Il 17 luglio del 2014, quattro anni addietro, in provincia di Caltanissetta, in territorio di Butera, lungo il tratto della linea ferrata tra Caltanissetta e Gela, un treno regionale ha travolto e ucciso tre operai agrigentini di Rete ferroviaria italiana. Le vittime sono state Vincenzo Riccobono, 54 anni, di Agrigento, Antonio La Porta, 55 anni, di Porto Empedocle, e Luigi Gazziano, 57 anni, di Aragona. Ogni anno l’associazione Ael, costituita dai colleghi degli sfortunati lavoratori, organizza eventi di commemorazione. Ad Agrigento sabato prossimo 21 luglio, nella chiesa della Stazione Agrigento Centrale, alle ore 10, il cardinale Francesco Montenegro celebrerà una messa in suffragio dei tre ferrovieri. Sarà deposta una corona ai piedi della scultura simbolica realizzata dai colleghi. All’iniziativa collabora l’associazione culturale Ferrovie Kaos.
Scavate vie Cavaleri Magazzeni e Cannatello e non ripristinate
Il consigliere comunale di Agrigento, Gerlando Gibilaro, si è rivolto al sindaco Firetto, al segretario Iacono, ed agli assessori e dirigenti preposti affinchè si intervenga urgentemente a rimedio, a tutela della pubblica incolumità, in Via Cavaleri Magazzeni e in Viale Cannatello dove, dopo avere praticato degli scavi, non è stato ripristinato il manto stradale. Ciò finora ha provocato gravi pericoli a danno dei mezzi in transito, nell’indifferenza da parte del Comune che, secondo norme e convenzioni in materia, ha il dovere di vigilare sulle imprese che effettuano lavori stradali e scavano le strade, affinchè poi provvedano a ripristinare il manto stradale, a fronte di severe sanzioni.
“I figli sono disabili sempre, e non ove possibile!”
Domani, mercoledì 18 luglio, una delegazione di mamme docenti della provincia di Agrigento, con figli disabili al loro seguito, incontreranno il Ministro della Pubblica Istruzione Marco Bussetti e il Ministro della Famiglia e della disabilità Lorenzo Fontana. E gli consegneranno le 15mila firme dei cittadini che hanno sostenuto la campagna “Non possiamo lasciarli soli”, lanciata sulla piattaforma Progressi.org. L’iniziativa intende ribadire la necessità del rispetto della norma in materia e del diritto delle docenti madri di disabili di lavorare vicino casa per prestare assistenza ai figli. Nella norma vi è però la dicitura “ove possibile”, e bisogna rimediare a tale paradosso, perché le madri docenti non possono essere poste dinnanzi alla scelta se assistere o abbandonare i figli per il bisogno di andare a lavorare. I figli sono disabili sempre, e non “ove possibile”. Bisogna subito ricercare una soluzione tampone che permetta alle docenti madri di disabili di lavorare nello stesso comune di residenza del figlio.
Cerimonia consegna diplomi al Liceo Classico “Empedocle” (video interviste)
Ad Agrigento, al Liceo Classico Empedocle, si è svolta la cerimonia di consegna dei diplomi agli studenti che hanno superato l’Esame di Stato 2018. E poi, l’annuale assegnazione del premio “Finazzi Agrò” e del premio “Enza Adamo” agli studenti più meritevoli. Inoltre è stata ricordata la figura del dottor Nicolò Lombardo, già Provveditore agli studi e Vicepresidente della Fondazione “Empedocle per la promozione della cultura classica”.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
A Giallonardo avviata l’iniziativa “Un libro al mare” (video intervista)
In proposito oggi al Videogiornale di Teleacras è in onda un’intervista a Giovanna Grisafi.
Anche in Sicilia il “diritto allo studio” (video)
La Giunta regionale approva il disegno di legge sul diritto allo studio, atteso in Sicilia da oltre 30 anni. L’intervento di Musumeci e Lagalla.
