Doccia fredda dal ministero della Sanità sulla proroga della vaccinazione in Sicilia, al prossimo 31 marzo, decisa, e annunciata ieri, dagli assessorati regionali alla Pubblica istruzione e alla Sanità. Il ministero infatti ha ribadito prontamente che la scadenza del termine al 10 marzo, sabato scorso, ai fini della presentazione alle scuole dei certificati di vaccinazione o della prenotazione all’Azienda sanitaria, è valida per tutte le Regioni, anche per quelle che hanno aderito alla procedura semplificata. Il ministero è intervenuto così: “Il termine del 10 marzo è fissato dalla Legge ed è stato ribadito anche dall’ultima circolare congiunta tra ministeri Pubblica istruzione e Sanità dello scorso 27 febbraio, che ha fornito le indicazioni operative per l’anticipo, per l’anno scolastico 2017/2018, della procedura semplificata prevista dalla legge a partire dall’anno scolastico 2019/2020, che consente lo scambio diretto di dati tra Azienda sanitaria e Istituti scolastici. Per questo, nel caso non si sia adempiuto agli obblighi vaccinali entro il 10 marzo, è vietato l’accesso per asili nido e scuola dell’ infanzia (da 0 a 6 anni) fino a quando il minore non sarà vaccinato o non avrà regolarizzato la propria posizione vaccinale”.
Presunte tangenti per la Siracusa-Gela, arresti eccellenti
Nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti pagate per lubrificare dei lavori lungo la Siracusa-Gela, il Tribunale di Messina ha disposto l’arresto di sei persone tra cui Duccio Astaldi, presidente del consiglio di gestione della Condotte spa, impresa italiana leader nel settore delle costruzioni. Astaldi è ai domiciliari, così come il presidente del consiglio di amministrazione della Cosige Scarl Antonio D’Andrea, e l’ex capo della segretaria tecnica dell’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, Stefano Polizzotto. Agli arresti domiciliari è stato ristretto anche il funzionario del Consorzio Autostrade Siciliano, Gaspare Sceusa. In carcere, invece, il finanziere Nicola Armonium, e poi Antonino Gazzarra, vicepresidente del Consorzio autostrade siciliane. Le indagini ruotano intorno ad una presunta tangente per i lavori di costruzione di tre lotti dell’autostrada Siracusa-Gela. I reati contestati sono, a vario titolo, turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e corruzione.
Agrigento, tre arresti per droga
Il Tribunale di Agrigento, tramite la giudice per le indagini preliminari Alessandra Vella, ha convalidato l’arresto ad opera dei Carabinieri di tre indagati per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. La giudice Vella ha però imposto la misura cautelare dell’obbligo di dimora ad Agrigento a carico di uno soltanto dei tre, A P, sono le iniziali del nome, 34 anni, di Agrigento. Gli altri due, dei quali uno si è giustificato sostenendo che la droga fosse destinata al consumo personale, sono invece indagati a piede libero in attesa del processo. Nel corso delle perquisizioni nelle abitazioni dei tre sono stati scoperti e sequestrati 10 grammi di cocaina, 50 grammi di marijuana e 120 grammi di hashish. La pubblico ministero, Simona Faga, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha invocato l’arresto ai domiciliari dei tre.
