Il presidente della Regione coglie e condivide l’allarme esodo dal nord al sud in occasione del fine settimana tra 19 e 20 dicembre. Nello Musumeci ha scritto sulla sua pagina facebook: “Il rischio di un nuovo esodo verso il sud è un fatto reale, che non può non destare preoccupazione. Per questo ho ritenuto di chiedere al nostro Comitato scientifico di valutare alcune misure di contenimento e sorveglianza sanitaria, che vorremo condividere anche con il Ministero della Salute. C’è un sostanziale miglioramento in Sicilia e si inizia finalmente a vedere una progressiva regressione della pressione sulle strutture ospedaliere. Non possiamo, quindi, rischiare di far correre di nuovo il virus per comportamenti individuali che appaiono improntati a superficialità. Lo dobbiamo alle tante vittime che abbiamo avuto e alla straordinaria passione con cui migliaia di operatori hanno adempiuto con professionalità alla loro missione di vita”.
Gestione “covid” nell’Agrigentino, il punto settimanale di Zappia
La gestione covid nell’Agrigentino. Il punto settimanale del commissario dell’Azienda sanitaria provinciale, Mario Zappia, è in onda oggi al termine del Videogiornale di Teleacras.
Allarme esodo nord – sud
Si prevede, come a marzo, un esodo di massa dal nord al sud durante il fine settimana tra il 19 e il 20 dicembre. Ministero dell’Interno a lavoro preventivo
Come tra il 7 e l’8 marzo, anche adesso, tra il 19 e 20 dicembre, sabato e domenica, è allarme rientri dal nord al sud per le feste natalizie. Il primo a lanciarlo è stato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha ribadito: “Il 19 e il 20 dicembre, ovvero l’ultimo week end in cui si può partire prima delle festività natalizie, rischiamo di rivivere quello che successe nella notte fra il 7 e l’8 marzo. Il rischio è proprio questo, e, perché oggi possiamo prevederlo, dovremo cercare di attrezzarci affinchè ci sia particolare attenzione nelle stazioni, negli aeroporti e da tutti i luoghi da cui la gente potrebbe partire. Bisognerà parlare con le Prefetture e con le forze dell’ordine per evitare che si creino più danni che lasciare la libertà a tutti di circolare nel periodo natalizio”. Si tratta di un allarme fondato e concreto allorchè l’ultimo Decreto del premier Conte prevede che anche la Sicilia sia blindata dal 21 dicembre al 6 gennaio, ed è consentito spostarsi solo per comprovate ragioni di salute o di lavoro o se si può dimostrare che si fa ritorno nel proprio domicilio o nella propria casa di residenza. Per le festività non è passata, inoltre, la richiesta di permettere i ricongiungimenti in base al grado di parentela, il che sbarra la strada non poco a chi vuole mettersi in viaggio. Il problema però sarà proprio nel week end 19-20 dicembre. A marzo migliaia di persone si riversarono nelle stazioni di notte, c’è chi decise di affrontare il viaggio anche in auto per tornare al sud. Oggi, memori di quell’esperienza si ha lo stesso timore ma al tempo stesso, come ha sottolineato Fontana, si ha il tempo per organizzarsi e prevenire la fuga di massa. Adesso occorrerà capire come: se i governatori delle regioni del sud adotteranno specifiche ordinanze. Nel frattempo, il ministero dell’Interno, proprio in occasione di quel fine settimana tra 19 e 20, sta predisponendo controlli rafforzati nelle arterie principali ma, essendo consentito spostarsi, difficilmente, se non ci saranno misure specifiche, potrà essere scongiurato un esodo di massa prima che entri in vigore lo stop agli spostamenti.
Decadute le dieci “zone rosse” in Sicilia
Sono decadute le dieci “zone rosse” in Sicilia, istituite dal governo regionale a fronte dell’aumento dei contagi in alcuni paesi. Da ieri anche Bronte (nel Catanese), Cesarò e San Teodoro (in provincia di Messina), Misilmeri (nel Palermitano) e Vittoria (in provincia di Ragusa), Acate, e Comiso (sempre nel Ragusano), Camastra (in provincia di Agrigento), Ciminna (in provincia di Palermo) e Maniace (in provincia di Catania), sono in zona gialla così come il resto della Sicilia. E sempre ieri è scaduta l’ultima ordinanza emanata dal governatore Nello Musumeci.
Salvo misure più restrittive che potrebbero essere emanate solo dopo apposita nuova ordinanza dal presidente della Regione, Nello Musumeci, vigono le regole annunciate il 3 dicembre dal premier Giuseppe Conte.
L’andamento del covid in Sicilia
Report del Comune di Palermo in base ai dati della Protezione civile nazionale: Sicilia terzultima nei tamponi, e alti i ricoveri in terapia intensiva.
