Ad Agrigento, al palazzo Filippini, in via Atenea, si è svolta la conferenza stampa di presentazione di un accordo di collaborazione turistica e culturale tra il Fai Fondo Ambiente Italiano – Giardino della Kolymbethra e i Musei civici di Agrigento. Si tratta del progetto intitolato: “Viaggio nella bellezza dei paesaggi di Girgenti”.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
L’amministrazione comunale di Agrigento pronta a ricorrere contro il decreto regionale che ha reinsediato il Consiglio di amministrazione del Parco dei Templi. I dettagli.
Vittorio Sgarbi, prima di decollare da Palermo verso Roma, da ex assessore regionale ai Beni Culturali a neo deputato nazionale, tra l’altro ha firmato il decreto che reinsedia il Consiglio di amministrazione dell’Ente Parco della Valle dei Templi. La firma del critico d’arte ha concluso il periodo di commissariamento. Tuttavia e nonostante ciò vi è un però. E il però è che l’amministrazione comunale di Agrigento, che siede nell’ex convento di San Domenico, dirimpettaia del caseggiato rurale Sanfilippo, dove siede l’Ente Parco dei Templi, non è d’accordo. E perchè? “Perchè – spiega il sindaco Calogero Firetto – così come il Consiglio di amministrazione è configurato dal decreto dell’assessore, assume i connotati di un ufficio decentrato della Regione, e non è, invece, un organo indipendente e plurale, quale dovrebbe essere, capace di coinvolgere tutte le comunità locali che gravitano intorno al patrimonio archeologico”. Peraltro, tale decentramento da Agrigento e accentramento alla Regione dell’Ente Parco dei Templi, sarebbe in contrasto con il recente tracciato, ad opera dello stesso Sgarbi, che sancisce e rilancia il principio della strategia comune per la valorizzazione del sito archeologico agrigentino, tanto che un apposito accordo di programma prospetta, al fine della ‘strategia comune’, l’istituzione di un tavolo tecnico di cui sono parte l’assessorato dei Beni culturali, il Parco della Valle dei Templi, la Soprintendenza, il Comune e la Diocesi di Agrigento. Dunque, delle due l’una. E il sindaco Firetto aggiunge: “La vicenda è davvero singolare. Un momento tanto atteso si è trasformato in un assurdo tira e molla che sostanzialmente potrebbe accentuare le distanze tra Parco e territorio, tra una sorgente di ricchezza per la Regione siciliana e una città sempre più impoverita dal punto di vista economico e privata della sua titolarità”. Ecco perchè il Comune di Agrigento ha deciso di guerreggiare incaricando i propri avvocati di ricorrere contro il decreto di nomina del Consiglio di amministrazione del Parco dei Templi. E Firetto, prima del bastone, usa ancora la carota, e le sue parole sono: “In realtà confido ancora in un dialogo costruttivo con il governo regionale. Non è per noi una questione di principio ma di sostanza. Tutta la città di Agrigento è sito Unesco, il Parco ne è parte, la più importante, il suo gioiello, che non può essere avulso dal territorio di appartenenza. E’ elementare che il bene culturale rappresenti un’opportunità e, in casi come Agrigento, la principale opportunità di sviluppo. La città non deve essere estromessa dalle strategie di sviluppo del suo bene più prezioso”. In conclusione, quali possibili soluzioni al contenzioso insorgente? L’ex assessore regionale ai Beni Culturali, Fabio Granata, autore della legge regionale numero 20 del 2000 che ha istituito i Parchi Archeologici, spiega che la soluzione è già nella stessa legge, nella sua prima stesura, secondo cui gli organi di governo dei Parchi prevedono, oltre al direttore, un consiglio del Parco presieduto dal Sindaco e composto dal Soprintendente, da un dirigente nominato dall’assessore e anche dai rappresentanti delle attività produttive, dell’università, delle associazioni culturali e delle guide turistiche.
