Le scarpette blu trovate accanto ai resti umani, ieri, nelle campagne di Caronia sono di Gioele. Le ha riconosciute durante l’incontro con la polizia il papà del bambino, Daniele Mondello. Lo si apprende dalla sorella dell’uomo, Mariella Mondello. “Le scarpette che la polizia ha mostrato a Daniele Mondello sono quelle che lui aveva regalato a Gioele assieme alla moglie. Non ci sono dubbio che siano le sue”. Lo afferma il legale del papà del bambino, l’avvocato Pietro Venuti aggiungendo che l’uomo è stato in Questura per firmare dei documenti per esami che saranno eseguiti domani sui vestiti di Viviana Parisi. Il penalista ha precisato anche che il prelievo per il Dna è stato eseguito su Daniele Mondello e sul padre di sua moglie, Luigino Parisi. Sono state sospese le ricerche di Gioele attivate nelle campagne di Caronia. La macchina dei soccorsi si è fermata e il campo base sta per chiudere. Un altro forte segnale del fatto che si ritiene sempre più probabile che i resti umani trovati ieri siano quelli del piccolo Gioele.
Il dramma di Caronia: riconosciute le scarpe del piccolo Gioele
Proteste da Villaseta: “Siamo abbandonati da anni”
Gli abitanti della Via Antonio Mongitore nel cuore di Villaseta ad Agrigento denunciano con una nota inviata ai media lo stato di degrado in cui versa il quartiere, “dimenticato – scrivono e documentano con diverse foto – dall’amministrazione comunale, evidentemente interessata ad altre zone maggiormente “visibili”.
Pullara: “Il 5 ottobre si voti fino alle 22 per limitare gli assembramenti e dare modo a tutti di votare”

Il neocommissario dell’Asp Zappia a confronto con il cardinale Montenegro
Conoscere il territorio e comprenderne i bisogni avviando, al contempo, un dialogo costruttivo con le autorità civili, militari e religiose della provincia per realizzare una gestione partecipata e
condivisa della sanità agrigentina. Questo, in sintesi, il senso di un fitto ciclo di incontri intrapreso
dal neo-commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Mario Zappia,
già all’indomani del suo insediamento. Dopo aver completato una ricognizione con visite ripetute
presso i cinque presidi ospedalieri ASP ed aver avviato un calendario di appuntamenti anche
presso le sedi distrettuali, il commissario Zappia ha inaugurato questa mattina il dialogo con
massime autorità locali partendo da un incontro, svoltosi presso la sede vescovile, con
l’arcivescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro. In un clima di dialogo cordiale e
stimolante, il commissario ASP ha avuto occasione di ricevere da monsignor Montenegro diversi
spunti per concretizzare uno dei cardini fondamentali della sua governance ossia la realizzazione di
un’assistenza socio-sanitaria che sia autenticamente al servizio del cittadino e calibrata sui bisogni
della persona. L’agenda degli incontri prevede un’intensa serie di incontri nei prossimi giorni con la
visita al prefetto, ai procuratori della Repubblica di Agrigento e Sciacca, al questore, ai presidenti
dei tribunali, alle autorità militari e al sindaco del capoluogo. Avviate le relazioni anche con gli
ordini professionali (si è già svolto un colloquio il presidente dell’ordine dei farmacisti mentre è in
programma quello con il presidente dell’ordine dei medici) ed il calendario degli incontri con le
sigle sindacali. Interessante la decisione del commissario Zappia di “delocalizzare” ciclicamente la
Direzione generale ASP prevedendo appuntamenti settimanali presso le sedi dei Distretti
ospedalieri AG1 (Agrigento, Licata e Canicattì) e AG2 (Sciacca-Ribera) e ciò al fine di essere
maggiormente presente “sul campo” e vicino alle istanze del personale sanitario.
Il ferragosto “caldo” della Capitaneria tra sanzioni e prevenzione
La Capitaneria di porto empedoclina non ha “solo” l’emergenza immigrazione in perenne aggiato. Come ogni anno i militari agli ordini del comandante Gennaro Fusco hanno fronteggiato la baraonda ferragostana, garantendo legalità sul territorio costiero e non solo. Gli accampamenti fatti sgomberare – il 14 e il 15 agosto scorsi – sono stati veramente pochi, ma qualche bagnante che stava accatastando legna per dar fuoco al falò è stato pizzicato, decine sono stati invece i verbali fatti per imbarcazioni sotto costa. Sanzioni che sono arrivate a un totale complessivo di 1.377 euro. Tour de force, con i militari che sono riusciti anche a intercettare un’imbarcazione da pesca con a bordo degli esemplari di pesce spada sotto misura. La Guardia costiera ha sequestrato il pescato illegale che era destinato al tradizionale pranzo di Ferragosto. Sequestrati pure gli attrezzi da pesca ed elevata una sanzione di 2.600 euro. Lunedì, dopo una segnalazione telefonica che riferiva la presenza a Zingarello di un’imbarcazione in difficoltà, i mezzi della Guardia costiera hanno soccorso il natante da diporto con 6 persone a bordo che, in seguito al peggioramento delle condizioni meteomarine, aveva difficoltà a rientrare in porto. Controllata la documentazione, è stato scoperto che quel natante navigava senza assicurazione e dunque, in questo caso, è scattata una multa da 130 euro. Il comandante della Capitaneria, il capitano di fregata Gennaro Fusco, ha manifestato il proprio apprezzamento per il lavoro dei militari dimostrando come la Guardia costiera sia sempre pronta e vigile per garantire la sicurezza della navigazione, soprattutto nei periodi in cui normalmente la gente si reca in vacanza.
