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In escandescenze ad un controllo stradale, arresto a Villaseta

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Ad Agrigento, in piazza della Madonna della Catena, nella frazione di Villaseta, i poliziotti della Stradale hanno sorpreso un giovane alla guida di una moto privo di casco, di assicurazione e anche della patente perché mai conseguita. Lui, di 18 anni, si è scatenato in escandescenze, ha appiccato il fuoco ad un fazzolettino di carta, ha minacciato di incendiare la moto aprendo il serbatoio della benzina, e poi ha aggredito i poliziotti. E’ stato ristretto ai domiciliari. All’Autorità giudiziaria risponderà di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Due poliziotti sono ricorsi alle cure ospedaliere con 7 giorni di prognosi ciascuno.

Il primo mercato “covid” (video interviste)

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Primo giorno del mercato settimanale ad Agrigento, in piazzale La Malfa, dopo il lockdown. Il Videogiornale tra i banchi vendita. Le interviste sono in onda oggi al Vg.

Lia Sava al “Capaci bis” (video)

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Lia Sava

Prosegue il processo d’Appello a Caltanissetta cosiddetto “Capaci bis”. La requisitoria della Procuratore Generale, Lia Sava.

Lia Sava
A Caltanissetta, al palazzo di giustizia, innanzi alla Corte d’Assise d’Appello, è in corso il processo di secondo grado cosiddetto “Capaci bis”, ovvero il secondo troncone dell’inchiesta sull’attentato a Giovanni Falcone il 23 maggio del 1992. Gli imputati sono Salvo Madonia, Lorenzo Tinnirello, Cosimo Lo Nigro, Giorgio Pizzo, già condannati all’ergastolo in primo grado, e Vittorio Tutino, assolto. La Procuratore Generale di Caltanissetta, Lia Sava, è impegnata nella requisitoria. E nel corso della sua arringa, tra l’altro si è espressa così: “La chiave di volta di tutte le stragi del ’92 e del ’93 è il tritolo. Durante il processo abbiamo compreso dove il tritolo è stato preso, ossia dalle bombe residuati bellici della seconda guerra mondiale, e chi poi lo ha macinato. E questo grazie alla collaborazione di Cosimo D’Amato, la cui decisione di collaborare faceva paura a Cosa Nostra. Quando D’Amato iniziò la sua collaborazione, i suoi familiari gli dissero ‘non farti tentare dal diavolo’. Molto utili sono state anche le collaborazioni di Gaspare Spatuzza, Giovanni Brusca, Angelo Siino, Fabio Tranchina e Antonino Giuffrè. Le indagini per la strage di Capaci non si fermano. La prova è che in questo giudizio di appello abbiamo ascoltato altri collaboratori di giustizia e abbiamo messo a disposizione delle difese acquisizioni sul cosiddetto doppio cantiere di preparazione della strage, che sono ancora in corso di approfondimento. Ad esempio, la genetista Nicoletta Resta ha ipotizzato la presenza di una donna sul cantiere di Capaci. Tuttavia occorrono elementi di prova certi, e nessuna di queste piste allo stato attuale consente di individuare la presenza di soggetti esterni a Cosa Nostra, ma le indagini per individuare eventuali concorrenti esterni continuano e non si fermano, fermo restando che la responsabilità di Cosa Nostra è scontata: basta pensare a conferma di ciò alle risultanze dei colloqui in carcere del 2013 fra Salvatore Riina e Alberto Lorusso, in cui il capo dei capi Riina rivendica con malsano orgoglio di avere realizzato la strage di Capaci e quella di via D’Amelio. Giovanni Falcone era considerato un nemico storico di Cosa Nostra. Aveva indagato sul sistema degli appalti, sulla loro spartizione, scoprendo intrecci tra mafia e politica. Cosa Nostra aveva capito che Falcone, pur essendo a Roma, era diventato particolarmente pericoloso perché avrebbe potuto scardinare l’esito del maxi processo. Dalle dichiarazioni rese da Antonino Giuffré, abbiamo anche scoperto che Riina, prima di deliberare le stragi del ’92, aveva fatto dei sondaggi per vedere se alcuni settori malsani delle istituzioni potevano avere interesse ad eliminare Falcone. E in effetti, dopo l’attentato all’Addaura, con il quale la mafia decretò la condanna a morte del magistrato, iniziò una campagna denigratoria nei confronti del giudice anche da parte di alcuni suoi colleghi e di diversi esponenti politici”.

