Si è giocata la 22esima giornata del campionato di calcio di serie C girone C. L’Akragas è stata sconfitta in casa, sul neutro di Siracusa, 3 a 2 dal Monopoli.
Ecco i risultati:
Siracusa – Rende 0-1
Akragas-Monopoli 2-3
Fondi-Virtus Francavilla 2-2
Lecce-Catania 1-1
Sicula Leonzio-Trapani 1-0
Juve Stabia-Catanzaro 1-1
Reggina-Paganese 1-0
Casertana-Andria 1-2
Cosenza-Matera 2-1
Un episodio increscioso è accaduto al mattino di oggi ad Agrigento. Nella frazione di Fontanelle è stato investito un cane. L’automobile investitrice ha prestato subito soccorso. E così anche altri automobilisti. In tali casi, in tutte le Capitali della Cultura, è l’Ufficio Sanità e Randagismo del Comune che provvede, solitamente su segnalazione dei Vigili Urbani, ad inviare subito sul posto un veterinario, garantendo il recupero e la custodia. E invece no. Nonostante i solleciti, sul posto è stata costretta ad intervenire una delle tante “sante” persone della città di Agrigento, la dottoressa veterinaria Leila Li Causi, che, in privato, e con tanto sacrificio, sopperisce alle omissioni e alle gravi inadempienze degli organi pubblici stipendiati e pagati dai contribuenti. Sì perché le convenzioni con i veterinari privati sono state bloccate, e parecchi arretrati non sono stati pagati agli stessi veterinari. Nonostante ciò le “sante” persone come Leila Li Causi non sono capaci, perché esseri umani, a rinunciare a prestare soccorso. Già l’estate scorsa l’ufficio Sanità del Comune di Agrigento è stato alla ribalta della cronaca a seguito del caso del rifugio lager in contrada Consolida, documentato in video dalle telecamere e dal sopralluogo della Polizia. La redazione di Teleacras ha tentato di contattare l’Ufficio Sanità del Comune di Agrigento. Un dipendente ha risposto “Stiamo provvedendo” ma non ha saputo indicare come “stessero provvedendo”. Abbiamo tentato di interloquire con il signore responsabile dell’Ufficio Sanità, Lo Presti, ma tramite centralino, e poi al numero diretto 0922 590 802 (sempre libero ma con nessuno che risponde) non è stato possibile. Abbiamo comunicato il tutto al portavoce del sindaco Firetto, invitandolo a renderci una replica su quanto accaduto. Siamo in attesa.
A Palermo i Carabinieri, su ordine della Direzione distrettuale antimafia, hanno arrestato 5 indagati di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione. Tra gli arrestati vi è Giuseppe Biondino, figlio di Salvatore Biondino, autista e uomo di fiducia di Totò Riina. Biondino sarebbe l’attuale reggente del mandamento di San Lorenzo. Gli altri quattro arrestati sono Salvatore Ariolo e il tunisino Ahmed Glaoui, presunti affiliati rispettivamente alle famiglie mafiose di San Lorenzo e Partanna Mondello. Poi Bartolomeo Mancuso, che sarebbe coinvolto in un’estorsione consumata e due tentate a danno di imprenditori e commercianti. E poi Francesco Lo Iacono, sospettato di essere stato il mandante di un grave incendio commesso, la notte del 14 agosto 2015, contro un’attività commerciale di Partinico, per il quale sono già stati arrestati gli esecutori materiali nell’ambito dell’operazione cosiddetta “Talea” eseguita il 5 dicembre 2017. L’inchiesta è frutto soprattutto delle dichiarazioni del neo collaboratore della giustizia, Sergio Macaluso. Giuseppe Biondino, inteso “L’Onorevole”, e Francesco Lo Iacono avrebbero compreso che Macaluso si fosse pentito, e sarebbero stati prossimi a rendersi latitanti.
