A Ribera i Carabinieri della locale Tenenza, avvalendosi del formidabile fiuto di un cane pastore tedesco di 8 anni, hanno sorpreso A G, sono le iniziali del nome, 37 anni, originario di Canicattì ma residente a Ribera, in possesso, nel corso di una perquisizione domiciliare e personale, di 3 panetti di hashish da 100 grammi ciascuno, per un valore di mercato di 1500 euro, nascosti sotto un muretto di pietra nel giardino, tra le piante. Il 37enne risponderà all’autorità giudiziaria di detenzione di droga a fine di spaccio.
Un formidabile pastore tedesco fiuta l’hashish a Ribera, un arresto
Aragona, coppia di turisti denunciata per furto aggravato
Ad Aragona, in un supermercato, una coppia di turisti, entrambi di 45 anni, residenti in Belgio e con origini agrigentine, ha rubato alcuni prodotti estetici. I Carabinieri della locale stazione, coordinati dal maresciallo Paolo Scibetta, avvalendosi dei filmati delle telecamere di video-sorveglianza, hanno identificato la coppia e si sono recati a casa loro. La refurtiva è stata recuperata e restituita. I due coniugi sono stati denunciati a piede libero per furto aggravato.
Grotte, a fuoco un mini-escavatore
A Grotte, in periferia, in contrada Fauma, nottetempo, ha subito un incendio un mini-escavatore noleggiato da un commerciante di Grotte da un’impresa di Agrigento. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco del distaccamento di Canicattì. Il commerciante grottese ha noleggiato il mezzo per compiere dei lavori di movimento terra. Indagini sono in corso ad opera dei Carabinieri.
A fuoco parte di stabilimento ittico nella zona industriale di Agrigento
Ad Agrigento, nella zona industriale, nell’inestricabile triangolo di confini tra Agrigento, Favara ed Aragona, un incendio è divampato, durante l’orario di lavoro e con il personale in attività, all’interno dello stabilimento dell’impresa “Alta marea”, che si occupa di conservazione di prodotti ittici. Sul posto sono subito intervenute diverse squadre dei Vigili del fuoco del comando provinciale di Agrigento. Le fiamme hanno imperversato in particolare in un magazzino contenente cartoni e plastiche. Indagini sono in corso. I titolari dell’impresa ribadiscono che si è trattato di un incidente.
Maxi confisca di beni nell’Agrigentino (video)
La Polizia confisca beni per oltre 2 milioni e 200mila euro a Daniele Rampello, di Raffadali, imputato nell’ambito dell’inchiesta “La carica delle 104”. I dettagli.
A Raffadali lo scorso 28 giugno i poliziotti della Divisione anticrimine e Misure di Prevenzione della Questura di Agrigento, coordinati dalla dirigente Angela Spatola, su proposta del Questore, Maurizio Auriemma, hanno eseguito un provvedimento, emesso dal Tribunale di Palermo, di sequestro di beni, finalizzato alla confisca, per oltre 1 milione e 500mila euro, a carico di Giuseppe Vincenzo Terrazzino, 54 anni, di Raffadali, ex consigliere provinciale e già inquisito nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Demetra” per truffe a danno di Inps e Inail. Adesso, la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, ancora su proposta del Questore Auriemma, ha emesso un provvedimento di confisca di beni per oltre 2 milioni e 200mila euro a carico di Daniele Rampello, 51 anni, anche lui di Raffadali, già condannato dalla Corte d’Appello di Palermo con sentenza irrevocabile per il reato di usura, e attualmente imputato di associazione per delinquere a fine di corruzione, falso e truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “La carica delle 104”, sostenuta dalla Digos agrigentina. Le indagini e l’esecuzione della confisca sono state altrettanto compiute dalla stessa Divisione anticrimine e Misure di prevenzione della Questura, sigillando numerosi immobili, vetture, rapporti finanziari e impianti di produzione di energia rinnovabile di proprietà o nella disponibilità di Daniele Rampello, che, secondo quanto emerso dalle indagini sulle false 104 nell’Agrigentino, sarebbe stato il primo anello di collegamento tra medici, impiegati infedeli e beneficiari della 104 pur non avendone diritto.
