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“Girgenti Acque”, presunti guadagni indebiti falsando i dati

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Dall’inchiesta cosiddetta “Waterloo” a carico di Girgenti Acque non emerge soltanto, come già pubblicato, che la depurazione delle acque reflue non sarebbe stata effettuata ma il relativo costo sarebbe stato indebitamente addebitato sulle bollette degli utenti, ma anche che la società Girgenti Acque, nelle richieste di contributi, avrebbe comunicato dati erronei o falsi al fine così di incrementare, altrettanto indebitamente, l’ammontare dei contributi, inducendo in errore i funzionari dell’assessorato regionale ai Servizi primari. Ad esempio, per l’anno 2008 Girgenti Acque avrebbe ottenuto dalla Regione un contributo di 7 milioni e 462mila euro con una eccedenza di 4 milioni e 901mila euro, ovvero il ricavo a danno della Regione. E per il 2009 il contributo sarebbe stato di 6 milioni e 95mila euro, con una eccedenza ingiustificata di 3 milioni e 535mila euro, con un ricavo indebito, ancora a danno della Regione, di, dunque, 3 milioni e 535mila euro.

Allarme metadone a Ribera

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Matteo Ruvolo

A Ribera è allarme metadone. Durante la settimana, prima sulla spiaggia a Seccagrande e poi alla foce del fiume Magazzolo alcuni bagnanti hanno rinvenuto una trentina di flaconi vuoti di metadone, che si utilizza in particolare per la cura dei tossicodipendenti. Polizia municipale e Carabinieri della locale Tenenza hanno sequestrato le bottigliette, ma anche le confezioni di cartoncino con tutti i riferimenti sulle dosi di metadone al fine di risalire alla provenienza. Il sindaco di Ribera, Matteo Ruvolo, commenta: “Sono molto preoccupato. Ho incontrato il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa per chiedere maggiori controlli in città, specie nelle località balneari dove si incontrano migliaia di giovani”.

“Covid Sicilia”, contagi e vaccini

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Incidenza dei positivi in Sicilia dello 0,7 per cento. L’intervento dell’assessore Razza sulla campagna vaccinale e dell’assessore Samonà sull’iniziativa “VaccinArte”.

Sono 119 i nuovi positivi al covid in Sicilia, su 16.962 tamponi processati, con una incidenza dello 0,7%. La regione è al secondo posto in Italia per numero di contagi giornalieri dietro la Lombardia. Le vittime sono state 6, per un totale di 5.957. Il numero degli attuali positivi è di 4.753, con una diminuzione di 155 casi rispetto al precedente report. I guariti sono 268. Negli ospedali i ricoverati sono 212, 19 in meno, e quelli nelle terapie intensive sono 27, 2 in più. Ecco la distribuzione dei nuovi casi tra le province: Palermo 17, Catania 42, Messina 13, Siracusa 5, Trapani 8, Ragusa 5, Agrigento 7, Caltanissetta 9, Enna 13. Nel frattempo, il presidente della Regione, Nello Musumeci, con propria ordinanza, ha prorogato le “zone rosse” a Valguarnera Caropepe, in provincia di Enna, e di Santa Caterina Villarmosa, nel Nisseno. Le restrizioni sono confermate fino al prossimo primo luglio compreso. Il provvedimento è stato adottato sulla base del parere dei sindaci interessati e delle Aziende sanitarie locali. E nel merito della campagna vaccinale, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, prospetta: “Aumenteremo i centri di vaccinazione. Siamo molto sopra il target, abbiamo un obiettivo, che è quello di raggiungere l’immunità di gregge entro la fine dell’estate. Per far ciò occorrono due cose: efficienza organizzativa e la volontà dei cittadini di vivere la vaccinazione come unico modo per uscire dalla pandemia”. E ancora in tema di vaccini prosegue con successo e partecipazione l’iniziativa delle vaccinazioni nei Musei cosiddetta “VaccinArte – Scopri, emozionati e vaccinati”. Nel Museo Salinas di Palermo anche l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà, ha ricevuto la dose di vaccino. Peraltro, alla somministrazione è legata anche l’offerta di un biglietto per la visita gratuita del museo. E l’assessore Samonà commenta: “L’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana ha sposato questa idea con entusiasmo, insieme all’assessorato alla Salute. Il concetto è tornare alla vita a partire dai musei. E’ un’iniziativa che abbiamo già ripetuto a Catania e Messina e che coniuga la prevenzione con la cura dello spirito nel nome della bellezza. E’importante, in una fase in cui speriamo di essere sul punto di lasciarci alle spalle la pandemia”.