Si sono concluse le “Parlamentarie” del Movimento 5 Stelle e, nel corso della convention nazionale a Pescara, sono emersi a galla, dalla consultazione internet tra gli iscritti, i nomi dei candidati alle prossime elezioni Politiche di domenica 4 marzo. Nel collegio agrigentino Sicilia 1-03 alla Camera il primo posto in lista è all’uscente Azzurra Cancelleri, al secondo Filippo Perconti di Bivona, al terzo Rosalba Cimino di Grotte, al quarto l’agrigentino Dino Terrana. E supplenti sono: Laura Piazza, Dedalo Pignatone, Antonella Di Prima e Carmelo Baio. Poi, per il Senato della Repubblica nel collegio agrigentino Sicilia-01 sono candidati Vincenzo Maurizio Santangelo, Antonella Campagna, Alberto Samonà e Cinzia Leone. E supplenti sono: Fabrizio Trentacoste, Lydia Angela Schembri, Marco Trapanese e Giuseppina Montana.
Tra gli esclusi eccellenti nella corsa delle “Parlamentarie” del Movimento 5 Stelle ad Agrigento vi è stato l’avvocato Emanuele Dalli Cardillo, già candidato alle Regionali del 2012 e a sindaco di Agrigento nel 2015. E Dalli Cardillo, al perché è stato escluso, ha risposto così: “Non lo so. Ho chiesto lumi ai ‘padroni’ dei 5 Stelle in Sicilia e l’unica cosa che mi hanno detto è che ha deciso il capo politico. Prima delle elezioni Regionali avevo avvisato, sia lo staff nazionale che Cancelleri, che nelle nostre liste rischiavamo di candidare un imprenditore di Agrigento che faceva estorsioni ai suoi dipendenti. Non solo non mi hanno ascoltato ma da allora sono stato messo all’angolo. Ciò è saltato fuori dopo le Regionali, ma io lo sapevo prima perché da avvocato assistevo un attivista dei 5 Stelle che, dopo essere stato convocato dalla Squadra Mobile, aveva confermato le estorsioni subite. E’ successo il 24 luglio scorso, e io ho subito inviato un’e-mail al Movimento nazionale e due messaggi a Cancelleri. Non mi hanno risposto. Anzi, quando sono stati ad Agrigento per la campagna elettorale, Cancelleri, Di Maio e Di Battista hanno dormito nell’albergo dello stesso imprenditore. Hanno fatto la campagna contro gli impresentabili, ma loro sapevano di averne uno in lista. E quando l’imprenditore è stato arrestato e ha patteggiato la condanna, l’attivista che ho difeso io non ha ricevuto nemmeno una telefonata da Cancelleri o dai leader del Movimento. Penso che adesso ci vogliano far pagare la vicenda, che ha danneggiato sicuramente il Movimento. Mi sento pugnalato alle spalle. Ho dato la vita in questi sei anni per il Movimento. Adesso una parte di me è morta: mi sono speso per un ideale e sono stato tradito. Nei 5 Stelle uno non vale uno”.
Ad Agrigento, a Casa Sanfilippo, nella Valle dei Templi, alle ore 10:30, il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, insieme al direttore dell’Ente Parco dei Templi, Giuseppe Parello, e al commissario Bernardo Campo, hanno presentato ufficialmente alla stampa il programma dell’edizione 2018 della “Festa del Mandorlo in fiore”.
