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Sciacca, foglio di via per due pakistani irregolari

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A Sciacca la Polizia ha intercettato nel centro cittadino due immigrati irregolari originari del Pakistan. A loro è stato notificato il foglio di via, e quindi di espulsione dal territorio nazionale. Ad uno dei due, peraltro, è stata già respinta la richiesta di asilo politico.

Arrestato canicattinese ricercato dalla Germania

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I Carabinieri della Compagnia di Licata e della Stazione di Camastra, a seguito di mirate attività d’indagine, hanno arrestato Gioacchino Nicotra, 40 anni, originario di Canicattì e dimorante a Camastra, muratore, inseguito da un ordine di arresto europeo emesso dall’Autorità giudiziaria Tedesca per truffa e altri reati commessi in Germania. Nicotra è adesso recluso nel carcere Petrusa ad Agrigento.

Agrigento, cartoline da Giardina Gallotti

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Agrigento, in attesa di essere Capitale della Cultura nel 2020, adesso è la capitale dell’immondizia. Numerosi cittadini, preda dell’esasperazione, inviano documenti fotografici a testimonianza delle condizioni di estremo degrado in cui versa il territorio cittadino. Ecco le ultime cartoline – souvenir ricevute dagli abitanti della frazione di Giardina Gallotti…

Campobello di Licata, vietati i funerali di Ignazio Accascio

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Ignazio Accascio

Ignazio Accascio
Il questore di Agrigento, Maurizio Auriemma, ha vietato, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, i funerali di Ignazio Accascio, 77 anni, ritenuto il capomafia di Campobello di Licata, arrestato nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Ghost 2 – Saraceno”. Accascio ha scontato 10 anni di reclusione e nel marzo del 2016 il Tribunale di Agrigento, accogliendo l’istanza dei difensori, gli avvocati Nino Gaziano e Salvatore Manganello, ha revocato ad Accascio la misura cautelare della libertà vigilata in quanto non più socialmente pericoloso. I funerali avrebbero dovuto svolgersi ieri pomeriggio, nella chiesa dell’Immacolata a Campobello di Licata.

Catania, 6 a 0 all’Akragas e supera il turno in Coppa Italia

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Il Catania, giocando in casa, ha vinto il derby di Coppa Italia contro l’Akragas 6 a 0, e supera il turno. A conclusione della partita, l’allenatore dell’Akragas, Raffaele Di Napoli, ha commentato: “Siamo molto dispiaciuti per la società e per i nostri tifosi. Mi dispiace anche personalmente la sconfitta contro il Catania. Chiediamo pubblicamente scusa a tutti i nostri tifosi. Il punteggio finale è mortificante per i colori biancoazzurri ma abbiamo affrontato un’ottima squadra, con un organico di gran lunga superiore al nostro. Aver giocato tanto tempo in inferiorità numerica ha sicuramente influito sul punteggio finale. Chi è sceso in campo ha dato il massimo, ma non è bastato per fermare il Catania. Siamo tristi e amareggiati, ma subito dobbiamo rialzare la testa e guardare avanti. La Coppa Italia è servita per migliorare la condizione atletica della squadra, ma anche per provare schemi e uomini da adattare al campionato, che è e rimane il nostro principale obiettivo. Vogliamo disputare una grande stagione e regalare la terza salvezza di fila ai tifosi del Gigante. Il nostro obiettivo da adesso in avanti sarà sbagliare meno possibile e per farlo abbiamo necessariamente bisogno anche del sostegno dei nostri tifosi. Vi chiediamo di aver pazienza e starci vicino. Siamo tosti e questa sconfitta ci darà la spinta necessaria per fare meglio le prossime partite. La società ha operato sul mercato come meglio poteva fare, consapevoli di un budget molto ristretto, com’era a conoscenza di tutti. Ciò nonostante lotteremo per raggiungere la salvezza, e già sabato prossimo contro il Rende all’Esseneto cercheremo di vincere a tutti i costi. Sapevamo tutti già prima dell’iscrizione al campionato le difficoltà che avremmo incontrato ed abbiamo accettato di buon grado pur di partecipare al torneo di serie C. Gli sforzi che sta facendo la società per mantenere la categoria sono enormi. La proprietà va elogiata e serve stare tutti uniti per raggiungere la salvezza, altrimenti tutto diventa più difficile”.

Tragedia della strada a Gela, morta anche la bambina di 6 anni

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Nuccia Vullo

A Palermo, all’ospedale “Di Cristina”, è morta anche la figlia di 6 anni di Nuccia Vullo, 35 anni, di Gela, la parrucchiera morta lunedì sera a Gela, in via Venezia, investita durante l’attraversamento della strada appena fuori una pizzeria, con in braccio la figlia dormiente. L’investitore, Salvatore Rinella, 23 anni, cameriere, prima fuggito, si è poi costituito, e risponderà di omicidio stradale con fuga del conducente. La piccola, che ha subito un trauma cranico, è stata trasferita a Palermo e, dopo il superamento di un primo arresto cardiaco, è poi morta.

