Ecco il “bollettino di guerra” diramato poco fa dalla prefettura di Agrigento sul fronte della perenne emergenza immigrazione. “In relazione all’ingente numero di migranti sbarcati in questi giorni sull’isola di
Lampedusa la Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Dipartimento delle Libertà Civili e
l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, continua ad essere impegnata nelle attività di
trasferimento dei migranti al fine di alleggerire le presenze sull’isola.
Nella giornata di ieri 150 migranti sono stati trasferiti, con la nave di linea, a Porto
Empedocle e da lì condotti al Centro di Accoglienza di Pian del Lago di Caltanissetta, mentre
con due motovedette della Guardia di Finanza 66 migranti sono stati trasportati a Pozzallo.
Nella mattinata odierna – scrivono dalla prefettura – sono stati trasferiti, a bordo di motovedette, 80 migranti che,
dopo l’arrivo a Porto Empedocle, saranno accompagnati in strutture di accoglienza di Palermo e
Caltanissetta, mentre per la giornata di domani è previsto il trasferimento di ulteriori 45 migranti
a Caltanissetta.
Si precisa che tutti i trasferimenti riguardano migranti sottoposti al tampone rino –
faringeo con esito negativo. All’esito dei trasferimenti a Lampedusa rimarranno circa 1000 migranti a fronte di
1.400 presenze registratesi nei giorni scorsi. Massimo è l’impegno di tutte le componenti deputate all’accoglienza, (personale dell’Ente gestore, personale sanitario e delle Forze dell’Ordine) e la gestione delle complesse
problematiche sull’isola viene costantemente affrontata di concerto con il Sindaco dell’isola.
Rimane alta anche l’attenzione per le condizioni dell’ordine e della sicurezza pubblica
sull’isola, essendo state impartite disposizioni finalizzate al rafforzamento dei servizi di
vigilanza all’Hotspot, dove non sono state registrate fughe, ma allontanamenti di migranti
rintracciati nell’immediatezza e ricondotti presso il suddetto centro di accoglienza.
E’ previsto l’arrivo sull’isola di personale della Croce Rossa che, su invito del Capo
Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, fornirà supporto nelle attività di
accoglienza dei migranti.
Emergenza migranti, il “bollettino di guerra” della Prefettura
Agente polizia penitenziaria del Pagliarelli si suicida. Il Sappe: “Urge direzione medica ad hoc”
Una donna appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria, in servizio nel carcere di Pagliarelli di Palermo si è tolta la vita in casa con la pistola d’ordinanza. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.“E’ una notizia che ha scosso tutti. La donna – L. P. – era in servizio nel carcere palermitano di Pagliarelli. Ed è sconvolgente che questo sia il terzo suicidio, nel solo mese di agosto, di appartenenti alla Polizia Penitenziaria: pochi giorni fa, infatti, altri due Assistente Capo coordinatore della Polizia Penitenziaria, un uomo ed una donna, in servizio a Latina si sono tolti la vita in altrettanti episodi. Sembra dunque non avere fine il mal di vivere che caratterizza gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, uno dei quattro Corpi di Polizia dello Stato italiano”, dichiara Lillo Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del SAPPE. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, non entra nel merito delle cause che hanno portato la donna a togliersi la vita, ma sottolinea come sia importante “evitare strumentalizzazioni ma fondamentale e necessario è comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l’attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere dalla poliziotta. Lo scorso anno 2019 furono 11 i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita: da gennaio ad oggi sono sei i casi. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria. Da tempo il Sappe sottolinea ed evidenzia come sia necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria. Non si perda altro prezioso tempo nel non mettere in atto immediate strategie di contrasto del disagio che vivono gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”.
Anche 3 licatesi tornano a casa dalle vacanze col Covid in valigia
Rientrano dalle vacanze e risultano positivi al Coronavirus. Si tratta di tre ventenni di Licata in quarantena domiciliare. Il sindaco Giuseppe Galanti prova a tranquillizzare la popolazione, e allo stesso tempo, invita tutti quanti al rispetto delle regole. “Avuta notizia, dalle autorità sanitarie, di questi tre nuovi casi – sono le parole del sindaco – abbiamo attivato tute le procedure di competenza dell’amministrazione comunale. Inoltre, abbiamo appreso che si tratta di tre giovani, di circa vent’anni, provenienti da fuori dove, a quanto pare, si sono precedentemente recati per vacanza e dove molto probabilmente sono stati contagiati. I tre, risultati asintomaci, – conclude Galanti – sono stati posti in quarantena obbligatoria a casa”. “Questi tre casi dimostrano, ancora una volta, che in città tutto è sotto controllo. Questi nuovi casi ci offrono però l’occasione – aggiunge il vice sindaco Antonio Montana – per ribadire, sempre più la necessità, da parte di ognuno, nessuno escluso, che devono essere rispettate le regole in vigore e, se è il caso, evitati i viaggi per vacanze, in modo da non incorrere il rischio di essere contagiati”. “Invito tutti alla massima prudenza, alla perfetta osservanza dell’obbligo dell’uso della mascherina e ad evitare il più possibile la frequentazione di luoghi affollati, limitando gli spostamenti non necessari, nella considerazione che tutti i casi registrati a Licata si riferiscono a persone provenienti dall’estero – ha concluso, sui social, il sindaco di Licata – . Un aumento dei casi di infezione potrebbe condurre ad un secondo, rovinoso quanto temuto, lockdwon”.
