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I Carabinieri imperversano in un deposito ittico a Porto Empedocle

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I Carabinieri della stazione di Porto Empedocle, coordinati dal comando compagnia di Agrigento, e dai militari del Nas di Palermo, il Nucleo anti-sofisticazioni, nel corso di un’ispezione in un deposito di prodotti ittici, hanno scoperto 7 estintori scaduti, la mancata compilazione delle schede di controllo igienico e sicurezza dei prodotti, e un dipendente privo di abilitazione alla manipolazione degli alimenti. Il titolare del deposito è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Agrigento e ha subito sanzioni amministrative per circa 3mila euro.

Imposto divieto di balneazione in una spiaggia alle Dune

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Ad Agrigento lo scorso 3 aprile l’associazione ambientalista “MareAmico”, coordinata da Claudio Lombardo, ha documentato in video e segnalato ingenti sversamenti fognari nel mare di San Leone, attraverso una spiaggia del Viale delle Dune. MareAmico ha allertato l’Arpa protezione ambiente, l’Azienda sanitaria, il Comune di Agrigento e la Capitaneria di Porto Empedocle. E l’Arpa ha confermato l’inquinamento da fogne, tra ammoniaca e tensioattivi. Ebbene adesso il Comune di Agrigento ha emesso un divieto temporaneo alla balneazione nella zona, per un tratto di circa 200 metri, a causa della riscontrata presenza di inquinamento. Nel frattempo, la causa degli sversamenti fognari, che risale più a monte, da una condotta nelle campagne del Villaggio Mosè, è in fase di soluzione.

Al palazzo di giustizia di Agrigento cinque nuovi magistrati

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Al palazzo di giustizia di Agrigento hanno assunto servizio due pubblici ministeri alla Procura e tre giudici al Tribunale di Agrigento. Si tratta di Gianluca Caputo, di Salerno, 29 anni compiuti lo scorso 19 febbraio, ed è il pubblico ministero più giovane d’Italia. Poi Sara Varazi, 32 anni, di Roma, pubblico ministero. E i tre giudici sono: Federica Bonsangue, 33 anni, di Palermo, Alessandra Di Cataldo, 31 anni, di Catania, e Micaela Raimondo, 33 anni, di Cefalù. Bonsangue e Di Cataldo saranno destinate alla sezione civile, e la Di Cataldo, in particolare, al lavoro. E Micaela Raimondo nel settore penale.

Atti persecutori e minacce, chiesto giudizio per una coppia di Racalmuto

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La sostituto procuratore della Procura di Agrigento, Cecilia Baravelli, ha chiesto al Tribunale il rinvio a giudizio di una coppia di Racalmuto, Roberto Picone, 45 anni, e la moglie Margaret Caruana, 37 anni, difesi dall’avvocato Annalisa Russello, e imputati di atti persecutori e stalking, dal febbraio del 2016 al settembre 2018, a danno dei genitori di Roberto Picone, difesi dall’avvocato Gianfranco Pilato, che avrebbero subito pedinamenti, minacce, intimidazioni, e ciò perché Picone avrebbe maturato la convinzione che i genitori lo avessero escluso dall’eredità. L’udienza preliminare è in calendario il 20 maggio innanzi alla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco. Lo stesso Roberto Picone è già stato condannato a 9 mesi di reclusione per lesioni personali a danno del padre.

La Ong Mediterranea presenta un esposto alla Procura di Agrigento

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La Ong Mediterranea, che si avvale della nave Mare Jonio, già protagonista di un altro braccio di ferro con l’Italia per lo sbarco di migranti soccorsi, ha presentato un esposto urgente alla Procura della Repubblica di Agrigento contro il Governo nazionale. Secondo l’Organizzazione non governativa ricorrerebbero gravissime violazioni di leggi nazionali e convenzioni internazionali nel caso del blocco navale operato contro la nave “Alan Kurdi” a largo di Lampedusa, e poi dirottata a Malta. La Ong tedesca Sea Eye, al timone della nave “Alan Kurdi”, ha nel frattempo puntato il dito contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini, affermando: “Non ha umiliato solo i naufraghi, ma sfrutta tutto e tutti per ottenere il massimo vantaggio possibile da questa situazione”.

