HomeCronaca“Leo Sutera e fiancheggiatori”, altri dettagli (video)

“Leo Sutera e fiancheggiatori”, altri dettagli (video)

Non rispondono ai magistrati i tre presunti fiancheggiatori di Leo Sutera arrestati dalla Squadra Mobile. Altri particolari nell’ambito dell’inchiesta.

Tabone, Sutera, Salvato e Vaccaro

I presunti tre fiancheggiatori del boss di Sambuca di Sicilia e presunto capo di Cosa Nostra agrigentina, Leo Sutera, che sarebbero stati in stretto contatto con lui, proteggendolo, informandolo e veicolando i suoi messaggi, dopo l’arresto ad opera della Squadra Mobile di Agrigento sono stati interrogati nel carcere “Pasquale Di Lorenzo” ad Agrigento e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. La fioraia Maria Salvato, 45 anni, l’imprenditore Giuseppe Tabone, 53 anni, e il presunto autista del boss, Vito Vaccaro, 57 anni, sono indagati di favoreggiamento con l’aggravante mafiosa. E tra le pagine dell’inchiesta emergono altri particolari: a Sambuca di Sicilia il negozio di fiori gestito da Maria Salvato e l’abitazione dell’anziana madre di Leo Sutera sono uno accanto all’altra, in Viale Gramsci, fuori dal centro cittadino, e gli investigatori lo ritengono un luogo con caratteristiche di riservatezza, teatro spesso di incontri altrettanto riservati. Nel corso di una conversazione intercettata lo scorso 11 novembre, tra Vito Vaccaro, autista di Leo Sutera, e la sua compagna, A G sono le iniziali del nome, a bordo dell’automobile di lui, una Fiat Stilo, lui, Vaccaro, alludendo verosimilmente a Leo Sutera, si rivolge così a lei, e le sue parole sono state: “Perché lui tagliato è. E’ il capo di tutta la provincia di Agrigento…muta non dire niente. Comanda tutta Agrigento. Io ti ho detto questa cosa che non ti dovevo dire. Stai attenta e parli… perché… nemmeno se ci lasciamo. Prendi e svuoti… te lo devi tenere nello stomaco. Io… con me si è comportato bene”. In altre conversazioni intercettate, Maria Salvato e suo marito, senza alcuna esitazione, discutono di Leo Sutera qualificandolo come indiscusso vertice della consorteria mafiosa operante nel territorio di Sambuca di Sicilia. E poi, una conversazione è stata intercettata il 17 marzo del 2017 tra Leo Sutera e Hedi Chaieb, un tunisino ritenuto particolarmente vicino a Sutera. I due viaggiano insieme, andata e ritorno, per una udienza innanzi alla Corte d’Appello di Palermo. Chaieb chiede a Leo Sutera dove potere recuperare una pistola. Sutera risponde di non essere a conoscenza di chi ne avesse disponibilità. La risposta di Sutera è ritenuta elusiva, e testimonia come Leo Sutera abbia adottato le opportune cautele per sfuggire alle microspie. E così rimprovera il tunisino: “No… qua nella radio che c’è”… Qua dentro? Vedi che…vedi che tutte cose… la Sicilia è tutta controllata”. E poi, al ritorno dal processo, Chaieb, scagliandosi contro i pentiti, così si rivolge a Sutera: “E tutti i problemi è per colpa di un infame vero?… E Sutera: “Eh! e sì… E Chaieb, ridendo: “E perché, non possiamo eliminare qualcuno?”. E poi, il primo marzo 2018 Leo Sutera a Palermo ha acquistato un apparecchio per la rilevazione delle microspie, e lo ha collaudato a Sambuca di Sicilia il 7 marzo quando, nei pressi della casa della madre, ha bonificato l’automobile, una Toyota, di un imprenditore ritenuto a lui vicino, Melchiorre Di Maria. Peraltro, già il 27 luglio del 2016 Leo Sutera ha scoperto, e ha subito distrutto, una delle apparecchiature per la captazione delle conversazioni all’interno della sua abitazione, in contrada Batia. Ancora a testimonianza del presunto ruolo di vertice di Leo Sutera, il già capomafia di Menfi, Vito Bucceri, adesso collaboratore della Giustizia, ricorda quando ha rischiato di essere ucciso perché intrattenne una relazione sentimentale con la moglie di un altro mafioso. E racconta: “Leo Sutera è venuto da me per constatare se era vero o se non era vero. La regola non scritta dell’organizzazione mafiosa vuole che non si devono avere rapporti sentimentali con le donne di altri mafiosi. Il mio reintegro a capo della famiglia di Menfi poteva essere deciso solo da Leo Sutera e Pietro Campo, specialmente da Sutera. Chi decide sono sempre Campo e Sutera. E Sutera è il capo mandamento ed ha riferimenti in ogni paese. Ho avuto la sensazione che Leo Sutera abbia fatto finta di credere alle mie giustificazioni per evitare il peggio e per salvarmi la vita”.

Angelo Ruoppolo
Angelo Ruoppolohttps://www.teleacras.it
Giornalista professionista, di Agrigento. Nel febbraio 1999 l’esordio televisivo con Teleacras. Dal 24 aprile 2012 è direttore responsabile del Tg dell’emittente agrigentina. Numerose le finestre radio – televisive nazionali in cui Angelo Ruoppolo è stato ospite. Solo per citarne alcune: Trio Medusa su Radio DeeJay, La vita in diretta su Rai 1, Rai 3 per Blob Best, Rai 1 con Tutti pazzi per la tele, Barbareschi shock su La 7, Rai Radio 2 con Le colonne d’Ercole, con Radio DeeJay per Ciao Belli, su Rai 3 con Mi manda Rai 3, con Rai 2 in Coast to coast, con Rai 2 in Gli sbandati, ancora con Rai 2 in Viaggio nell'Italia del Giro, con Striscia la notizia su Canale 5, con Radio 105 nello Zoo di Radio 105 e Rebus su Rai 3. Più volte è stato presente e citato nelle home page dei siti di Repubblica e di Live Sicilia. Il sosia di Ruoppolo, Angelo Joppolo, alias Alessandro Pappacoda, è stato il protagonista della fortunata e gettonata rubrica “Camera Zhen”, in onda su Teleacras, e del film natalizio “Gratta e scappa”, con una “prima” affollatissima al Cine Astor di Agrigento. I suoi video su youtube contano al giugno 2023 quasi 30 milioni di visualizzazioni complessive. Gli sono stati assegnati diversi premi tra cui: "Sipario d'Oro", "Alessio Di Giovanni", "Mimosa d'Oro", "Pippo Montalbano". Indirizzo mail: angeloruoppolo@virgilio.it
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