Pietro Vitellaro sullo sblocco del Bando Periferie
Gibilaro sullo sblocco del Bando Periferie
Il 118 in Sicilia sarà siculo-lombardo
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, firmerà lunedì a Palazzo d’Orleans, insieme al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il protocollo d’intesa per la riorganizzazione del sistema dell’emergenza-urgenza 118 verso la costituzione di un’azienda sanitaria pubblica sul modello della Lombardia. Nel frattempo sono pronte le nomine del nuovo Consiglio di amministrazione della società: presidente sarà il veronese Davide Croce, già dirigente del soccorso 118 in Lombardia, e poi i componenti sono Pietro Marchetta, commercialista di Agrigento, vicino alle posizioni politiche del deputato regionale Riccardo Gallo, e Gaetana Pontrelli, candidata alle ultime Politiche con “Diventerà Bellissima”. L’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, commenta: “Le esperienze maturate dal professore Croce, in Italia e nel mondo, saranno preziose per addivenire alla proposta legislativa che il governo Musumeci sottoporrà all’Assemblea regionale siciliana, finalizzata alla costituzione dell’Areu Sicilia”.
Bando Periferie, Civiltà: “Intollerabili le strumentalizzazioni a fine di propaganda”
Così afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Agrigento, Giovanni Civiltà, che aggiunge: “Non è condivisibile né tollerabile strumentalizzare tale risultato a fini di propaganda politica, cogliendo peraltro l’occasione per biasimare l’operato di sindaco e amministratori del Comune di Agrigento, impegnati ogni giorno nella prima linea del difficilissimo fronte di amministrazione della città, in una condizione di isolamento finanziario a cui l’area di governo in carica, a cui appartengono coloro che si limitano solo a biasimare, non ha manifestato finora alcun cenno di rimedio e di sostegno” – conclude Civiltà.
La sentenza di primo grado al processo antimafia “Icaro”
Il 2 dicembre del 2015 è stato il giorno dell’operazione antimafia della Squadra mobile di Agrigento e della Direzione distrettuale antimafia di Palermo cosiddetta “Icaro”. Sono stati arrestati 9 presunti esponenti di Cosa nostra agrigentini. E poi sono stati imposti 4 obblighi di dimora. Lo scorso 21 luglio, il pubblico ministero della Dda di Palermo, Claudio Camilleri, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna di 10 degli 11 imputati al processo e l’assoluzione per Pasquale Schembri, 54 anni, di Montallegro. Ebbene, adesso i giudici hanno condiviso le tesi della Procura, hanno assolto Pasquale Schembri e hanno condannato gli altri 10 imputati:
Antonino Abate, 32 anni, di Montevago, 16 anni di reclusione.
Carmelo Bruno, 50 anni, di Motta Santa Anastasia, 4 anni.
Vito Campisi, 48 anni, di Cattolica Eraclea, 10 mesi. Roberto Carobene, 41 anni, di Motta Santa Anastasia, 4 anni.
Antonino Grimaldi, 58 anni, di Cattolica Eraclea, 16 anni.
Stefano Marrella, 62 anni, di Montallegro, 20 anni. Vincenzo Marrella, 44 anni, di Montallegro, 16 anni. Vincenzo Marrella, 63 anni, di Montallegro, 20 anni. Gaspare Nilo Secolonovo, 50 anni, di Santa Margherita Belice, 5 anni e 6 mesi.
Francesco Tortorici, 39 anni, di Montallegro, 16 anni.
“Montante”, raffica di parti civili (video)
Prima udienza preliminare del processo contro il presunto “Sistema Montante”. Ventuno candidati parte civile. Anche Pietro Di Vincenzo, Attilio Bolzoni e Salvatore Petrotto.
