Il partito socialista agrigentino, tramite Sabrina Turano, Salvatore Valenti, Irene La Mattina e Giovanni Palillo, ha avviato una petizione popolare contro l’eventuale chiusura del Consorzio universitario di Agrigento. Un tavolo di raccolta firme sarà allestito ad Agrigento, venerdì prossimo, 20 aprile, e poi sabato 21 aprile, a Porta di Ponte, dalle ore 16 in poi. Gli stessi esponenti Psi affermano: “La presenza del Consorzio universitario nel territorio è indice di crescita e potenziale risorsa. I corsi andrebbero rivalutati diversificandone i contenuti”.
La GdF conclude inchiesta su depuratore di Butera
La Guardia di Finanza di Gela, su delega della Procura Regionale della Corte dei Conti di Palermo, ha appena concluso un’articolata indagine sul depuratore del comune di Butera, interamente finanziato dalla Regione Sicilia ma mai posto in funzione. I lavori, iniziati nel maggio 2007, si sarebbero dovuti concludere entro 18 mesi, e quindi entro il novembre 2008. Nel frattempo, la Guardia di Finanza ha riscontrato che i reflui fognari sono stati scaricati all’interno di un canalone adiacente al depuratore, e poi sono stati convogliati verso il bacino del lago Comunelli le cui acque, oltre ad essere utilizzate ai fini irrigui dagli agricoltori della zona, sfociano nella zona di Marina di Butera. Ecco perché le Fiamme Gialle hanno segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti, per responsabilità di danno all’Erario, il progettista e il direttore dei lavori, i legali rappresentanti delle imprese esecutrici dei lavori, il collaudatore tecnico-amministrativo dei lavori, il responsabile del settore tecnico pro tempore del Comune di Butera, i sindaci pro tempore del Comune di Butera, i funzionari della Regione Siciliana pro tempore ed in particolare, il Dirigente dell’Ispettorato Regionale Tecnico e i Dirigenti del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti. Il danno all’Erario cagionato alla Regione Sicilia è stato quantificato in 8.322.049 euro.
Incidente Castrofilippo, la Cgil: “Il Prefetto convochi un tavolo di confronto”
La Cgil agrigentina, tramite il segretario provinciale Massimo Raso, interviene a seguito dell’ennesimo incidente sul lavoro mortale nell’Agrigentino, costato la vita all’operaio di Bagheria, Giuseppe Todaro, morto a Castrofilippo. Raso afferma: “Non è più procrastinabile che il Prefetto convochi un tavolo delle forze sociali e delle autorità ispettive per capire come fronteggiare questa emergenza e come intensificare le condizioni che impediscano il ripetersi di fatti così tragici. Alla famiglia dell’operaio di Bagheria le condoglianze sentite e l’abbraccio della Cgil di Agrigento unite all’impegno che la Cgil non smetterà nemmeno un giorno di battersi affinchè si possa lavorare per vivere e non per morire”.
Il Super Enalotto sbancato a Caltanissetta, vinti oltre 130 milioni
In Sicilia, a Caltanissetta, è stato sbancato il Super Enalotto. Si tratta di una vincita di oltre 130 milioni di euro, ossia più di 260 miliardi di lire. Il punto vendita fortunato è in via Vitaliano Brancati 15, all’edicola Totip Tris Uno. La combinazione vincente è 12, 23, 39, 54, 72, 73. Il 6 ammonta a 130.195.242. La vincita è stata realizzata tramite una “schedina 2 pannelli”. Il sei del Super Enalotto uscito a Caltanissetta è stato atteso dal primo agosto 2017 quando è stata Caorle, in provincia di Venezia, ad aggiudicarsi il jackpot da 77,7 milioni di euro. Il prossimo concorso del Super Enalotto avrà a disposizione un jackpot per il 6 pari a circa 24 milioni di euro.
Armi a Favara, due condanne
Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari, Stefano Zammuto, ha condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione ciascuno Antonio Bellavia, 44 anni, e Calogero Bellavia, 27 anni, entrambi di Favara. I due il 14 giugno 2017 sono stati arrestati dai Carabinieri della Tenenza di Favara e del Nucleo Operativo Radiomobile di Agrigento, sorpresi in possesso, ad un controllo stradale, di una pistola Smith & Wesson calibro 38 special con matricola abrasa e con 5 colpi in canna, e di una pistola Taurus modello Tracker calibro 357 magnum con 7 colpi in canna, risultata rubata a Carmelo Nicotra, 35 anni, di Favara, bersaglio di colpi d’arma da fuoco lo scorso 23 maggio a Favara, in via Torino. Nicotra ha detenuto legalmente la pistola.
