L’ Anac, l’ Autorità nazionale anticorruzione, di Raffaele Cantone, ha concluso un’ indagine conoscitiva sul ciclo dei rifiuti in Sicilia, intrapresa a seguito di numerose segnalazioni su presunti fenomeni di natura illecita. La relativa delibera, la numero 1375, con i risultati dell’indagine, è stata pubblicata sul sito dell’Anac ed è stata inviata alla Regione, al Ministro dell’Ambiente e alla Corte dei conti per eventuali profili di danno all’ Erario. Adesso la Regione Sicilia ha due mesi di tempo per intervenire in replica indicando quali misure intenda adottare. Nel corso dell’indagine sono stati ascoltati l’assessore regionale ai Servizi primari, Vania Contrafatto, e il presidente dell’ Anci, l’ associazione dei Comuni, Leoluca Orlando. La Contrafatto ha denunciato il fenomeno dei Comuni che, in regime di proroga, affidano il servizio di nettezza urbana sempre alle stesse imprese. E Orlando, invece, ha rilevato la permanenza degli Ato nonostante siano in liquidazione o falliti, e la mancanza di un piano regionale dei rifiuti che favorisce condizioni di oligopolio. Dunque, l’ Anac, tirando le somme, tra l’altro, ha scritto nero su bianco : “Gli Ato in liquidazione sono stati segnati da logiche clientelari, la loro esperienza si è rivelata disastrosa, in condizioni di oligopolio, e con un quadro economico fallimentare, con enormi esposizioni debitorie. E a fronte di ciò, incombe il rischio di un’interminabile fase transitoria, che si trascina da anni e non si è ancora chiusa. Perché il sistema si poggia ancora su società da tempo poste in liquidazione. L’ultimo intervento legislativo predisposto dalla Regione nel 2016, che è la riforma del settore, è positivo, ma nell’immediato non supera tale logica, e si affida anch’esso a un periodo transitorio, che può arrivare fino a un anno, in cui continueranno ad operare le società in liquidazione”. E l’ assessore Contrafatto apprezza il riconoscimento della positività della riforma, e commenta : “Sono soddisfatta, nella sua relazione l’Anac riconosce che il lavoro che abbiamo fatto va nella giusta direzione. Entro 60 giorni invieremo una risposta all’ Anac sullo stato di avanzamento all’Assemblea regionale del Disegno di legge di riforma in discussione”.
I referendum e la Cgil, Massimo Raso al Vg
Dopo il no della Corte Costituzionale al referendum sull’ articolo 18, e il sì per i voucher e gli appalti : l’ intervista al segretario provinciale Cgil Agrigento, Massimo Raso, è in onda oggi giovedì 12 gennaio al Videogiornale di Teleacras.
Ricordando Mariuccia Linder al Teatro Posta Vecchia
Ad Agrigento, in via Atenea, al teatro Posta Vecchia, sabato prossimo 14 gennaio alle ore 21, sarà in scena “Ricordando Mariuccia Linder – Visioni”, a cura di Alice Ferlito e Francesco Bernava. Scene e costumi sono di Vincenzo La Mendola. La ricerca musicale è di Giampaolo Terranova. Replica domenica 15 gennaio alle ore 18. L’ ingresso costa 10 euro. Informazioni e prenotazioni al telefono 0922 26 73 7.
Ex Province, al voto il 26 febbraio
Adesso è ufficiale. A meno di intoppi, la Giunta Regionale ha fissato per il 26 febbraio prossimo la data delle elezioni dei Liberi Consorzi Comunali, che hanno sostituito le Province. Infatti, è stata pubblicata sul sito della Regione la delibera della Giunta Regionale numero 1 dell’11 gennaio 2017 con cui è indetta l’elezione dei vertici dei Liberi Consorzi per domenica 26 febbraio 2017. La riforma in Sicilia ha progettato 6 Liberi Consorzi, al posto delle Province di Agrigento, Trapani, Enna, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa, e poi 3 Città Metropolitane : Palermo, Catania e Messina. Al vertice dei 6 Liberi Consorzi sarà eletto un sindaco del territorio in cui ricade lo stesso Libero Consorzio, e gli altri sindaci compongono il consiglio. A votare saranno solo i consiglieri comunali del comprensorio. Invece, a capo delle Città Metropolitane è nominato di diritto il sindaco del capoluogo, e poi saranno eletti i consigli. In provincia di Agrigento saranno alle urne circa 750 grandi elettori tra Consiglieri e Sindaci, con il meccanismo delle elezioni di secondo grado, in base al voto ponderato attribuito ad ognuno di essi. Entro il prossimo 27 gennaio dovrà essere pubblicato l’elenco degli elettori, cioè i sindaci e i consiglieri comunali in carica nei 43 comuni della provincia di Agrigento. Il termine per la presentazione delle candidature a Presidente del Libero Consorzio o per i 12 componenti del Consiglio è stato fissato dalle ore 8 del 4 febbraio alle ore 12 del 5 febbraio. Il termine ultimo per la costituzione del seggio elettorale è stato stabilito per il 16 febbraio. La normativa regionale prevede che sono candidabili a Presidente del Libero Consorzio comunale i sindaci dei comuni appartenenti allo stesso libero Consorzio comunale. Non sono candidabili i sindaci sospesi di diritto dalla carica, e altrettanto non potranno votare i consiglieri qualora sospesi.