La Camera penale di Agrigento aderisce alla tre giorni di astensione

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Il palazzo di Giustizia di Agrigento

Il palazzo di Giustizia di Agrigento
Fibrillazioni nell’ambito della Giustizia in Italia. Anche la Camera penale “Giuseppe Grillo” di Agrigento ha aderito all’astensione, proclamata a livello nazionale, contro – denunciano le Camere penali – “una serie di riforme giustizialiste e populiste annunciate e in parte realizzate dal governo come, ad esempio, la riforma in materia di legittima difesa”. I giorni di astensione dalle udienze sono in calendario dall’8 al 10 maggio, e contestualmente sarà presentato un manifesto sull’idea liberale della Giustizia penale. Saranno sospese le udienze e le attività giurisdizionali, tranne se con imputati o indagati detenuti.

Via D’Amelio, Contrada: “Denunciai il depistaggio nel 2007” (video)

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Bruno Contrada ascoltato come testimone al processo sul depistaggio della strage Borsellino: “Denunciai lo sviamento delle indagini già nel 2007”.


A Caltanissetta, al palazzo di giustizia, è in corso il processo a carico di tre imputati nell’ambito dell’inchiesta sul depistaggio delle indagini dopo la strage di via D’Amelio contro Paolo Borsellino. Il falso pentito Vincenzo Scarantino sarebbe stato costruito “ad arte” da Arnaldo La Barbera, uomo della Polizia di Stato e dei Servizi Segreti morto nel 2002, a capo del pool investigativo i cui componenti oggi sono i tre imputati: gli ispettori Fabrizio Mattei, Michele Ribaudo e il funzionario Mario Bo. E rispondono del concorso in calunnia, aggravato dall’avere agevolato Cosa Nostra, che avrebbe provocato sette ergastoli definitivi in Cassazione a carico di altrettanti innocenti, sepolti in carcere da un castello di menzogne e poi scagionati dalle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza e dalla revisione del processo. Ebbene, in Aula è stato ascoltato come testimone Bruno Contrada, l’ex dirigente dei Servizi segreti che ha scontato 10 anni di carcere e poi ha scoperto, perché lo hanno informato i giudici della Corte Europea per i diritti dell’uomo, che non avrebbe dovuto scontare la condanna perché lui non sarebbe stato condannabile perché il reato per il quale è stato condannato, il concorso esterno alla mafia, quando sarebbe stato commesso, prima del 1994, non sarebbe stato previsto dalla legge come reato, e quindi non sarebbe stato come tale prevedibile. Ebbene, Bruno Contrada, tra l’altro, ha dichiarato: “Il giorno dopo la strage di via D’Amelio, Giovanni Tinebra, all’epoca procuratore di Caltanissetta, mi chiese un incontro, che ebbe luogo qualche giorno dopo. E io feci presente al magistrato che non facevo più parte della polizia giudiziaria. Inoltre gli dissi che i Servizi segreti del Sisde non erano in possesso di elementi relativi a eventuali progetti di attentato ai giudici Falcone e Borsellino, e neanche del fatto che si stesse avviando una stagione stragista”. E poi ha aggiunto: “Nonostante i miei 88 anni e le mie condizioni di salute sono qui per dare un contributo alla giustizia: ho denunciato 12 anni fa il tentativo di depistaggio nelle indagini sulla strage di Via D’Amelio. Oggi voglio aggiungere una cosa: prima di entrare nel carcere di Santa Maria Capua Vetere per espiare la pena per la quale ero stato condannato l’11 maggio 2007, alla fine di marzo venni qui a Caltanissetta, accompagnato dall’avvocato, per presentare un esposto querela, accusando criminali, mafiosi pentiti, ufficiali, dei carabinieri, funzionari di polizia, facendo nomi e cognomi. E’ tutto documentato: si provava in maniera inconfutabile che c’era stato un tentativo di depistaggio nelle indagini sulla strage di via D’Amelio”. Poi, a margine dell’udienza, conversando con la stampa, Bruno Contrada, a proposito del falso pentito Vincenzo Scarantino, ha risposto così: “Dopo mezz’ora di conversazione mi sarei convinto che Scarantino non era un esponente di mafia tale da avere una parte in una strage come quella di Borsellino. Ma non perché io sia più bravo degli altri poliziotti, ma avevo più esperienza e conoscenza sui fatti di mafia. Puntai subito sui Madonia perché Francesco Madonia aveva un covo in via D’Amelio scoperto dalla polizia. Potevano semplicemente affacciarsi e controllare Borsellino mentre andava dalla madre, gli orari, quando entrava e quando usciva”.

