L’Associazione dei costruttori edili siciliani lancia l’allarme: “Basta con l’assistenzialismo, si sfruttino le risorse europee e del Pnrr. Oltre 2 miliardi e 400 milioni di euro sono già banditi.
Solo assistenza a fondo perduto o anche progetti e investimenti produttivi? Ecco l’interrogativo che sollevano i costruttori edili siciliani associati nell’Ance, capitanata da Santo Cutrone, che spiega: “I siciliani sono refrattari allo sviluppo, aggrappati all’assistenzialismo, come il Reddito di cittadinanza. E le imprese sospendono i cantieri perché, ad esempio, mancano conduttori specializzati. I giovani non scommettono sulle proprie capacità con le occasioni offerte dall’iniziativa ‘Resto al Sud’, e con i concorsi banditi per sfruttare le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E tanti altri validi talenti sono costretti a emigrare. Il Reddito di cittadinanza non durerà in eterno. Basta col tendere la mano aspettando che qualcuno eroghi sussidi mascherati da lavoro. L’assistenzialismo da subito sembra comodo, ma alla lunga desertifica la nostra terra”. E poi Cutrone lancia l’allarme: “Se la Sicilia non sarà in grado di spendere i soldi del Pnrr, la prima colpa sarà dei territori siciliani, tra enti locali e di ricerca, imprese e cittadini, che non si coalizzano e attrezzano per partecipare ai tanti bandi che danno soldi, in totale 2 miliardi e 469 milioni, a chi ha idee e vuole costruire il proprio futuro senza per forza attendere che siano gli enti pubblici a farlo”. E poi, in riferimento al riconoscimento internazionale della posizione geo – politica strategica del Sud Italia rivolto al bacino Mediterraneo, come quindi anche la Sicilia, il presidente dei costruttori siciliani aggiunge: “Nel complesso quadro di investimenti strutturali per la trasformazione dei nostri territori, tracciato dalla Commissione europea e dal Governo nazionale, l’Associazione dei costruttori edili calcola, nello studio ‘Locomotiva Sud’, che sono a disposizione del Mezzogiorno per la prima volta 121 miliardi di euro tra fondi del Pnrr e dell’Agenda europea 2021 – 2027. Ma, mentre le altre aree del Sud stanno rispondendo, quelle della Sicilia languono. Al Sud il 70% di imprese è pronto a investire nell’innovazione per cogliere le opportunità del Pnrr, mentre la percentuale in Sicilia non arriva al 50%. Su 40 progetti finora approvati, solo 3 sono arrivati dalla Sicilia. E solo per citare alcuni bandi: sono a disposizione 350 milioni di euro per recuperare siti dismessi e trasformarli in hub dell’innovazione a servizio delle imprese. L’obiettivo è di crearne 4 al Sud. Risulta che Campania, Puglia e Basilicata si siano già mosse, e non ci sono ancora segnali dalla Sicilia. Poi vi sono 270 milioni di euro per realizzare impianti di trattamento dei rifiuti differenziati, 360 milioni per meccanizzare la raccolta dei rifiuti, 370 per ottenere l’efficienza energetica dei porti, 480 per digitalizzare e internazionalizzare le imprese del Sud. E tanti altri bandi sono in arrivo, come per la trasformazione delle farmacie rurali in centri di prima istanza sanitaria nelle aree interne, per 100 milioni di euro. In totale – conclude Cutrone – si contano 2 miliardi e 469 milioni di euro già banditi. In tutto questo, i territori siciliani che fanno? Battano un colpo!”.