Botte da orbi per un terreno, ridotte tre condanne

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La Corte di appello ha ridotto le condanne inflitte lo scorso anno dal Tribunale di Agrigento a Giuseppe Favarò, 50 anni, il figlio Antonino, 27 anni, entrambi di Campobello di Licata e Vincenzo Scaccia, 31 anni di Canicattì. La Corte di appello, accogliendo in parte il ricorso degli avvocati Angela Porcello e Giovanni Salvaggio, ha riqualificato in termini di tentativo il reato di violenza privata aggravata, con esclusione dell’aggravante di avere commesso il fatto con armi o più persone riunite, e ha rideterminato la pena complessiva in un anno per Scaccia e un anno e sei mesi per i Favarò. I giudici hanno concesso la sospensione condizionale della pena. Insieme a un altro pastore rumeno non identificato, ci sarebbe stato un pestaggio violento con bastonate e pietrate in cui le tre presunte vittime – padre e due figli – restarono feriti all’emitorace, al volto, all’addome e al torace mentre uno di loro riportò un trauma cranico. I giudici della prima sezione penale di Agrigento, il 17 giugno dell’anno scorso, hanno inflitto tre anni di reclusione a Giuseppe Favarò; 3 anni e 2 mesi al figlio Antonino e 2 anni e 8 mesi a Scaccia.

Elezioni amministrative, al voto il 4 ottobre anche ad Agrigento e altri 7 comuni

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Il prossimo 4 ottobre sarà giornata di elezioni amministrative in 62 Comuni dell’Isola.Tra questi Agrigento. Lo ha deciso il governo Musumeci, su proposta dell’assessore alle Autonomie locali, Bernardette Grasso. L’eventuale ballottaggio è fissato per il 18 ottobre. A essere coinvolti dalla tornata elettorale straordinaria – a seguito del doppio rinvio deciso per contenere i rischi sanitari derivanti dalla diffusione della pandemia da Covid 19 – saranno oltre 810 mila siciliani. In provincia di Agrigento si voterà, oltre che nel capoluogo, in altri sette comuni: Ribera, Camastra, Cammarata, Siculiana, Realmonte, Casteltermini e Raffadali. Facile intuire dunque un’accelerazione della campagna elettorale, “silenziata” dal covid 19.

Coronavirus, 3000 tamponi, zero nuovi casi

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Su 3000 tamponi nessun caso nuovo di Covid 19. In Sicilia dunque nessuno nuovo contagio da Coronavirus nelle ultime 24 ore. Oggi la Regione non ha inviato il consueto bollettino (ormai limitato al lunedì, mercoledì e venerdì). La Protezione civile regionale all’unità operativa nazionale si comunica comunque come ci siano 849 persone attualmente malate nell’Isola (-4 rispetto a ieri), tre sono invece i nuovi guariti. Restano 42 i ricoverati con sintomi, di cui 5 in terapia intensiva. 807 invece sono in isolamento domiciliare. Nelle ultime 24 ore sono state 3.045 le persone sottoposte a tampone. Una donna di 70 anni è morta (la numero 279 in Sicilia), ricoverata da oltre tre mesi nel reparto Terapia Intensiva dell’ospedale Civico. Anche il figlio di 50 anni era risultato positivo ma è riuscito a salvarsi.

Presunta mazzetta a Caltanissetta, Caruso torna libero

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Il Tribunale del Riesame di Caltanissetta ha parzialmente annullato l’ordinanza cautelare emessa nei confronti dell’architetto Vincenzo Caruso, 65 anni di Agrigento, arrestato il 27 maggio scorso dai carabinieri con l’accusa di tentata concussione e ha applicato nei suoi confronti la sospensione dal servizio per un anno. A Caruso sono stati revocati gli arresti domiciliari, tornando quindi libero. Caruso, ex direttore della Biblioteca museo “Luigi Pirandello” di Agrigento ed ex soprintendente ai Beni culturali di Caltanissetta, nella qualità di dirigente responsabile dell’unità operativa del Genio Civile di Caltanissetta, che si occupa di edilizia, avrebbe fatto pressioni su un imprenditore per costringerlo a pagargli una tangente, dapprima di 70mila euro e poi, dopo una sorta di rinegoziazione, di 15mila. L’imprenditore prima ha registrato alcune conversazioni di nascosto, poi lo ha denunciato facendo attivare le relative intercettazioni. Caruso, durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto, si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Non abbiamo ancora le motivazioni del provvedimento – dice l’avvocato Walter Tesauro, uno dei suoi legali – ma, evidentemente, alla luce della sostituzione della misura è stato ritenuto che le esigenze cautelari possano essere garantite adeguatamente attraverso l’interdizione dal pubblico ufficio”.

Domani tornerà il mercato del venerdì in piazza La Malfa ad Agrigento

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Domani mattina tornerà il mercato settimanale di piazza La Malfa, quello più grande e atteso dagli agrigentini e non solo. Sospeso in seguito all’emergenza Covid-19, riprenderanno a montare le proprie bancarelle gli ambulanti provenienti da varie parti dell’isola. Nell’ambito della prevenzione di possibili ulteriori contagi, e su richiesta del Comune di Agrigento, il Commissario Straordinario Girolamo Alberto di Pisa ha autorizzato il personale dell’Ufficio di Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento alla collaborazione con l’Ufficio di Protezione civile del Comune di Agrigento e le forze dell’ordine nella gestione delle operazioni di prevenzione sanitaria per utenti e operatori commerciali. In particolare, sin dalle prime ore di svolgimento del mercato, lo staff coordinato da Marzio Tuttolomondo, oltre a fornire informazioni ai cittadini tramite un infopoint volante, vigilerà sulla corretta attuazione delle norme di sicurezza, dal distanziamento sociale all’uso obbligatorio di mascherine e gel disinfettanti da parte del pubblico e degli operatori, ricordando che l’uso delle mascherine è sempre obbligatorio ai sensi delle vigenti norme. In dotazione agli operatori dell’Ufficio di Protezione Civile anche un termo scanner per la misurazione immediata della temperatura corporea.