Criminalità e viltà tra Naro e Camastra
Al confine tra Naro e Camastra, in contrada Mintina, tre banditi, travisati con dei cappucci e armati con una spranga, sono entrati dentro l’abitazione di un’anziana donna di 75 anni. I tre non hanno esitato a picchiare vigliaccamente la pensionata costringendola a consegnare oggetti di valore. I malviventi si sono impossessati anche di alcuni arredi e dell’automobile della malcapitata. La donna ha poi telefonato ad un familiare ed è stata soccorsa in ospedale, ad Agrigento. La prognosi è di 10 giorni. Indagano i Carabinieri.
Agrigento in disinfestazione (video intervista)
Ieri Hamel la scerbatura, e oggi l’assessore Gerlando Riolo annuncia l’inizio delle operazioni di disinfestazione ad Agrigento. I dettagli nell’intervista in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
“Dalla Nigeria alla Sicilia”, confronto Ande ad Agrigento (video interviste)
Ad Agrigento, al Circolo Empedocleo, l’Ande, l’Associazione nazionale donne elettrici, sezione di Agrigento, presieduta da Carola De Paoli, è stata impegnata in un convegno sul tema: “Dalla Nigeria alla Sicilia”.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Agrigento in attesa di “Girgenti” (video intervista)
Al taglio del nastro il progetto cosiddetto “Girgenti” per la riqualificazione urbana della città. In proposito, un’intervista al sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Incidente La Mendola, “condannate il Comune” (video)
La buca stradale e la morte di Chiara La Mendola: la Procura di Agrigento invoca la condanna dei due imputati dipendenti del Comune.
Il Comune di Agrigento è responsabile di omicidio colposo perché non ha riparato la profonda buca stradale in via Cavaleri Magazzeni. E l’automobilista lo è altrettanto perché, pur avendone la possibilità e il margine, non ha frenato per evitare l’impatto con Chiara La Mendola, già rovinata sulla buca. Ecco, in sintesi, l’epilogo istruttorio del processo per l’incidente stradale lungo via Cavaleri Magazzeni, ad Agrigento, tra San Leone e Cannatello, che intorno alle ore 18 del 30 dicembre 2013 ha provocato la morte di Chiara La Mendola, 24 anni di età. Lo scorso 11 aprile, a conclusione della requisitoria, il pubblico ministero, Calogero Montante, ha proposto la condanna ad 1 anno di reclusione a carico di Giuseppe Valenti, 81 anni, l’uomo alla guida dell’automobile “Nissan Micra” coinvolta nel sinistro. Adesso, lo stesso pubblico ministero, ha invocato la condanna degli altri due imputati, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Giuseppe Principato, 62 anni, e il funzionario, Gaspare Triassi, 53 anni, responsabile del servizio strade comunali. La Procura agrigentina pretende 1 anno e 6 mesi di reclusione ciascuno, per Principato e Triassi. Il pm Montante ha così condiviso e rilanciato l’esito della perizia del proprio consulente, il dottor Pietro Munzone, che il 31 gennaio del 2017 è stato ascoltato in aula, innanzi al giudice Giuseppe Miceli. E Munzone, a conclusione degli accertamenti peritali, ha relazionato sostenendo che la buca in strada è stata la causa dell’ incidente. Secondo il perito, se non vi fosse stata la buca, peraltro mimetizzata perché colma di acqua piovana, e in mancanza di alcun segnale di pericolo, la ragazza non sarebbe caduta dal suo scooter. A conclusione della reprimenda del dottor Montante, sono intervenuti i difensori che assistono i familiari di Chiara La Mendola, tra i genitori e i fratelli, gli avvocati Giuseppe Arnone e Salvatore Collura. Il prossimo 29 maggio interverranno i legali degli imputati, gli avvocati Giuseppe Scozzari, Nicola Grillo e Antonino Manto. Poi è attesa la sentenza. Il 31 dicembre del 2013, il giorno dopo l’evento funesto, il parroco della chiesa di San Gregorio, a poca distanza dal luogo del sinistro mortale, don Enzo Sazio, affermò: “Quella buca era stata denunciata quattro mesi fa, durante un incontro in parrocchia tra gli abitanti della zona e l’Amministrazione comunale. Ma in quattro mesi nessuno ha fatto niente”.