Giusi Savarino su stop a finanziamento a Girgenti Acque per 107 milioni di euro

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Giusi Savarino

A fronte di una richiesta di finanziamento di circa 107 milioni di euro da parte di Girgenti Acque alla Regione per varie opere idriche, la presidente della Commissione Territorio e Ambiente all’Ars, Giusi Savarino, ritiene opportuno precisare che: “In audizione la società Girgenti Acque segnalò di avere attivato più progetti su reti e impianti e di essere in attesa di autorizzazione per iniziare lavori di ristrutturazione sulla rete idrica della provincia di Agrigento, coperti da finanziamenti pubblici per un totale complessivo di 107 milioni che avrebbero permesso di migliorare il servizio. Non solo abbiamo fermato quella richiesta ma, una volta approvata la risoluzione, abbiamo inviato tutti gli atti alla Procura competente. Era in corso una guerra tra Girgenti Acque e l’Assemblea territoriale idrica di Agrigento (Ati), che riunisce tutti i sindaci del territorio e che aveva avviato le pratiche per rescindere il contratto. Il nostro intervento aveva lo scopo di aiutare il territorio a liberarsi di un vincolo che purtroppo è ancora esistente e che materialmente grava sulle tasche dei cittadini residenti in quella zona, che, peraltro, non ricevevano nemmeno un servizio dignitoso. Alla Commissione, attraverso i loro rappresentanti, i cittadini fecero arrivare le proprie proteste e le proprie preoccupazioni per la scarsa qualità dell’acqua, a volte visibilmente gialla, altre volte maleodorante, che ha spesso comportato l’interruzione dell’erogazione in interi quartieri da parte dello stesso ente gestore. Nel corso delle varie audizioni, la Commissione Ambiente dell’Ars appurò che Girgenti Acque, per prassi consolidata, chiedeva ai Comuni una generica autorizzazione ad accedere ad alcuni pozzi non consegnati, con l’impegno che, una volta verificata la potabilità, i cittadini di quei Comuni avrebbero potuto ricevere un beneficio in termini economici dall’immissione in rete di quelle acque. Da inchieste giornalistiche agli atti della Commissione sembrerebbe che in taluni casi le acque siano state immesse in rete senza comunicazione preventiva e senza certezza della qualità. E per quest’acqua i cittadini pagavano anche molto di più di qualsiasi altra zona della Sicilia e, addirittura, del territorio nazionale. Ad esempio, tra due Comuni limitrofi, Montevago e Santa Margherita Belice, nel Comune di Montevago, che ha ceduto le reti, il costo annuale dell’acqua per famiglia è di circa 600 euro, mentre il Comune limitrofo di Santa Margherita Belice, che non ha ceduto le reti, paga un costo di circa 120 euro annui. Appurato tutto ciò, tutti gli atti in possesso della Commissione Ars su Girgenti Acque, compresa le inchieste giornalistiche, furono allegati alla risoluzione e spediti alla Procura che adesso ha aperto un nuovo filone di inchiesta su Girgenti Acque”.

“Trattativa”, a difesa di Cinà

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Antonino Cinà

Presunta “trattativa” Stato – mafia all’epoca delle stragi. Proseguono le arringhe difensive. Gli avvocati Di Benedetto e Folli: “Processo mediatico. Antonino Cinà è da assolvere”.

Lo scorso 7 giugno, al processo di secondo grado in corso innanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta “trattativa” tra Stato e mafia all’epoca delle stragi, la Procura Generale, a conclusione della requisitoria, ha invocato la conferma delle condanne inflitte in primo grado il 20 aprile del 2018. E dunque, tra gli altri, 12 anni di carcere a carico del medico presunto mafioso Antonino Cinà. Ebbene, proseguendo le arringhe difensive, dopo l’avvocato Luca Cianferoni per Leoluca Bagarella, adesso sono intervenuti gli avvocati Giovanni Di Benedetto e Federica Folli a difesa di Antonino Cinà. Di Benedetto e Folli tra l’altro hanno affermato: “Nel processo ‘trattativa’ vi sono forzature interpretative e anomalie processuali che si sono sviluppate sin dall’inizio del processo, in virtù della risonanza mediatica che il processo stesso ha avuto, e che purtroppo continua ad avere. E ciò mentre la Corte si accinge ad entrare in camera di consiglio. Dunque, una risonanza mediatica cerca di trasformare in verità assoluta quanto scritto in una sentenza di primo grado che è ancora sotto giudizio. Occorre riformare la sentenza di primo grado e assolvere Antonino Cinà perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto, o ancora perché il fatto non costituisce reato”. Poi, in riferimento alle dichiarazioni rese dai pentiti, tra gli altri, Totò Cancemi, Giovanni Brusca, e Nino Giuffré, gli avvocati Di Benedetto e Folli hanno controbattuto: “Si tratta di dichiarazioni tardive e inattendibili. Cinà non viene indicato come colui che avrebbe avuto un ruolo nella presunta ‘trattativa’. Loro di certe cose parlano in maniera generica e solo dopo tanto tempo. Di Antonino Cinà parla anche Vito Ciancimino nei primi interrogatori dove lo definisce come interlocutore a cui avrebbe raccontato dei colloqui con i Carabinieri. Da quello che dice Ciancimino padre, però, Cina mostrò più meraviglia che interesse a sapere cosa volessero i Carabinieri. Ed anzi gli disse di aggiustarsi prima le sue cose. E’ inoltre verosimile che Ciancimino, scaltro e opportunista, avesse l’interesse a mantenere il proprio tornaconto personale, bluffando anche con i Carabinieri”. Poi Di Benedetto e Folli hanno citato gli esiti dei processi Mori-Obinu sul mancato blitz a Mezzojuso per la cattura di Bernardo Provenzano, Mori-De Caprio sulla mancata perquisizione del covo di Riina dopo l’arresto, e Calogero Mannino, conclusosi con l’assoluzione, e hanno chiesto in maniera diretta alla Corte di “allineare” anche l’esito di questo processo a quelle sentenze.

