La Sicilia si presenta al Vinitaly di Verona, tra le più importanti manifestazioni sul vino, dal 7 al 10 aprile, con 147 aziende provenienti da tutti i territori dell’Isola che producono vino di qualità. All’interno del tradizionale padiglione numero 2 (subito all’ingresso della Fiera), gli stand occupano una superficie di 3mila metri quadrati. Prevista anche quest’anno un’area istituzionale che ospiterà incontri con compratori internazionali, masterclass riservate ai territori più rappresentativi della Sicilia, degustazioni di vini sperimentali, oltre che la presentazione ufficiale della missione siciliana a cui parteciperà il presidente della Regione Nello Musumeci. Anche quest’anno, così come l’anno scorso, l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, sarà al Vinitaly di Verona con il vino della sua tenuta, la “Tenuta Cuffaro”.
Al Vinitaly 2019 dal 7 al 10 aprile 147 aziende siciliane
Uccise e occultò il cadavere della compagna, 30 anni di carcere
A Siracusa, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale ha condannato a 30 anni di carcere Paolo Cugno, 27 anni, operaio di Canicattini Bagni, nel Siracusano, imputato dell’omicidio nel marzo del 2017 della compagna Laura Petrolito, 20 anni. Cugno, al culmine di una lite con la ragazza, le ha sferrato numerose coltellate e poi ha gettato il cadavere in un pozzo in un appezzamento di terreno, a Canicattini. Il giovane è stato bloccato alcune ore dopo il delitto e ha confessato. La difesa ha sostenuto l’incapacità di intendere e di volere. La coppia aveva un figlio piccolo.
Morto l’ex Questore di Agrigento, Vincenzo Speranza
I commercianti si ribellano al pizzo e il Tribunale condanna i responsabili
Si è rivelato utile e proficuo il no al pizzo da parte di alcuni commercianti a Palermo. Infatti, sono stati condannati quasi tutti gli imputati nel processo per le estorsioni ai negozianti bengalesi di via Maqueda e di Ballarò. La terza sezione penale del Tribunale, presieduta dal giudice Fabrizio La Cascia, ha inflitto complessivamente 60 anni di reclusione ad otto dei nove imputati di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso e dalla discriminazione razziale. Una sola è stata l’assoluzione. La condanna più severa è stata comminata ad Emanuele Rubino, 13 anni e 9 mesi di reclusione. Gli altri condannati sono Giuseppe Rubino a 13 anni, Giacomo Rubino a 3 anni, Santo Rubino a 8 anni, Giovanni Castronovo a 7 anni, Emanuele Campo a 6 anni e 6 mesi, Alfredo Caruso a 5 anni e Carlo Fortuna a 4 anni. Assolto è stato Vincenzo Centineo. Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dai sostituti procuratori Ennio Petrigni e Sergio Demontis, sono iniziate nell’aprile 2016 dopo la denuncia da parte di una decina di commercianti.
Consiglieri assunti per rimborso stipendio, sequestro e indagati
A Palermo alcuni consiglieri comunali ed ex sarebbero stati assunti fittiziamente nelle società di alcuni parenti al solo fine di ottenere il rimborso degli stipendi dal Comune di Palermo, così come previsto dalla normativa in materia. La Guardia di Finanza ha eseguito un decreto del Tribunale di Palermo che ha disposto il sequestro, anche per equivalente, fino a 200mila euro a carico di un ex consigliere comunale, Giovanni Geloso, e della sorella Antonia Geloso, e di un consigliere tuttora in carica, Girolamo Russo (inteso “Mimmo”), oltre che di Daniela Indelicato, indagati, a vario titolo, dei reati di truffa ai danni dello Stato e falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico. Giovanni Geloso e Mimmo Russo, consiglieri comunali a Palermo dal 2012 al 2017, avrebbero simulato, con la complicità dei loro apparenti datori di lavoro, rispettivamente Antonia Geloso e Daniela Indelicato, rapporti di lavoro dipendente al fine di ottenere rimborsi disposti dal Comune di Palermo, ai sensi di una legge regionale, per i giorni di assenza del servizio. Nel dettaglio la somma indebitamente percepita quale ingiusto profitto ammonta a quasi 60mila euro per Giovanni Geloso e a quasi 136mila euro per Mimmo Russo nel periodo di riferimento ottobre 2013 – settembre 2015.
“Raccontare l’eccellenza”
A Palermo, a Villa Zito, si è svolto un incontro su “Raccontare l’eccellenza, l’informazione Ansa per diffondere il meglio della Sicilia in Italia e nel mondo”. Sono stati presenti, tra gli altri, l’amministratore delegato dell’Ansa Stefano De Alessandri, il direttore dell’Ansa Luigi Contu e diversi esponenti delle eccellenze in Sicilia.