Ad Agrigento, nello Spazio Temenos della Chiesa di San Pietro, in via Pirandello, si è svolto un incontro politico del movimento “Diventerà Bellissima”, in presenza, tra gli altri, della deputata regionale e presidente della Commissione Territorio e Ambiente, Giusi Savarino.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Il Legislatore regionale, al fine di adeguare i servizi di bonifica alle attuali esigenze dell’agricoltura, ha proceduto alla ridefinizione degli ambiti territoriali di operatività dei consorzi di bonifica, stabilendo che gli originari 11 consorzi di bonifica fossero accorpati in 2 soli consorzi, ossia il consorzio di bonifica Sicilia occidentale ed il consorzio di bonifica Sicilia orientale. Un gruppo di dipendenti dell’ex Consorzio di bonifica 3 di Agrigento aveva proposto un ricorso davanti al Tar Sicilia per la declaratoria di asserita nullità del decreto assessoriale di nomina del commissario straordinario del consorzio di Bonifica Sicilia occidentale, delle deliberazioni della Giunta regionale di governo di approvazione dello statuto e del regolamento di organizzazione del consorzio di bonifica della Sicilia occidentale, della deliberazione commissariale di nomina dei vice direttori generali del consorzio di bonifica Sicilia occidentale e di altri atti connessi. La difesa dei ricorrenti ipotizzava la nullità degli atti impugnati, tra l’altro, per asseriti difetti di pubblicazione. Si è costituito in giudizio il Consorzio di bonifica Sicilia occidentale, in persona del Commissario straordinario, rappresentato e difeso dall’avvocato Girolamo Rubino, per chiedere il rigetto del ricorso, previa reiezione delle richieste cautelari avanzate dai ricorrenti. In particolare, per quanto concerne gli asseriti difetti di pubblicazione, l’avvocato Rubino ha richiamato giurisprudenza dello stesso Tar Sicilia secondo cui è non è configurabile la nullità degli atti amministrativi per l’inadempimento degli obblighi di pubblicazione. Ed ancora, per quanto afferisce il “periculum in mora” invocato dai ricorrenti, con riferimento alla posizione dei ricorrenti, l’avvocato Rubino ha sottolineato che gli stessi mantengono il trattamento giuridico ed economico posseduto nei consorzi accorpati, donde l’assenza di qualsivoglia danno grave ed irreparabile incombente sui ricorrenti. Il Tar Sicilia, Palermo, Sezione prima, Presidente il dr. Calogero Ferlisi, Relatore il consigliere Sebastiano Zafarana, condividendo la tesi dell’avvocato Rubino circa l’assenza di un danno grave ed irreparabile incombente sui ricorrenti, ha respinto la richiesta cautelare dagli stessi avanzata. Pertanto rimangono invariati gli assetti amministrativi e burocratici dei consorzi di bonifica in Sicilia. L’avvocato Girolamo Rubino
Gli assessori comunali all’Ambiente di Porto Empedocle, Salvatore Baiamonte, e di Realmonte, Lillo Arcuri, annunciano con soddisfazione un incremento della percentuale di raccolta differenziata nei due Comuni compresi nell’Aro cosiddetto “Vigata – Scala dei Turchi”, dove il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è effettuato dalla società Realmarina formata dalle imprese Iseda, Icos ed Ecoin. Baiamonte e Arcuri, tra l’altro, affermano: “Nel marzo 2018 Realmonte ha raggiunto l’80,37 per cento di raccolta differenziata. A gennaio scorso è stata del 71,54 per cento e a febbraio al 69 per cento. A Porto Empedocle a marzo scorso la differenziata è stata al 68,95 per cento a fronte di una percentuale del 56,61 per cento raggiunta a gennaio e del 65,70 per cento a febbraio. Nel caso di Porto Empedocle, si registra un aumento inferiore rispetto a quello avuto a Realmonte anche a causa dei frequenti stop alla raccolta dovuti agli scioperi degli operatori ecologici che, per la nota crisi economica in cui versano le casse del Comune, protestano per i ritardi nei pagamenti dei loro stipendi. A fine maggio, al massimo ai primi di giugno, partiremo con il potenziamento estivo delle zone balneari, incrementando i controlli anti incivili in diverse zone del centro e delle periferie”.
