Ad Agrigento, domani, mercoledì 29 gennaio, nella salita Francesco Sala 6, poco sopra la via Atenea e nei pressi del monastero di Santo Spirito, alle ore 10:30 il centro antiviolenza e antistalking Telefono Aiuto, presieduto da Antonella Gallo Carrabba, presenterà in conferenza il nuovo video clip del gruppo musicale “Marte”, di Massimiliano Gallo, intitolato “Amuri e Guerra”, realizzato con i musicisti Mauro Patti, Marco Lisci, Filippo Scibetta e Andrea Sardo. Hanno recitato Elide Filippone e Giuseppe Galluzzo. La stessa Antonella Gallo Carrabba spiega: “Questa nuova campagna antiviolenza riveste una grande valenza sociale in quanto pensata e realizzata da giovani e che hanno voluto dare un fattivo contributo alla lotta contro la violenza sulle donne”.
Uno stralcio del video è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Il consigliere comunale di Agrigento, Angelo Vaccarello, tramite una email, ritiene opportuno comunicare alla stampa, e quindi all’opinione pubblica, che ad Agrigento, in una scuola del Villaggio Mosè, non solo vi sono classi senza riscaldamenti e i bambini sono costretti al freddo, ma vi sono anche pidocchi in tutto l’istituto e si sono registrati casi di scarlattina. Auspichiamo che il consigliere Vaccarello abbia trasmesso la sua comunicazione anche agli organi preposti ad intervenire, ad esempio l’Azienda sanitaria provinciale.
Domenico TerrasiA Cattolica Eraclea, in provincia di Agrigento, è morto il presunto capomafia del paese, Domenico Terrasi, 77 anni. La Questura di Agrigento ha vietato i funerali pubblici in Chiesa e il corteo funebre. La Diocesi ha quindi annullato le esequie. La salma è stata benedetta e condotta al cimitero, e i Carabinieri hanno vigilato affinchè fossero rispettate le prescrizioni imposte. Terrasi è stato in libertà dal febbraio del 2018, dopo avere scontato la seconda condanna per associazione mafiosa, a 12 anni e 8 mesi di reclusione, che gli è stata inflitta nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Minoa”.
Il palazzo di Giustizia di AgrigentoAd Agrigento al palazzo di giustizia la giudice per le udienze preliminari, Luisa Turco, ha accolto e ratificato la richiesta di patteggiamento della condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione proposta, con il consenso della pubblico ministero Gloria Andreoli, dall’avvocato Salvatore Pennica nell’interesse di Marco Caruana, 41 anni, di Agrigento, pizzaiolo, arrestato il 5 febbraio del 2019 perché sorpreso in possesso di 124 grammi di cocaina nascosti nella sua automobile.
Incidente mortale sul lavoro a Palma di Montechiaro, in un appezzamento di terreno in contrada Falcone, dove Rosario Lo Vasco, 53 anni, intento ad arare, è stato schiacciato dal mezzo che improvvisamente si è ribaltato. Sono intervenuti i Carabinieri e il personale del 118 con l’elicottero. Inutile però si è rivelato il soccorso.
Una carissima collega, la giornalista Loredana Guida, 44 anni, di Agrigento, insegnante, è morta vittima della malaria e, forse, non solo della malaria. Loredana è stata in vacanza in Africa, in Nigeria, a Lagos. Al rientro ad Agrigento ha avvertito febbre e inappetenza. Secondo quanto pubblicano le agenzie di stampa, Loredana Guida si sarebbe recata al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento, con 39 di febbre. Ha subito riferito di essere stata in Africa, e nonostante ciò sarebbe rimasta per circa 9 ore in corridoio, e poi, ormai stanca, ha firmato le dimissioni e se ne è andata. Poi i sintomi si sono aggravati, e dopo 5 giorni Loredana, svenuta a casa sua, è stata trasportata in ambulanza ancora all’ospedale di Agrigento, dove è stata ricoverata per una settimana in Rianimazione. E finalmente è giunta la diagnosi: malaria terzana maligna, lo stesso ceppo, il peggiore, che il 2 gennaio del 1960 uccise Fausto Coppi, anche lui vittima di una malaria non diagnosticata. Dall’ospedale di Agrigento i medici hanno ricercato posti in ospedali dotati di reparti di Malattie infettive ma non ne sarebbero stati trovati. Un farmaco specifico è stato recuperato a Messina e condotto ad Agrigento. E’ stato troppo tardi. Loredana è morta durante la notte, prematuramente, come il padre, l’altrettanto carissimo collega Leonardo Guida. Teleacras esprime profondo cordoglio alla famiglia. Riteniamo opportuno non cimentarci nella ricerca di eventuali responsabilità per quanto accaduto. Ed essendo del tutto incompetenti non puntiamo il dito contro nessuno. Saranno gli organi competenti, nelle sedi e con i mezzi a disposizione, ad indagare.
