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Verso le amministrative ad Agrigento, appello di Mauro Montante: “Il Covid non sia un alibi per non parlare dei problemi della città”

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A circa 45 giorni alle elezioni per il rinnovo del Sindaco e della giunta comunale di Agrigento e da cittadino arriva una riflessione del candidato al consiglio comunale Mauro Montante. “L’emergenza Covid-19 sta nuovamente allarmando le Istituzioni sanitarie (e non) e i cittadini e ci pone davanti uno scenario veramente difficile da decifrare: si potrà votare? Questa nube di incertezza avvolge le elezioni, i candidati e certamente soffoca, anche per vincoli oggettivi, la campagna elettorale come tradizionalmente intesa. È evidente che un secondo rinvio delle elezioni sarebbe gravissimo sia dal punto di vista organizzativo/politico che da quello democratico e sarebbe giustificabile solo a fronte di una nuova preoccupante situazione sanitaria che ovviamente tutti speriamo di scongiurare.
Allo stesso tempo, però, questo non deve diventare l’alibi per evitare il confronto sui contenuti e favorire così il “gioco” di chi è in grado di orientare i voti a prescindere dai candidati e dalle idee, anche perché questo meccanismo rafforza la sfiducia dei tanti che tendono all’astensionismo segnati da una dinamica politica sempre uguale da troppi anni.
In queste settimane ho incrociato tantissimi candidati che si affannano nella ricerca del voto, ma ad oggi, ho sentito solo pochissime idee su Agrigento che, peraltro, oscillano tra sogni ipotetici di città e temi, seppur importantissimi, che poco c’entrano con la gestione comunale. Quindi poche idee e ancora meno sono le proposte operative, cioè il come realizzare ciò che si propone, con quali finanziamenti e modalità, perché per amministrare seriamente non basta dire “vorrei” ma è fondamentale dire “come lo farei”.
In questa direzione, per fortuna, osservo con grande attenzione -continua Montante – diverse realta’ che fanno civismo attivo (come “Fontanelle Insieme”, “volontari di strada” e tanti altri) che spesso, in termini di progettualità e azioni concrete, sono molto più efficaci anche della stessa Amministrazione. Nessuno parla di lavoro perché è un tema troppo difficile da affrontare, ma una città non può sopravvivere se non è in grado di sostenere e sviluppare il lavoro e l’imprenditoria; di ambiente e turismo, due temi che non possono essere slegati e che devono essere affrontati a livello sistemico e di rete,  solo per citarne alcuni.  Invito, quindi, tutti i candidati ad un confronto serio sui contenuti, di cui  mi faccio promotore in prima persona, perché sono fortemente convinto che decidere di occuparsi della “res pubblica” debba essere un atto di estrema responsabilità e amore per la propria città e non di perseguimento di interessi personali”, conclude Montante.

Musumeci: “Fosse per me chiuderei i porti. La Sicilia non può essere un campo profughi”

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“Non si può consentire che migliaia e migliaia di migranti, autonomi o con le navi delle ong, possano sbarcare in una terra che è rimasta per mesi in ginocchio e che adesso guarda con una certa prospettiva per potersi riprendere. Roma da questo punto di vista è stata molto impreparata, perché ha affrontato con approssimazione un fenomeno che si preannunciava sin dai mesi di aprile e marzo. Se dipendesse da me, se avessi l’autorità per farlo, io chiuderei i porti, che non significa non dover approntare le necessarie assistenze per chi è in mare, ma questo deve essere fatto tenendo conto della tutela dei cittadini siciliani”. Lo ha detto a Sky TG24 il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.     “Abbiamo detto al governo nazionale che non intendiamo autorizzare la realizzazione di tendopoli o di baraccopoli per ragioni di sicurezza legate ai cittadini siciliani e ai migranti – ha aggiunto il governatore – il nostro servizio sanitario ha già eseguito diecimila tra test sierologici e tamponi ma siamo stati irremovibili nell’esigenza di avere delle navi per la quarantena, perché non vorremmo che il migrante mettesse piede sulla Sicilia, ma potesse essere assistito sulla nave e nel caso di positività dovrebbe essere ricoverato in apposite strutture.    Lo abbiamo detto, lo abbiamo fatto e speriamo che da Roma si rendano conto che la Sicilia non vuole essere un campo profughi”.