Ad Agrigento in vendita le “Uova di Pasqua solidali”

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Ad Agrigento l’associazione Volontari di strada e la società sportiva Real Basket hanno organizzato la campagna di beneficenza “Regala un uovo solidale”. Dopo oggi sabato, anche domani, domenica 7 aprile, ad Agrigento, in piazza Cavour, dalle ore 9 alle 13, saranno in vendita diversi tipi di uova di Pasqua prodotte artigianalmente dall’azienda dolciaria Asaro di Canicattì, al costo di 10 e 15 euro. Il ricavato della vendita servirà per sostenere le attività dei Volontari di strada a favore dei meno abbienti. Le stesse uova di Pasqua, e anche altri dolci, sono in vendita ogni mattina nella sede dei Volontari di strada, ad Agrigento, al Viale della Vittoria 313, ex bar Uaddan. La presidente dei Volontari di strada, Anna Marino, e i dirigenti della Real Basket, Gianni Portannese, Alessandro Bazan, Silvio Torregrossa e Gigi Piazza, invitano i cittadini a partecipare all’iniziativa .

La “Sea Eye” da Lampedusa a Malta (video intervista)

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Dunque, rotta a Malta, e non più a Lampedusa, per la nave “Alan Kurdi” della Sea Eye, la Ong tedesca, con 17 membri d’equipaggio, che ha soccorso 64 persone a largo della Libia. Il ministero dell’Interno ha ribadito il divieto di transito e ingresso in Italia. In proposito oggi al Videogiornale di Teleacras è in onda un’intervista al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

Dal Tar ok ad un intervento di riqualificazione architettonica a Lampedusa

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L'avvocato Girolamo Rubino

L’avvocato Girolamo Rubino
I coniugi M.M. di anni 63 e B.R. di anni 62, di Biella, avevano acquistato nell’anno 2012 la proprietà di un fabbricato, realizzato in epoca antecedente al 1967, sito in Lampedusa, contrada Terranova, con annesso terreno; i detto coniugi hanno richiesto nel 2014 il rilascio del permesso di costruire per la riqualificazione architettonica dell’ immobile, avvalendosi del cd. “piano casa”. Attesa la regolarità del progetto ed il rispetto dei parametri per l’incremento volumetrico previsti dal c. “piano casa” il Comune di Lampedusa rilasciava il permesso di costruire nell’anno 2018; ma una vicina,B.C., di anni 72, di Lampedusa, assumendo l’inesistenza di un valido titolo di proprietà in capo ai coniugi, proponeva un’ impugnazione davanti al TAR Sicilia, deducendo l’asserita illegittimità del titolo edilizio, e chiedendone l’annullamento, previa sospensione. Il difensore della ricorrente ha lamentato che il Comune avrebbe omesso di verificare l’esatta corrispondenza tra situazione di fatto e di diritto esistente sulle aree in questione e che stante una situazione di presunta incertezza non avrebbe potuto rilasciare il permesso di costruire. Si è costituito in giudizio il Sig. M.M., titolare del permesso di costruire, con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Vincenzo Airò, per chiedere il rigetto del ricorso, previa reiezione della richiesta cautelare avanzata dalla ricorrente; in particolare gli Avvocati Rubino e Airò hanno eccepito preliminarmente il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, atteso che la ricorrente lamentava una lesione del diritto di proprietà afferendo sostanzialmente la controversia alla lesione di diritti soggettivi sottratta alla giurisdizione del TAR, citando all’uopo precedenti giurisprudenziali del Consiglio di Stato secondo cui “sussiste la giurisdizione del giudice amministrativo nelle controversie in materia edilizia quando è in discussione non una vicenda prettamente privatistica , ma bensì la legittima esplicazione del potere autorizzativo dell’Amministrazione pubblica in ambito urbanistico”. Il TAR Sicilia, Palermo, Sezione Seconda, condividendo le eccezioni formulate dagli avvocati Rubino e Airò, e ritenendo pertanto il ricorso introduttivo non meritevole di accoglimento, ha respinto la richiesta di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato. Pertanto, alla luce del provvedimento cautelare emesso dal TAR, potrà avere inizio l’intervento di riqualificazione architettonica assentito dal Comune di Lampedusa.