Le interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Lunedì 22 gennaio: trascorso il primo mese del mite inverno del 2018, altrettanto mite non è stata l’alba tra Agrigento e provincia. I Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento hanno sferrato un assalto al territorio, impugnando 56 mandati di cattura. E’ stata una maxi operazione antimafia e non solo, intitolata “Montagna”, coordinata e scatenata dalla Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Hanno lavorato 400 militari, un elicottero, e unità cinofile. Le ipotesi di reato contestate sono, a vario titolo, associazione mafiosa, traffico di droga, truffa ed estorsione. E poi una contestazione di voto di scambio. L’uragano delle ordinanze di custodia cautelare avrebbe travolto i vertici dei mandamenti di Cosa Nostra agrigentini, tra Santa Elisabetta e Sciacca, 16 famiglie mafiose della provincia, e anche affiliati delle province di Caltanissetta, Palermo, Enna, Ragusa e Catania. Le indagini avrebbero documentato stretti collegamenti non solo tra agrigentini e i capimafia di quasi tutta la Sicilia ma anche con le ‘ndrine calabresi. E poi un fiorente traffico di droga ed estorsioni a danno di 27 aziende. Il pizzo sarebbe stato preteso anche da due cooperative che si occupano dell’accoglienza agli immigrati richiedenti asilo. Si tratta della “Omnia Academy” di Favara e della Società cooperativa “San Francesco” di Agrigento. Sono state sequestrate 7 società: V & F. Group srl di Agrigento, Mg Giochi di Traina Nazarena con sede a Cammarata, il centro scommesse “GoldBet” di corso Umberto primo a Casteltermini, LI.Ve.Ca. srl con sede a Racalmuto, e i patrimoni aziendali delle imprese individuali di Stefano Valenti, Gerlando Valenti e Vincenzo Spoto.Tra gli arrestati vi è il sindaco di San Biagio Platani, Santo Sabella, indagato di concorso esterno in associazione mafiosa: alle ultime elezioni Amministrative, nel maggio del 2014, avrebbe concordato le candidature con esponenti mafiosi di vertice del suo paese. E poi avrebbe compiuto illecite pressioni nell’assegnazione di appalti. Inoltre, il sindaco Sabella avrebbe allarmato il presunto capomafia di San Biagio Platani, Giuseppe Nugara, dei controlli in corso nel territorio comunale tramite telecamere, e lo avrebbe invitato a non intrattenere rapporti con un carabiniere in servizio a San Biagio. E le parole di Sabella, intercettato, sarebbero state: “Devi stare attento…tutti i bastardi che stanno davanti alle telecamere…puntano telecamere…è pericoloso… devi stare attento a parlarci”. In carcere, ancora tra gli altri, vi è Francesco Fragapane, 37 anni, di Santa Elisabetta, figlio del già capo di Cosa Nostra agrigentina, Salvatore Fragapane, detenuto all’ergastolo dal 1995. Francesco Fragapane avrebbe ricostituito e diretto lo storico mandamento che comprende tutta l’area montana dell’Agrigentino, e, nel dettaglio, i paesi di Raffadali, Aragona, Sant’Angelo Muxaro, San Biagio Platani, Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cammarata e San Giovanni Gemini. Ecco perché il blitz è stato battezzato “Montagna”.
Gli arrestati in carcere sono :
Carmelo Battaglia, 42 anni, Comiso,
Giuseppe Blando, 54 anni, Favara
Giorgio Cavallaro, 50 anni, Grotte
Vincenzo Cipolla, 56 anni, San Biagio Platani
Franco D’Ugo, 53 anni, Palazzo Adriano
Giacomo Di Dio, 50 anni, Capizzi
Santo Di Dio, 50 anni, Capizzi
