La bozza della nuova mappa della rete ospedaliera in Sicilia, ancora da approvare in Giunta e poi da trasmettere all’Assemblea Regionale e al Ministero: la deputato regionale Giusi Savarino interviene in riferimento al paventato taglio di posti letto in provincia di Agrigento. Giusi Savarino afferma: “Intervengo per smorzare il clima di allarmismo che artatamente qualcuno alimenta sulla possibilità che siano tagliati numerosi posti letto in provincia di Agrigento. L’Assessore Razza è impegnato a predisporre la nuova rete ospedaliera, dopo avere ascoltato le parti sociali e i rappresentanti delle categorie. Il decreto Balduzzi ci obbliga a determinate scelte, che subiamo e per le quali abbiamo chiesto di intervenire con una proroga dell’entrata in vigore della rete per consentire al nuovo Governo di compiere valutazioni anche sulla modifica della normativa nazionale. Nel frattempo l’Assessore Razza ha assicurato che terrà conto di tutte le indicazioni provenienti dai territori e dalle parti sociali, e quindi davvero tutte queste polemiche appaiono del tutto pretestuose.La verità è che il nuovo documento prevede più unità, più posti letto e reparti anche e soprattutto in quegli ospedali periferici, da Sciacca, Licata a Canicattì, trascurati ed abbandonati dalla politica degli ultimi 10 anni. E io immagino che ai cittadini interessi di più avere a disposizione oltre cento nuovi posti letto rispetto a quelli esistenti, nuovi reparti, piuttosto che vedere qualche responsabile di servizio guadagnare di più facendo il primario. Monitoreremo che la qualità del servizio sanitario per i pazienti vada migliorando fino a diventare una eccellenza”.
“Divieto a San Leone”, il video – segnalazione di MareAmico
Dunque, la Capitaneria di Porto Empedocle ha emesso un’ordinanza che vieta navigazione, ancoraggio, pesca, balneazione ed ogni altra attività connessa a San Leone, nel tratto compreso tra 70 e 120 metri dalla barriera frangiflutti, innanzi alla spiaggia dove è stato ubicato l’ex Oceanomare. E ciò a causa della pericolosa fuoriuscita di tubi e ferri. Ebbene, il provvedimento della Capitaneria è scaturito a seguito della diffusione di un video – segnalazione ad opera dell’associazione ambientalista MareAmico di Claudio Lombardo. Eccolo…
Nel frattempo il Comune ha affisso un relativo cartello la cui precarietà e approssimazione si commenta da sola…
Agrigentino morto 34 giorni dopo un incidente stradale
A Caltanissetta, nel reparto Rianimazione dell’ospedale “Sant’Elia”, è morto Samuele Piparo, 28 anni, di Agrigento, ricoverato dallo scorso 27 maggio quando ha subito gravissime ferite a seguito di un incidente stradale lungo la statale 190, cosiddetta “Delle zolfare”, tra Riesi e Sommatino, in provincia di Caltanissetta. Samuele Piparo, alla guida di una moto, si è scontrato con un’automobile. E’ stato trasportato con l’elisoccorso del 118 al “Sant’Elia”, dove i medici hanno tentato di strapparlo alla morte per 34 giorni.
Musumeci a Pontida (video intervento)
Il presidente della Regione partecipa a Pontida al raduno della Lega. L’intervento di Nello Musumeci: “Il nord senza il sud non va da nessuna parte”.
L’intervento audio-video di Musumeci è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
San Calogero ad Agrigento (video)
Una straripante folla di devoti partecipa alla prima processione della festa di San Calogero ad Agrigento. Rinnovata una delle tradizioni più radicate.
Parola alle immagini in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
“Borsellino”, le motivazioni del depistaggio (video)
La Corte d’Assise di Caltanissetta deposita le motivazioni della sentenza al quarto processo sulla strage di via D’Amelio: “È uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana”.
