rilasciare le autorizzazioni necessarie per i lavori che potrebbero essere ultimati entro la fine dell’estate.
In proposito, il presidente Musumeci commenta: “Così come abbiamo detto sin dal primo giorno in cui il problema ci è stato segnalato, stiamo facendo senza indugi la nostra parte, augurandoci che anche da parte dell’Anas ci sia la stessa celerità”.
La “Giornata del Mare” a Maddalusa (video)
Oggi giovedì 11 aprile ricorre la “Giornata del mare”, istituita dal codice della nautica da diporto. In occasione della ricorrenza, la Lega Navale di Agrigento e Porto Empedocle, in collaborazione con la Capitaneria di Porto Empedocle, ospita per il secondo anno nella propria sede di Maddalusa a San Leone gli studenti agrigentini per la sensibilizzazione dei giovani verso la sicurezza della navigazione, la salvaguardia della vita umana in mare e la protezione dell’ambiente marino. Partecipano gli Istituti scolastici Anna Frank, Garibaldi, Pirandello e Guarino.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
No ai domiciliari a Giovanni Brusca (video)
Il Tribunale di Sorveglianza non concede la detenzione domiciliare a Giovanni Brusca. Le motivazioni del provvedimento: “Non ha chiesto scusa alle vittime”.
Il 20 maggio del 1996 lo hanno arrestato a Cannatello, frazione marina a sud est di Agrigento, seguendo la traccia del suo telefonino satellitare Gsm. Giovanni Brusca, che infiammò il tritolo della strage di Capaci e che ordinò di uccidere il ragazzino Giuseppe Di Matteo, poi si è pentito, ha ottenuto tanti permessi premio, ma non ha mai chiesto scusa o perdono ai familiari delle sue centinaia di vittime. Ecco perché adesso il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha risposto no agli avvocati difensori di Brusca che hanno invocato la concessione degli arresti domiciliari per buona condotta. E il no lo hanno motivato in sette pagine: i giudici romani ricostruiscono la storia carceraria di Giovanni Brusca contando i permessi premio di cui beneficia dal 2003. Poi ricordano che già nel 2017 l’istanza per la detenzione a casa è stata respinta, e anche la Cassazione, confermando il no, ha rilevato la mancanza di atti riparatori verso le vittime. Poi gli riconoscono la volontà di dimostrare il suo cambiamento, e prova ne sono il contatto con un’associazione antimafia, il volontariato, l’ammissione dei propri efferati delitti senza opporre alcuna giustificazione, la riluttanza verso Cosa Nostra, e il suo contributo determinante in tanti processi. Tuttavia i magistrati di Sorveglianza scrivono che “a fronte dell’eccezionale spessore criminale di Giovanni Brusca, e del numero di omicidi commessi, per beneficiare degli arresti domiciliari non basta un mero ravvedimento ma serve un mutamento profondo e sensibile della personalità del soggetto tale da indurre un diverso modo di sentire e agire in armonia con i principi accolti dal consorzio civile. Non basta un rapporto collaborativo, che è piuttosto il presupposto della qualifica della collaborazione con la giustizia, nè è sufficiente un adattamento alle regole del carcere, ma sono richiesti comportamenti positivi e sintomatici che tendano a recuperare i valori morali dell’uomo”. E si tratterebbe di condotte che in Brusca non sono ravvisate. E poi i giudici concludono riferendosi ai rapporti tra Brusca e le sue vittime, e scrivono: “Risulta solo l’incontro con Rita Borsellino, avvenuto su iniziativa di lei. E non vi è mai stata una richiesta di perdono nè a lei nè ai suoi familiari”. In riferimento a ciò, Brusca si è più volte giustificato sostenendo di non voler mortificare le vittime chiedendo scusa. Dopo il pentimento, a Giovanni Brusca il carcere a vita è stato ridotto a 26 anni. Nel 2022 sarà libero. Da oggi al 2022 avrebbe voluto trascorrere il suo tempo a casa. Invece no.
Quando la Camera di Commercio di Agrigento, Caltanissetta e Trapani?
Unuci, iniziativa ad Agrigento tra approfondimenti tematici e beneficenza
Ad Agrigento, domani, giovedì 11 aprile, al Villaggio Mosè, al Grand Hotel Mosè, alle ore 17:30, la sezione Unuci di Agrigento, presieduta da Carmelo Fenech, ha organizzato una conferenza sul tema: “Lo shock post traumatico da combattimento”. Relazioneranno Francesco Racalbuto e Salvatore Fucà. Modera Gaetano Allotta. Saranno proiettati dei rari filmati dell’Istituto Luce. Interventi artistici di Nino Bellomo e del Duo Trupiano. Sarà inoltre presentato il neo costituito Gruppo Donne Unuci coordinato da Rita Carbone, che donerà una raccolta di viveri, già effettuata fra i Soci Unuci, all’Associazione dei Volontari di Strada di Agrigento.
“Accompagnamento alla pensione”, la Cgil Spi all’Istituto “Sciascia” di Agrigento
La stella dell’atletica agrigentina Edna Caponnetto brilla a Rotterdam
Una tra le stelle più brillanti dell’atletica agrigentina, Edna Caponnetto, del Gruppo sportivo Valle dei Templi Agrigento, ha conquistato il quarto posto alla maratona di Rotterdam nella categoria SF 45. Edna Caponnetto ha corso i 42 chilometri e 195 metri in 3 ore 9 minuti e 51 secondi, un tempo di eccellente caratura ma che sicuramente non soddisfa la Caponnetto, partita con l’obiettivo di migliorare il suo record personale, ovvero 3 ore 6 minuti e 44 secondi. E la stessa Edna commenta: “Indubbiamente ero partita con altri propositi, ma ho dovuto fare i conti con un dolore al fianco imprevisto. Ho lottato ma il dolore è stato più forte, e mi sono dovuta accontentare di finire la gara senza forzare. Per me, comunque, è stata un’esperienza meravigliosa in una maratona bellissima e sostenuta da un pubblico meraviglioso, civile e caloroso come pochi, che incitava tutti lungo l’intero percorso senza distinzioni di nazionalità, e anche questo mi ha dato la forza di concludere la gara”.