E’ intervenuto il presidente della Regione, Nello Musumeci. L’intervista è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Architetti e lavori pubblici (video interviste)
Ad Agrigento, a San Leone, all’Hotel Dioscuri, oggi e domani, su iniziativa dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, presieduto da Alfonso Cimino, si svolge un convegno sul tema: “I lavori pubblici: la qualità del progetto per il rilancio socio-economico del nostro territorio”, che comprende anche un corso di formazione per la figura del coordinatore dei concorsi di progettazione.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
“Piano rifiuti”, i perchè della bocciatura (video)
A parte il caso “inceneritori in Sicilia”, ecco alcune delle ragioni per le quali il ministero dell’Ambiente ha bocciato il piano rifiuti della Regione.
Se il ministero dell’Ambiente scrive una relazione e boccia il piano dei rifiuti in Sicilia, il ministro dell’Ambiente la legge prima che la relazione sia spedita in Sicilia? La risposta è no. Se il ministro dovesse impiegare le 24 ore dei suoi giorni a leggere tutto di tutto, anche il piano rifiuti di una Regione, la Sicilia, che da 20 anni versa nell’emergenza rifiuti, non sopravvivrebbe alla fatica immane. Dunque, il ministro, come il generale dei Carabinieri, Sergio Costa, esprime delle direttive politiche, e i tecnici che scrivono le relazioni le applicano come se fossero, e lo sono, degli indirizzi politici. Quindi, se il ministro Costa è rigidamente contrario agli inceneritori, e lo ha scritto nero su bianco, i tecnici del ministero hanno peccato, “per parole, opere e omissioni”, quando, bocciando il piano rifiuti della Sicilia, hanno testualmente scritto: “Si rileva l’assoluta necessità di localizzare sul territorio dell’Isola almeno due o più impianti di incenerimento di capacità pari al relativo fabbisogno. Ed è una necessità che è già stata evidenziata dal precedente governo nazionale per lo smaltimento delle 685.099 tonnellate all’anno di rifiuti residui”. Quando il ministro Costa ha letto è saltato dalla sedia, ha smentito, “mai e poi mai gli inceneritori”, e poi ha ordito “tremenda vendetta” contro i tecnici. Adesso rischiano loro di essere “inceneriti”. Inceneritori a parte, quali altre sono le ragioni della bocciatura, che il presidente Nello Musumeci ha bollato come “cavilli”? Innanzitutto la raccolta differenziata e le previsioni. L’assessorato regionale ai Servizi primari, retto da Alberto Pierobon, garantisce in soli 3 anni l’aumento dal 20 al 65%? Renato Carosone risponderebbe: “Pigliate na pastiglia, siente a me!” I tecnici del ministero dell’Ambiente, invece, rispondono così scrivendo: “Le informazioni relative alla raccolta differenziata appaiono generiche, lasciando punti interrogativi sul percorso che la Regione intende attuare per raggiungere alti livelli di raccolta differenziata. Chiediamo un deciso approfondimento documentale con particolare riferimento a metodi, modalità e strategie che porterebbero la Regione Siciliana ad un incremento della raccolta differenziata, passando dall’attuale percentuale prossima al 20%, al previsto 65%, quale ipotesi di piano, in soli tre anni”. Altre eccezioni da parte del ministero interessano, tra l’altro, l’assetto amministrativo della gestione dei rifiuti in Sicilia, quindi gli ex Ato, le Srr, e altri acronimi vari che da più di un decennio tormentano le tasche dei cittadini contribuenti, provocando voragini di debiti e servizi di pessima qualità. E da Roma sottolineano che l’assessorato regionale non fornisce alcuna soluzione alla fase di transizione dagli ex ambiti ottimali alle società di regolamentazione dei rifiuti, peraltro da lunedì scorso non più commissariate dalla Regione ma affidate direttamente nelle mani dei Comuni.
Michele Sodano su approvazione “Codice Rosso”
Il deputato nazionale del Movimento 5 Stelle, l’agrigentino Michele Sodano, interviene a seguito dell’approvazione alla Camera del cosiddetto “Codice Rosso”, il pacchetto di norme che prevede pene più severe per le violenze sessuali, per i maltrattamenti in famiglia e per lo stalking. Sodano commenta: “Le denunce che riguardano questi abusi avranno da oggi in poi una corsia preferenziale, come quando in ospedale, in situazioni di particolare gravità, viene assegnato un codice rosso e si passa subito avanti. Questo è un ulteriore sostegno affinchè le vittime si liberino senza paura dei loro carnefici. Inoltre abbiamo introdotto il reato di Revenge Porn, ovvero la vendetta porno: nessuno si deve permettere di rendere pubbliche scene di intimità e di conseguenza distruggere la vita di una persona. Grazie a quest’iniziativa parlamentare del Movimento 5 Stelle, lo Stato è più vicino e attento nel non lasciare sole le donne e i bambini”.