Il 20 aprile del 2017 a Caltanissetta la Corte d’Assise, presieduta dal giudice Antonio Balsamo, ha emesso la sentenza al “Borsellino quater”, il quarto processo sulla strage di via D’Amelio, frutto delle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ha stravolto la narrazione storica e processuale dell’attentato, provocando la revisione del processo e la cancellazione di sette condanne all’ergastolo. Sono stati inflitti due ergastoli, a Salvo Madonia e Vittorio Tutino, e poi 10 anni di reclusione ciascuno a Francesco Andriotta e Calogero Pulci, che sono i falsi pentiti sbugiardati da Gaspare Spatuzza, che ha smentito anche il più celebre Vincenzo Scarantino, per il quale il reato è prescritto. Salvo Madonia sarebbe stato tra i mandanti della morte di Paolo Borsellino. Vittorio Tutino, invece, avrebbe partecipato alla fase esecutiva della strage. I tre falsi pentiti, Scarantino, Andriotta e Pulci sarebbero stati gli attori protagonisti del “depistaggio colossale”, come lo ha definito il magistrato Sergio Lari. Ebbene adesso la stessa Corte d’Assise ha depositato le motivazioni della sentenza che ha ribaltato il “depistaggio”. E tra le 1856 pagine, divise in 12 capitoli, i giudici giudicanti, il presidente Balsamo e il giudice a latere Janos Barlotti, scrivono: “Soggetti inseriti negli apparati dello Stato indussero Vincenzo Scarantino a rendere false dichiarazioni sulla strage che uccise il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e i poliziotti della scorta. È uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana”. Poi i giudici si riferiscono al gruppo investigativo diretto all’epoca dal capo della Squadra Mobile di Palermo, Arnaldo La Barbera, e che, anziché indagare, costruì a tavolino alcuni falsi pentiti. E i magistrati scrivono: “È lecito interrogarsi sulle finalità realmente perseguite dai soggetti, inseriti negli apparati dello Stato, che si resero protagonisti di tale disegno criminoso, con specifico riferimento ad alcuni elementi. Ad esempio, a Scarantino sono state suggerite alcune circostanze del tutto corrispondenti al vero. Il furto dell’automobile 126 mediante la rottura del bloccasterzo è la verità che ha poi raccontato nel 2008 il pentito Gaspare Spatuzza. Come i suggeritori sapevano la storia della 126? È del tutto logico ritenere che tali circostanze siano state suggerite a Scarantino da altri soggetti, i quali, a loro volta, le avevano apprese da ulteriori fonti rimaste occulte. E chi ispirò i suggeritori?”. Poi, i giudici affrontano il mistero dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, e scrivono: “C’è un collegamento tra il depistaggio dell’indagine e l’occultamento dell’agenda rossa di Borsellino. Arnaldo La Barbera è intensamente coinvolto nella sparizione dell’agenda, come è evidenziato dalla sua reazione, connotata da una inaudita aggressività, nei confronti di Lucia Borsellino, impegnata in una coraggiosa opera di ricerca della verità sulla morte del padre”. Poi il presidente Balsamo e il giudice a latere Barlotti rilevano anche la distrazione dei magistrati impegnati in quel tempo, e scrivono: “Ci furono dunque poliziotti infedeli che pilotarono il falso pentito per finalità tutte da scoprire. Ma ci furono anche magistrati distratti. Un insieme di fattori avrebbe logicamente consigliato un atteggiamento di particolare cautela e rigore nella valutazione delle dichiarazioni di Scarantino, con una minuziosa ricerca di tutti gli elementi di riscontro, secondo le migliori esperienze maturate nel contrasto alla criminalità organizzata. Due pubblici ministeri, Ilda Boccassini e Roberto Saieva, avevano scritto una nota ai colleghi per segnalare la non attendibilità delle dichiarazioni rese da Scarantino su via D’Amelio. Ma restarono inascoltati. Accadde di peggio. A nessun magistrato della Procura di Caltanissetta sembrò strano che La Barbera facesse dei colloqui investigativi con Scarantino nonostante avesse iniziato a collaborare con la giustizia”. Nel frattempo, tre poliziotti del gruppo di Arnaldo La Barbera, imputati del depistaggio nelle indagini per la strage di Via D’Amelio, sono stati appena oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio, firmata dal procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci e dal sostituto Stefano Luciani.