“Girgenti Acque”, presunte rotture dolose alle condotte idriche

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Nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Waterloo” a carico di Girgenti Acque, emerge tra l’altro che sarebbero state commesse delle rotture dolose alle condotte idriche per causare disagi agli utenti e indurli a transitare dal pagamento a forfait al pagamento con i contatori. Più nel dettaglio, tra aprile e giugno 2014 i collaboratori più stretti avrebbero manomesso o danneggiato la rete idrica volontariamente, camuffando il tutto come un improvviso guasto, al fine di modificare agli abitanti il contratto a forfait con quello con i contatori, che è più vantaggioso per l’azienda. Episodi del genere avrebbero interessato il quartiere di Fontanelle, dove fu interrotta illecitamente l’erogazione dell’acqua in tre condomini. E poi in un condominio del Viale della Vittoria e nelle zone Kaos e Cumbo.

Incidente a Montaperto, morto un anziano di 77 anni

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Ad Agrigento, nella frazione di Montaperto, in contrada Pozzo Grande, è stato scoperto cadavere Antonino Mantisi, 77 anni. L’uomo ha forse tentato di spegnere un incendio di sterpaglie, nel frattempo già segnalato ai Vigili del fuoco, ma, altrettanto forse, sarebbe stato colto da un malore, accasciandosi a terra preda delle fiamme. Sono stati gli stessi Vigili del fuoco a udire l’esplosione di una bombola di gas. Poi, insieme a Polizia e sanitari del 118, hanno constatato la morte di Mantisi. Nei pressi della casa di campagna e dell’appezzamento di terreno dell’anziano è stata trovata anche un’automobile del tutto incenerita.

Covid: in Sicilia 119 i nuovi positivi, 6 i morti

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Sono 119 i nuovi positivi al Covid19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore (ieri erano 158) su 16.962 tamponi processati, con una incidenza che scende allo 0,7% ieri era allo 1,3%.
La Regione è al secondo posto in Italia per numero di contagi giornalieri dietro la Lombardia.

Le vittime sono 6 e il totale dei morti è 5.957. Il numero degli attuali positivi è di 4.753 con una diminuzione di 155 casi. I guariti sono 268.
Negli ospedali i ricoverati sono 212, 19 in meno rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 27, due in più di ieri.
La distribuzione di casi registrati per province vede: Palermo 17, Catania 42, Messina 13, Siracusa 5, Trapani 8, Ragusa 5, Agrigento 7, Caltanissetta 9, Enna 13.

Mega appalto assegnato in Sicilia

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Rete Ferrovie dello Stato ha aggiudicato oggi, per un importo di circa 640 milioni di euro, la gara d’appalto integrato per il raddoppio della tratta ferroviaria Fiumefreddo–Taormina/Letojanni, lungo la Messina–Catania. I lavori saranno assegnati a un consorzio di imprese di cui è capofila Webuild, e imprese mandanti sono Pizzarotti e Astaldi. La Fiumefreddo – Taormina/Letojanni rappresenta il primo lotto funzionale della tratta che da Fiumefreddo raggiunge Giampilieri, ovvero un altro fondamentale tassello verso la costruzione dell’intero asse Palermo – Catania –Messina. In prospettiva si creeranno i presupposti tecnici per una riduzione dei tempi di viaggio tra Messina e Catania, un potenziale incremento di corse nonché la circolazione di treni merci a standard europei. L’intervento prevede la realizzazione di 15 chilometri di nuova linea a doppio binario, di cui 10 in galleria, tra Fiumefreddo e Taormina, con un collegamento per la stazione di Letojanni. Nell’ambito dei lavori saranno realizzate le stazioni di Fiumefreddo/Calatabiano, di Giardini/Alcantara e quella interrata di Taormina, oltre che nuovi viadotti, tra cui uno sulla valle dell’Alcantara lungo circa 1 chilometro e con una campata di lunghezza di 120 metri.

Mafia: contributo Covid a 19 imprenditori già condannati

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La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Catania ha scoperto che 19 imprenditori, che avrebbero percepito il contributo covid a fondo perduto a sostegno delle imprese e dei lavoratori autonomi, sono stati condannati, con sentenza definitiva, per associazione mafiosa, o colpiti da interdittiva antimafia. Cinque imprenditori sono stati denunciati alla Procura di Catania per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Gli altri 14 imprenditori sono stati segnalati per il conseguente pagamento della sanzione amministrativa, perché il contributo indebitamente incassato è inferiore ai 4mila euro. I 19 hanno presentato la richiesta e ottenuto il contributo a fondo perduto previsto dalla normativa nazionale per favorire la ripresa economica nel periodo dell’emergenza epidemiologica e, in particolare, le imprese e i lavoratori autonomi che a causa della pandemia hanno registrato una grave riduzione del fatturato.