Omicidio Ferraro, ritrovata bruciata l’auto Lancia Y
La Polizia ha ritrovato l’automobile utilizzata per compiere la missione omicida a Favara giovedì scorso 8 marzo, quando in via Diaz è stato ucciso a colpi di pistola semi-automatica calibro 7,65 il muratore Emanuele Ferraro, 41 anni. L’auto, una Lancia Y carbonizzata, è stata scoperta nelle campagne tra Licata e Palma di Montechiaro. Nel frattempo, proseguono le indagini, trasferite, per competenza, alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
“Messina Denaro”, 12 arresti (video)
Il 3 aprile del 2013 fu il giorno di una maxi confisca di beni in Sicilia, all’epoca record storico in Italia, 1 miliardo e 300 milioni di euro a carico di Vito Nicastri, 61 anni, di Alcamo, in provincia di Trapani, mestiere elettricista, poi imprenditore, poi “re dell’eolico”, e poi “signore del vento”, come lo ha definito il Financial Times. E pochi giorni dopo, il 29 aprile del 2013, il presidente della Regione dell’epoca, Rosario Crocetta, annunciò l’affitto di un catamarano di 120 metri quadrati confiscato a Vito Nicastri, affinchè veleggiasse nel mare di Sicilia simboleggiando così il riscatto della legalità. Vito Nicastri, già arrestato il 13 luglio del 2012, oggi 13 marzo 2018 è stato arrestato una seconda volta, per concorso esterno alla mafia, in presunta contiguità mafiosa e in affari con Matteo Messina Denaro. Oltre Nicastri, i carabinieri del Comando provinciale di Trapani e gli agenti della Direzione investigativa antimafia hanno arrestato altri 11 indagati presunti nuovi colonnelli nel territorio del superlatitante Messina Denaro. E tra gli 11 spiccano i presunti capi delle famiglie di Vita, Salvatore Crimi, e di Salemi, Michele Gucciardi. Sarebbe stata smantellata un’altra rete di fiancheggiatori, come già accaduto in occasione delle operazioni “Golem” ed “Eden”, organizzata secondo metodi tradizionali, tra postini e pizzini di carta, e impegnata ovunque in Sicilia, e forse anche oltre. L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Carlo Marzella. I reati contestati sono, a vario titolo, associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, favoreggiamento e intestazione fittizia di beni, il tutto aggravato dal metodo mafioso. Sono stati sequestrati anche tre complessi aziendali, nell’ambito delle attività legate agli arrestati, a lavoro non solo nel fotovoltaico e nell’eolico, come Nicastri, ma anche nella produzione di legnami e nella ristorazione. Infatti, gli imprenditori in manette, servendosi anche di professionisti nel settore di consulenze agricole e immobiliari, e di società fittiziamente intestate a terzi, avrebbero investito in colture innovative per la produzione di legname e in attività di ristorazione. E parte del denaro ricavato dagli investimenti dei clan di Vita e Salemi, sarebbe stata destinata a foraggiare la latitanza di Matteo Messina Denaro. Oltre Vito Nicastri, gli altri 11 arrestati sono: Michele Gucciardi, 65 anni di Salemi. Salvatore Crimi, 60 anni di Vita. Melchiorre Leone, 59 anni di Vita. Giuseppe Bellitti, 49 anni di Salemi. Gaspare Salvatore Gucciardi, 56 anni di Vita. Vito Gucciardi, 58 anni di Vita. Girolamo Scandariato, 50 anni di Calatafimi. Roberto Nicastri, 56 anni di Alcamo. Ciro Gino Ficarotta, 68 anni di Palermo. Leonardo Ficarotta, 37 anni di Palermo. E Paolo Vivirito, 39 anni di Palermo.
La Regione avvia un’indagine interna sulla spesa
La Ragioneria generale della Regione Sicilia ha disposto un’indagine interna per verificare se gli enti e gli organismi abbiano rispettato i vincoli di spesa imposti dalle norme nazionali e regionali. La circolare ispettiva è firmata dal ragioniere Giovanni Bologna, che ha chiesto ai dipartimenti, agli enti e ai collegi dei revisori dei conti di fornire gli elementi richiesti dall’amministrazione entro e non oltre il 5 aprile. Nella circolare, tra l’altro, si legge: “E’ un monitoraggio avviato indipendentemente dalla redazione del rendiconto generale della gestione per l’esercizio 2017. La Corte dei conti a sezioni riunite, in sede di parifica del rendiconto generale della Regione per il 2016, ha raccomandato la creazione di un adeguato sistema che permetta alla Ragioneria generale un monitoraggio costante della gestione finanziaria dell’amministrazione e degli enti controllati con puntuale attenzione per le voci di spesa interessate dalle norme di revisione della spesa”. Sono sotto osservazione il rispetto dei vincoli riguardo il divieto di assunzione, i fondi di trattamento accessorio, l’acquisto di beni e servizi, la riduzione dei contratti di acquisto, le spese per la stampa di relazioni e altre pubblicazioni e quelle per spostamenti e missioni, retribuzione e salario accessorio della dirigenza, spese per auto di servizio e rappresentanza, consumi, buoni pasto, compensi e misure di contenimento dei costi agli organi.