Italcementi, il Comune smentisce i sindacati

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Sul futuro dello stabilimento Italcementi si registra un “cortocircuito” comunicativo tra l’Amministrazione comunale di Porto Empedocle e i sindacati confederali. La giunta Carmina, intende precisare la sua posizione, in merito al progetto presentato dalla società Ricav ( tra i soci Iseda e ditta Nobile) all’Italcementi, dopo la diffusione di un poco chiaro comunicato diffuso dai sindacati. Ecco il testo della lunga nota diffusa dal comune marinaro: “L’idea imprenditoriale prevede l’uso di una cava presente nel sito Italcementi empedoclino che andrebbe utilizzata come deposito di materiale inerte proveniente da scarti di demolizione e scarificazione, si legge nella nota diramata dal Comune di Porto Empedocle. Leggendo il comunicato stampa diramato dai sindacati Cisl, Uil e CGIL si legge infatti testualmente: “…determinante, in proposito, l’impegno profuso dall’ex Prefetto Dario Caputo e dal Sindaco Carmina, che hanno lavorato alacremente ed in sinergia alle scriventi OO. SS al fine di ottenere un concreto risultato attuativo per un progetto che ha richiesto quasi 6 anni per la propria presentazione e che ha rischiato più volte di arenarsi tra i cavilli burocratici”. E ancora: “E’ vero che l’Amministrazione comunale da anni è impegnata a cercare di rendere produttivo il sito Italcementi, in modo da poter assorbire le unità lavorative che lì vi lavoravano – ha voluto precisare il Sindaco Ida Carmina – ma deve essere chiaro che questo specifico progetto riguardante la cava, non ha avuto nessuna approvazione di questa Amministrazione ed i sindacati lo sanno benissimo. Allo scorso incontro tenuto in Prefettura sono infatti stata chiara che avrei firmato quel verbale, solo come presa visione di rapporti che si stavano tenendo in essere e di cui non avevo effettiva conoscenza dei dettagli tecnici. Un progetto che ancora non avevo né visto né quindi valutato in quella sede, cosa che soltanto in queste ore stiamo visionando e valutando insieme ai funzionari dell’UTC. Per noi se da un lato vi sono le necessità di 4 ex dipendenti Italcementi a cui esprimiamo tutta la nostra vicinanza, dall’altro vi sono le priorità di garantire nessun effetto collaterale contrario all’ambiente ed alla salute, per tale ragione senza aver valutato specifici studi anche di tipo geologico, non possiamo esprimere nessun parere. Al contrario non possiamo che manifestare perplessità in merito all’impiego di sole 4 unità lavorative per tale investimento. L’auspicio dell’Amministrazione è quello dell’impiego di tutti gli ex lavoratori Italcementi che da anni attendono risposte alle loro problematiche con una rivalutazione complessiva del sito produttivo. Effettuata un’attenta valutazione la proposta Ricav sarà sottoposta al Consiglio Comunale ed alla cittadinanza, perché tutti possano prendere parte alle decisioni che riguardano il futuro del nostro territorio”.

In agitazione i lavoratori Seus 118, l’intervento della Cisl Fp

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La Cisl Fp Funzione pubblica di Agrigento, tramite la segretaria, Floriana Russo Introito, annuncia che sono in stato di agitazione anche i lavoratori agrigentini della Seus 118 che, con il recente disegno di legge 562/19, rischiano – afferma Russo Introito – di non potere transitare in larga parte nella costituenda nuova Areu Sicilia, ovvero la nuova Azienda regionale emergenza urgenza della Sicilia. Floriana Russo Introito aggiunge: “Il passaggio del personale dalla Seus all’Areu avverrebbe attraverso procedure concorsuali, compatibilmente con le risorse disponibili. Ciò che chiediamo, dunque, è chiarezza, tanto più dopo l’emergenza Covid. Già nel giugno 2010, durante il passaggio dalla Sise alla Seus, i lavoratori, oltre ad avere ‘abbonato’ all’azienda migliaia di euro, videro il loro futuro in bilico. La Cisl regionale, dopo aver già incontrato i vertici dell’azienda nei giorni scorsi, ha esplicitamente formulato la richiesta di una riunione, alla presenza dell’assessore Razza, sul disegno di legge in questione”.