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Musumeci a Pontida (video intervento)

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Il presidente della Regione partecipa a Pontida al raduno della Lega. L’intervento di Nello Musumeci: “Il nord senza il sud non va da nessuna parte”.

L’intervento audio-video di Musumeci è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

San Calogero ad Agrigento (video)

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Una straripante folla di devoti partecipa alla prima processione della festa di San Calogero ad Agrigento. Rinnovata una delle tradizioni più radicate.

Parola alle immagini in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

“Borsellino”, le motivazioni del depistaggio (video)

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La Corte d’Assise di Caltanissetta deposita le motivazioni della sentenza al quarto processo sulla strage di via D’Amelio: “È uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana”.

Il 20 aprile del 2017 a Caltanissetta la Corte d’Assise, presieduta dal giudice Antonio Balsamo, ha emesso la sentenza al “Borsellino quater”, il quarto processo sulla strage di via D’Amelio, frutto delle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ha stravolto la narrazione storica e processuale dell’attentato, provocando la revisione del processo e la cancellazione di sette condanne all’ergastolo. Sono stati inflitti due ergastoli, a Salvo Madonia e Vittorio Tutino, e poi 10 anni di reclusione ciascuno a Francesco Andriotta e Calogero Pulci, che sono i falsi pentiti sbugiardati da Gaspare Spatuzza, che ha smentito anche il più celebre Vincenzo Scarantino, per il quale il reato è prescritto. Salvo Madonia sarebbe stato tra i mandanti della morte di Paolo Borsellino. Vittorio Tutino, invece, avrebbe partecipato alla fase esecutiva della strage. I tre falsi pentiti, Scarantino, Andriotta e Pulci sarebbero stati gli attori protagonisti del “depistaggio colossale”, come lo ha definito il magistrato Sergio Lari. Ebbene adesso la stessa Corte d’Assise ha depositato le motivazioni della sentenza che ha ribaltato il “depistaggio”. E tra le 1856 pagine, divise in 12 capitoli, i giudici giudicanti, il presidente Balsamo e il giudice a latere Janos Barlotti, scrivono: “Soggetti inseriti negli apparati dello Stato indussero Vincenzo Scarantino a rendere false dichiarazioni sulla strage che uccise il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e i poliziotti della scorta. È uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana”. Poi i giudici si riferiscono al gruppo investigativo diretto all’epoca dal capo della Squadra Mobile di Palermo, Arnaldo La Barbera, e che, anziché indagare, costruì a tavolino alcuni falsi pentiti. E i magistrati scrivono: “È lecito interrogarsi sulle finalità realmente perseguite dai soggetti, inseriti negli apparati dello Stato, che si resero protagonisti di tale disegno criminoso, con specifico riferimento ad alcuni elementi. Ad esempio, a Scarantino sono state suggerite alcune circostanze del tutto corrispondenti al vero. Il furto dell’automobile 126 mediante la rottura del bloccasterzo è la verità che ha poi raccontato nel 2008 il pentito Gaspare Spatuzza. Come i suggeritori sapevano la storia della 126? È del tutto logico ritenere che tali circostanze siano state suggerite a Scarantino da altri soggetti, i quali, a loro volta, le avevano apprese da ulteriori fonti rimaste occulte. E chi ispirò i suggeritori?”. Poi, i giudici affrontano il mistero dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, e scrivono: “C’è un collegamento tra il depistaggio dell’indagine e l’occultamento dell’agenda rossa di Borsellino. Arnaldo La Barbera è intensamente coinvolto nella sparizione dell’agenda, come è evidenziato dalla sua reazione, connotata da una inaudita aggressività, nei confronti di Lucia Borsellino, impegnata in una coraggiosa opera di ricerca della verità sulla morte del padre”. Poi il presidente Balsamo e il giudice a latere Barlotti rilevano anche la distrazione dei magistrati impegnati in quel tempo, e scrivono: “Ci furono dunque poliziotti infedeli che pilotarono il falso pentito per finalità tutte da scoprire. Ma ci furono anche magistrati distratti. Un insieme di fattori avrebbe logicamente consigliato un atteggiamento di particolare cautela e rigore nella valutazione delle dichiarazioni di Scarantino, con una minuziosa ricerca di tutti gli elementi di riscontro, secondo le migliori esperienze maturate nel contrasto alla criminalità organizzata. Due pubblici ministeri, Ilda Boccassini e Roberto Saieva, avevano scritto una nota ai colleghi per segnalare la non attendibilità delle dichiarazioni rese da Scarantino su via D’Amelio. Ma restarono inascoltati. Accadde di peggio. A nessun magistrato della Procura di Caltanissetta sembrò strano che La Barbera facesse dei colloqui investigativi con Scarantino nonostante avesse iniziato a collaborare con la giustizia”. Nel frattempo, tre poliziotti del gruppo di Arnaldo La Barbera, imputati del depistaggio nelle indagini per la strage di Via D’Amelio, sono stati appena oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio, firmata dal procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci e dal sostituto Stefano Luciani.

Incidente stradale, morto empedoclino di 37 anni

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Ad Agrigento un incidente stradale ha provocato la morte di Marco Ferrera, 37 anni, di Porto Empedocle, impiegato in un’agenzia di assicurazioni, già capitano della squadra di calcio di Porto Empedocle. Intorno alle ore 4:30 del primo mattino, Ferrera, a bordo della sua Bmw R 1250, per cause in corso di accertamento da parte dei poliziotti della Stradale e della Volanti, si è schiantato contro un muretto che costeggia la via Luca Crescente, tra viale Emporium e l’incrocio di Porta Aurea. Inutili i soccorsi. Marco Ferrera è stato intento a rientrare a casa dopo avere festeggiato il compleanno con gli amici.