Salvatore Di Gangi, 74 anni, Sciacca
Angelo Di Giovanni, 46 anni, Favara
Vincenzo Dolce, 52 anni, Cerda
Francesco Drago, 51 anni, Siculiana
Concetto Errigo, 59 anni, Comiso
Pasquale Fanara, 59 anni, Favara
Daniele Fragapane, 33 anni, Santa Elisabetta
Francesco Fragapane, 37 anni, Santa Elisabetta
Raffaele Fragapane, 41 anni, Santa Elisabetta
Giovanni Gattuso, 62 anni, Castronovo di Sicilia
Alessandro Geraci, 32 anni, Petralia Sottana
Angelo Giambrone, 36 anni, Santo Stefano Quisquina
Calogerino Giambrone, 52 anni, Cammarata
Raffaele La Rosa, 59 anni, San Biagio Platani
Roberto Lampasona, 40 anni, Santa Elisabetta
Calogero Limblici, 60 anni, Favara
Calogero Maglio, 51 anni, Favara
Vincenzo Mangiapane, 54 anni, Cammarata
Vincenzo Mangiapane, 55 anni, Cammarata
Domenico Maniscalco, 53 anni, Sciacca
Giovanni Maranto, 54 anni, Polizzi Generosa
Pietro Masaracchia, 68 anni, Palazzo Adriano
Giuseppe Nugara, 53 anni, San Biagio Platani
Salvatore Pellitteri, 42 anni, Chiusa Sclafani
Vincenzo Pellitteri, 66 anni, Chiusa Sclafani
Luigi Pullara, 54 anni, Favara
Salvatore Puma, 41 anni, Racalmuto
Giuseppe Quaranta, 50 anni, Favara
Pietro Stefano Reina, 67 anni, San Giovanni Gemini
Santo Sabella, 53 anni, San Biagio Platani
Calogero Sedita, 35 anni, Santo Stefano Quisquina
Giuseppe Scavetto, 49 anni, Casteltermini
Giuseppe Spoto, 79 anni, Bivona
Massimo Spoto, 40 anni, Bivona
Vincenzo Spoto, 42 anni, Bivona
Gerlando Valenti, 46 anni, Favara
Stefano Valenti, 52 anni, Favara
Giuseppe Vella, 38 anni, Favara
Salvatore Vitello, 43 anni, Favara
Antonino Vizzì, 54 anni, Raffadali
Ai domiciliari sono ristretti:
Adolfo Albanese, 71 anni, Petralia Sottana
Salvatore La Greca, 75 anni, Cammarata
Antonio Licata, 27 anni, Favara
Calogero Quaranta, 26 anni, Favara
Stefano Di Maria, 25 anni, Favara
Salvatore Montalbano, 25 anni, Favara
Salvatore Montalbano, 24 anni, Favara
Calogero Principato, 26 anni, Agrigento
Marco Veldhuis, 20 anni, Agrigento
Domenico Antonio Cordaro, 53 anni, San Cataldo
Francesco Giordano, 50 anni, Niscemi
Domenico Lombardo, 25 anni, Favara
Obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per:
Vincenzo Valenti, 24 anni, di Favara,
Nazarena Traina, 47 anni, di Cammarata,
Viviana La Mendola, 39 anni, di Cammarata,
Antonio Scorsone, 53 anni, di Favara.
La società Girgenti Acque interviene a seguito della notizia dello scoppio delle fogne nei pressi del depuratore del Villaggio Mosè segnalato e documentato in video dall’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento. Girgenti Acque afferma: “Teniamo a rassicurare che, in riferimento ad un’ostruzione riscontrata al collettore fognario di via Nicolò La Valle, non è in corso alcun ‘disastro sanitario’. Appena individuato il guasto, ci siamo immediatamente attivati per intervenire nell’area interessata, avviando i dovuti lavori di ripristino tuttora in corso di esecuzione. Si evidenzia che tutti gli interventi effettuati sono stati tempestivamente comunicati alle Autorità competenti. Inoltre, al fine di rilevare eventuali contaminazioni del sito, procederemo con il prelievo di appositi campioni e con le relative analisi di laboratorio e, nel caso in cui anche uno solo dei valori dovesse risultare superiore alle concentrazioni di soglia di contaminazione consentite dalla legge, oltre all’intervento di messa in sicurezza già effettuato, si procederà con l’attuazione delle procedure di bonifica”.
