A Palermo nessun esito processuale per i nove operai di Fincantieri che si sono ammalati di asbestosi perché hanno lavorato a contatto con l’amianto. La prescrizione ha infatti salvato gli ex dirigenti di Fincantieri Palermo, imputati di lesioni gravissime nei confronti degli operai. Sono trascorsi 10 anni per concludere in primo grado il processo ma il reato di lesioni si prescrive in 7 anni e mezzo. Il giudice monocratico in aula ha dichiarato la prescrizione per tre ex dirigenti. Le condanne, invece, sono state inflitte per omicidio colposo plurimo a carico degli stessi ex vertici. Il giudice monocratico Luciana Castelli ha condannato Luciano Lemetti a 4 anni, Antonino Cipponeri a 2 anni e 4 mesi, e Giuseppe Cortesi a 3 anni e 4 mesi. Secondo il tribunale non avrebbero adottato le cautele previste dalla legge per le lavorazioni dell’amianto, provocando in tale modo la morte di dieci operai. Francesco Foti e Fabio Lanfranca, rispettivamente segretario della Fiom Cgil Palermo e avvocato della compagine sindacale, commentano: “Siamo soddisfatti del risultato perché si tratta di processi impegnativi nei quali è necessario dimostrare il nesso causale tra la mansione svolta dal lavoratore e la patologia contratta”. Ai familiari delle vittime sono stati riconosciuti complessivamente 80 mila euro di provvisionale sul risarcimento del danno che poi sarà quantificato e valutato dal giudice civile.
Fincantieri Palermo, ammalati di amianto vittime anche della prescrizione
Montante opta per il giudizio abbreviato
Ancora evoluzioni al processo preliminare in corso al Tribunale di Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta sul presunto “Sistema Montante”. Gli avvocati Nino Caleca e Giuseppe Panepinto, che assistono Montante, hanno chiesto l’annullamento delle intercettazioni, per difetti di forma, e anche il trasferimento del processo a Roma. Tali istanze sono state rigettate dal giudice. A seguito di ciò, Montante, tramite i suoi legali, ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. Il processo inizierà il prossimo 15 novembre. Hanno chiesto l’abbreviato anche il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di finanza di Caltanissetta, il sostituto commissario Marco De Angelis, il questore Andrea Grassi, il capo della security di Confindustria Diego Di Simone Perricone e il dirigente regionale Alessandro Ferrara.
Il Movimento 5 Stelle all’Ars sulla lista dei candidati manager Sanità
I deputati regionali del Movimento 5 Stelle all’Assemblea Regionale, componenti della commissione Salute, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa, Antonio De Luca e Giorgio Pasqua, intervengono a seguito della pubblicazione della lista dei manager dei professionisti da cui attingere per la governance della sanità siciliana. I deputati 5 Stelle affermano: “Si tratta di elenchi curiosamente sovrapponibili, formati prevalentemente dai soliti noti della sanità siciliana, che certamente non brilla per efficienza e qualità dei servizi. Nulla sui tempi di nomina dei direttori generali, né sulla permanenza degli attuali commissari. Non basta certamente la pubblicazione di un elenco di nomi a rimettere in moto la macchina delle aziende sanitarie il cui stallo è destinato a continuare sino alla nomina definitiva dei direttori generali. Nel frattempo continua indisturbata l’assegnazione di incarichi di unità operative da parte di manager ormai in uscita, nell’imbarazzante silenzio dell’assessore Razza e del presidente Musumeci. In quest’isola se qualcosa diventerà bellissima non sarà certamente la sanità”.
Garza nell’addome, condannati medici e infermieri
I giudici della Corte dei conti d’appello hanno condannato i medici e infermieri Vincenzo Morici, Concetto Fleres, Vincenzo Crimì e Cristina Finocchiaro al pagamento, a favore dell’azienda ospedaliera azienda sanitaria provinciale di Messina, della somma di 20.000 euro, 5 mila euro ciascuno, perché durante un intervento chirurgico hanno lasciato della garza nel corpo di una paziente. Il 20 ottobre del 2009 i medici e gli infermieri hanno eseguito un intervento di colecistectomia e surrenectomia sinistra laparotomica su di una paziente dimessa pochi giorni dopo l’intervento a seguito di un decorso post-operatorio regolare. Alcuni mesi più tardi la donna è stata nuovamente ricoverata con diagnosi di “colica addominale per sub-occlusione intestinale da aderenze peritoneali e raccolta sierosa da corpo estraneo”. Ha subito quindi un nuovo intervento chirurgico nel corso del quale le è stato rimosso il corpo estraneo consistente in una garza, lasciata verosimilmente nella cavità addominale durante il precedente intervento.
Sono 54 i candidati manager della sanità in Sicilia (La lista dei nomi)
Il governo regionale ha definito l’elenco dei papabili manager della Sanità in Sicilia. Si tratta di una rosa di 54 candidati da cui il governo attingerà i direttori di aziende sanitarie e ospedali. Ed il presidente della Regione, Nello Musumeci, commenta: “La pubblicazione delle rose di nomi dei candidati al ruolo di manager delle Aziende sanitarie siciliane conclude una selezione approfondita e trasparente che consentirà alla Giunta di governo di compiere, nei prossimi giorni, le scelte adeguate al progetto immaginato per la sanità siciliana”.