L’Ufficio statistica del Comune di Palermo ha appena diffuso un report che confronta l’andamento del covid in tutta Italia sulla base dei dati della Protezione civile nazionale. Ecco le rilevazioni nel dettaglio, relative alla settimana dal 23 al 29 novembre. In tutta Italia sono stati rilevati 176.310 nuovi positivi, il 23,5 per cento in meno rispetto alla settimana precedente. In Sicilia nell’ultima settimana sono stati registrati 9.419 nuovi positivi con una diminuzione del 18,8 per cento in confronto alla settimana precedente. Poi, per quanto riguarda i tamponi, nella settimana dal 23 al 29 novembre in Sicilia è stato effettuato il numero di tamponi più elevato dall’inizio dei controlli: 68.985. Rispetto alla settimana precedente vi è un incremento del 5 per cento. Di contro, però, in rapporto alla popolazione residente sono stati effettuati 1.388 nuovi tamponi ogni 100mila abitanti: un numero ben al di sotto della media nazionale, 2.367 tamponi ogni 100mila abitanti. Ecco perché la Sicilia risulta la terzultima regione in Italia nell’ambito dei tamponi. E poi, nell’ultima settimana i nuovi positivi al Covid in Sicilia sono stati 189,6 ogni 100mila abitanti, contro un valore medio nazionale pari a 292,7. E la Sicilia è terza in Italia dopo Calabria e Sardegna. Poi, in riferimento ai morti, l’Ufficio statistica del Comune di Palermo calcola in Sicilia 6,4 nuove persone morte per covid ogni 100mila abitanti nell’ultima settimana. La media nazionale è risultata pari a 8,6. E poi, sul tasso di letalità del covid nelle regioni, ovvero i morti ogni 100 positivi, dall’inizio dell’emergenza sanitaria in Sicilia si sono registrati 2,4 morti ogni 100 positivi, a fronte di una media nazionale di 3,5. La prima regione per numero di morti ogni 100 positivi è la Lombardia con 5,3 morti ogni 100 positivi. E poi, per quanto attiene agli attuali positivi, i ricoveri e le terapie intensive, in Sicilia gli attuali positivi sono 814,8 ogni 100mila abitanti. La media nazionale è pari a 1.320,9. Ebbene la Sicilia risulta il territorio col valore più basso degli attuali positivi su 100mila abitanti. Resta alto e molto vicino alla media nazionale, invece, il valore dei ricoverati in Sicilia: si tratta del 4,4 per cento dei positivi a fronte di un 4,6 per cento in tutta Italia. Male anche sui ricoveri in terapia intensiva, che in Sicilia sono lo 0,60 per cento degli attuali positivi rispetto a una media nazionale dello 0,47 per cento.
I Vigili del fuoco agrigentini hanno celebrato la patrona Santa Barbara
E’ stata celebrata dai Vigili del fuoco del Comando provinciale di Villaseta Agrigento la patrona Santa Barbara. Quest’anno, a causa delle restrizioni connesse alla pandemia covid-19, la ricorrenza è stata celebrata in forma estremamente ridotta e senza festeggiamenti. In presenza del comandante Giuseppe Merendino, dei funzionari tecnici e del personale operativo in turno di servizio, si è proceduto prima all’alzabandiera e successivamente è stata deposta un omaggio floreale in onore e ricordo dei caduti, sulla lapide posta nel giardino della caserma. A seguire è stata celebrata una Santa Messa dal Vescovo Alessandro Damiano, nella Chiesa Concattedrale “Santa Croce” di Villaseta, partecipata dal personale e dai rappresentanti dell’Associazione nazionale Vigili del fuoco in quiescenza.
“Uso improprio denominazione Ati Ag9”, la replica dei commissari Venuti e Dell’Aira
La sindaca di Sciacca, Francesca Valenti, presidente dell’Ati, l’Assemblea territoriale agrigentina, a nome del Consiglio Direttivo, ha ipotizzato l’uso improprio della denominazione aggiuntiva Ati Ag9 alla gestione commissariale in atto del servizio idrico integrato nell’Agrigentino. I commissari prefettizi, Gervasio Venuti e Giuseppe Dell’Aira, replicano così:
“Stupisce il singolare contenuto della nota a margine, con la quale la S.V., in nome e per conto
dell’intero Consiglio Direttivo, ipotizza l’uso improprio della “denominazione aggiuntiva” ATI AG9,
atta invero a specificare la categoria concettuale di “Servizio Idrico Integrato”, cui è esclusivamente
rivolta l’attività imposta ai Commissari dal provvedimento di incarico adottato da S.E. il Prefetto di
Agrigento.