Il deputato Alessandro Pagano, della Lega-Salvini premier, segretario regionale per la Sicilia occidentale, interviene a seguito dei disordini e delle violenze insorte al Centro d’accoglienza per migranti a Lampedusa. Alessandro Pagano afferma: “Giù le mani dalle forze dell’ordine, stop ai clandestini. A Lampedusa abbiamo toccato uno dei punti di non ritorno sul fronte emergenza immigrati: un carabiniere è stato ferito da un gruppo di tunisini clandestini che ha scagliato una sassaiola contro le forze dell’ordine. Il silenzio del Governo e del Viminale è agghiacciante. Dove sono le anime belle della sinistra? Dove sono i grillini? La Boldrini perché non si indigna? Questa è la fotografia del fallimento della finta accoglienza targata Pd di Renzi, Minniti e Gentiloni. Da Nord a Sud, in tutta Italia, non c’è giorno senza proteste e tensioni con protagonisti richiedenti asilo e clandestini. A Lampedusa da mesi lo stesso sindaco ha posto il tema dell’insostenibile convivenza con i migranti ospiti nei centri dell’isola, che oziano, delinquono e diventano molesti. Situazioni incresciose che si sommano alle proteste delle comunità in mezza Sicilia, dall’agrigentino al messinese. I siciliani il prossimo 4 marzo non possono non tenere conto di tutto ciò. Serve riportare ordine e sicurezza nelle nostre città. Accogliere chi scappa da guerra, integrazione per chi ha diritto di stare in Italia, per il resto rimpatri di massa”.
Il dottor A D, sono le iniziali del nome, 43 anni, di Cammarata, assessore comunale in carica a Cammarata, è un lavoratore proveniente dai servizi formativi. La legislazione regionale vigente ha previsto l’istituzione di un elenco unico ad esaurimento dei lavoratori provenienti dai servizi formativi, da cui attingere per la realizzazione delle attività affidate al Dipartimento Lavoro. L’Assessore regionale della Famiglia ha previsto l’istituzione dell’elenco unico ad esaurimento dei lavoratori provenienti dai servizi formativi. In particolare la domanda di inserimento doveva essere indirizzata tramite posta elettronica certificata o per raccomandata a.r. Ed altro articolo del decreto istitutivo prevedeva che le istanze “dovranno pervenire entro e non oltre il 30 settembre 2016; non farà fede il timbro postale”. L’Assessore comunale di Cammarata spediva il 29/9/2016 la domanda di inserimento ma il plico perveniva in data 4 ottobre 2016: pertanto veniva escluso dall’elenco in questione. A questo punto l’interessato decideva di proporre un ricorso davanti al TAR Sicilia, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, contro l’assessorato regionale della Famiglia, per l’annullamento, previa sospensione, sia del provvedimento di esclusione, sia della clausola del bando laddove prevedeva che le domande di inserimento dovessero pervenire entro il 30/9/2016, e che non avrebbe fatto fede il timbro postale. In particolare gli Avvocati Rubino e Impiduglia hanno censurato i provvedimenti impugnati sotto il profilo della violazione del principio generale secondo cui nelle selezioni pubbliche in caso di spedizione con servizio postale fa fede il timbro postale di accettazione. E ciò citando precedenti giurisprudenziali favorevoli del Tar Lazio e del Tar Catania. Già in sede camerale il Tar Sicilia, Palermo, Sezione Terza, aveva ritenuto fondate le censure formulate dagli avvocati Rubino e Impiduglia, accogliendo la domanda cautelare di inserimento con riserva del ricorrente nell’elenco, e condannando la Regione Siciliana al pagamento delle spese giudiziali inerenti la fase cautelare. Da ultimo, esaminando il merito della controversia, il Tar Sicilia,Palermo, Sezione terza, ha annullato i provvedimenti impugnati, dichiarando sia l’illegittimità della clausola del bando impugnata, non sorretta da alcuna adeguata motivazione, sia l’illegittimità del provvedimento di esclusione. Pertanto, per effetto delle pronunzie rese dal Tar, l’assessore comunale di Cammarata sarà inserito nell’elenco unico ad esaurimento dei lavoratori provenienti dai servizi formativi, mentre la Regione Siciliana pagherà le spese giudiziali inerenti la fase cautelare. L’avvocato Girolamo Rubino