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In Sicilia approda un altro stock di vaccini

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Oggi in Sicilia approda, proveniente da Roma, uno stock di 56 mila dosi di vaccino. Renato Costa, responsabile per l’emergenza covid a Palermo, commenta: “Noi siamo pronti a procedere ancora più spediti sulle vaccinazioni, e speriamo che ci sia riconosciuta la premialità prevista dal governo nazionale per le regioni virtuose. Il che significherebbe più dosi che arriverebbero in Sicilia”. In Sicilia finora, dal 30 dicembre ad oggi, sono stati somministrati 61.694 vaccini sui 78.685 consegnati. I vaccinati sono 31.528 uomini e 30.166 donne. Poco più di 51mila sono operatori socio sanitari, 8.700 fra il personale non sanitario e poco di 1.300 fra gli ospiti delle residenze sanitarie. Sulla gestione dei centri di stoccaggio vi è la massima attenzione dei Carabinieri del Nas. Sono state migliorate le contromisure nei magazzini di stoccaggio per evitare l’azione di eventuali male intenzionati, non solo la mafia e la criminalità organizzata ma anche eventuali infiltrazioni illecite.

Maltrattamenti in famiglia, assolto agrigentino

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Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Fulvia Veneziano, ha assolto, “perché il fatto non sussiste” E C, sono le iniziali del nome, 54 anni, di Agrigento, imputato di maltrattamenti in famiglia con l’aggravante di aver compiuto tali atti in presenza di un minore. L’uomo è stato denunciato dall’ex convivente, una cinquantenne agrigentina, che ha raccontato agli inquirenti di maltrattamenti fisici e psicologici subiti. Durante il processo sarebbe però emersa un’altra verità caratterizzata sì da alterchi ma non maltrattamenti.

Danneggiamento aggravato, assolti due agrigentini

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Il palazzo di Giustizia di Agrigento

Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, il giudice monocratico del Tribunale, Sabrina Bazzano, ha assolto due agrigentini imputati di danneggiamento aggravato in concorso. Si tratta di Antonio Canzonieri e Salvatore Camilleri, i quali avrebbero sfondato la porta di una comunità per migranti a bordo di una MotoApe. Il giudice ha ritenuto di dover assolvere i due agrigentini per la particolare tenuità del fatto, accaduto alcuni anni addietro a Villaseta.

Sicilia, l’andamento dei saldi

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Dopo l’inizio, il 7 gennaio scorso, l’andamento dei saldi in Sicilia. L’intervista al presidente regionale di ConfEsercenti, Vittorio Messina, è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

Sicilia, il covid secondo Demopolis

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La zona arancione, misure restrittive più stringenti, e la didattica a distanza. Gli esiti di un sondaggio Demopolis in Sicilia. Grafici e percentuali.