Asp e stabilizzazioni (video intervista)
Il processo di stabilizzazione dei precari all’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento: lavori in corso. L’intervento del commissario, Gervasio Venuti.
L’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento ha avviato già da alcuni mesi la stabilizzazione del personale precario interno. Sono stati già stabilizzati parecchi dirigenti medici, infermieri e lavoratori di altre categorie, con la relativa stipula dei contratti a tempo indeterminato, spesso sanciti con tanto di cerimonia e conferenza nella sede direzionale della stessa Azienda sanitaria. In generale, le stabilizzazioni sono effettuate nel triennio 2018-2020 in applicazione del “decreto Madia” e nel rispetto delle recenti direttive emanate dall’Assessorato Regionale alla Salute. 333 posti complessivi sono destinati al personale di comparto e della dirigenza. Inoltre altri 355 posti sono riservati per accesso dall’esterno. Il Commissario Gervasio Venuti ha manifestato particolare soddisfazione per i traguardi raggiunti che consentono di fuoriuscire dal precariato e di garantire efficienza e integrità alle dotazioni organiche, a tutto vantaggio del diritto alla salute dei cittadini utenti…intervista Gervasio Venuti al Vg….
“Pirata assassino” sotto busto di Garibaldi
A Marsala, nella città in cui l’11 maggio del 1860 Giuseppe Garibaldi sbarcò con i suoi Mille in camicia rossa, avviando la spedizione militare che si concluse con l’Unità d’Italia, sotto il busto che ricorda l’Eroe dei due mondi è ricomparsa la scritta “Pirata assassino”, come già accaduto due anni addietro. Il monumento è in piazza della Vittoria, tra Porta Nuova e il parco archeologico di Lilybeo. Nel settembre 2016, la scritta fu vergata con vernice verde. Adesso invece con vernice rossa e la lettera “A” cerchiata, che evoca gli anarchici.
Paziente aggredisce medico in ospedale
Ancora aggressioni a danno di operatori sanitari in Sicilia. Nel reparto Ortopedia dell’ospedale di Acireale un medico è stato aggredito da un paziente, che lo ha colpito alla testa con un oggetto. L’aggressore è stato arrestato. Il direttore dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania, Giuseppe Giammanco, commenta: “E’ un fatto gravissimo che si aggiunge al novero degli episodi di violenza ai danni di operatori del servizio sanitario. Non ci sono ragioni o spiegazioni plausibili per simili atti che condanniamo in modo fermo. Mi sono accertato delle condizioni di salute del collega al quale esprimiamo tutta la nostra vicinanza. Ringrazio i carabinieri per il pronto intervento che ha evitato conseguenze peggiori”.
Iracheni giungono in Sicilia in barca a vela
Hanno viaggiato su una barca a vela partita dalla Turchia e sono stati rintracciati dalle forze dell’ordine 33 iracheni, tra 18 uomini, 6 donne e 9 bambini, sbarcati la scorsa notte a Fontane Bianche, località balneare di Siracusa. Alle ore 3 alcune pattuglie di polizia e guardia di finanza hanno rintracciato i migranti dopo l’allarme lanciato verso la mezzanotte su un probabile sbarco. I migranti avrebbero viaggiato per sette giorni. Secondo le testimonianze sulla barca vi sarebbero state una cinquantina di persone. Il pattugliatore Stanisci da Pozzallo e la Guardia Costiera hanno iniziato le ricerche della barca che è stata intercettata al largo con a bordo tre scafisti. Indagini in corso.
La Cassazione nega la detenzione domiciliare a Giovanni Brusca
La Cassazione ha risposto no alla concessione della detenzione domiciliare all’ex boss poi pentito, Giovanni Brusca. Secondo i giudici della Cassazione “il ravvedimento non può essere presunto sulla base della sola collaborazione e dell’assenza di attuali collegamenti con la mafia, ma richiede ulteriori, specifici, elementi e una maggiore attenzione verso le vittime”. Dunque la Suprema Corte ha confermato quanto già stabilito nell’ottobre scorso dal Tribunale di Sorveglianza di Roma. Giovanni Brusca sconta una condanna a 30 anni che scade nel 2022, e non l’ergastolo in base ai benefici riconosciuti per la sua collaborazione.