Incidente stradale, morto empedoclino di 37 anni
Ad Agrigento un incidente stradale ha provocato la morte di Marco Ferrera, 37 anni, di Porto Empedocle, impiegato in un’agenzia di assicurazioni, già capitano della squadra di calcio di Porto Empedocle. Intorno alle ore 4:30 del primo mattino, Ferrera, a bordo della sua Bmw R 1250, per cause in corso di accertamento da parte dei poliziotti della Stradale e della Volanti, si è schiantato contro un muretto che costeggia la via Luca Crescente, tra viale Emporium e l’incrocio di Porta Aurea. Inutili i soccorsi. Marco Ferrera è stato intento a rientrare a casa dopo avere festeggiato il compleanno con gli amici.

Consorzi Asi, revocati gli incarichi agli 11 commissari liquidatori
L’approvazione del “collegato” alla Finanziaria ha determinato delle modifiche nell’ambito della liquidazione dei Consorzi Asi. E’ stato infatti approvato un emendamento dell’assessore regionale per le Attività produttive, Mimmo Turano, che revoca gli incarichi degli 11 commissari liquidatori nei Consorzi Asi, con la successiva nomina soltanto di 2 commissari liquidatori. Inoltre, è stata cancellata la norma che finora ha imposto la scelta dei commissari tra dirigenti e personale dell’Irsap e delle stesse Asi. L’assessore Turano commenta: “Avevo promesso un intervento in questo settore perché la vecchia legge ci costringeva ad una anomala sovrapposizione tra controllori e controllati e a dover scegliere addirittura tra chi ha procedimenti giudiziari in corso anche per reati legati alle funzioni. Adesso si cambia: l’emendamento ci consente di nominare soltanto due commissari, uno per la Sicilia occidentale ed uno per la Sicilia orientale, che potremo scegliere fra soggetti di comprovata professionalità. I nuovi commissari liquidatori dovranno trasmettere ogni 6 mesi una relazione dettagliata sull’attività svolta all’assessore per le Attività produttive e all’assessore all’Economia per i controlli contabili. E avranno 120 giorni di tempo per rilevare i beni immobili della Regione affidati in gestione a ciascuno consorzio, trasferire ai Comuni le strade ad uso pubblico e le relative pertinenze e consegnare all’Irsap gli immobili dove hanno sede gli uffici dei consorzi Asi”.
Incidente stradale, morto centauro di 32 anni
A Palermo nottetempo, intorno alle ore 3, un incidente stradale ha provocato la morte di Alessandro Salomone, 32 anni. E’ stato alla guida di una moto di grossa cilindrata, una Kawasaki, e lungo il viale Regione Siciliana gli è sfuggito il controllo del mezzo. L’impatto sull’asfalto è stato violento e ha causato gravissime lesioni. Sul posto sono subito intervenuti i sanitari del 118 che hanno trasportato Salomone all’ospedale Villa Sofia. Il centauro è morto poco prima dell’arrivo a destinazione. Il 32enne ha trascorso la serata con un gruppo di amici, e poi è stato intento a rientrare a casa in moto. Gli agenti dell’infortunistica stradale hanno effettuato i rilievi di rito.
Palermo, arresto per droga e armi
A Palermo, nella zona dell’ospedale Policlinico, la Guardia di Finanza, a conclusione di attività di appostamento e un pedinamento, ha scoperto e sequestrato 27 chili di hashish, 200 grammi di marijuana e 9 grammi di cocaina, già divisi in dosi pronte per lo spaccio. E’ stato arrestato Rocco Di Mariano, 30 anni. Nel corso della perquisizione è stata sequestrata anche una pistola Beretta e oltre 70 proiettili. L’arresto è stato convalidato e Di Mariano è stato trasferito in carcere.