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“Raccontare l’eccellenza”

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A Palermo, a Villa Zito, si è svolto un incontro su “Raccontare l’eccellenza, l’informazione Ansa per diffondere il meglio della Sicilia in Italia e nel mondo”. Sono stati presenti, tra gli altri, l’amministratore delegato dell’Ansa Stefano De Alessandri, il direttore dell’Ansa Luigi Contu e diversi esponenti delle eccellenze in Sicilia.

E’ intervenuto il presidente della Regione, Nello Musumeci. L’intervista è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

Architetti e lavori pubblici (video interviste)

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Ad Agrigento, a San Leone, all’Hotel Dioscuri, oggi e domani, su iniziativa dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, presieduto da Alfonso Cimino, si svolge un convegno sul tema: “I lavori pubblici: la qualità del progetto per il rilancio socio-economico del nostro territorio”, che comprende anche un corso di formazione per la figura del coordinatore dei concorsi di progettazione.

Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

“Piano rifiuti”, i perchè della bocciatura (video)

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A parte il caso “inceneritori in Sicilia”, ecco alcune delle ragioni per le quali il ministero dell’Ambiente ha bocciato il piano rifiuti della Regione.


Se il ministero dell’Ambiente scrive una relazione e boccia il piano dei rifiuti in Sicilia, il ministro dell’Ambiente la legge prima che la relazione sia spedita in Sicilia? La risposta è no. Se il ministro dovesse impiegare le 24 ore dei suoi giorni a leggere tutto di tutto, anche il piano rifiuti di una Regione, la Sicilia, che da 20 anni versa nell’emergenza rifiuti, non sopravvivrebbe alla fatica immane. Dunque, il ministro, come il generale dei Carabinieri, Sergio Costa, esprime delle direttive politiche, e i tecnici che scrivono le relazioni le applicano come se fossero, e lo sono, degli indirizzi politici. Quindi, se il ministro Costa è rigidamente contrario agli inceneritori, e lo ha scritto nero su bianco, i tecnici del ministero hanno peccato, “per parole, opere e omissioni”, quando, bocciando il piano rifiuti della Sicilia, hanno testualmente scritto: “Si rileva l’assoluta necessità di localizzare sul territorio dell’Isola almeno due o più impianti di incenerimento di capacità pari al relativo fabbisogno. Ed è una necessità che è già stata evidenziata dal precedente governo nazionale per lo smaltimento delle 685.099 tonnellate all’anno di rifiuti residui”. Quando il ministro Costa ha letto è saltato dalla sedia, ha smentito, “mai e poi mai gli inceneritori”, e poi ha ordito “tremenda vendetta” contro i tecnici. Adesso rischiano loro di essere “inceneriti”. Inceneritori a parte, quali altre sono le ragioni della bocciatura, che il presidente Nello Musumeci ha bollato come “cavilli”? Innanzitutto la raccolta differenziata e le previsioni. L’assessorato regionale ai Servizi primari, retto da Alberto Pierobon, garantisce in soli 3 anni l’aumento dal 20 al 65%? Renato Carosone risponderebbe: “Pigliate na pastiglia, siente a me!” I tecnici del ministero dell’Ambiente, invece, rispondono così scrivendo: “Le informazioni relative alla raccolta differenziata appaiono generiche, lasciando punti interrogativi sul percorso che la Regione intende attuare per raggiungere alti livelli di raccolta differenziata. Chiediamo un deciso approfondimento documentale con particolare riferimento a metodi, modalità e strategie che porterebbero la Regione Siciliana ad un incremento della raccolta differenziata, passando dall’attuale percentuale prossima al 20%, al previsto 65%, quale ipotesi di piano, in soli tre anni”. Altre eccezioni da parte del ministero interessano, tra l’altro, l’assetto amministrativo della gestione dei rifiuti in Sicilia, quindi gli ex Ato, le Srr, e altri acronimi vari che da più di un decennio tormentano le tasche dei cittadini contribuenti, provocando voragini di debiti e servizi di pessima qualità. E da Roma sottolineano che l’assessorato regionale non fornisce alcuna soluzione alla fase di transizione dagli ex ambiti ottimali alle società di regolamentazione dei rifiuti, peraltro da lunedì scorso non più commissariate dalla Regione ma affidate direttamente nelle mani dei Comuni.

