Ad Agrigento, domani, mercoledì 12 settembre, a San Leone, all’Aquaselz Cafè, alle ore 19, sarà presentato il libro “Le mani in pasta” – Riconoscere e curare il disturbo selettivo dell’alimentazione in infanzia e prima adolescenza, a cura di Laura Dalla Ragione e Paola Antonelli. Interverranno la neuropsichiatra infantile Margherita Rimi, il biologo nutrizionista Alessandro Ciarrocchi, la psicologa Angela Bruno, la psichiatra Claudia Marchetta. Letture di Giusi Carreca. Coordina Giovanna Lauricella, vice presidente di Ciak Donna che promuove l’iniziativa in collaborazione con l’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento .
A San Leone si presenta “Le mani in pasta”
Lampedusa, altro caso internazionale (video)
Il Tribunale di Agrigento ha convalidato l’arresto dei sei pescatori tunisini che hanno trainato fino a Lampedusa una barca di migranti. Esplode un caso internazionale.
Sei pescatori tunisini sono reclusi nel carcere “Pasquale Di Lorenzo” ad Agrigento. E perché? Perché lo scorso 30 agosto sono stati arrestati a Lampedusa, fin dove hanno trainato una barca carica di migranti. E al perché risponde, più nel dettaglio, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, che ha convalidato gli arresti e tra l’altro ha scritto: “E’ ragionevole ritenere che abbiano organizzato la traversata dalla Tunisia, mettendo deliberatamente in condizione di pericolo i migranti, facendoli viaggiare su un natante del tutto inadeguato ad affrontare la traversata, così da provocare l’intervento della polizia giudiziaria operante e il successivo soccorso una volta giunti in acque internazionali presidiate dall’Italia” – conclude il magistrato. Mercoledì 29 agosto, intorno alle ore 14, un aereo della missione Frontex avvista a circa 84 miglia a sud di Lampedusa, in area libica, una barca con 14 persone a bordo trainata da un peschereccio. Sono diretti verso l’Italia. Intorno alla mezzanotte la Guardia di Finanza intercetta la barca dei migranti, e un’ora dopo blocca il peschereccio e arresta i sei componenti dell’equipaggio. I migranti soccorsi raccontano: “Abbiamo avuto problemi con il motore. Siamo rimasti lì, è passato molto tempo e alla fine abbiamo visto passare una barca di pescatori a cui abbiamo segnalato la nostra posizione. Ci hanno chiesto se volevamo chiamare le autorità tunisine o essere riportati indietro. Abbiamo detto di no, non saremmo mai tornati. Abbiamo chiesto ai pescatori di chiamare le autorità italiane. Ci hanno dato acqua e pane e ci hanno detto di rimanere dove eravamo. Loro si sarebbero messi in contatto con le autorità italiane in modo che queste sarebbero venute a prenderci. Poi di notte è entrata acqua nell’imbarcazione e i pescatori sono tornati. Ci hanno detto che non erano riusciti a rintracciare le autorità italiane. E visto che rimanere là sarebbe stato pericoloso, ci hanno trainati un po’ avanti verso Lampedusa, in un posto dove il mare era più tranquillo”. Il caso Lampedusa, che segue a ruota il precedente “Diciotti”, assume contorni internazionali, alquanto polemici. Tra i sei pescatori tunisini arrestati, e detenuti ad Agrigento perché presunti trafficanti di uomini, vi è anche Chamseddine Bourassine, noto in Tunisia perché leader dell’associazione della pesca artigianale di Zarzis e per avere salvato tanti migranti davanti le coste nordafricane. I pescatori di Zarzis hanno ricevuto anche formazione da “Medici senza frontiere” per essere in grado di soccorrere. Ecco perché centinaia di persone manifestano senza sosta innanzi alle ambasciate italiane di Tunisi e di Parigi. Il fratello di Bourassine. Mohamed, è volato in Sicilia dalla Francia, e conferma: “Mio fratello è conosciuto in tutto il mondo, ha sempre aiutato i migranti in difficoltà in mezzo al mare”. E il difensore di Bourassine, l’avvocato Salvatore Cusumano, spiega: “Hanno trovato la barca di migranti in difficoltà, l’hanno soccorsa e l’hanno lasciata vicino a Lampedusa. L’unico errore è stato quello di non avvertire le autorità italiane”.