Tanto rilevato sul piano meramente “ nominalistico ”, è opportuno però ricordare che con quel
provvedimento amministrativo, mai contestato da ATIAG9 e tanto meno contestabile nelle
pertinenti sedi perché adottato a tutela di suoi interessi primari, la gestione de qua,
pubblicisticamente e per la prima volta così connotata sull’intero territorio provinciale di
competenza, è stata imposta da circostanze sopravvenute e dall’ancora attuale inesistenza di un
gestore ritualmente designato in conformità alla legge.
Appare conseguentemente errato anche il richiamo alle norme “ costitutive ” di ATI come riscontro
alla presunta “ improprietà ” dell’utilizzo di quella formulazione, dato che, piuttosto, proprio quelle
norme impongono l’affidamento a “terzi”, in house o per convenzione concessoria, dei compiti
gestionali, per legge funzionalmente intestato ad ATI, affidamento obbligatorio oggi “ sostituito ” dal
provvedimento autoritativo del Prefetto, perfettamente noto sia per natura che per effetti al
Consiglio Direttivo.
Ne segue l’intuitiva considerazione che tutti gli effetti della corrente Gestione Commissariale,
organo prefettizio sostituente, sono imputabili, secondo i principi generali anche in tema di
“sostituzione ex lege” ad ATI, titolare esclusivo della funzione gestoria unitaria e concretamente,
proprio in questa ottica, beneficiaria dell’attività tutta posta in essere dai Commissari con l’utilizzo,
ancora una volta perché così imposto dalla legge e dagli incontestati provvedimenti prefettizi,
dell’azienda già della Girgenti Acque s.p.a.
Conseguentemente, al di là di irrilevanti questioni “nominali”, non solo l’uso di una denominazione
dell’Ente, sulla quale è da escludere qualsivoglia “diritto di esclusiva”, è motivata – soprattutto a
garanzia del diritto di informazione dell’utenza e della necessità di promuovere una nuova
immagine pubblicistica dell’azienda – oltre che imposta dalla legge e dagli atti amministrativi
presupposti, ancora pienamente efficaci, ma è anche espressiva di natura e consistenza dei reali
rapporti intersoggettivi, connotati, appunto, dall’affidamento qualificato di quei compiti gestori,
totalmente e attribuibili, come motivo “ genetico ”, proprio ad ATI-AG9.
Detto questo, e ribadito che non si rinvengono motivazioni valide e pertinenti al presunto utilizzo
improprio di quella dizione, implicitamente smentito proprio dall’essere la denominazione
“espressiva dell’esercizio delle funzioni connesse al SII riconosciuta da norma di legge come ente
pubblico dotato di propria personalità giuridica” , si ribadisce l’inderogabile essenzialità della
indicazione delle funzioni esercitate dai Commissari, come d’altronde viene riscontrato dal mensile
pagamento di consistenti somme a titolo di anticipo su utili d’impresa, derivanti, anche in via
presuntiva, dalla Gestione commissariale e spettanti al soggetto originariamente titolare della
funzione, in applicazione delle previsioni del comma 7 dell’art.32 D.lgs. 90/2014 e delle linee guida
ministeriali.
Quanto rappresentato emerge, in modo non secondario, anche dal ruolo vincolante, ancora di
recente e sia pure parzialmente esercitato dall’ATI AG9, in tema di adeguamento e
rideterminazione delle tariffe applicabili all’utenza. Nè, e lo si rileva ipotizzando un non esplicitato
riferimento alla divergenza tra numero di Comuni consorziati ed obbligati alla gestione unitaria, e
numero dei Comuni effettivamente e legittimamente serviti dall’attuale gestione commissariale,
può ritenersi dirimente tale anomala situazione, conseguente alla limitata consegna delle fonti, reti
e impianti, ad oggi tollerata da codesta ATI.
Resta infine da evidenziare che la singolare “motivazione” della richiesta, legata a “fini di tutela
della denominazione Assemblea Territoriale Idrica di Agrigento – ATI AG9”, oltre che
oggettivamente “inopportuna”, sembra forse ispirata dalla volontà di distinguere l’immagine
dell’Assemblea Territoriale Idrica da quella della Gestione Commissariale, nonostante quest’ultima
abbia sinora garantito adeguato funzionamento al soggetto pubblico obbligato a fornire il servizio
essenziale; tutto ciò in condizioni di enormi e ben note difficoltà emerse nel corso delle attività, ad
oggi mai contestata.
E se ci sono motivi di “doglianza” da parte di codesto organo dotato di poteri di controllo, questa
Gestione sarà pronta ad intervenire a beneficio degli interessi dell’utenza e della stessa A.T.I..
Né appare quindi oggi conducente modificare ulteriormente la denominazione del servizio, fatto
che assume connotazione puramente formale e priva di qualunque conseguenza sul piano
sostanziale, sia oggi che nella prospettiva del futuro passaggio di consegne al nuovo Gestore.