Michele Sodano su approvazione “Codice Rosso”

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Il deputato nazionale del Movimento 5 Stelle, l’agrigentino Michele Sodano, interviene a seguito dell’approvazione alla Camera del cosiddetto “Codice Rosso”, il pacchetto di norme che prevede pene più severe per le violenze sessuali, per i maltrattamenti in famiglia e per lo stalking. Sodano commenta: “Le denunce che riguardano questi abusi avranno da oggi in poi una corsia preferenziale, come quando in ospedale, in situazioni di particolare gravità, viene assegnato un codice rosso e si passa subito avanti. Questo è un ulteriore sostegno affinchè le vittime si liberino senza paura dei loro carnefici. Inoltre abbiamo introdotto il reato di Revenge Porn, ovvero la vendetta porno: nessuno si deve permettere di rendere pubbliche scene di intimità e di conseguenza distruggere la vita di una persona. Grazie a quest’iniziativa parlamentare del Movimento 5 Stelle, lo Stato è più vicino e attento nel non lasciare sole le donne e i bambini”.

Sospesa l’assunzione di una donna di Grotte perchè figlia di un boss

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L'avvocato Girolamo Rubino

L’avvocato Girolamo Rubino
L’avvocato amministrativista agrigentino, Girolamo Rubino, ha proposto ricorso al Tar del Lazio nell’interesse di Gisella Licata, 36 anni, di Grotte, che ha vinto un concorso da funzionario civile alla Prefettura di Agrigento ma il ministero dell’Interno ha bloccato la sua assunzione perché lei è figlia di un ergastolano per mafia, Vincenzo Licata, 63 anni. L’assunzione di Gisella Licata è stata a lei comunicata il 28 dicembre scorso. Il 4 febbraio scorso la donna si sarebbe dovuta presentare per la firma del contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato. Invece, il 2 febbraio Gisella Licata ha appreso che dalla Questura di Agrigento, il 18 gennaio precedente, è stata inoltrata al ministero dell’Interno una informativa che ha determinato la sospensione della procedura di assunzione.

Inceneritori in Sicilia, il ministro Costa sconfessa il suo ministero

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Il ministro Sergio Costa

Il ministro Sergio Costa
Il ministro all’Ambiente, Sergio Costa, sconfessa i tecnici del suo ministero sul Piano dei rifiuti della Regione Sicilia, appena bocciato e rispedito al mittente, per le opportune modifiche, dallo stesso ministero. Nella relazione a commento del Piano siciliano, i tecnici hanno scritto, tra le 40 cartelle, che “citando la normativa vigente e la impossibilità, allo stato attuale, da parte della Regione Sicilia, di gestire in autosufficienza i rifiuti prodotti, si rappresenta la possibilità di costruire nuovi inceneritori, alla luce della mancanza, nel piano rifiuti, di riferimenti specifici a discariche esistenti”. Ebbene, a seguito di ciò è intervenuto il ministro Costa, che ribatte: “Ho dato mandato immediato al capo di gabinetto e al segretario generale di aprire un’istruttoria amministrativa interna per conoscere chi abbia violato la mia direttiva politica: mai e poi mai avrei proposto quanto letto nelle deduzioni nell’ambito della Vas del Piano regionale rifiuti in Sicilia. Mai e poi mai da questo ministero ci sarà un via libera a nuovi inceneritori”.