L’Asp di Agrigento “invita” ai test sierologici docenti e personale Ata dal 24 agosto

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La Direzione sanitaria dell’ASP di Agrigento fa il punto in vista della riapertura delle scuole. “Nell’ambito delle procedure mirate alle misure per la prevenzione del contagio da COVID-19 e, specificatamente, in previsione dell’avvio del nuovo anno scolastico 2020- 2021 è stato programmato dal Ministero della Salute e dall’Assessorato Regionale alla Salute, l’avvio di un programma di test sierologici destinato al personale docente, ATA e delle scuole
pubbliche e private di ogni ordine e grado compresi gli asili nido e gli istituti di formazione
professionale che garantiscono l’obbligo formativo. La scelta di effettuare il test sierologico è
esclusivamente su base volontaria a partire dal 24 agosto 2020 e durerà fino alla settimana
antecedente l’inizio delle attività didattiche stabilite dai dirigenti scolastici (naturalmente, per il
personale che prenderà servizio ad anno scolastico avviato, è prevista la possibilità di effettuare lo
screening successivamente). Il personale docente ed ATA potrà rivolgersi al proprio medico di
medicina generale che provvederà ad effettuare lo screening con test sierologico rapido mediante
card con pungi dito, e comunicherà tempestivamente il risultato occupandosi, in caso di esito
positivo, a comunicare tale dato al Dipartimento di prevenzione che effettuerà, entro 24 ore e non
oltre le 48 ore, il tampone rinofaringeo.
Oltre al distanziamento, alla prudenza, all’igiene delle mani ed alle misure preventive, la
conoscenza del proprio stato di salute costituisce un tassello importante nella lotta al COVID-19. Il
vostro medico di medicina generale vi aspetta per darvi tutti i chiarimenti necessari”.

Poliziotti e carabinieri ritrovano furgone rubato e arrestano extracomunitario, applausi dai balconi

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Spettacolare arresto da parte di polizia e carabinieri di Agrigento alcuni minuti fa in via Garibaldi. Agenti e militari dell’Arma hanno rintracciato un furgone Doblò rubato ieri al Villaggio Mosè, condotto da un extracomunitario verosimilmente responsabile del furto. Il veicolo rubato è stato intercettato intorno alle 11, con un’auto dell’Arma che ha imboccato controsenso la stretta via del centro storico agrigentino, per stopparne la corsa. L’intervento è scattato dinanzi a decine di persone che dai balconi hanno espresso apprezzamento per l’operazione, con tanto di applausi a scena aperta e “bravi” rivolti alle forze dell’ordine. L’extracomunitario alla guida del mezzo è stato posto in stato di fermo e portato in caserma a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Porto Empedocle, la spiaggia preferita dalle tartarughe per deporre le uova

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Quest’anno le tartarughe Caretta Caretta hanno scelto Porto Empedocle per deporre le loro uova. La spiaggia delle “Cannelle” in particolare pare essere quella più gettonata dagli animali. Gli esperti del settore coadiuvati dai volontari dell’associazione Mariterra hanno realizzato una adeguata zona delimitata, per consentire alle uova di non essere “disturbate” da animali o bagnanti. Se ne parlerà tra alcune decine di giorni assistere alla schiusa, un evento che si preannuncia imperdibile.

