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Domani ad Agrigento saranno resi noti i vincitori del premio “Karkìnos”

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Ad Agrigento, domani, venerdì 25 giugno, a Casa Sanfilippo, nella Valle dei Templi, alle ore 10:30, nel corso di una conferenza saranno resi noti i nomi delle nove eccellenze agrigentine che riceveranno il prestigioso “Premio Karkìnos”, edizione 2021, in occasione di una cerimonia che si svolgerà sabato 10 luglio, alle ore 21, al tempio di Giunone. Saranno resi noti i nomi anche dei destinatari di tre menzioni speciali. Alla conferenza di domani saranno presenti Carmelo Cantone, direttore artistico e patron del Premio Karkìnos, Francesco Novara, Presidente dell’Associazione culturale “Antiche Tradizioni Popolari”, che promuove la kermesse, il Direttore del Parco Archeologico Roberto Sciarratta ed il Sindaco di Agrigento Francesco Miccichè. L’evento è patrocinato dal Comune di Agrigento, dall’Assemblea Regionale e dal Parco Archeologico Valle dei Templi. L’ingresso al Gran Gala Karkìnos del 10 luglio sarà gratuito.

Oggi a Favara la consegna del premio “Giovani” del ‘Buttitta’

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Oggi, giovedì 24 giugno, a Favara, nella scuola “Bersagliere Urso”, dalle ore 18 in poi, sono consegnati i premi relativi alla “Sezione Giovani” della 22esima edizione del “Premio di Arte e Cultura Siciliana Ignazio Buttitta” promosso dal Centro artistico culturale “Renato Guttuso” di Favara, presieduto da Lina Urso Gucciardino, che commenta: “Finalmente possiamo riprendere la nostra normale attività di promozione dell’arte e della cultura siciliana, sicuri di far cosa gradita ai tantissimi poeti e scrittori che amano la lingua siciliana e che hanno partecipato al nostro concorso letterario”. Il premio “Giovani” ha coinvolto gli alunni delle scuole dell’obbligo, che hanno partecipato singolarmente o con elaborati di gruppo, proponendo poesie, prose o un breve elaborato letterario. I vincitori sono Luca Salvaggio e Diego Sticone della scuola Ambrosini, poi Gemma Sorce della scuola King e Noemi Insalaco della scuola Marconi. E poi ancora Lara Simone della scuola Falcone e Borsellino, Elison Simone della Bersagliere Urso Mendola, Giuseppe Pitanza della Brancati, e Alessia Alaimo della Esseneto di Agrigento, e altri due premi di gruppo alla stessa scuola Esseneto. E nella sezione “Cunti”, al gruppo della terza E della scuola Sperone – Pertini di Palermo.

Non paga l’affitto e il padrone di casa gli spara

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Sparatoria a Palermo. Un uomo di 37 anni è stato ferito da colpi d’arma da fuoco in via Roccazzo. L’uomo che ha sparato è stato bloccato e picchiato da alcuni residenti nella zona. E nel trambusto, un terzo uomo, che ha assistito alla sparatoria, è stato colto da infarto. A sparare sarebbe stato il padrone di casa di un affittuario che non paga le mensilità. La persona vittima del malore è il padre dell’inquilino, condotto all’ospedale “Civico”. Il padrone di casa, ferito anche lui, è stato soccorso dal 118 al Policlinico. Così come l’infartuato. Indaga la Squadra Mobile.

Liberato l’imprenditore catanese Giovanni Calì

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Giovanni Calì

Ad Haiti è stato liberato l’imprenditore catanese, Giovanni Calì, 74 anni, già assessore provinciale di Catania all’epoca di Musumeci presidente della Provincia, sequestrato lo scorso primo giugno da una banda di criminali comuni. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha scritto in un tweet: “Il nostro connazionale era stato prelevato presso il cantiere dove lavorava da un gruppo criminale locale. La liberazione, dopo 22 giorni, è stata possibile grazie al lavoro quotidiano della nostra intelligence e dell’Unità di Crisi della Farnesina, che ha mantenuto giorno dopo giorno i contatti con la famiglia in Sicilia”. Giovanni Calì è a lavoro ad Haiti per la costruzione di una strada per conto dell’impresa di costruzioni Bonifica Spa, con sede a Roma. Solo l’anno scorso ad Haiti sono stati compiuti 243 sequestri.

Contagi, vaccini e varianti

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Incidenza dei positivi all’1,3%. Sicilia ancora prima per numero di contagi. L’andamento della campagna vaccinale. Preoccupazione per le varianti. L’intervento di Musumeci.