Musumeci su bocciatura Piano rifiuti

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Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci

Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci
A seguito della bocciatura del Piano rifiuti in Sicilia da parte del ministero dell’Ambiente, ieri è intervenuto l’assessore regionale ai servizi primari, Alberto Pierobon, e oggi, invece, è il presidente della Regione, Nello Musumeci, che commenta a freddo: “Il ministero dell’Ambiente pare intenzionato a non farci risolvere presto il problema dei rifiuti in Sicilia. Invece di agevolare e sostenere la nostra coraggiosa azione, cerca mille cavilli al piano regionale dei rifiuti per allontanare la soluzione e riavvicinare l’emergenza. Replicheremo ai cavilli entro 60 giorni. Prendiamo atto che il governo grillino di Roma si è convertito ai termovalorizzatori e ci chiede di realizzarne almeno due. Per noi non è un problema, visto che non abbiamo mai avuto alcun pregiudizio su questo tipo di impianto. Qualcuno però avverta il ministro dell’Ambiente Costa, che invece ha sempre ripetuto di essere contrario agli inceneritori. Questa schizofrenia non agevola la celere soluzione del problema rifiuti nell’isola, ma serve almeno a far capire ai siciliani con chi abbiamo a che fare, alla faccia della leale collaborazione tra istituzioni”.

Teleacras, in onda Punto Fermo con Lia Rocco al “Teatro da Camera”

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Su Teleacras questa sera, giovedì 4 aprile, intorno alle ore 21, sarà in onda una nuova puntata di Punto Fermo sullo spettacolo appena in scena al Circolo Empedocleo ad Agrigento, nell’ambito della rassegna del Teatro da Camera, di Lia Rocco con “La fine dell’alfabeto”, un itinerario scenico nell’universo dell’amore, insieme a Rosa Maria Montalbano, Francesco Naccari, Giandomenico Vivacqua, Antonio Zarcone, le musiche di Angelo Sanfilippo, e con la direzione artistica di Mario Gaziano e Giuseppe Adamo.

L’Urologia della Fondazione Giglio all’agrigentino Francesco Curto

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Albano e Curto

Albano e Curto
L’agrigentino Francesco Curto, 45 anni, è il nuovo responsabile dell’Unità operativa di urologia della Fondazione Giglio di Cefalù. Curto, esperto in chirurgia laparoscopica e robotica, è cresciuto professionalmente in Germania accanto al professor Paolo Fornara, pioniere della chirurgia laparoscopica al rene, e in Francia dove ha lavorato con alcuni dei maggiori esperti di chirurgia laparoscopica e robotica. Poi il ritorno in Sicilia con ultimo incarico, dopo Palermo, all’ospedale di Ragusa. Ha al suo attivo un’esperienza di 3000 interventi, come primo operatore, di cui 600 eseguiti in chirurgia laparoscopica sul tumore prostatico, renale, vescicale e su altre patologie funzionali come la sindrome del giunto pieloureterale e il prolasso degli organi pelvici della donna. Il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano, commenta: “Acquisiamo nel nostro Istituto un’alta professionalità con l’obiettivo di posizionarci su una chirurgica laparoscopica e robotica in urologia al passo con le migliori aziende sanitarie italiane”. E lo stesso Francesco Curto afferma: “L’obiettivo è quello di strutturare a Cefalù la chirurgia minimamente invasiva che permette di garantire il miglior risultato oncologico e funzionale, riducendo tempi di degenza e velocizzando il recupero post operatorio”.

Sanguinoso agguato a Palma di Montechiaro

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Raccapricciante episodio di violenza a Palma di Montechiaro, dove Epifanio Cammarata sarebbe stato torturato dal suocero e dal cognato, secondo quanto denunciato da lui stesso alla Polizia di Agrigento. Con un seghetto gli avrebbero reciso le vene dei polsi nell’intento di amputare entrambe le mani. Cammarata è giunto la sera di martedì scorso, dopo le 21, al Pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” ad Agrigento, in modo autonomo, sfuggito all’agguato, con copiose perdite di sangue, ed insieme al figlio di 8 anni che ha assistito alla scena. Già in passato lo stesso Epifanio Cammarata è scampato ad altri agguati tesi dal suocero Giuseppe Bracco e dal figlio Luigi, al culmine di mai risolti contrasti familiari.