Lampedusa, precipita la situazione dell’hotspot: 1.400 migranti all’interno

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Sono complessivamente 276 gli extracomunitari arrivati sull’isola nell’arco di neanche 8 ore.  Fra hotspot e Casa della fraternità – locali della parrocchia gestiti dal sacerdote don Carmelo La Magra – ci somo, al momento, 1.400 persone circa.  I cinque sbarchi della notte sono stati composti da un minimo di 6 tunisini ad un massimo di 72 extracomunitari fra cui libici e subsahariani. Le imbarcazioni sono state, per la maggior parte, soccorse dalle motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza.  Così tanti immigranti presenti sull’isola stanno riproponendo l’emergenza allontanamento dall’hotspot. Ieri, una quarantina di extracomunitari – senza mascherine indossate – sono stati avvistati e segnalati dai lampedusani mentre erano in giro per l’isola.

Malta e il Covid, ecco il punto della situazione

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Tutti contro Malta e i maltesi. Ma cosa succede nell’isola dei cavalieri sul fronte Covid 19? In seguito all’impennata dei nuovi casi, che ha portato i medici a minacciare lo sciopero, Malta ha annunciato nuove restrizioni per arginare la diffusione del coronavirus, mentre non si spengono le polemiche sulla vacanza siciliana del primo ministro Robert Abela, coincisa con un record di contagi. Da mercoledì scorso sono stati chiusi i bar, le discoteche e i locali notturni a eccezione di quelli che hanno un ristorante interno, nel quale potranno essere serviti solo clienti seduti al tavolo. Le feste in barca saranno vietate ma le navi da crociera potranno attraccare purché vengano rispettate le norme di distanziamento sociale. I matrimoni potranno svolgersi solo con invitati seduti e cibo e bevande serviti al tavolo. Gli assembramenti con piu’ di 15 persone sono vietati. È obbligatorio indossare le mascherine in tutti gli spazi pubblici al chiuso, con l’esclusione dei tavoli dei ristoranti. In conferenza stampa, il ministro della Salute, Chris Fearne, ha spiegato che da venerdì, alla “lista nera” dei Paesi da cui non sono consentiti arrivi e alla “lista verde” delle nazioni dalle quali è consentito l’ingresso a Malta senza limiti, verrà aggiunta una “lista arancione” di Paesi dai quali gli arrivi saranno consentiti solo a condizione di presentare un test al coronavirus dall’esito negativo. L’elenco delle nazioni incluse nella “lista arancione” verrà comunicato a “breve”, ha aggiunto il ministro, e saraà aggiornato ogni settimana. Nelle ultime tre settimane il numero di contagi a Malta ha toccato livelli mai visti in precedenza, con un record di 72 casi sabato scorso e il secondo dato più alto mai registrato. Il primo ministro Robert Abela, nondimeno, domenica si era limitato ad affermare che, per limitare la diffusione del virus, la cosa piu’ importante fosse l’autodisciplina e il mantenimento del distanziamento sociale. Abela aveva però escluso il divieto di gite in barca o feste in barca perché, a sua detta, non sarebbe stato saggio chiudere le attrazioni turistiche. Parole seguite oggi da una dura reazione del Mam, il sindacato dei medici, che ha minacciato uno sciopero parziale in assenza di una reintroduzione immediata di restrizioni. Il Mam si è detto “genuinamente preoccupato” dalle dichiarazioni del primo ministro che “non sembra comprendere appieno la gravità della situazione per la salute pubblica e l’economia”. Il sindacato ha definito “false” le affermazioni di Abela secondo cui La Valletta avrebbe il numero di casi di Covid 19 più basso in Europa in rapporto alla popolazione. “Sebbene non ci siano stati finora nuovi decessi, che arrivano 3 o 6 settimane dopo la positività al contagio, questo fatto da solo non è rassicurante”, ha affermato una nota del Mam, “inoltre, mentre il primo ministro era in vacanza in Sicilia, tre pazienti erano in terapia intensiva, quaranta erano ricoverati e nelle case di riposo sono stati registrati 11 nuovi casi”. Il sindacato dei medici aveva quindi minacciato un nuovo sciopero qualora il governo non avesse reintrodotto limitazioni, dopo quello proclamato il 5 agosto che aveva visto la sospensione dei servizi medici non essenziali ed era stato revocato pochi giorni dopo in seguito a un confronto con il ministero della Salute.