A Caltanissetta, al palazzo di giustizia, in occasione della prima udienza preliminare, si sono presentati in tanti al cospetto del Tribunale per essere ammessi come parte civile e pretendere il risarcimento dei danni che avrebbero subito dal cosiddetto “Sistema Montante”. Lui, Antonello Montante, all’appello del giudice per le udienze preliminari, David Salvucci, non ha risposto. Assente. E lui, Montante, è sul banco degli imputati insieme ad altri 19 che sarebbero stati parte, ciascuno a suo modo, della presunta tela del ragno di spionaggio, di soffiate e di favori che l’ex presidente di ConfIndustria Sicilia avrebbe allestito per tutelare se stesso, i suoi amici, e gli amici degli amici. E da tale “Sistema” altri avrebbero patito delle conseguenze. Ecco perché si sono recati a Caltanissetta, con l’istanza firmata di costituzione di parte civile, la Regione Siciliana, i Comuni di Caltanissetta e di Palermo. E poi il giornalista e scrittore di “Repubblica”, Attilio Bolzoni, che Montante avrebbe ordinato di spiare dopo alcuni articoli in cui Bolzoni si è scagliato contro il “sistema della finta legalità”. E poi l’ex pubblico ministero a Caltanissetta ed ex assessore regionale nel governo Crocetta, Nicolò Marino, il vice questore Gioacchino Genchi e il giornalista Giampiero Casagni, anche loro presunti spiati da Montante. E poi l’imprenditore Pietro Di Vincenzo, che a Caltanissetta si sfoga così: “Sono stato vittima di un complotto giudiziario ordito da Montante e dai suoi fedelissimi. Sono stato assolto da tutte le accuse di mafia”. E poi il collaboratore della Giustizia, Dario Di Francesco, uno degli accusatori di Montante e anche lui spiato più volte. E poi l’ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, che denuncia: “Sono finito al centro di uno scioglimento per mafia del mio Comune a causa delle finte denunce di Montante”. Le richieste di costituzione di parte civile sono complessivamente 21, e manca il ministero degli Interni. Ed è una mancanza rumorosa e che si avverte, tanto che l’avvocato Gioacchino Genchi in aula ha denunciato: “Considero grave che il ministero dell’Interno non si sia costituito parte civile. Ritengo che i burocrati del ministero, che il ministro Salvini non ha ancora cacciato, non lo abbiano informato”. Gli imputati sono 20, e non più 24, perché hanno chiesto il giudizio immediato, scavalcando l’udienza preliminare, l’ex presidente del Senato Renato Schifani, il tributarista palermitano Angelo Cuva, l’ex direttore dell’Aisi, i Servizi segreti, Arturo Esposito, e l’imprenditore Massimo Romano.
Tra Chiesa e Centro regionale trapianti (video interviste)
Ad Agrigento, nel Palazzo Vescovile, nella Sala Giovanni Paolo secondo, l’Arcivescovo di Agrigento, Cardinale Francesco Montenegro, il Direttore della Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana, Don Massimo Angelelli, e il Coordinatore regionale del Crt, il Centro regionale trapianti, Bruna Piazza, hanno firmato un protocollo d’intesa per la campagna di sensibilizzazione sulla donazione di organi e tessuti.
Il protocollo è finalizzato alla divulgazione e promozione dell’importanza della donazione e del trapianto di organi e tessuti attraverso convegni e giornate informative, e prevede, inoltre, la collaborazione tra l’Arcidiocesi di Agrigento e il Centro regionale trapianti nella organizzazione di una manifestazione in occasione della “Giornata Nazionale della donazione e trapianto di organi e tessuti”, promossa ogni anno dal Ministro della Salute nell’ultima settimana del mese di maggio.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Firetto replica a Michele Sodano su caso “Bando Periferie”
Sodano a Firetto: “Noi le promesse le manteniamo. E lei?”
A seguito dello sblocco dei fondi del Bando Periferie, annunciato dal presidente dell’Anci, Decaro, il deputato nazionale del Movimento 5 Stelle, l’agrigentino Michele Sodano, si rivolge oggi così al sindaco di Agrigento, Calogero Firetto: “Caro sindaco Firetto, come le avevo già anticipato, i soldi per il ‘Bando Periferie’, grazie al Governo, saranno pagati centesimo per centesimo. Sarebbe il caso però che lei adesso chiedesse scusa per aver intimato, per più di una volta, di voler denunciare il premier Giuseppe Conte, ‘l’avvocato dei cittadini italiani’ che ha dimostrato con grande umiltà e impegno di mantenere la parola data, cosa che, mi permetta di dire, non tutti i politici hanno dimostrato di saper fare. Le dico di più: il ‘Bando Periferie’ era nato come una manovra spot di Renzi il quale aveva finanziato solo per metà tale misura. Poi per il grande rispetto dei cittadini e amore per le nostre città, con il Movimento 5 Stelle abbiamo portato a completa realizzazione questa misura, permettendo per davvero la riqualificazione dei territori e finanziando i progetti per la totalità delle somme necessarie. Mi deve spiegare perché, invece di lavorare sulle urgenze della nostra città, abbia perso mesi e mesi alzando i toni fino all’esasperazione, confondendo i cittadini e dicendo loro che c’era stato uno ‘scippo per Girgenti’, sebbene fin dal primo momento il Governo abbia rassicurato tutti i sindaci. Vogliamo continuare a parlare di promesse? Adesso è il momento che sia lei a rispettare le promesse fatte ai cittadini durante la sua prima campagna elettorale. Rispetto al documento ufficiale del suo programma elettorale, noi cittadini di Agrigento ci rammarichiamo per non avere visto neanche una di queste promesse realizzarsi. Per quello che riguarda la nostra azione politica come Movimento 5 Stelle, noi ci siamo, i fondi per il ‘Bando Periferie’ ci sono, occorreva solo il giusto tempo. Adesso tocca a lei cominciare a mantenere le promesse e non posso che augurarle buon lavoro, per il bene di tutti”.