Sono 158 i nuovi positivi al covid in Sicilia, su 12.465 tamponi processati, con una incidenza dell’1,3%. La regione è al primo posto in Italia per numero di contagi giornalieri. Le vittime sono 6, per un totale dei morti di 5.951. Il numero degli attuali positivi è di 4.908, con una diminuzione di 301 casi rispetto al precedente report. I guariti sono 453. Negli ospedali i ricoverati sono 231, 20 in meno, e quelli nelle terapie intensive sono 25, così come in precedenza. Ecco la distribuzione dei nuovi casi tra le province: Palermo 21, Catania 23, Messina 1, Siracusa 13, Trapani 5, Ragusa 13, Agrigento 34, Caltanissetta 21, Enna 27. Nel frattempo il presidente della Regione, Nello Musumeci, è intervenuto nel merito dell’andamento delle vaccinazioni, e ha rassicurato: “La campagna di vaccinazione in Sicilia va bene e andrà meglio con l’arrivo di una copiosa dose di Pfizer. I centri vaccinali stanno effettuando un alto numero di somministrazioni. Entro la fine dell’estate contiamo di raggiungere l’immunità di gregge per circa l’80 per cento della popolazione”. A fronte di ciò, però, Musumeci non nasconde preoccupazione per l’evoluzione delle varianti, soprattutto la Delta o Indiana, e commenta: “Sono molto allarmato dall’incertezza legata alle varianti, mi dispiace per i sindacati che chiedono di riconvertire i reparti ospedalieri. Noi non sappiamo come andrà a finire tra qualche settimana o qualche mese, il mondo scientifico non ha chiarito del tutto quale sarà l’evoluzione del contagio. Completeremo il processo di conversione degli ospedali quando avremo la certezza che in Sicilia non avremo bisogno di trattare virus così violenti. Sembrano invincibili, ancora oggi la scienza non ha messo la parola fine. Andiamoci con prudenza, non giochiamo con la vita delle persone. Meno demagogia e più fiducia nel mondo scientifico”. Ed ancora in riferimento ai vaccini, fino a ieri, mercoledì 23 giugno, secondo i dati diffusi dalla Fondazione Gimbe, in Sicilia il 26,5% ha ricevuto entrambe le dosi del vaccino, a cui si aggiunge un 22,2% di popolazione a cui è stata somministrata solo la prima dose. Per quanto riguarda gli over 80, in Sicilia ha ricevuto entrambe le dosi il 72,1%, ed il 9% la prima dose soltanto. Della popolazione tra i 70 e i 79 anni ha completato il ciclo vaccinale il 52,7%, mentre il 24,3% aspetta la seconda dose.

“Girgenti Acque”, il caso contatori idrici e chiusini

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Tra le ipotesi di reato contestate nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Waterloo” a carico della società Girgenti Acque, vi sarebbe anche l’installazione di contatori idrici cinesi e di chiusini fasulli. Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, spiega: “Sono stati comprati contatori idrici che non misurano per come dovrebbero misurare, e che rilasciavano, almeno nella fase iniziale, metalli pesanti. I contatori costituivano un modo per truffare, che venivano acquistati in Cina per un determinato valore dalle società del gruppo Campione e poi rivenduti a Girgenti Acque per valori ben più importanti. Si tratta di contatori di dubbia provenienza che una consulenza tecnica ha definito potenzialmente pericolosi per la salute pubblica. Agli atti delle indagini vi sono le transazioni commerciali intercorse fra un’impresa del gruppo Campione e la Girgenti Acque proprio per l’acquisto, in Cina, tra il 2012 e il 2014, di contatori per acqua potabile. E ne sarebbero stati comprati almeno 37.800. Inoltre sarebbero stati comprati anche dei chiusini fasulli. Anziché acquistare nell’impresa che vende chiusini, hanno deciso di farseli fare finti in Cina e importarli come se fossero veri. Anche in quel caso guadagnandoci”.

Incostituzionale la detenzione per diffamazione, scarcerato Arnone

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Giuseppe Arnone

La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso degli avvocati Daniela Principato e Raimondo Tripodo, ed ordinato al Tribunale dell’Esecuzione di Agrigento la scarcerazione dell’avvocato agrigentino, Giuseppe Arnone, detenuto nel carcere di Enna per scontare due condanne per diffamazione. La Corte Costituzionale ha sancito che, tranne che per i casi di eccezionale gravità, la detenzione in carcere è incostituzionale. Arnone è stato sottoposto prima alla misura cautelare dell’affidamento in prova ai servizi sociali, poi della semilibertà, e poi al carcere a seguito dell’aggravamento della misura a causa della violazione di alcune prescrizioni. La Corte Costituzionale ha pertanto sospeso l’efficacia esecutiva delle due sentenze di condanna. Il caso sarà nuovamente esaminato il prossimo 28 settembre dopo il deposito delle motivazioni della decisione della Consulta.

“Trattativa”, iniziate le arringhe difensive

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Leoluca Bagarella

Al processo d’Appello sulla presunta “trattativa” sono iniziate le arringhe difensive. L’avvocato Cianferoni: “Bagarella è da assolvere. E il processo va fermato”.

Lo scorso 7 giugno, al processo di secondo grado in corso innanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta “trattativa” tra Stato e mafia all’epoca delle stragi, la Procura Generale, a conclusione della requisitoria, ha invocato la conferma delle condanne inflitte in primo grado il 20 aprile del 2018. E dunque, tra gli altri, 28 anni di carcere a carico del boss Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, e unico corleonese storico in vita dopo la morte di Provenzano e Riina. Ebbene, adesso sono iniziate le arringhe difensive.

