Ad Agrigento nel foyer “Pippo Montalbano” presentata la nuova stagione del teatro “Pirandello”.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Il Tribunale di Caltanissetta rinvia a giudizio i tre imputati del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. I dettagli.
A Caltanissetta la giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Graziella Luparello, ha rinviato a giudizio i tre imputati nell’ambito dell’inchiesta sul depistaggio delle indagini dopo la strage di Via D’Amelio. L’udienza preliminare è il filtro tra la fase istruttoria delle indagini e la fase dibattimentale del processo. E la giudice Luparello ha ritenuto di procedere all’approfondimento processuale valutando come meritevole di essere approfondito ciò che è emerso dall’istruttoria, ovvero che il falso pentito Vincenzo Scaratino è stato costruito “ad arte” da Arnaldo La Barbera, uomo della Polizia di Stato e dei Servizi Segreti morto nel 2002, a capo del pool investigativo i cui componenti oggi sono imputati e rinviati a giudizio: gli ispettori Fabrizio Mattei, Michele Ribaudo e il funzionario Mario Bo. E rispondono del concorso in calunnia, aggravato dall’avere agevolato Cosa Nostra, che avrebbe provocato sette ergastoli definitivi in Cassazione a carico di altrettanti innocenti, sepolti in carcere da un castello di menzogne e poi scagionati dalle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza e dalla revisione del processo. Agli atti del procedimento in corso vi sono finanche gli appunti affidati da terze mani a Vincenzo Scarantino prima delle audizioni in aula, affinchè li ripassasse con attenzione per poi ripeterli come filastrocche. La prima udienza del primo processo sul “depistaggio colossale”, come lo ha definito il già procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, è in calendario il prossimo 5 novembre. E sono parte offesa dalle calunnie e parte civile sei ex ergastolani ingiustamente: Gaetano Scotto, Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Giuseppe Urso e Gaetano Murana, che pretendono 50 milioni di euro di risarcimento danni dal ministero dell’Interno e dalla presidenza del Consiglio dei ministri, citati in causa come “responsabile civile”. Il procuratore di Caltanissetta, Amedeo Bertone, e il sostituto Stefano Luciani, siedono sul banco dell’accusa “contro – hanno sottolineato – coloro che non hanno cercato la verità e hanno protetto i veri assassini di Paolo Borsellino”. A seguito del rinvio a giudizio dei tre imputati, la figlia del magistrato ucciso il 19 luglio del 1992, Fiammetta Borsellino, che è parte civile con la sorella Lucia e il fratello Manfredi, commenta: “Seguiremo tutti i passaggi di questa vicenda. La ricerca della verità non può fermarsi. Il silenzio degli imputati su quanto accaduto è davvero sconvolgente: il silenzio di questi poliziotti è peggio dell’omertà dei mafiosi. Perché tanta omertà? E dov’erano i magistrati quando i poliziotti istruivano Scarantino? La verità si saprà soltanto se chi sa parlerà e uscirà dall’omertà”.
L’Istituto superiore di sanità ha pubblicato il bollettino sulla sorveglianza morbillo e rosolia, ed ha sottolineato una particolare incidenza del morbillo soprattutto in Sicilia, compresa la provincia di Agrigento. Infatti, nei primi 8 mesi del 2018 si sono registrati due morti di adulti, uno di 29 anni in provincia di Agrigento e l’altro di 51 anni in provincia di Caltanissetta. E ciò tra i mesi di aprile e maggio. Nella relazione, tra l’altro, si legge: “Entrambi i soggetti, la cui morte è avvenuta per arresto cardiocircolatorio non erano vaccinati e presentavano, al momento dell’infezione, alcune patologie di base che ne compromettevano il sistema immunitario. I casi sono stati resi noti adesso poiché, nonostante la sorveglianza preveda l’aggiornamento degli esiti a distanza di 30 giorni dalla segnalazione, a volte l’accertamento della causa di morte può richiedere tempi più lunghi”. La Sicilia risulta essere la prima tra le Regioni in cui la presenza del morbillo è in aumento. Se i casi accertati in tutto il territorio nazionale, dall’1 gennaio al 31 agosto 2018, sono in totale 2.248, la Sicilia con i suoi 1.116 casi ha l’incidenza più elevata (333 casi per milione di abitanti).
I consiglieri comunali di maggioranza ad Agrigento, dei gruppi “Agrigento cambia e Agrigento rinasce”, intervengono nel merito del caso del Bando Periferie e del Progetto Girgenti, per il quale il deputato 5 Stelle Michele Sodano ha sostenuto che i progetti non sono esecutivi, e quindi non finanziabili, a causa dei ritardi di comune e amministrazione di Agrigento. I consiglieri affermano: “Il comunicato del deputato Sodano si commenta da sè nella misura in cui dimostra palesemente di sconoscere i contenuti del progetto, persino nei numeri. E ciò è grave per un deputato agrigentino. Quando parla di 6 milioni di finanziamento pubblico da aggiungersi agli 11 di finanziamento privato, sta letteralmente dando i numeri. Quello che ci si aspetta da un giovane e attivo deputato della nostra provincia è che a questo progetto si accosti per conoscerlo, per difenderlo, per criticarlo anche e se può per migliorarlo o metterlo meglio a frutto. Invece cita i numeri, e usa con leggerezza parole come inadempienza, inefficienza, senza aver cura di verificarne la sussistenza. Lo dimostra di nuovo quando parla di un iter che va avanti da due anni. Forse il giovane deputato non sa, ma sarebbe grave, che la registrazione delle convenzioni alla Corte dei Conti e la successiva trasmissione agli enti è avvenuta solo in data 9 aprile 2018. Un po’ meno di due anni. Ci auguriamo che il contributo dell’onorevole Sodano su questa vicenda sia d’ora in poi costruttivo, nel rispetto del lavoro svolto e delle aspettative dei cittadini che attendono la realizzazione di questo progetto”.