A Palermo il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha incontrato l’amministratore delegato di Anas, Gianni Armani. Armani, nell’ambito della purtroppo ricorrente “liturgia degli ottimi propositi”, ha annunciato: “Per la Sicilia c’è un piano di investimenti per 4 miliardi di euro. L’isola non ha bisogno di nuove strade ma di ammodernare quelle esistenti. Abbiamo fatto un’analisi della qualità delle nostre strade ed è venuto fuori che in Italia 10 strade statali erano chiuse, e di queste il 50 per cento si trova in Sicilia”. E Musumeci ha replicato: “La Sicilia ha pagato da troppo tempo per una politica miope, per l’insensibilità dei governi centrali e regionali. Questa stagione deve essere considerata chiusa. Cominceremo lunedì prossimo un tour dell’isola dalla provincia di Enna per una verifica dello stato di salute delle arterie stradali in Sicilia”. Armani ha assicurato che la Agrigento-Caltanissetta sarà completata entro i primi mesi del 2019. “Completare la Agrigento-Caltanissetta entro i primi mesi del prossimo anno è un obiettivo che dovrebbe essere raggiungibile” – sono state le sue parole.
La morte per morbillo del bimbo di 10 mesi a Catania ha scatenato un “caso Sicilia”, tanto da mobilitare il Ministero della Salute ad adottare misure speciali per monitorare il territorio su quanto accade. La morte del bimbo, che non era vaccinato ma non avrebbe comunque potuto esserlo in considerazione dell’età, pone degli interrogativi anche perchè è il quarto caso mortale a Catania dal dicembre dello scorso anno. E dall’inizio del 2018, oltre la metà delle infezioni in tutta Italia, ovvero 218 su 411, si sono verificate in Sicilia e in particolare all’ospedale Garibaldi di Catania. L’Istituto superiore di sanità avverte: “Non solo la Sicilia, ma tutta l’Italia è a rischio per il morbillo. E’ importante vaccinare i bambini ma è importante che anche gli adulti non ancora vaccinati si immunizzino. La vaccinazione può infatti essere fatta a qualunque età”.
Ancora provvedimenti in ambito lavorativo da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. Per 83 dipendenti si è proceduto alla trasformazione del contratto di lavoro da 24 a 36 ore settimanali, quindi da part time a tempo pieno, con conseguente adeguamento della retribuzione mensile. Si tratta di personale sanitario di categoria A e B, tra 47 coadiutori amministrativi, 14 commessi, 9 operatori tecnici addetti al call center, 8 autisti e 5 operatori tecnici informatici.
I consiglieri comunali di Agrigento, Teresa Nobile, Alfonso Mirotta e Alessandro Sollano, di Alternativa Popolare, denunciano casi di grave degrado urbano in città. Nobile, Mirotta e Sollano, che allegano una fotografia scattata al lungomare di San Leone, affermano: “A seguito di numerose segnalazioni dai nostri concittadini, abbiamo constatato in quali condizioni versi il lungomare di San Leone. Erbacce e sterpaglie sono ovunque, e poi, a ciò, si aggiungono anche odori nauseabondi perché i mastelli dell’umido della differenziata, soprattutto nei pressi dei ristoranti, non sono svuotati regolarmente. Il sindaco Firetto in campagna elettorale proiettò un video avveniristico del lungomare di San Leone. Tutto il contrario, e di molto, rispetto all’attuale vergognosa situazione”.
L’ex comandante della Polizia Municipale di Agrigento, Cosimo Antonica, ha deposto al processo in corso al Tribunale di Agrigento nell’ambito dell’inchiesta sulla disastrosa frana del costone al Viale della Vittoria il 5 marzo del 2014. Antonica, tra l’altro, ha dichiarato: “Il Comune sapeva dei rischi. Infatti, sollecitato dal Genio Civile e dall’Arpa, il 5 marzo del 2011 notificò un’ordinanza ai proprietari dei terreni adiacenti al costone di palazzo Crea diffidandoli a metterli in sicurezza visto che erano state segnalate delle infiltrazioni di acqua. Tale ordinanza, firmata dal sindaco Zambuto, imponeva ai proprietari privati di eseguire delle opere di manutenzione consistenti nella regimazione delle acque, che doveva servire a eliminare il pericolo”. Prossima udienza il 4 giugno.