Non è mai troppo tardi! Dopo circa 30 anni arriva in Sicilia la legge sul diritto allo studio. Il governo Musumeci ha infatti approvato il disegno di legge proposto dall’assessore all’Istruzione e alla Formazione Roberto Lagalla. Un passo fondamentale per colmare uno storico vuoto nell’ordinamento legislativo regionale. Già nel 1985, infatti, con decreto del Presidente della Repubblica si delegava la Regione in materia d’ istruzione. Ciò nonostante la Sicilia è rimasta una delle poche regioni in Italia a non avere ancora approvato una legge organica sul diritto allo studio. Questa carenza ha causato forti squilibri sia per accedere ai servizi che per erogarli. Ma adesso il disegno di legge c’è e Musumeci commenta: “E’ stato uno dei principali obiettivi del mio governo,
sin dall’insediamento. Spero che l’iter legislativo possa procedere celermente all’Assemblea regionale, in modo tale che la Sicilia possa essere al passo con la quasi totalità delle altre Regioni italiane”. E l’assessore Lagalla afferma: “È più che mai necessario salvaguardare i diritti degli studenti, per garantire loro un percorso formativo adeguato e accessibile, contrastando così i dati preoccupanti e penalizzanti sulla dispersione scolastica e sul livello delle competenze dei nostri ragazzi. In questo modo, intendiamo recuperare opportunità perdute e ripristinare il ruolo centrale della conoscenza per lo sviluppo della nostra società”. In cosa consiste, dunque, la proposta del governo? Con questa legge sarà garantito l’accesso agli studi a tutti i giovani siciliani, fin dalla scuola dell’infanzia, per poi arrivare alla formazione degli adulti volta all’inserimento occupazionale. Il testo si compone di 36 articoli che disciplinano le azioni a sostegno dei vari percorsi di studio, fino al livello universitario, attraverso l’impiego di risorse regionali ed extraregionali. Il disegno di legge prevede peraltro l’istituzione della “Consulta regionale per il diritto allo studio”, con il compito di creare la collaborazione fra i diversi attori del sistema. Il testo, inoltre, punta alla massima inclusione nel sistema educativo, tutelando i soggetti più deboli, riservando particolare cura agli studenti disabili o con difficoltà di apprendimento. Sono poi disciplinate azioni di sostegno per studenti immigrati residenti sul territorio e azioni volte a favorire il sistema educativo presso le isole minori, le aree montane o le aree metropolitane soggette a degrado sociale, nelle quali si intende intervenire attraverso il potenziamento delle attività pomeridiane ed extracurriculari. Riguardo il sistema universitario, si prevede l’erogazione di borse di studio, di contributi a favore di studenti meritevoli in condizioni di disagio e iniziative finalizzate a favorire il rientro di studiosi siciliani.
Piera Aiello si racconta ad Agrigento
Ad Agrigento, domani, mercoledì 18 luglio, nel locale “Quattroventi”, in contrada Maddalusa, alle ore 18:30, si svolgerà il convegno “Dalla mafia alle mafie, l’agenda della mafia che si rinnova. Conversazioni su un fenomeno senza volti e confini”, organizzato dal presidente della sezione agrigentina dell’Anm, l’associazione nazionale magistrati, Giuseppe Miceli, e dalla segretaria dell’Anm di Agrigento, Simona Faga. Interverrà la testimone di giustizia Piera Aiello, oggi deputata del Movimento 5 Stelle, che racconterà la sua storia, insieme al Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ed al giornalista e scrittore Attilio Bolzoni. Modera l’incontro la giornalista Elvira Terranova, caposervizio all’Adnkronos. Il marito di Piera Aiello, originaria di Partanna, Nicolò Atria, figlio del boss Vito Atria, fu ucciso il 24 giugno del 1991 innanzi alla moglie. E Piera Aiello decise subito di denunciare i due assassini del marito. La donna iniziò a collaborare, con la cognata Rita Atria, confidandosi al giudice Paolo Borsellino. La cognata, dopo la strage di via D’Amelio, si suicidò per la disperazione.
Avrebbe violentato l’ex compagna, condannato empedoclino
La seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Luisa Turco, ha condannato a 7 anni di reclusione, e ad una provvisionale di risarcimento di 5mila euro, F G, sono le iniziali del nome, 34 anni, di Porto Empedocle, arrestato dai Carabinieri il 2 giugno del 2017 perché avrebbe aggredito, picchiato e violentato l’ex compagna in presenza della loro figlia. La pubblico ministero, Chiara Bisso, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna dell’imputato a 11 anni e 4 mesi di reclusione. L’ex compagna è parte civile tramite l’avvocato Daniela Posante.
“Truffa aggravata”, assolto il sindaco di Ravanusa D’Angelo
Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Alfonso Malato, a conclusione del giudizio abbreviato, ha assolto, “perchè il fatto non sussiste”, il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, difeso dall’avvocato Giuseppe Scozzari, imputato di falso e truffa aggravata a danno della Provincia di Agrigento perché tra il 2011 e il 2013, quando D’Angelo è stato consigliere provinciale, avrebbe simulato la sua assunzione fittizia alle dipendenze di un’azienda di impianti fotovoltaici al fine di ottenere i rimborsi che la legge in materia garantisce ai componenti di alcuni organismi elettivi, fra cui i consigli provinciali. Sono stati assolti anche i responsabili dell’azienda che avrebbero simulato l’assunzione di D’Angelo. Allo stesso Carmelo D’Angelo è stato contestato anche il trasferimento presunto fittizio della sua residenza a Palermo, che, tra il 2010 e il 2013, gli avrebbe consentito di incassare indebitamente circa 27 mila euro di rimborsi chilometrici.
Agrigento, denunciato immigrato per ubriachezza molesta
Ad Agrigento, nel centro cittadino, a Porta di Ponte, un nordafricano preda dei fumi dell’alcol è entrato in un bar e ha scagliato una bottiglia contro una giovane commessa banconista. Di quanto accaduto si è accorto il questore, Maurizio Auriemma, in transito nella zona, che è subito intervenuto, ha immobilizzato l’immigrato e lo ha consegnato ai poliziotti in servizio innanzi alla Prefettura. Lo straniero, di 30 anni, è stato denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento per resistenza a pubblico ufficiale e ubriachezza molesta.