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Sicilia, da sabato prossimo musei e siti archeologici chiusi

Come ogni estate, si ripropone il problema in Sicilia della impossibilità finanziaria di mantenere fruibili al pubblico i musei e i siti archeologici durante i giorni festivi, prefestivi e di notte. Già da sabato prossimo gli ingressi saranno chiusi. La Sas, società partecipata dalla Regione, che con i suoi 1.900 dipendenti gestisce il servizio di custodia e vigilanza nei beni culturali, ha avvisato i vertici della Regione e i direttori dei siti culturali che non sarà più garantito il servizio. Il dirigente della Sas, Sergio Tufano, spiega: “La Finanziaria ci ha tagliato i fondi per le turnazioni, e mancano un milione e 800mila euro. E per di più anche i finanziamenti previsti non sono mai arrivati. Così abbiamo anticipato noi per i primi 6 mesi dell’anno circa 900 mila euro. Ora però siamo costretti a bloccare tutto. Abbiamo dato la disponibilità a riorganizzare i servizi e so che qualche direttore di museo sta facendo altrettanto per provare a coprire le falle. Ma il punto è che si può realisticamente garantire solo l’apertura ordinaria. Non ci sono i fondi per il notturno, servizio di cui peraltro si potrebbe fare a meno, nè per i festivi e i prefestivi. Il costo annuale solo per queste aperture straordinarie si aggira sul milione e 800 mila euro. Ogni dipendente della Sas impegnato nel servizio di guardiania gode di incentivi che possono far lievitare parecchio la busta paga. Il turno notturno, per esempio, garantisce un giorno libero in più nel resto della settimana e questo ovviamente apre buchi negli organici. In generale per assicurare i turni straordinari ogni dipendente oltre allo stipendio ha un forfettario di 90 euro lordi mensili. A questi aggiunge 30 euro per ogni notte di lavoro. Chi è impegnato la domenica somma 30 euro al valore della giornata standard. E chi lavora nei superfestivi (Natale, Capodanno, Ferragosto) aggiunge 50 euro alla giornata normale”.

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