Le aziende ospedaliere sono divise in quattro categorie, e per ciascuna azienda sanitaria è stata composta una lista con una ventina di nomi. I candidati in molti dei casi infatti si ripetono. La prima categoria comprende le aziende sanitarie di Palermo, Catania e Messina. La seconda categoria comprende le altre sei aziende sanitarie su base provinciale. La terza categoria accorpa le aziende ospedaliere universitarie, i policlinici di Palermo, Messina e Catania e l’Istituto Bonino Pulejo-Piemonte di Messina. Infine nella quarta categoria vi sono l’Arnas Civico di Palermo e quello Garibaldi di Catania, l’azienda che riunisce gli ospedali Villa Sofia e Cervello di Palermo, il Cannizzaro di Catania e il Papardo di Messina.
La volta di “EducAgrigento” (video interviste)
L’Ordine provinciale degli Architetti di Agrigento, presieduto da Alfonso Cimino, ha avviato il progetto cosiddetto “EducAgrigento – Comprendere il passato per costruire il futuro”, al fine di insegnare ai bambini ad essere consapevoli dell’ambiente e del territorio, perseguire e pretendere qualità e bellezza dei luoghi che abitano e responsabilizzarli affinché siano attenti e desiderosi di proteggere l’ambiente, tutelare gli spazi urbani e i beni comuni. Il progetto, promosso in collaborazione con Legambiente e con il patrocinio del Comune e dell’Arcidiocesi di Agrigento, si pone due ambiziosi obiettivi: rendere Agrigento “città educante” e iscriverla, al pari di una decina di città sul territorio nazionale, alla rete delle “città educative”, ovvero luogo di relazione, d’identità, di memoria e di benessere collettivo, secondo quanto previsto dalla “Carta delle città educative”.
In proposito oggi al Videogiornale di Teleacras sono in onda le interviste allo stesso Alfonso Cimino, poi Raffaella Giambra, referente di Legambiente per il progetto “EducAgrigento”, la presidente dell’Istituto Agrigento centro, Anna Gangarossa, la preside dell’Istituto Esseneto, Enza Lonobile, Gerlando Riolo, assessore comunale alle Politiche sociali, e don Giuseppe Pontillo, direttore dei Beni ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Agrigento.
“Para-Farmacie”, 4 condannati, 6 assolti (video)
Il Tribunale di Agrigento ha emesso sentenza al processo su una presunta truffa al Servizio sanitario nazionale. Quattro condannati. Sei assolti. I dettagli.
Lo scorso 19 settembre la Procura della Repubblica di Agrigento è stata impegnata nella requisitoria al processo di primo grado nell’ambito dell’inchiesta su una presunta truffa al Servizio sanitario nazionale, che ha provocato, il 18 febbraio del 2013, il sequestro, ad opera dei Carabinieri del Nas, il Nucleo anti-sofisticazioni, di una farmacia e di una parafarmacia a Porto Empedocle, e di un’altra parafarmacia ad Agrigento. Secondo i capi d’imputazione, le parafarmacie sarebbero state trasformate in farmacie, vendendo farmaci senza fustelle e con ricette in bianco firmate da medici compiacenti. La pubblico ministero Simona Faga ha chiesto la condanna dei 10 imputati: 4 anni di reclusione per il farmacista Mario Terrana, 65 anni, di Porto Empedocle, ed 1 anno e 10 mesi di reclusione per Ninì Mirella Pace, 64 anni, moglie di Terrana. Poi 2 anni e 4 mesi per Cinzia Venturella, 35 anni, di Ribera, ed 1 anno e 4 mesi per Carmelinda Strazzeri, 37 anni, di Mazzarino, e sono entrambe farmaciste collaboratrici della farmacia di Terrana. Poi 2 anni e 6 mesi per Gino Montante, 71 anni, di Agrigento, 2 anni e 2 mesi per Andrea Savatteri, 66 anni, di Porto Empedocle, 1 anno e 6 mesi per Raffaele Sanzo, 57 anni, di Agrigento, e 2 anni e 2 mesi per Carmelo Amato, 67 anni, di Agrigento, tutti medici. E poi 1 anno e 6 mesi per Michele Alletto, 49 anni, di Agrigento, dipendente della farmacia di Terrana. E poi 8 mesi per Salvatore Cani, 53 anni, di Canicattì, addetto a un deposito di medicinali. A vario titolo rispondono di truffa, falso, ricettazione ed esercizio abusivo della professione. La pubblico ministero ha escluso come reato ricorrente l’associazione a delinquere, e ciò è stato condiviso adesso in sentenza dalla sezione penale del Tribunale, presieduta da Antonio Genna ed a latere Rosanna Croce e Vincenzo Ricotta, che ha condannato
Mario Terrana a 2 anni di reclusione,
Gino Montante ad 1 anno e 6 mesi,
Andrea Savatteri 1 anno e 2 mesi,
Carmelo Amato 1 anno e 2 mesi,
e i quattro beneficiano della sospensione condizionale della pena, e risarciranno il danno, da liquidarsi in sede civile, alle parti civili Azienda sanitaria provinciale di Agrigento ed Ordine provinciale dei Farmacisti di Agrigento.
Gli altri sei imputati, Ninì Mirella Pace, Cinzia Venturella, Carmelinda Strazzeri, Raffaele Sanzo, Michele Alletto e Salvatore Cani sono stati assolti.
Allo Spazio Temenos per il Natale e il Mandorlo in fiore (video interviste)
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.