Un’indagine condotta dall’Istituto Demopolis ha misurato “a caldo” l’impatto sull’opinione pubblica regionale della scelta del Governo regionale di attuare in Sicilia misure più stringenti, dopo il recente aumento della curva dei contagi a seguito delle festività di fine anno. Il sondaggio è stato compiuto su un campione di 1.500 intervistati, stratificato per area geografica di residenza, genere e fascia di età, statisticamente rappresentativo della popolazione maggiorenne residente in Sicilia. Ecco gli esiti della rilevazione demoscopica.
Alla domanda “Come valuta la decisione prudenziale, richiesta dal governo Musumeci, di porre dall’11 gennaio la Sicilia in zona arancione?”, il 70% ha risposto necessaria, il 22% sbagliata ed eccessiva, e l’8% non sa.
Poi, alla domanda “Condivide la scelta di misure più stringenti in Sicilia dopo il recente aumento della curva dei contagi?”, il 40% risponde sì, il 33% risponde sì ma sarebbe stata preferibile la zona rossa per porre un maggiore freno al covid, il 21% risponde no, è eccessiva, e il 6% non sa.
E poi, alla domanda “Il Governo regionale, proseguendo l’esperienza attuata per le festività di fine anno, ha deciso di mantenere nel mese di gennaio uno screening mirato sul covid su chi arriva in Sicilia, tra obbligo di tamponi e altro. Condivide la scelta?”, il 78% risponde sì, il 12% no, e il 10% non sa.
Poi, alla domanda come valuta la didattica a distanza fino al 16 gennaio per scuole elementari e medie, il 60% risponde positivamente, l’8% non sa, e il 32% negativamente.
E poi, alla domanda “Come valuta la didattica a distanza fino al 30 gennaio per scuole superiori e università”, il 71% risponde positivamente, il 6% non sa, e il 23% negativamente.
Ed il direttore di Demopolis, Pietro Vento, commenta: “La preoccupazione dei siciliani per la diffusione del coronavirus nell’Isola è tornata a crescere negli ultimi giorni, passando dal 75% del 22 dicembre all’83% di oggi. La scelta di misure più stringenti per il contenimento del virus appaiono motivate, agli occhi dell’opinione pubblica, anche dalla necessaria tutela della campagna di vaccinazione appena iniziata: per più di 7 siciliani su 10, l’arrivo dei vaccini contro il covid rappresenta una grande opportunità per uscire dalla pandemia nel 2021”.

Le ipotesi del nuovo Dpcm

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Atteso venerdì il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri in ambito anti – covid. La bozza sui dettagli del provvedimento.

La nuova impennata di contagi da coronavirus è dietro l’angolo. L’Italia non ne sarà immune. Così ha confermato il premier Giuseppe Conte, che ha affermato: “Sta arrivando un’impennata dei contagi. Dopo Gran Bretagna, Irlanda, Germania sta arrivando anche da noi: non sarà facile, dobbiamo fare ancora dei sacrifici”. Dunque, nel nuovo Decreto del 15 gennaio, che sarà in vigore dal 16 in poi, il governo conferma di voler introdurre il divieto per i bar di vendere cibi e bevande da asporto dopo le ore 18. E ciò per evitare assembramenti fuori dai locali e movida. La scelta è stata ribadita nel corso della riunione con le Regioni nel quale sono state illustrate anche le altre misure: conferma per tutte le zone della regola che consente a massimo due persone di andare a trovare a casa parenti e amici, e stop alla mobilità tra le regioni, anche tra quelle gialle. Ma sul tavolo c’è anche la possibilità di istituire una zona bianca, seppur difficile da raggiungere (servirebbe un Rt sotto lo 0,5), in cui poter riaprire tutto senza limitazioni. Tra gli obiettivi del governo c’è inoltre l’intervento sugli indici di rischio modificando la soglia dell’Rt: con 1 si va in arancione e con 1,25 in zona rossa. Le Regioni hanno invece annunciato di volersi opporre ad alcune misure. Per esempio molti governatori sono contrari al divieto di asporto per i bar dopo le 18, salvaguardando solo la consegna a domicilio. Dalle Regioni no anche alla possibilità di far scattare automaticamente la zona rossa nel caso si superasse il limite dei 250 contagiati per 100 mila abitanti. Si tratta di una raccomandazione, perorata dagli scienziati, che però potrà vedere la luce solo dopo il passaggio in Parlamento del ministro della Salute, Roberto Speranza, in programma domani 13 gennaio. Lo stesso Speranza ha già sottolineato che senza le misure restrittive introdotte per le vacanze di Natale “avremo altri numeri”, invitando a guardare cosa sta succedendo nel resto d’Europa, dove c’è “una situazione complessa”. L’unica cosa certa al momento è che il nuovo provvedimento continuerà a prevedere le zone colorate e il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. Smentita invece la possibilità di istituire i weekend arancioni: le giornate di sabato e domenica, dunque, avranno le stesse limitazioni delle zone di appartenenza. Resteranno ancora chiuse palestre e piscine, così come teatri e cinema. I musei potrebbero riaprire nelle zone gialle.