Gianfranco Miccichè conferma il tandem Musumeci-Armao

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Il coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, conferma la conclusione dell’accordo per il tandem o ticket Musumeci – Armao per la corsa alla Presidenza della Regione in occasione delle elezioni del 5 novembre. Lo stesso Miccichè afferma: “Lo consideriamo chiuso, ma con Musumeci abbiamo deciso che quando sarà ufficiale faremo una conferenza stampa all’Assemblea regionale. Sono convinto che la strada giusta è questa e sono convinto che si andrà avanti. C’è un programma che è quello di Gaetano Armao che vorremmo venisse preso in considerazione dalla coalizione”.

Rubati documenti nel museo Falcone

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L’ex autista del giudice Giovanni Falcone, Giovanni Paparcuri, sopravvissuto all’attentato del 23 maggio del 1992 che a Capaci ha provocato la morte di Falcone, la moglie e la scorta, ha denunciato il furto di alcuni documenti conservati ed esposti nelle stanze del tribunale di Palermo in cui Falcone ha lavorato, e che adesso sono adibite a museo di cui è custode lo stesso Giovanni Paparcuri. Paparcuri, che ha avvertito l’autorità giudiziaria, ha sporto una formale denuncia, e afferma: “Il furto è avvenuto nel cosiddetto bunkerino, che si trova in un’ala del tribunale ed è visitato da turisti e cittadini. Sono spariti la relazione a firma del giudice Rocco Chinnici, la scheda comandi del wordstar che si trovava nell’ufficio del giudice Giovanni Falcone, la confezione azzurra e grigia della Olivetti con all’interno diversi flop disk. Sono oggetti che non hanno alcun valore materiale, ma che qualcuno ha pensato di portare via come souvenir. Chiunque sia stato è pregato di riportarli. Non mi rivolgo ai visitatori onestissimi e che non c’entrano nulla e con cui mi scuso, ma a quei disonesti che hanno approfittato della mia fiducia. Sperate soltanto che dalle video registrazioni non si veda nulla”.

Migranti ad agosto: meno 18.100

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Le politiche di contenimento e di governo dei flussi di migranti del ministro Minniti si rivelano più che positive. Ad agosto sono stati registrati meno 18.100 arrivi rispetto all’agosto dell’anno scorso 2016. Si tratta dunque della conferma di una radicale inversione di tendenza rispetto agli sbarchi di immigrati sulle coste italiane, e che si è già manifestata ampiamente nel mese di luglio scorso. Ad oggi, ad agosto, gli arrivi sono stati 3.194 a fronte dei 21.294 dell’agosto dello scorso anno. Il saldo negativo è dunque di 18.100 persone, mentre già luglio ha registrato un dimezzamento degli sbarchi, 11.459 del 2017 contro i 23.552 del luglio 2016. Ancora secondo i dati aggiornati del ministero dell’Interno, dal primo gennaio 2017 ad oggi la percentuale dei migranti arrivati in Italia via mare rispetto allo stesso periodo del 2016 è -7,62%, con 98.407 persone giunte quest’anno contro le 106.523 del 2016.

Incidente Di Stefano, appello testimonianze

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L'incidente che ha provocato la morte di Giuseppe Di Stefano

Giuseppe Di Stefano
Ad Agrigento, in piazza Vittorio Emanuele, negli uffici della Questura, alla Squadra Mobile, a lui, il capo, Giovanni Minardi, e poi in via Crispi, alla Polizia Stradale, a lui, il capo, Andrea Morreale, si sono presentati alcuni potenziali testimoni dell’incidente che martedì 22 agosto ha provocato la morte di Giuseppe Di Stefano, 26 anni. Si tratta di due, tre persone, le cui testimonianze però non si sarebbero rivelate proficue. Coloro che generosamente e con senso di responsabilità hanno raggiunto la Squadra Mobile o la Polizia Stradale, sono transitati poco prima o dopo il sinistro mortale nel luogo nefasto, e hanno raccontato dello scenario, i presenti, l’evoluzione di quanto già accaduto, ma non come e perché sia accaduto. Ed ecco l’interrogativo che martella la famiglia della vittima e gli investigatori: vi sono delle responsabilità terze a causa dell’effetto? Nel tardo pomeriggio del 22 agosto, in contrada Maddalusa, lungo la statale 640, al chilometro 3, un altro mezzo, che ad esempio avrebbe tagliato la strada, o un’altra circostanza avrebbe causato la rovinosa caduta della motocicletta condotta da Giuseppe Di Stefano e la morte del centauro? Affinchè tali interrogativi siano risolti, i familiari del ragazzo deceduto, sin dal giorno dei funerali, hanno rivolto un appello verso eventuali testimoni. E così anche la Polizia Stradale e la Squadra Mobile. Adesso il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, accogliendo subito l’invito dei signori Di Stefano, rilancia la necessità che coloro che siano in possesso di notizie o indizi utili li rendano a disposizione delle indagini, anche in forma anonima. E le parole di Firetto sono: “Una settimana fa, il 22 agosto, un nostro giovane, Giuseppe Di Stefano, di appena 26 anni, ha perso la vita sulla strada. Faccio mio, l’appello della famiglia, affinchè qualcuno, se in quella circostanza ha visto qualcosa, si faccia avanti anche in forma anonima per contribuire alle indagini in corso sulla dinamica dell’incidente”. Familiari e investigatori confidano ancora nella possibilità di una svolta all’inchiesta: il tratto stradale della Maddalusa sulla 640 è, soprattutto adesso, ad agosto, molto trafficato, e non è affatto improbabile che ci si accorga di quanto si spera qualcuno si sia accorto.