Nell’Agrigentino riconosciuta una precedenza ex legge 104 del ’92
Con un provvedimento d’urgenza, secondo l’articolo 700 del codice di procedura civile, il Giudice del Lavoro del Tribunale di Palermo ha accolto il ricorso di un docente, G B sono le iniziali del nome, assistito dall’avvocato Alberto Cutaia, che non ha ottenuto il trasferimento da fuori provincia, pur prestando assistenza al genitore disabile, quale referente unico. È stata, infatti, parzialmente annullata la disposizione contrattuale contenuta nel Contratto sulla Mobilità, che prevedeva la precedenza ai sensi della legge 104 del 92 soltanto per i genitori e per il coniuge, e non anche per il figlio referente unico, che ha precedenza prevista soltanto per la mobilità infra-provinciale con esclusione della mobilità inter-provinciale. Sulla base di tale mancata precedenza, pur possedendone i requisiti, il docente non era riuscito ad ottenere il trasferimento nella provincia di Agrigento, dove risiedeva unitamente al genitore disabile. Accogliendo le tesi difensive prospettate dall’avvocato Cutaia, il Giudice del Lavoro ha annullato la norma contrattuale contenuta nel Contratto sulla Mobilità ed ha dichiarato il diritto di precedenza ai sensi dell’articolo 33 della legge 104 del 1992 nelle operazioni di trasferimento definitivo in favore del docente, ordinando all’Amministrazione Scolastica di trasferire il ricorrente su uno dei posti disponibili degli ambiti territoriali della provincia di Agrigento.
Incidente stradale mortale nel Ragusano
Incidente stradale mortale a Vittoria, in provincia di Ragusa. E’ morto Angelo Di Falco, 27 anni, alla guida di un’automobile Fiat Idea, a cui è sfuggito il controllo del mezzo e si è schiantato contro un palo ribaltandosi. L’incidente è accaduto lungo la strada provinciale 17, tra Vittoria e Scoglitti. Poco dopo l’impatto della vettura, uno scooter Honda con a bordo due ragazzi si è scontrato con l’auto ribaltata. Hanno subito ferite due giovani di 18 e di 27 anni. Un’ambulanza del 118 ha trasportato in codice rosso Angelo Di Falco all’ospedale Guzzardi di Vittoria, dove è deceduto poche ore dopo il ricovero.
Nello Musumeci: “Lavoriamo per rimuovere le macerie”
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, conferma che il piano regionale dei rifiuti sarà pronto entro dicembre, e aggiunge: “E’ un impegno che il mio governo ha assunto con i siciliani. Al nostro insediamento abbiamo trovato una situazione allarmante e stiamo lavorando per rimediare. La vera rivoluzione riguarda il ciclo dei rifiuti che rimarrà territoriale: la spazzatura morirà laddove è nata, ovvero nella stessa provincia. In Sicilia ogni provincia ha problemi differenti che la Regione deve affrontare e risolvere. Ma se la Regione è essa stessa un problema, come fa a gestire altri problemi? Al nostro insediamento, abbiamo trovato solo macerie. La Regione, ad esempio, non ha un sistema informatico, paga 40 milioni di fitti passivi quando interi edifici di proprietà restano vuoti. E questo è solo la punta dell’iceberg. In nove mesi, stiamo rimettendo in piedi l’ente Regione, con progetti concreti che riguardano i comuni costieri, le scuole, le imprese. Stiamo intervenendo con le ruspe per rimuovere le macerie, stiamo gettando le basi, solide, per ricostruire. E i primi risultati cominciano a vedersi: in questi mesi la sanità ha raggiunto la sufficienza, e non succedeva da anni, abbiamo investito sui giovani e, con le start up, abbiamo superato il Piemonte”.
Alternativa Popolare: “Rendere una delle gallerie Spinasanta a doppio senso”
I consiglieri comunali di Agrigento di Alternativa Popolare, Teresa Nobile, Alessandro Sollano e Alfonso Mirotta, esprimono disappunto per la poca attenzione che si è prestata al grave problema della chiusura della galleria Santa Lucia tra Agrigento e Raffadali. Nobile, Sollano e Mirotta affermano: “Il traffico proveniente dall’area nord di Agrigento è costretto ad entrare in città per potere dirigersi verso Raffadali. Ciò è assurdo, soprattutto oggi che con l’inizio della scuola aumenta notevolmente il traffico veicolare in città e in particolar modo nella zona Quadrivio Spinasanta. E’ necessario che le istituzioni a tutti i livelli si attivino al fine di trovare l’unica soluzione, che secondo noi è quella di trasformare l’altra galleria direzione Raffadali – Agrigento in doppio senso di circolazione, ovviamente con tutte le misure di sicurezza del caso, in modo da decongestionare il traffico in città”.