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Vaccini, Sicilia ancora ultima

Incidenza dei positivi al 2,3%. La Sicilia ancora ultima in Italia per somministrazione di vaccini. Attesi gli effetti della vaccinazione ai cinquantenni.

Sono 607 i nuovi positivi al covid in Sicilia, su 26.316 tamponi processati, con una incidenza del 2,3%. La Regione è sesta per numero di contagi giornalieri. Le vittime sono state 22, per un totale di 5.614. Il numero degli attuali positivi è di 20.035, con un decremento di 2.127 casi rispetto al precedente report. I guariti sono 2.712. Negli ospedali i ricoverati sono 1.044, 48 in meno, e quelli nelle terapie intensive sono 125, 8 in più. Ecco la distribuzione dei nuovi casi tra le province: Palermo 75, Catania 247, Messina 70, Siracusa 56, Trapani 22, Ragusa 23, Caltanissetta 46, Agrigento 43, Enna 25. Nel frattempo la Sicilia attende di svoltare sulla campagna vaccinale: infatti, ancora è condannata a restare ultima, stavolta secondo l’indice YouTrend, che valuta la situazione fino al 10 maggio e prende in considerazione non i numeri assoluti dei vaccini somministrati, ma cinque parametri che comprendono anche le dosi fatte rispetto al numero di fiale ricevute. Secondo questo indice, la Sicilia totalizza 55 punti (su un totale di 100), dietro alla Calabria, a 58. La media nazionale si attesta a 74 punti. E oggi parte la campagna di vaccinazione per la fascia 50-59, le cui prenotazioni sono aperte dal 6 maggio. Era già in corso, invece, la vaccinazione dei soggetti della stessa età ma con patologie. E la Regione fa sapere che ai cinquantenni che stanno bene sarà proposta la vaccinazione con AstraZeneca, ma su base volontaria, considerato che ancora l’Aifa non si è espressa sulla opportunità di somministrare il farmaco anglo-svedese a chi ha meno di 60 anni. I cinquantenni sono senz’altro più desiderosi per motivi lavorativi e sociali di tornare liberi dal virus, dunque dal prossimo weekend la situazione dei grandi numeri non potrà che migliorare. La riluttanza verso il vaccino riguarda infatti gli over 70. Non solo quello Astrazeneca a dire il vero, il che lascia presupporre che a tenere lontani gli anziani non sia solo la famigerata psicosi, ma anche i problemi organizzativi, ovvero i lunghi tempi di attesa registrati ancora in molti hub, nonostante l’adesione non proprio massiccia, e soprattutto il piano di vaccinazione a domicilio, rimasto sostanzialmente al palo.

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