L’avvocato Luca Cianferoni
E l’avvocato Luca Cianferoni è intervenuto a difesa di Bagarella, e, non usando mezzi termini o allusioni, tra l’altro ha affermato: “Un tempo il ‘parafulmine’ era Totò Riina. Ora che è morto, ad essere usato è Leoluca Bagarella, che è da assolvere ‘perché il fatto non sussiste’. Bagarella non ha avuto alcun ruolo all’interno di quel dialogo tra lo Stato e la mafia. L’unico a chiamarlo in ballo è Giovanni Brusca dopo aver letto un articolo su l’Espresso, ma sulla base di mere valutazioni personali. Invece, lui, Bagarella, non aveva alcun ruolo. Se vediamo le sentenze era un soldato semplice, e taluni lo definiscono come il ‘cane da guardia di Riina’. Nulla più”. E poi l’avvocato Cianferoni ha aggiunto: “Il processo sulla presunta ‘trattativa’, negli anni, ha assunto una valenza politica eccessiva. Vi è un reato che non si capisce. E’ un reato di mafia? Un reato politico? Di mafia e politica? Di mafia e appalti? La valenza giuridica per i giudici popolari è difficile da cogliere. Io capisco che Leoluca Bagarella può sembrare strano che sia innocente, ma il diritto è un’altra cosa. Qui o il ‘fatto non sussiste’ o c’è il ‘ne bis in idem’ perché Bagarella è stato già condannato per Capaci e le stragi in continente che vanno fino al marzo 1994. Che Bagarella dopo il 1994 porta avanti una trattativa con i politici è affermare qualcosa di assurdo, che è lontano dalla logica in termini di ragionevolezza”. E poi, ancora, Luca Cianferoni ha spiegato: “Riina all’inizio di questo processo non aveva ben chiara l’accusa, ma poi fu preso dalla stizza quando si disse che si mise d’accordo con gli stessi Carabinieri che lo avevano arrestato. Io sono testimone vivo della incompatibilità tra Salvatore Riina e Leoluca Bagarella a ogni ipotesi di accordo con i Carabinieri. La mafia dei corleonesi non aveva questo tipo di ‘confidenzialismo”. E poi, l’avvocato Cianferoni ha concluso la sua arringa così: “Chiedo alla Corte di mettere un fermo alla deriva, ovvero l’uso del processo in termini produttivi di sé stesso. Questo processo va fermato ed è una minaccia. Va fermato perché va detto a certi uffici di Procura che devono smetterla di autoalimentarsi. Perché da Riina si passerà ad altri, e poi ancora altri. Perché si vuole tenere il Paese in scacco. E ogni tanto ci sono questi servizi segreti che tirano fuori qualcosa. Ma Riina non aveva rapporti con i servizi”.

“Girgenti Acque”, le compiacenze dell’Arpa, Provincia e Ato idrico di Agrigento

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In riferimento alle protezioni e compiacenze da parte delle Istituzioni di cui avrebbe goduto Girgenti Acque, la Procura di Agrigento rileva in particolare la condotta negativa da parte dell’Arpa protezione ambiente di Agrigento e da parte dell’ex Ato idrico, composto peraltro dai sindaci della provincia. E nel provvedimento di fermo tra l’altro si legge: “Dalle indagini emerge chiaramente l’assoluta assenza di qualsivoglia e affidabile attività di vigilanza da parte dell’Ato Idrico Agrigento 9 di Agrigento, composto dall’assemblea dei Sindaci, rappresentanti degli enti locali e dal presidente, che è stata una carica ricoperta dal presidente di turno della Provincia di Agrigento. Così come si palesa l’assoluta inadeguatezza e, conseguentemente, inattendibilità dei dati ambientali frutto dell’attività di controllo effettuata dall’Arpa protezione ambiente di Agrigento, da cui si evidenzia un’attività di controllo caratterizzata da pressappochismo e compiacenza, nonché l’atteggiamento di collaborazione e di vera e propria convergenza istituzionale tenuto dagli appartenenti all’ex Provincia”.

Tentò di abusare di una collega, condannato medico di Favara

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A Palermo la Corte d’Appello ha confermato la sentenza di condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione a carico del medico Carmelo Sciabica, 33 anni, di Favara, già condannato in primo grado a conclusione del giudizio abbreviato allorchè la notte tra il 4 e il 5 agosto 2019, lui, dopo avere trascorso una serata di festa in una villa di Ciaculli, da solo in automobile con una collega, avrebbe tentato di baciarla e palpeggiarla, ma le grida di lei lo hanno indotto a desistere. Sciabica si è sempre difeso sostenendo che si è trattato di “un momento di follia”. Lei non ha mai accettato le scuse e la volontà di risarcirla da parte di lui, condannato adesso altresì al risarcimento del danno alla donna e all’Ordine dei Medici, entrambi parte civile.