Una tale modificazione potrebbe ingenerare, invero, solo confusione e incertezze negli utenti, a
danno del Servizio e della stessa ATI AG9.
Tanto si doveva”.
I Commissari prefettizi per la straordinaria Gestione del S.I.I. ATI-AG9
Ospedale Canicattì, archiviato altro procedimento disciplinare a carico dipendente
Lo scorso Agosto 2020, l’Ufficio competente per i Procedimenti Disciplinari dell’Asp di Agrigento intraprendeva un’azione disciplinare nei confronti di un Dirigente medico del Presidio Ospedaliero “Barone Lombardo” di Canicattì, avendo riscontrato nell’operato del dirigente una presunta violazione dei doveri di correttezza e di collaborazione nei confronti dei colleghi e addetti della struttura, nonché degli obblighi di servizio, di vigilanza e continuità nell’assistenza ai pazienti, con particolare riguardo ad un avvenuto trasferimento di due pazienti dal nosocomio di Canicattì a quello di Agrigento, asseritamente imputabile all’assenza del sanitario.
Quest’ultimo, ricevuta la contestazione, assistito dagli Avv.ti Girolamo Rubino e Mario La Loggia, con un articolato scritto difensivo chiariva la propria posizione ed i reali accadimenti avvicendatisi, evidenziando come lo stesso, nell’ambito del rapporto lavorativo alle dipendenze dell’Asp di Agrigento, avesse sempre operato nel rispetto di tutte le norme comportamentali, giuridiche e regolamentari connesse al proprio ruolo istituzionale, mantenendo con i colleghi e gli altri operatori sanitari di reparto un comportamento assolutamente rispettoso sia dal punto di vista personale che da quello professionale.
In particolare, i legali Rubino e La Loggia rilevavano come nessuna violazione degli obblighi di vigilanza, operatività e continuità assistenziale potesse essere addebitata al sanitario per la semplice ragione che lo stesso, per il periodo in contestazione, si trovava in congedo ordinario per ferie, con la conseguenza che, a suo carico, non gravava alcun obbligo di vigilanza sui pazienti ricoverati durante la sua doverosa assenza dal servizio programmata ed autorizzata, né tantomeno alcun obbligo di reperibilità o comunque di rintracciabilità.
Pertanto, nessuna responsabilità né negligenza poteva essere imputata al proprio assistito.
Rilevavano, inoltre, i legali come il trasferimento dei pazienti avvenuto in sua assenza, oltre ad essere stato disposto da altro medico in servizio in reparto, era comunque da ritenersi legittimo, in quanto compiuto nel rispetto di tutte le norme regolamentari e sanitarie, come già avvenuto, in passato, per altri trasferimenti effettuati fra i diversi nosocomi laddove non era stato possibile procedere in loco ad assicurare le cure necessarie.
Così, al termine dell’attività istruttoria, il competente Ufficio per i Procedimenti Disciplinari dell’Asp di Agrigento, accertata l’infondatezza delle contestazioni disciplinari mosse, in un primo tempo, nei confronti del dirigente, ha disposto l’archiviazione del procedimento disciplinare avviato nei confronti dello stesso.
Il Tribunale di Agrigento archivia inchiesta su ong Mare Jonio
E’ stata archiviata l’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione e “mancato rispetto dell’ordine di una nave militare” a carico di Luca Casarini e Pietro Marrone, rispettivamente capo missione e comandante della nave Mare Jonio della ong Mediterranea Saving Humans. Così ha disposto il gip del tribunale di Agrigento dopo la richiesta di archiviazione, escludendo reati a loro carico, del procuratore aggiunto Salvatore Vella e della pubblico ministro Cecilia Baravelli. Marrone non aveva obbedito all’alt intimato dalla Guardia di finanza durante la traversata con a bordo 49 persone approdate, il 19 marzo 2019, a Lampedusa.
Totò Cuffaro ha contratto il covid
L’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, ha contratto il covid. Lo stesso Cuffaro ha scritto sul suo profilo facebook: “Cari amici, mi duole comunicarvi che attualmente mi ritrovo costretto in casa, a causa del temuto Covid che ha colpito anche me e mia moglie. Le mie condizioni sono pressoché buone e volevo tranquillizzare tutti gli amici che quotidianamente mi contattano per chiedermi come stia. Il Covid è un male che si insinua in maniera silente, quindi, vi prego di fare attenzione ed evitare di trascurare le regole di precauzione imposte. Purtroppo, nel mio caso, me lo sono ritrovato in casa, quindi, a nulla sono valse le precauzioni adottate all’esterno. Per questo motivo, ci tenevo ad avvertirvi rispetto il reale pericolo e a sensibilizzarvi su questo tema. Mettete la mascherina, igienizzatevi il più possibile e mantenete la distanza di sicurezza. Poche semplici regole possono garantire la salute vostra e dei vostri cari. Adottatele”.