I Carabinieri hanno eseguito a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico di Vito Costa, 73 anni, Corrado Bagnato, 65 anni, e del figlio Antonino Bagnato, 38 anni, indagati, a vario titolo, di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali, violazioni concernenti le norme di prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro e mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale. Il provvedimento scaturisce dall’esito delle indagini sull’esplosione avvenuta a Barcellona Pozzo di Gotto il 20 novembre 2019, all’interno dello stabilimento industriale per lo stoccaggio e la lavorazione di fuochi pirotecnici “Costa Vito e figli”, che provocò la morte di 5 persone ed il ferimento di altre due.
Confisca di beni nel Palermitano
I Carabinieri di Monreale hanno eseguito un decreto di confisca di beni, per un valore di 500mila euro, riconducibili a Salvatore Mulè, 44 anni, di San Cipirello, arrestato nell’aprile del 2013 nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Nuovo Mandamento” e condannato, con sentenza definitiva, nel maggio 2018, alla pena della reclusione di 17 anni per associazione mafiosa e delitti inerenti agli stupefacenti. Le indagini dei Carabinieri hanno svelato la presunta contiguità di Salvatore Mulè a Cosa Nostra, in qualità di reggente del mandamento mafioso di San Giuseppe Jato. I successivi accertamenti patrimoniali, quindi, hanno consentito d’individuare un villino, alcuni complessi aziendali e un terreno di San Cipirello, nonché alcune autovetture e dei rapporti finanziari riconducibili al Mulé, che hanno testimoniato un tenore di vita sproporzionato e incompatibile con i redditi di provenienza lecita.
Intollerabile a Porto Empedocle
A seguito della segnalazione, il 30 dicembre scorso, documentata in video, da parte dell’associazione ambientalista MareAmico, i Carabinieri della stazione di Porto Empedocle, il 2 gennaio scorso, hanno sequestrato una maxi discarica giacente in via Libertà, a poca distanza dal Comune. Nella discarica, tra le civili abitazioni, incombe di tutto, tra cumuli di rifiuti, anche speciali e pericolosi, addirittura bruciati, sfabbricidi, mobili rotti, recipienti di eternit, materassi, materiale plastico, elettrodomestici e tanti sacchetti di rifiuti. Ebbene i residenti nella zona ritengono intollerabile e protestano perché la discarica in via Libertà, nonostante il sequestro ad opera dei Carabinieri, e nonostante l’intervento del consigliere comunale Giuseppe Todaro, non è stata ancora rimossa e bonificata dal Comune di Porto Empedocle. Trasferiamo pertanto il loro appello all’amministrazione comunale empedoclina, presieduta dalla sindaca Ida Carmina, affinchè provveda a rimediare al più presto ad una vera e propria bomba ecologica nel centro cittadino.
Donazione all’ospedale “Fratelli Parlapiano” di Ribera
L’Associazione “Trentadue” di Ribera ed il “Comitato anticovid” di Cattolica Eraclea hanno donato all’ospedale “Fratelli Parlapiano” di Ribera un moderno tavolo operatorio Opx Mobilis CR 30. I due enti, rappresentati rispettivamente da Enzo Minio con Giuseppe Manzone e da Antonino Patti, già nello scorso mese di aprile hanno donato all’Azienda sanitaria di Agrigento un ventilatore polmonare di ultima generazione dotato di monitor. Il commissario dell’Asp Mario Zappia commenta: “La generosità dei cittadini agrigentini non smette di sorprendermi giorno dopo giorno. A nome della Direzione strategica aziendale rivolgo un sentito ringraziamento ai volontari delle associazioni che hanno deciso di compiere questo bel gesto”.
Prossime iniziative “Italiaexit”
Prossime, imminenti, alcune nuove iniziative del movimento politico “Italiaexit”: i dettagli nell’intervista in onda oggi al Videogiornale di Teleacras al coordinatore provinciale di Agrigento, Antonio Damaso.
Pd presenta ricorso al Tar contro assenza donne giunta Musumeci
Il Partito Democratico siciliano ha presentato il ricorso al Tar per l’assenza di donne nella giunta regionale, impugnando i decreti di nomina dei neo assessori regionali Tony Scilla e Marco Zambuto. Il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, spiega: “Riteniamo ci siano tutti i presupposti affinché il nostro ricorso sia accolto. E ci auguriamo che il presidente Musumeci torni sui suoi passi, annulli i provvedimenti e ripristini la legalità anche in seno alla composizione della giunta in cui un terzo dei componenti devono essere donne”. Il ricorso è stato predisposto dal professore Antonio Saitta, che ribadisce: “E’ avvenuta una palese la violazione dei principi dell’equilibrio di genere nella partecipazione politica e istituzionale, consacrata nelle disposizioni costituzionali”.
Incidente, morto ex sindaco di Modica
E’ morto all’età di 85 anni l’ex sindaco di Modica, Giuseppe Terranova, vittima di un incidente stradale lungo la Modica-Mare. La sua automobile, una Mercedes A 180, si è scontrata contro una Nissan Patrol, condotta da un medico ortopedico in pensione. Terranova è stato estratto dalle lamiere dai vigili del fuoco e trasportato a Catania in elisoccorso per le diverse fratture agli arti e i gravi traumi. E’ stato sottoposto ad intervento chirurgico per la ricomposizione delle fratture, prima di essere trasferito all’Ospedale di Caltanissetta in rianimazione. Terranova, della Democrazia Cristiana, è stato sindaco della città tra il 1987 e l’88 e per tale incarico politico si dimise dalla carica di direttore generale dell’Azienda siciliana trasporti.