In Cassazione il presunto crack del gruppo “Pelonero”

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La Procura di Agrigento, tramite i pubblici ministeri Alessandra Russo e Paola Vetro, ha presentato ricorso in Cassazione contro la precedente decisione del Tribunale del Riesame che ha restituito la libertà ai 10 indagati nell’ambito dell’inchiesta sul presunto crack milionario del gruppo “Pelonero” di Agrigento. La Procura agrigentina invoca il ripristino delle misure restrittive emesse il 30 luglio scorso. Il Riesame ha annullato le misure restrittive ritenendo non sussistente il reato di associazione a delinquere, e ancora ritenendo ormai risalenti nel tempo le contestazioni di bancarotta fraudolenta, tanto da non giustificare l’esigenza delle misure cautelari. I ricorsi in Cassazione saranno discussi il 25 gennaio e il 5 febbraio.

“Agguato Sacco”, chieste due condanne

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Russotto Rizzo Prestia

Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e la sostituto procuratore, Alessandra Russo, a conclusione della requisitoria, hanno chiesto la condanna di Mario Rizzo, 33 anni, di Favara, a 6 anni e 6 mesi di reclusione, e di Gerlando Russotto, 30 anni, anche lui di Favara, a 9 anni e 10 mesi, imputati e giudicati in abbreviato perché il 28 aprile del 2017 a Liegi in Belgio avrebbero partecipato all’agguato e al ferimento ad una gamba di un ristoratore di Porto Empedocle, Saverio Sacco, 38 anni, titolare di un ristorante in Belgio. Per tale episodio è già sotto processo in Belgio Salvatore Prestia, 38 anni, di Porto Empedocle.

Giuseppe Falsone, no alla revoca del 41 bis

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Giuseppe Falsone

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa ed ha confermato il decreto di applicazione del regime del 41 bis, firmato dal ministro della Giustizia e confermato dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, a carico di Giuseppe Falsone, 50 anni, di Campobello di Licata, già capo di Cosa nostra agrigentina, arrestato da latitante a Marsiglia, il 25 giugno del 2010, dopo oltre un decennio di latitanza, conclusa con la fuga all’estero. Secondo la Cassazione, così come in precedenza il Tribunale di Sorveglianza, il rischio di contatti con l’esterno è ancora elevato e necessita di ulteriori restrizioni in ambito penitenziario.

Covid-19, ad Agrigento sono 121 i positivi. Il sindaco Miccichè: “Rischiamo la zona rossa”

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Continua a peggiorare ogni giorno di più la situazione dei contagi nella nostra città. Oggi il bollettino dell’Asp registra 121 casi di agrigentini positivi al Covid-19. Di questi cinque sono ricoverati in ospedale, uno dei quali in rianimazione. Due sono in Hotel Covid e 114 in trattamento domiciliare. Una cifra record che ci sta facendo seriamente preoccupare. La vicina Ravanusa, che ne ha 106, ha appena chiesto e ottenuto di essere dichiarata zona rossa per evitare il diffondere del virus.

“Ma se la situazione anche qui da noi dovessero peggiorare ulteriormente – dice il sindaco Franco Miccichè –  allora anche noi potremmo essere costretti a diventare zona rossa. Per questo continuo a dire ai miei concittadini a non abbassare la guardia. Per questo parlo ai giovani invitandoli a tornare a casa. A non rischiare la vita loro e dei loro cari. E per questo ho chiesto al prefetto e alle forze dell’ordine d’intensificare i controlli. Ma il prossimo week end, nei luoghi della cosiddetta movida, non ci sarò più a invitarli a tornare a casa, ma le forze dell’ordine che procederanno con multe e denunce. Evitiamo conseguenze solo per la voglia di stare fuori o di tenere la mascherina abbassata. Evitiamo le uscite, i contatti, teniamo le mascherine ben indossate e laviamoci spesso le mani. Mostriamoci intelligenti e coscenziosi”.