Incendio nel bosco sotto la cattedrale di Agrigento
Un incendio sta minacciando il bosco ai piedi della cattedrale di San Gerlando ad Agrigento. Sul posto si stanno recando gli uomini del corpo forestale. Una colonna di fumo è visibile anche in lontananza. Il vento rende tutto più difficile. Aggiornamenti nei prossimi minuti.


Contratto della sanità privata, sindacati in piazza per chiedere il rinnovo
Lunedì prossimo dalle 11 alle 13, presidi di lavoratori della sanità privata, organizzati dalle
Federazioni regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, si svolgeranno davanti alle Prefetture di tutta la
Sicilia per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da più di 14
anni, che regola anche i rapporti di lavoro degli oltre 3.200 lavoratori di Seus 118.
Ad Agrigento l’appuntamento vedrà la presenza dei segretari di Cgil, Cisl e Uil della funzione
pubblica, Enzo Iacono, Salvatore Parello e Fabrizio Danile a partire dalle 10 e fino alle 12 dinnanzi
alla Prefettura di piazza Aldo Moro.
“L’emergenza sanitaria che ci ha investito negli ultimi mesi – dicono i sindacati – ha dimostrato
chiaramente che i lavoratori della sanità privata hanno diritto alle stesse garanzie e alle stesse tutele
dei colleghi della sanità pubblica. È una questione di dignità professionale. Inoltre non ci
fermeremo sino al rinnovo del contratto e solleciteremo ancora l’Assessorato regionale alla Salute
perché è inammissibile che i datori di lavoro, dopo tutte le garanzie, economiche e giuridiche,
ottenute continuino a sfruttare e sottopagare i lavoratori, continuando a ricevere soldi pubblici”.
Corso per dirigenti scolastici, prosegue il contenzioso al Cga

Nel 2011 era stato indetto, dal Ministero dell’Istruzione, un concorso per il
reclutamento di Dirigenti scolastici per la scuola primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo
grado e per gli istituti educativi, da svolgersi in tutte le varie fasi a livello regionale.
Un folto gruppo di aspiranti dirigenti scolastici, in possesso dei requisiti richiesti, vi partecipava, per la
Regione Sicilia, presentando rituale domanda di partecipazione nei tempi e secondo le modalità previste
dal bando di concorso. Successivamente, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia pubblicava l’elenco dei candidati risultati idonei a seguito della positiva valutazione delle prove scritte; elenco dal quale risultavano esclusi i suddetti
partecipanti. Questi ultimi, a loro volta, a fronte delle molteplici illegittimità riscontrate, decidevano di proporre un
ricorso giurisdizionale dinanzi al giudici amministrativi, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino,
chiedendo l’annullamento di tutti gli atti, successivi alla procedura preselettiva, compiuti dalla
Commissione esaminatrice e dalla sottocommissione nominate, essendo state tali Commissioni
illegittimamente costituite. Il Tribunale penale di Palermo aveva accertato la piena responsabilità penale di un commissario avendo falsamente attestato l’inesistenza di una causa di incompatibilità a svolgere l’incarico di componente della sottocommissione del predetto concorso, stante invece la partecipazione quale docente formatore ai corsi di preparazione al citato concorso. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, attesa la rilevanza di tale pronuncia ai fini del decidere, con apposita ordinanza interlocutoria del 13 agosto 2020, ha richiesto alle parti dovuti chiarimenti in merito all’avvenuto passaggio in giudicato – o meno – della suddetta sentenza, ad esito dei quali non potranno che scaturire inevitabili e risolutive conseguenze per la validità di tutta la controversa
procedura concorsuale. Per conoscere l’epilogo della vicenda dovrà, tuttavia, attendersi lo svolgimento della prossima udienza di merito fissata per il prossimo 16 dicembre 2020.
