I sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil annunciano che domani, mercoledì 11 aprile, saranno 9 gli autobus, più alcune automobili, che partiranno dalla provincia di Agrigento per condurre a Palermo oltre 500 lavoratori della Forestale, dell’Esa e dei Consorzi di Bonifica in occasione di una manifestazione regionale con raduno in Piazza Marina. Poi un corteo si muoverà lungo corso Vittorio Emanuele fino a Piazza Indipendenza, innanzi a Palazzo dei Normanni sede dell’Assemblea Regionale, dove si svolgerà il comizio dei Segretari regionali di Flai, Fai e Uila. “La manifestazione – spiegano i sindacati – insorge perché, dopo 5 mesi, i vari confronti con il Governo delle Regione non hanno prodotto nessun atto legislativo ed amministrativo volto ad affrontare le tante criticità che affliggono i comparti Forestali, Esa e Consorzi di Bonifica”.
Lupo a Musumeci: “Dove è il piano regionale dei rifiuti?”
“Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha ottenuto dal governo nazionale i ‘poteri speciali’ per fronteggiare l’emergenza rifiuti in Sicilia. Ma dove è il piano regionale dei rifiuti?”. Ecco l’interrogativo sollevato dal capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale, Giuseppe Lupo. Doveroso è sottolineare che l’ex presidente della Regione sostenuto da Lupo ha procrastinato il piano dei rifiuti per oltre tre anni, e non lo ha varato prorogando di volta in volta l’emergenza per sei mesi. Giuseppe Lupo afferma: “Il presidente Musumeci venga in Aula e spieghi perché a distanza di due mesi dal dibattito sull’emergenza rifiuti, il crono-programma dei provvedimenti annunciati resta ancora un libro dei sogni. Vorremmo sapere a che punto è la redazione del piano per la realizzazione delle piattaforme per la raccolta differenziata, il compostaggio ed il conferimento post trattamento, che avrebbe dovuto essere pronto entro il mese di febbraio, ed avere notizie circa le annunciate riforme del settore. E’ urgente definire un realistico programma di interventi perché l’emergenza rifiuti sta crescendo e rischia di esplodere in piena estate ed in piena stagione turistica”.
Immigrazione e contiguità al terrorismo, 13 arresti
Altra conferma della pericolosità insita negli sbarchi “fantasma” di migranti, che, tra l’altro, a frotte si sono riversati, da almeno due anni, sulle coste agrigentine. All’alba di oggi la Guardia di Finanza di Palermo ha sgominato un’altra organizzazione che avrebbe gestito gli sbarchi fantasma tra Marsala e Mazara del Vallo, nel Trapanese. Uno dei protagonisti del traffico è sospettato di essere contiguo ad ambienti terroristici, e nelle intercettazioni emerge la prossimità di un suo viaggio in Francia senza ritorno, e di azioni pericolose. E le sue parole sono state: “Dio mi aiuti per quello che devo fare”. La Procura di Palermo, diretta da Francesco Lo Voi, ha arrestato, con il procedimento del ‘fermo d’urgenza’, 13 tra tunisini e marocchini residenti nelle province di Trapani e Palermo. All’organizzazione di carattere transnazionale si contesta il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il contrabbando di tabacchi lavorati esteri.
Agrigento, presentato “Ce la so!” (video interviste)
Ad Agrigento, al Circolo Empedocleo, Alberto Todaro ha presentato il suo libro intitolato “Ce la so!”, edizioni Montelusa, in presenza, tra gli altri, dell’attore agrigentino Gianfranco Jannuzzo. In proposito, le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Architetti a confronto nel Belice (video interviste)
A Santa Margherita Belice, al teatro “Sant’Alessandro”, gli Architetti dell’Ordine di Agrigento a confronto su “I luoghi colpiti dal sisma del 1968. Analisi e proposte”.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Carini su revoca scorta a Cutrò
Giuseppe Carini, testimone di Giustizia e collaboratore fidato di don Pino Puglisi, parroco di Brancaccio, ucciso da Cosa Nostra il 15 settembre del 1993, interviene a seguito della revoca della scorta all’imprenditore di Bivona e testimone di Giustizia, Ignazio Cutrò. Carini afferma: “La decisione del Ministero degli interni di togliere la scorta alla famiglia Cutrò è uno schiaffo a chi, fino ad oggi, ha denunciato e testimoniato nei processi contro le mafie. Non so dire dove finisce l’insensibilità, dove la superficialità e dove la volontà di ritorsione
contro la famiglia Cutrò per avere dato voce ai testimoni di giustizia. Certo è che la decisione dell’Ufficio Centrale Interforze per la sicurezza personale lascia sconcertati e, a mio parere, ha come conseguenza paradossale quella di venire incontro proprio ai desiderata del capo mandamento mafioso della cosiddetta ‘mafia
della montagna’ che, intercettato dai Carabinieri, sperava proprio nel venir meno delle misure di protezione disposte a tutela di Ignazio Cutrò
per attuare la sua vendetta mafiosa. Il Ministero degli Interni con questa decisione ha di fatto dato un colpo mortale a quanti con coraggio civile hanno denunciato la violenza e prepotenza mafiosa. Credo che da domani molti imprenditori e commercianti ci penseranno settanta volte sette prima di denunciare. Chi mai metterà a rischio la vita della propria famiglia se lo Stato si stanca di proteggerti? Il caso Cutrò farà da esempio tra gli imprenditori e commercianti di non fidarsi di chi oggi nelle Istituzioni ti da una pacca sulla spalla al momento della denuncia per poi pugnalarti alla schiena quando hai finito di testimoniare nei processi. Pensando alla famiglia di Ignazio Cutrò commercianti e imprenditori penseranno che sono stati spremuti e gabbati, e alcuni sono stati persino barbaramente assassinati come Domenico Noviello e Lea Garofalo”.