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Circa 22 milioni di euro per 104 teatri pubblici siciliani. È questo il finanziamento previsto dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana per l’ammodernamento e il recupero di importanti strutture teatrali, dislocate in tutte e nove le province dell’Isola.Nei giorni scorsi l’Assessorato ha, infatti, avviato la fase conclusiva di un iter di finanziamento che consentirà di portare a buon fine i progetti di riqualificazione di molti teatri: un grosso intervento economico che permetterà di migliorare significativamente i teatri pubblici della Sicilia rendendone più moderne e funzionali le strutture, alcune delle quali storiche e di grande pregio artistico e architettonico. Oltre sei milioni e mezzo di euro sono, invece, previsti per altre 35 strutture teatrali di proprietà privata. “Il finanziamento di un numero così importante di teatri – sottolinea l’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – rilancia la centralità del teatro stesso come segno distintivo, cuore pulsante di una comunità, ma anche luogo di cultura e socializzazione.
L’imponente stanziamento destinato testimonia l’impegno del Governo regionale nella conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale siciliano e l’attenzione verso la cultura teatrale. I teatri sono, infatti, i luoghi della narrazione del Mito e della quotidianità, gli spazi in cui si rappresentano la realtà e la cultura di un popolo. Durante quest’anno, poi – evidenzia Samonà – grazie all’impegno del Governo Musumeci i teatri, le aree archeologiche e i beni culturali in generale, hanno costituito i luoghi fisici del ritorno alla normalità, offrendo anche a tanti artisti siciliani la possibilità di tornare a calcare le scene dopo mesi di fermo: luoghi che ci ricordano che la creatività e la bellezza sono il vero motore che tutto muove, le relazioni interpersonali ma anche l’economia, che proprio la cultura, in questo anno di crisi internazionale, sta contribuendo a rimettere in moto”
Carabinieri arrestano latitante a Trapani noto come “Pummaroro” o “Il padrino”
I carabinieri di Trapani hanno arrestato in un appartamento a Castelvetrano Francesco Paolo Cammareri, detto “Pummaroro”, latitante dallo scorso 15 luglio dopo avere strappato il braccialetto elettronico. Era stato arrestato circa un anno fa perché ritenuto responsabile, assieme ad altri complici ancora ignoti, della violenta rapina messa a segno nel gennaio del 2019 ai danni dei coniugi Salone, picchiati e narcotizzati nella loro villa di Casa Santa; era stato poi posto ai domiciliari nella sua abitazione nel rione San Giuliano dove lo chiamano “Padrino” per i contatti, da lui millantati, con esponenti di Cosa nostra. Durante le indagini coordinate dal sostituto procuratore Brunella Sardoni e la supervisione del procuratore di Trapani Maurizio Agnello, i carabinieri avevano messo sotto osservazione i familiari. A insospettire gli investigatori sono stati i ripetuti spostamenti della moglie di Cammareri, che spesso si recava a Castelvetrano, cambiando auto.
Dopo diversi giorni di pedinamenti i carabinieri sono arrivati in una abitazione del centro di Castelvetrano. Ieri è scattato il blitz quando l’uomo è comparso sull’uscio di casa per accompagnare la moglie; dopo l’irruzione Cammareri, bloccato, si è congratulato con i carabinieri. All’interno della casa è stato trovato un borsello con due pistole cariche con matricola abrasa e munizioni. A favorire la latitanza sarebbe stata una coppia di Castelvetrano, arrestata per favoreggiamento. Cammareri è stato rinchiuso nel carcere “Pietro Cerulli” di Trapani.
Il procuratore di Patti: “Resti rinvenuti compatibili con Gioele”
“I resti umani trovati ieri a Caronia sono compatibili con Gioele”. Lo ha detto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, parlando con i giornalisti, prima di entrare in ufficio “Questa mattina – ha aggiunto – ci sarà il riconoscimento da parte del padre degli oggetti ritrovati sul posto. Gli avevo chiesto di farlo già ieri, ma ha preferito seguire le spoglie di quello che riteniamo sia il figlio e abbiamo rispettato questa esigenza”
Voleva vedere il fratello ammalato, la Cassazione dice “no” all’ex boss Giuseppe Falsone

La Corte di Cassazione ha rigettato l’istanza avanzata dai legali del boss di cosa nostra Giuseppe Falsone, condannato all’ergastolo e detenuto in regime di 41bis nel carcere di Novara, con cui chiedeva la possibilità di incontrare il fratello malato e che attualmente sta scontando una condanna a oltre 13 anni per tentato omicidio. Di fatto viene confermata la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Novara che già in passato aveva negato questa possibilità al boss originario di Campobello di Licata: “E’ ancora il capo di Cosa Nostra e il suo ruolo apicale non è mutato”
Il Sansovino fa pit stop a Porto Empedocle… senza portellone ancora inabissato
Il traghetto “Sansovino” che, lunedì scorso, in fase di disormeggio dal porto di Linosa, ha perso il portellone centrale, è arrivato a Porto Empedocle. Si tratta, tecnicamente, di una “sosta inoperosa per avaria”. Per come annunciato dalla compagnia Caronte & Tourist, la motonave andrà, adesso, in cantiere per “lavori di riparazione di una certa importanza”. La stessa compagnia ha parlato di un “fermo in cantiere non brevissimo”. Intanto, il portellone centrale della motonave resta in fondo al mare, davanti al porto, di Linosa. Il recupero è stato tentato, e ritentato, con i palloni. Ma è fallito e, adesso, s’attende l’arrivo di un pontone con la gru per recuperarlo.