Droga dall’Olanda direttamente a domicilio, arrestato empedoclino
Non erano sicuramente tulipani. Dall’Olanda si era fatto recapitare al domicilio cinque panetti di hashish, rigorosamente imballati e all’interno di uno scatolo, da un corriere. Avrebbe dovuto essere una consegna come tante. Una consegna che è però saltata perché quel pacco, rivelatosi sospetto, è finito nelle maglie dei controlli dei carabinieri della stazione di Porto Empedocle. Militari dell’Arma, coordinati dal comando compagnia di Agrigento, che hanno arrestato colui che avrebbe dovuto appunto riceverlo. Il ventiseienne, V. C., subito dopo l’arresto, è stato posto, in attesa dell’udienza di convalida, ai domiciliari. Ieri, davanti al giudice per le indagini preliminari Stefano Zammuto, s’è tenuta l’udienza durante la quale l’arresto è stato convalidato e a carico del giovane, accogliendo la richiesta del legale di fiducia: l’avvocato Serena Gramaglia, è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di dimora. I carabinieri di Porto Empedocle, però, continuano ad indagare. Stando a quanto emergeva ieri, non è ancora finita. L’inchiesta va inevitabilmente avanti per chiarire ogni passaggio e soprattutto per tracciare il luogo di partenza di quei cinque panetti di hashish – per un peso complessivo di circa mezzo chilo – e chi li abbia spediti a colui, il ventiseienne empedoclino, che doveva essere il destinatario della “roba”.
Franco Miccichè: “Più attenzione verso chi ha bisogno in questa città”

“C’e’ un lato oscuro della citta’ che molti fanno finta di non vedere. Eppure esiste ed è sotto gli occhi di tutti. È la cosidetta fascia grigia. Ci sono molte famiglie che non riescono ad avere un posto dove vivere e non riescono ad avere alimenti a sufficienza per loro e per i loro familiari”. Così il candidato sindaco di Agrigento sulla situazione di emergenza economica in città.
“Sono persone come noi, agrigentini che affrontiamo un periodo difficile della vita. Non vanno dimenticati. Al contrario vanno seguiti e aiutati. Io da sindaco mi adoperero’ affinche’ il Comune possa svolgere al meglio questa attività, con una diretta collaborazione con le associazioni di volontariato che da anni s’impegnano senza sosta in questo nobile scopo, spesso senza l’aiuto delle strutture pubbliche. Una collaborazione anche in termini di logistica e di supporto economico e materiale”, conclude Miccichè.
Ricettazione, denunciati due canicattinesi
Nel cuore della notte a piedi, trasportavano 4 monitor Lcd. Troppo sospetti per passare inosservati. I due, alla vista della Volante, hanno provato ad evitare il controllo allontanandosi da via Capitano Ippolito a Canicattì. Sono stati però raggiunti e bloccati dai poliziotti del commissariato. Sui monitor c’erano delle targhette riconducibili ad una istituzione, ma alla richiesta di spiegazioni i due fornivano versioni contrastanti. Quei monitor appartenevano all’istituto scolastico comprensivo ”Mario Rapisardi” di via Pilo, da quattro anni non utilizzato per problemi strutturali. Istituto che i poliziotti hanno accertato che presentava alcuni infissi danneggiati ed aperti e tutti i locali a soqquadro. Nella mattinata successiva, funzionari del Comune di Canicattì hanno denunciato il furto di alcuni componenti degli impianti elettrici, idrico sanitario e di allarme nonché materiale informatico fra cui i monitor ritrovati, e sequestrati, ai due. B. V. E., di 31 anni, e C. K. G. di 18 anni, sono stati denunciati – dai poliziotti del commissariato di Canicattì – per ricettazione. Sono ancora in corso, naturalmente, le indagini per capire che fine abbia fatto tutto il resto del materiale asportato nell’istituto scolastico.
Gli nega i soldi per andare a prostitute e lui la picchia, arrestato
La moglie gli nega i soldi che gli servivano per comprare alcool e andare a prostitute e lui la picchia e mette a soqquadro la loro abitazione. L’uomo, un 47enne arrestato da carabinieri del comando provinciale di Catania, dopo avere quasi sfondato la porta d’ingresso a calci ha schiaffeggiato la donna costringendola a consegnargli il suo bancomat per prelevare del denaro. Le aggressioni, ha denunciato poi la vittima ai militari dell’Arma, erano iniziate da tempo, ma non le aveva segnalate per paura di ritorsioni. L’uomo è stato arrestato per estorsione e maltrattamenti in famiglia e condotto in carcere