Ignazio Cutrò da oggi è senza scorta
Come annunciato, da oggi l’imprenditore di Bivona, e testimone di giustizia, Ignazio Cutrò, è senza scorta. In proposito interviene lo stesso Cutrò, che afferma: “Da oggi la mia famiglia ed io non avremo più la protezione da parte dello Stato. Eppure appena due mesi fa un boss è stato intercettato mentre parlava di me e dei danni che ho provocato alla mafia locale. Da oggi io sono con una normale autovettura senza vetri blindati, della quale a questo punto potrei probabilmente farne a meno. Eppure alcune settimane fa sono stati scarcerati i soggetti che ho fatto condannare con le mie testimonianze. Da oggi sono anche smontate le telecamere che consentivano ai carabinieri di videosorvegliare la mia casa. Eppure i carabinieri circa due mesi fa hanno arrestato alcune persone che, intercettate, dicevano: “Appena lo Stato si stanca… che gli toglie la scorta poi vedi che poi… Che messaggio vuole mandare lo Stato con questa decisione? Il Comitato, ancor prima di me, conosceva il contenuto di quelle intercettazioni. Sono stati i carabinieri ad intercettare due persone mentre dicevano “Appena lo Stato si stanca… che gli toglie la scorta poi vedi che poi…”. Negli atti giudiziari si mette nero su bianco che ad essere intercettato è un soggetto ritenuto a capo della famiglia di San Biagio Platani, che – conversando con un allevatore del posto – parlava di Ignazio Cutrò e spiegava come il boss di Bivona si sia trovato al centro di questioni giudiziarie per colpa del testimone di giustizia. Sono stato lasciato solo nel momento più delicato, nel momento in cui qualcuno pensa di poter fare la resa dei conti”.
I 166 anni della Polizia (video interviste)
Ad Agrigento, a Villa Bonfiglio, celebrato il 166° anniversario della fondazione della Polizia di Stato. La cerimonia innanzi al Monumento ai Caduti.
Le immagini e le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
La Procura: “12 anni e 6 mesi a Burgio” (video)
La Procura della Repubblica di Agrigento invoca 12 anni e 6 mesi di carcere a carico dell’imprenditore Giuseppe Burgio. Requisitoria severa e senza attenuanti.
Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, in via Mazzini, la requisitoria delle pubblico ministero, Alessandra Russo e Simona Faga, è stata implacabile. Loro hanno proposto al Tribunale la condanna a 12 anni e 6 mesi di carcere a carico dell’imprenditore agrigentino, Giuseppe Burgio, 54 anni, imputato di bancarotta fraudolenta. E, tra le altre, le parole della Russo e della Faga sono state: “L’imprenditore Burgio ha costruito un impero ma non certo con il lavoro onesto. Lo ha fatto grazie a brogli e distrazioni. Unicredit, per anni, è stata sua complice. La stampa lo ha definito correttamente il ‘re dei supermercati’ e in effetti tale era, ma l’impero lo ha costruito razziando fornitori, soci, dipendenti e l’erario, ai quali ha sottratto milioni di euro. Ha fatto sparire fondi da un’impresa all’altra, ed è stato spalleggiato dalla prima banca d’Italia, che ha avallato le sue operazioni”. Peraltro, parecchi dirigenti di Unicredit sono indagati nell’ambito dell’inchiesta “Discount bis”, perché presunti complici del presunto bancarottiere Burgio. Dopo la Procura sono intervenuti alcuni difensori delle tante parti civili, tra ex soci e dipendenti, costituiti in giudizio per essere risarciti del danno che avrebbero subito dalle condotte finanziarie dell’imputato. Giuseppe Burgio è stato arrestato il 28 ottobre del 2016 dalla Guardia di Finanza. Dallo scorso 2 marzo è ristretto ai domiciliari. Le indagini ruotano intorno ai fallimenti di quattro società che si ritengono legate a Giuseppe Burgio, e che sono la Gestal srl, la Ingross srl, la Cda spa, e la GsB srl. Le stesse 4 società sono fallite tra il dicembre 2011 e l’ ottobre 2012. Ebbene, le Fiamme Gialle avrebbero rilevato la distrazione di ingenti beni patrimoniali, per decine di milioni di euro, tramite vari artifizi materiali e contabili : la sottrazione di denaro dalle casse della società, poi operazioni finanziarie e compravendite tra società collegate per drenare liquidità, e poi la falsificazione delle scritture contabili se non, in alcuni casi, la loro distruzione o sottrazione. In ragione di ciò, a Burgio è contestata la bancarotta fraudolenta a danno delle quattro società Gestal, Ingross, Cda e GsB. I fallimenti avrebbero procurato danni ai creditori sociali per quasi 50 milioni di euro, e le distrazioni ipotizzate ammontano a oltre 13 milioni di euro.
Canicattì, arresto con inseguimento e ferimento di un poliziotto
A Canicattì i poliziotti del locale Commissariato hanno arrestato, ai domiciliari, un giovane di 18 anni, originario della Romania, sorpreso nottetempo a rubare all’interno della scuola di formazione “Euroform”. Il ladro ha tentato la fuga, è stato inseguito lungo le strade cittadine ed è stato acciuffato al culmine di un rocambolesco inseguimento che ha causato il ferimento di un poliziotto. Infatti, il ragazzo si è arrampicato su dei tubi di scarico di un palazzo, è precipitato ed è stato trattenuto dall’agente che ha subito la frattura di un dito distale. Il 18enne risponderà di furto aggravato, danneggiamento, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.