Lo stato dell’arte della lotta alla mafia: l’intervista al generale dei Carabinieri e direttore nazionale della Direzione investigativa antimafia, Giuseppe Governale.
Giuseppe Governale
Il ministro dell’Interno, come accade ogni sei mesi, ha relazionato al Parlamento su attività e risultati della Dia, la Direzione investigativa antimafia. Sono emersi rapporti rafforzati tra le famiglie storiche di Cosa Nostra palermitana, come gli Inzerillo, i cosiddetti “scappati” alla mattanza dei corleonesi, e la mafia americana. Inoltre, tanti degli “scappati” in America sono rientrati a Palermo e hanno recuperato l’antico potere mafioso alleandosi talvolta anche con i corleonesi. Il traffico di stupefacenti è ancora per la mafia siciliana una delle più remunerative fonti di ricchezza in contanti. Le città di Palermo e Catania sono crocevia dei flussi di hashish dalla Campania e di cocaina dalla Calabria. E poi sono in aumento i crimini ambientali, e vi è il tentativo della mafia di acquisire gli appalti per il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani e per le attività di bonifica dei siti. La gestione illegale dei rifiuti è sempre più di maggiore interesse per i clan, attratti da elevati profitti e di difficile misurazione, anche perché nei reati connessi alla gestione e al traffico illecito dei rifiuti si intrecciano condotte illecite non solo dei mafiosi ma di tutti i soggetti che intervengono nel ciclo dei rifiuti dalla raccolta allo smaltimento, come imprenditori, amministratori pubblici privi di scrupoli e soggetti politici alla ricerca di consenso. Il tentativo mafioso di appropriarsi degli appalti per la raccolta dei rifiuti è particolarmente aggressivo, con le intimidazioni a danno delle imprese concorrenti, e con relazioni e accordi con esponenti delle istituzioni locali e dell’imprenditoria. E se la mafia non si aggiudica l’appalto, impone alle imprese aggiudicatarie del servizio di raccolta e smaltimento l’assunzione di mano d’opera, il pagamento di estorsioni, oppure l’affidamento di alcuni servizi in sub-appalto alle proprie imprese. E poi emerge in genere uno sbandamento, perché Cosa Nostra ha bisogno impellente di un nuovo assetto e di risolvere l’annosa questione della leadership. La mafia in provincia di Palermo è ancora strutturata su 15 mandamenti (8 in città e 7 in provincia), composti da 81 famiglie (32 in città e 49 in provincia). Da circa 25 anni, a seguito dell’arresto di Riina nel gennaio del 1993, la Commissione provinciale, la “Cupola”, oggetto di un tentativo di ricostituzione, non si è riunita e, di conseguenza, Cosa Nostra ha subito una fase di stallo nello sviluppo delle strategie operative. Matteo Messina Denaro è ancora un punto di riferimento soprattutto nei mandamenti mafiosi di Trapani e Alcamo ma non mancano segnali di insofferenza da parte di alcuni affiliati per una gestione di comando difficoltosa a causa della latitanza, che si ripercuote negativamente sulle questioni importanti per gli affari dell’organizzazione. Lo stato dell’arte della lotta alla mafia: ascoltiamo il generale dei Carabinieri e direttore nazionale della Direzione investigativa antimafia, Giuseppe Governale…intervista Governale al Vg…
Ruggero RazzaL’assessore regionale alla Sanità stila un bilancio consuntivo del 2019 e traccia gli obiettivi del 2020: l’intervista a Ruggero Razza è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
L’associazione ambientalista “MareAmico” di Agrigento rileva che già da alcuni giorni a San Leone, al Viale delle Dune, grazie ad una eccezionale deposizione di sabbia, la spiaggia risulta larga quasi 40 metri. Al di sotto di essa insistono però ancora una ventina di ferri e legni, residuo dello smontaggio approssimativo del locale “Oceanomare”, che durante la prossima stagione estiva ricompariranno nuovamente e pericolosamente sulla battigia. E’ necessario – sottolinea Claudio Lombardo – intervenire ora per eliminarli definitivamente e riportare in sicurezza ed in piena balneazione questo tratto di mare. Abbiamo già allertato la Capitaneria di Porto e l’Ufficio del Demanio marittimo”.
In questi giorni a San Leone, nel viale delle dune, grazie ad una eccezionale deposizione di sabbia, la spiaggia risulta larga quasi 40 metri. Al di sotto di essa insistono ancora una ventina di ferri e legni, residuati dallo smontaggio approssimativo del locale “oceanomare”, che durante la prossima stagione estiva ricompariranno nuovamente e pericolosamente sulla battigia.Sarebbe necessario intervenire ora per eliminarli definitivamente e riportare in sicurezza ed in piena balneazione, questo tratto di mare. Proprio con questa motivazione abbiamo allertato la Capitaneria di porto e l'Ufficio del Demanio marittimo.
Il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, ha consegnato al mattino di oggi i lavori progettati al Quadrivio Spinasanta. I dettagli nell’intervista a Firetto in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.