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Sicilia, appalti in picchiata

In Sicilia prosegue inesorabile il crollo delle gare d’appalto. Da gennaio ad agosto meno 10,55 %. L’ intervento dell’ Associazione dei Costruttori edili. In Sicilia continua il crollo delle gare d’appalto di competenza regionale pubblicate sulla Gazzetta ufficiale e monitorate dall’Ance Sicilia, l’ Associazione dei Costruttori edili. Nel periodo gennaio – agosto 2015 si è registrata un’ulteriore flessione del numero di bandi (155 contro i 172 dello stesso periodo del 2014) e degli importi in gara ( 189 milioni di euro a fronte di 211 milioni dei primi otto mesi dello scorso anno). Analizzando le serie storiche annuali complete, emerge che il mercato degli appalti in Sicilia ha ormai toccato il fondo. Dal 2007, anno di inizio della crisi, con 1.238 gare per 1 miliardo e 269 milioni di euro, si è progressivamente scesi di oltre il 50% : il 2014 ha segnato appena 307 gare per 356 milioni di euro. Il 2015 prosegue la serie negativa, portando ad agosto, rispetto al 2007, la soglia di perdita a meno 81 % per numero di gare e a meno 78 % per importi a bando. “Spiace rilevare – osserva Santo Cutrone, presidente reggente di Ance Sicilia – come l’attuale governo regionale non abbia saputo invertire la tendenza. Sicuramente – precisa Cutrone – ha inciso la situazione ereditata dalle precedenti amministrazioni, ma il mancato utilizzo dei fondi europei ha fatto il resto. A ciò si aggiunge un elenco di 425 opere cantierabili per 3 miliardi e 700 milioni di euro, presentato a fine aprile a Roma al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che restano inspiegabilmente in stand by, quando invece, a livello nazionale, si registrano dati positivi sulla ripresa del settore delle costruzioni”. “Al contrario in Sicilia, anche a livello di singoli assessorati – incalza Cutrone – non si rileva un particolare dinamismo nella pubblicazione di bandi di gara. Anzi, sono definanziate opere da completare per coprire disavanzi di bilancio e pagare spese assistenziali”. “L’auspicio – conclude Cutrone – è che, nell’imminenza dell’avvio della nuova programmazione dei fondi europei vi sia, da parte della classe politica e della burocrazia, una necessaria inversione di tendenza che non faccia perdere ulteriori risorse e consenta finalmente di aprire cantieri in Sicilia”.

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