Gli architetti pressano sul Piano di utilizzo del demanio marittimo
L’Ordine provinciale degli Architetti di Agrigento rileva che solo alcuni dei Comuni della fascia costiera agrigentina hanno presentato il Pudm, il Piano di utilizzo del demanio marittimo. Giova ripetere che entro il 2020 la gestione del demanio marittimo sarà trasferita ai Comuni, quindi alle amministrazioni comunali. Dunque, l’Ordine degli Architetti ha istituito un’apposita commissione coordinata dal vicepresidente dell’Ordine, Giuseppe Grimaldi, che si occuperà dei problemi legati al Piano del demanio marittimo. Il presidente, Alfonso Cimino, afferma: “Nonostante il tempo trascorso, sono molti i comuni della fascia costiera che non hanno ancora adottato questo importantissimo strumento di pianificazione. Noi stiamo cercando di sollecitare le amministrazioni comunali della provincia all’adozione di tutti gli strumenti urbanistici utili a valorizzare il nostro territorio. E non possono mancare il recupero delle fasce costiere e il Piano di utilizzo delle spiagge del demanio marittimo. In questo percorso, abbiamo istituito una commissione per individuare quali comuni hanno presentato il Pudm e quali invece no, in modo da dare loro il nostro contributo e porre in essere le iniziative volte a valorizzare le fasce costiere, per regolamentare gli interventi e valorizzare le spiagge per la fruizione turistica e dei cittadini. Incontreremo al più presto i sindaci e i dirigenti regionali competenti”.
Commissariata la società di navigazione “Liberty Lines”
La società di navigazione siciliana “Liberty Lines Spa” è stata commissariata. Così ha disposto il Tribunale di Palermo, che ha nominato il commissario giudiziale su richiesta della Procura. I Carabinieri di Palermo e di Trapani hanno notificato un’ordinanza interdittiva nei confronti della società della famiglia di Vittorio Morace, che nel maggio scorso è stato coinvolto nell’inchiesta anticorruzione cosiddetta “Mare nostrum”. E sono stati arrestati l’armatore Ettore Morace, figlio del patron del Trapani calcio Vittorio, entrambi proprietari della compagnia Liberty Lines, l’ex deputato regionale Girolamo Fazio, ex sindaco di Trapani, e il coordinatore della segreteria dell’ex assessore alle Infrastrutture, Giuseppe Montalto. Nell’inchiesta sono coinvolti Vittorio Morace, al quale nel febbraio scorso sono stati sequestrati beni per 10 milioni di euro, l’ex sottosegretario Simona Vicari, l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, la deputata regionale Marianna Caronia e altri.
Palermo, giallo al Museo Pitrè
A Palermo al museo Pitrè mancano all’appello 253 oggetti da una collezione artistica. La responsabile del sito, Eliana Calandra, ha presentato una denuncia ai carabinieri del Nucleo Patrimonio artistico. Il comandante dello stesso Nucleo, Luigi Mancuso, afferma: “Stiamo per ora indagando. Sono scomparsi antichi merletti, pizzi, bambole, mantelli, pugnali, balocchi, bilance, chiavistelli, attrezzi di lavoro, reliquiari, acquarelli, statuette, crocifissi, pitture su vetro, vecchie stampe, finimenti per cavalli, piatti. E poi documenti, servizi da caffè, calici, e personaggi di presepe in terracotta”.
Akragas, Alessi invoca le dimissioni di Di Napoli
A seguito della sconfitta in campionato, 7 a 0, ad opera della Juve Stabia, il presidente dell’Akragas calcio, Silvio Alessi, invoca le dimissioni dell’allenatore Di Napoli. Silvio Alessi afferma: “L’Akragas è stata sconfitta nettamente dalla Juve Stabia. È stata una sconfitta impietosa ed umiliante per la quale non possiamo che chiedere scusa a tutti. Pensavo che dopo una sconfitta del genere, ed in vista dei due derby siciliani consecutivi, l’allenatore Di Napoli tornasse ad Agrigento con la squadra ed invece è rimasto a Castellammare di Stabia. E’una decisione che non condivido e che mi lascia molto perplesso. Invito il mister a riflettere sulla situazione che sta attraversando la squadra e a valutare l’opportunità di fare un passo indietro, di rassegnare le dimissioni, per dare una scossa all’ambiente, ormai triste e sconsolato. Le sue eventuali dimissioni potrebbero servire per dare nuovi stimoli ai calciatori. Voglio ricordare a tutti che sono rimasto da solo a finanziare la società e i sacrifici sono enormi, ed è per questo che chiedo ai calciatori di avere più rispetto per questa maglia”.