La città degli “sfollati”: alcuni rientrano nelle case in via San Girolamo, in via Unità d’Italia tutto tace

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Ci sono voluti due mesi, ma alla fine alcuni residenti di uno stabile in via San Girolamo ad Agrigento hanno potuto fare ritorno nelle proprie abitazioni. Si tratta del palazzo nel cuore del centro storico, teatro dell’incendio che costò la vita ad un’anziana. Il Comune di Agrigento, preso atto dei primi lavori di ripristino dell’immobile, danneggiato gravemente dalle fiamme nella parte sommitale, ha infatti emesso una revoca parziale all’ordinanza sindacale dello scorso 20 giugno “atteso che restano da effettuarsi ulteriori e necessari adempimenti per la sua completa revoca”. Con questo provvedimento, potranno tornare a casa “tutti i proprietari e di chiunque, a qualunque titolo, occupasse gli immobili costituenti l’edificio condominiale in oggetto”, ad eccezione tuttavia di quelli del terzo e quarto piano dell’ala interessata dall’incendio e di tutto il quinto piano, per i quali rimane confermato il divieto di accesso. Nessuna novità invece per i residenti del palazzo di via Unità d’Italia devastato da un incendio divampato in un magazzino al pianterreno sempre un paio di mesi fa circa. Famiglie che vivono in condizioni disagiate, senza che dalle autorità competenti arrivino segnali positivi su un ripristino della palazzina e, quindi, su un rientro a casa.

Investe bambino e scappa, poi ci ripensa e si reca dai carabinieri. Denunciato

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Dopo avere investito un bambino di 10 anni e anziché fermarsi e prestare i necessari soccorsi avrebbe accelerato, dileguandosi. Alcune ore ore dopo la coscienza ha bussato alla sua porta, convincendola ad andare a denunciarsi dai carabinieri. E’ accaduto ieri mattinata  a Porto Empedocle. Il piccolo, che era in compagnia della mamma durante l’investimento, è stato subito soccorso e portato all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento dove i medici lo hanno sottoposto a tutti gli accertamenti ritenuti necessari. Il piccino, seppur ferito e con un trauma cranico, non è, per sua fortuna, in pericolo di vita. Una trentunenne di Porto Empedocle, dopo l’investimento, s’è presentata alla caserma dei carabinieri della cittadina marinara e s’è assunta ogni responsabilità per quanto era, poco prima, accaduto. La giovane, che era al volante di una Fiat Punto, è risultata essere priva – poiché mai conseguita – di patente di guida. E’ stata denunciata, in stato di libertà, alla Procura di Agrigento. Le ipotesi di reato contestate sono omissione di soccorso e guida senza patente.

Terza donna candidata sindaco di Agrigento, è Angela Galvano

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Angela Galvano
Angela Galvano

Un’altra donna in corsa per diventare sindaco di Agrigento. E’ Angela Galvano, 42enne avvocato, consigliere comunale in carica e dirigente regionale di Art.1.Terza donna in pista dopo Catalano e Carlisi a sfidare gli altri competitor uomini. Che sono in ordine alfabetico Calogero Firetto, Franco Miccichè,  Aldo Piazza, Marco Zambuto. Si tratta di una candidatura che era nell’aria da tempo e che ora punta a diventare momento di aggregazione tra la sinistra movimentista e radicale e riformista con una parte del Pd e del mondo dell’associazionismo e del mondo cattolico democratico. Con molta probabilità anche la lista d’appoggio in consiglio non sarà marchiata dal logo Art. 1 ma sarà una lista aperta alla società civile e con candidati non proprio marcatamente di partito. “Non mi tiro indietro anzi faccio assieme a chi mi sosterrà un passo avanti,c’è uno schema vecchio e obsoleto che va scalzato e superato”, dice Galvano.