Pietra tombale sui rifiuti radioattivi?
Proficua seduta della Commissione Territorio e Ambiente all’Assemblea Regionale. Coro di no alle scorie radioattive da sotterrare anche in Sicilia.
Il governo Musumeci ha approvato una delibera in cui, in riferimento ai quattro siti siciliani candidati ad ospitare rifiuti radioattivi, si ribadisce: “La natura insulare, di per sé, rappresenta un elemento ostativo alla creazione di un Deposito di rifiuti nucleari in Sicilia in ragione del rilevantissimo rischio di incidente connesso al trasporto dei materiali radioattivi per via terra e per via mare”. “E la maggior parte dei rifiuti al momento è al nord” – ha sottolineato l’assessore a Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, che ha partecipato ad una seduta nel merito della Commissione Territorio e Ambiente presieduta dall’agrigentina Giusy Savarino. Ancora nella delibera approvata, il governo regionale ricorda che in Sicilia sono stati riconosciuti sette siti Unesco e due geoparchi Unesco, di cui uno proprio nel Parco delle Madonie, territorio di Castellana Sicula, e Petralia Sottana, ovvero due delle quattro aree individuate per sotterrare scorie radioattive”. Ed ancora l’assessore Cordaro precisa che dei 67 siti in tutta Italia individuati come potenzialmente idonei a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che sorgerà in una di queste aree, 12 sono ritenuti ‘molto interessanti’, 11 ‘interessanti’ e 44 ‘meno interessanti’: ebbene le quattro aree della Sicilia rientrano tra le ‘meno interessanti’”. Ed a conclusione della seduta della Commissione Territorio e Ambiente, i componenti del Movimento 5 Stelle, ossia Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito, commentano: “Ne eravamo certi prima, lo siamo ancora di più ora: il deposito di scorie radioattive in Sicilia non ci sarà mai. Il coro di no in Commissione Ambiente dell’Assemblea Regionale da parte dei sindaci delle aree chiamate in causa dalla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (la CNAPI) è una sorta di pietra tombale sull’eventualità di un sito di stoccaggio in Sicilia”. Alla riunione della Commissione hanno partecipato anche i sindaci dei Comuni interessati, dunque Trapani, Castellana Sicula Petralia Sottana, Butera, e Calatafimi Segesta. Ed i deputati 5 Stelle aggiungono: “Il coro del no è stato unanime. Le condizioni geografiche, le infrastrutture, il carattere insulare, nonché i siti di pregio agricolo hanno portato gli amministratori locali a non accettare la proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee. Ricordiamo che questa Carta è solo una proposta e nulla di definitivo, sulla quale si devono determinare le amministrazioni locali coinvolte. Essendo queste tutte in linea nel non accogliere la proposta, ed essendo questa anche l’idea del Governo regionale, la Sicilia – lo possiamo dire senza incertezze – si dichiara unanimemente contraria ad ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive”.
Dal Cdm un nuovo decreto anti-covid
Il Consiglio dei ministri approva un nuovo decreto anti-covid. Le misure previste, tra l’istituzione della zona bianca e del registro nazionale dei vaccini.
Nella notte il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto che ha introdotto una serie di misure legate all’emergenza covonavirus. Il testo, in estrema sintesi, è riassumibile in tre punti: in due dagli amici, no agli spostamenti fra le regioni fino al 15 febbraio, e stato di emergenza prorogato fino al 30 aprile. Più nel dettaglio, l’estensione dello stato d’emergenza è stata deliberata in conseguenza della dichiarazione di “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” da parte dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità. E poi, il decreto conferma, fino al prossimo 15 febbraio, il divieto già in vigore di ogni spostamento tra Regioni o Province autonome diverse, con l’eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. E’ comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Altre misure da applicare sull’intero territorio nazionale dal 16 gennaio fino al 5 marzo sono: “E’ consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5 e le 22, a un massimo di due persone ulteriori a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. Tale spostamento può avvenire all’interno della stessa Regione, in area gialla, e all’interno dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa, fatto salvo quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5.000 abitanti. Qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. Inoltre, ecco una novità: è stata istituita una cosiddetta zona “bianca”, nella quale si collocano le Regioni con uno scenario di “tipo 1”, ovvero un livello di rischio “basso” e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In area “bianca” non si applicano le misure restrittive previste dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri (i Dpcm) per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Infine, a fronte della necessità di agevolare l’attuazione del piano vaccinale per la prevenzione del contagio da covid 19, è stato istituito un registro nazionale dei vaccini, ossia una piattaforma informativa nazionale idonea ad agevolare, sulla base dei fabbisogni rilevati, le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione, e il relativo tracciamento.
Omicidio Ragone – Costanza, confermato ergastolo in Cassazione
La Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Giosuè Ruotolo, 32 anni, imputato di aver ucciso a Pordenone, per motivi di rabbia e gelosia, la coppia di fidanzati Teresa Costanza, di Favara, e Trifone Ragone, assassinati la sera del 17 marzo del 2015 nel parcheggio del locale palazzetto dello sport. La suprema corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della difesa. Trifone Ragone, militare, originario di Adelfia in provincia di Bari, 28 anni, e Teresa Costanza, 30 anni, assicuratrice trasferita da tempo a Milano, laureata alla Bocconi, furono uccisi da Giosuè Ruotolo, ex militare di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, che sparò sette colpi di pistola da molto vicino colpendo prima Trifone Ragone mentre saliva in automobile lato passeggero e poi la sua compagna.