Marco Ferrera

Consorzi Asi, revocati gli incarichi agli 11 commissari liquidatori

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Mimmo Turano

L’approvazione del “collegato” alla Finanziaria ha determinato delle modifiche nell’ambito della liquidazione dei Consorzi Asi. E’ stato infatti approvato un emendamento dell’assessore regionale per le Attività produttive, Mimmo Turano, che revoca gli incarichi degli 11 commissari liquidatori nei Consorzi Asi, con la successiva nomina soltanto di 2 commissari liquidatori. Inoltre, è stata cancellata la norma che finora ha imposto la scelta dei commissari tra dirigenti e personale dell’Irsap e delle stesse Asi. L’assessore Turano commenta: “Avevo promesso un intervento in questo settore perché la vecchia legge ci costringeva ad una anomala sovrapposizione tra controllori e controllati e a dover scegliere addirittura tra chi ha procedimenti giudiziari in corso anche per reati legati alle funzioni. Adesso si cambia: l’emendamento ci consente di nominare soltanto due commissari, uno per la Sicilia occidentale ed uno per la Sicilia orientale, che potremo scegliere fra soggetti di comprovata professionalità. I nuovi commissari liquidatori dovranno trasmettere ogni 6 mesi una relazione dettagliata sull’attività svolta all’assessore per le Attività produttive e all’assessore all’Economia per i controlli contabili. E avranno 120 giorni di tempo per rilevare i beni immobili della Regione affidati in gestione a ciascuno consorzio, trasferire ai Comuni le strade ad uso pubblico e le relative pertinenze e consegnare all’Irsap gli immobili dove hanno sede gli uffici dei consorzi Asi”.

Incidente stradale, morto centauro di 32 anni

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Alessandro Salomone

A Palermo nottetempo, intorno alle ore 3, un incidente stradale ha provocato la morte di Alessandro Salomone, 32 anni. E’ stato alla guida di una moto di grossa cilindrata, una Kawasaki, e lungo il viale Regione Siciliana gli è sfuggito il controllo del mezzo. L’impatto sull’asfalto è stato violento e ha causato gravissime lesioni. Sul posto sono subito intervenuti i sanitari del 118 che hanno trasportato Salomone all’ospedale Villa Sofia. Il centauro è morto poco prima dell’arrivo a destinazione. Il 32enne ha trascorso la serata con un gruppo di amici, e poi è stato intento a rientrare a casa in moto. Gli agenti dell’infortunistica stradale hanno effettuato i rilievi di rito.

Palermo, arresto per droga e armi

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A Palermo, nella zona dell’ospedale Policlinico, la Guardia di Finanza, a conclusione di attività di appostamento e un pedinamento, ha scoperto e sequestrato 27 chili di hashish, 200 grammi di marijuana e 9 grammi di cocaina, già divisi in dosi pronte per lo spaccio. E’ stato arrestato Rocco Di Mariano, 30 anni. Nel corso della perquisizione è stata sequestrata anche una pistola Beretta e oltre 70 proiettili. L’arresto è stato convalidato e Di Mariano è stato trasferito in carcere.

Morto dopo avere bevuto detersivo, due condanne a Menfi

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Il Tribunale di Sciacca

Nell’ottobre del 2013, a Menfi, nei locali di una cooperativa di assistenza, è morto un paziente affetto da potomania, un disturbo psichiatrico che induce ad assumere continuamente liquidi, soprattutto acqua. L’uomo ha bevuto del detersivo per pavimenti, contenuto in un bidone lasciato nottetempo in bagno anziché chiuso in un armadietto come avrebbe dovuto essere. Adesso il Tribunale di Sciacca, tramite il giudice monocratico Antonio Cucinella, ha condannato la responsabile e una dipendente della cooperativa ad un anno di reclusione ciascuna, con pena sospesa, per omicidio colposo.

“Marina di Cala del Sole” a Licata, dissequestrati i beni

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Accogliendo le istanze dei difensori, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha dissequestrato i beni, già sequestrati dalla Guardia di Finanza lo scorso 6 marzo, di Paola Vizzini e Salvatore Geraci, gestori del porto turistico “Marina di Cala del Sole” a Licata. I beni adesso restituiti sono stati sequestrati perché, a seguito della scadenza delle concessioni, la struttura portuale è stata ritenuta abusiva. E perché, inoltre, non sarebbero stati pagati gli oneri concessori sulla costruzione.

Agrigento, “Il reparto Oncologia non sarà chiuso”

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Il primario del reparto Oncologia dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento, Alfredo Butera, interviene a seguito della paventata chiusura del reparto nell’ambito della nuova mappa della rete ospedaliera in Sicilia disegnata dall’assessore Razza, che, peraltro, è in fase ancora di bozza, da approvare in Giunta e poi trasferire in Assemblea oltre che al Ministero. Alfredo Butera afferma: “Tranquillizzo i pazienti. Il reparto di Oncologia ad Agrigento non chiuderà. L’assistenza ai pazienti oncologici sarà sempre garantita, come lo è stato finora. Allo stesso modo si svolgeranno le terapie oncologiche. Qualora dovessero essere soppressi dei posti letto, ciò non inficerà la prestazione dei servizi di assistenza sanitaria. In tale caso solo i pazienti bisognosi di ricovero o day hospital saranno trasferiti al reparto di Oncologia a Sciacca o in un altro ospedale”.