“Rinviate a giudizio il Borgo Scala dei Turchi”
Tra agosto e settembre 2013 MareAmico di Claudio Lombardo scopre che a Scala dei Turchi, spiaggia di marna bianca a Realmonte, sono state progettate 25 villette di lusso per proprietari vip. Il Comune di Realmonte, e il sindaco dell’ epoca Piero Puccio, revocano in fretta e furia la delibera del 23 ottobre 2008 che ha approvato il piano di lottizzazione cosiddetto “Borgo Scala dei Turchi”. Poi, l’ assessore regionale a Territorio e Ambiente dell’epoca, Mariella Lo Bello, sguinzaglia i Commissari, che rilevano delle irregolarità, e la Regione ordina la sospensione dei lavori. E poi è stata la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Agrigento a sospendere le autorizzazioni di sua competenza concesse alla società di Siracusa, la Comaer. Almeno 25 villette, da vendere tra 500mila e 1 milione di euro, sono state cancellate. Anche, e ovviamente, la Procura della Repubblica di Agrigento ha indagato, e, dopo la conclusione delle indagini, adesso, tramite la sostituto procuratore, Antonella Pandolfi, ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio a carico di 12 imputati, a vario titolo, dei reati di lottizzazione abusiva, abuso edilizio, abuso d’ufficio, e falsa perizia. Tra i responsabili della Comaer gli imputati sono Gaetano Caristia, 71 anni, e Sebastiano Comparato, 82 anni. Poi, tra gli amministratori e tecnici comunali di Realmonte : Giuseppe Farruggia, 63 anni, ex sindaco, Giuseppe Vella, 57 anni, a capo del settore Urbanistica ed edilizia, Cristoforo Giuseppe Sorrentino, 53 anni, funzionario dell’ Ufficio tecnico comunale e responsabile del procedimento della lottizzazione Comaer, e poi Giovanni Francesco Barraco, 56 anni, Giovanni Farruggia, 60 anni, e Daniele Manfredi, 56 anni, direttori dei lavori della lottizzazione Comaer. E poi, tra i dirigenti della Soprintendenza di Agrigento, gli imputati sono Antonino Terrana, 59 anni, Vincenzo Caruso, 61 anni, Agostino Friscia, 64 anni, e Vincenzo Carbone, 64 anni. A Realmonte la Comaer ha acquistato dei terreni per 60mila metri quadri in contrada Canalotto da un Istituto religioso di suore. E le suore li hanno ricevuti in dono dalle sorelle di un ricco medico defunto. E la società Comaer ha stipulato con il Comune di Realmonte una convenzione, nel 2008, con l’allora sindaco, l’ingegnere Giuseppe Farruggia, che poi è stato tra i direttori dei lavori. Secondo la Procura agrigentina, il progetto di costruzione del Borgo Scala dei Turchi è stato adottato non legittimamente, e sono quindi illegittime le concessioni edilizie successive. E la trasformazione del terreno, gravato da vincoli paesaggistici e archeologici, sarebbe stata eseguita in mancanza di titolo abilitativo.
Tunisini acquistano in Sicilia
Nel 2014 la crisi investì lo storico pastificio siciliano “Tomasello”, che per oltre un secolo ha prodotto pasta a Casteldaccia, in provincia di Palermo. La società avviò le procedure di licenziamento per 50 dipendenti perchè non più in grado di sostenere i costi di acquisto del grano. All’ epoca, il prezzo del grano triplicò, complice anche la speculazione, aumentando da 0,18 a 0,50 centesimi al chilo. Non tutti sono stati capaci di reggere la concorrenza, perchè comprare grano prodotto in Sicilia o in Italia costa di più del grano importato dal Canada o dalla Russia. Adesso, molto probabilmente, il pastificio Tomasello riaprirà i battenti. Un gruppo di imprenditori tunisini e libici sono stati appena ricevuti a Palermo e salutati in conferenza dal governo regionale a Palazzo d’Orleans. E il presidente della Regione, Rosario Crocetta, con a fianco l’ assessore alle attività produttive, Mariella Lo Bello, ha annunciato : “Gli imprenditori tunisini hanno acquistato una struttura alberghiera a Palermo e una a Sciacca, e il pastificio Tomasello per produrre pasta siciliana da esportare in tutto il mondo. Non è la prima volta che imprenditori tunisini cercano interlocutori per investire in Sicilia. Parliamo di una Tunisia che diventa dinamica e vuole investire in diversi settori : nell’agroalimentare, nel commercio e nel turismo. Quando si collabora con la Tunisia ci si apre a un mercato che è quello del Maghreb arabo. I vantaggi per la Tunisia, che gode di un asse privilegiato con l’Unione europea, sono molti”. Al momento non sono stati resi noti altri dettagli, per non compromettere le trattative, ancora in corso, soprattutto con i legali e il curatore fallimentare del pastificio. Per quanto riguarda gli alberghi è trapelato soltanto che la struttura da acquistare a Palermo è nella zona della Stazione centrale. Massima attenzione è stata ovviamente riservata al pastificio di Casteldaccia, che, secondo il progetto, sarà riattivato e i 50 dipendenti riassunti sotto la nuova gestione, consolidando l’asse di interscambio di affari tra Sicilia e Tunisia.
Rifiuti, caos di gravità permanente
E’ stato appena annunciato che colossi imprenditoriali, come una multinazionale svizzera, la Nexxuss Energy, e una società milanese, la A2A, sono pronte ad investire centinaia di milioni di euro per la costruzione di maxi inceneritori a Pace del Mela, in provincia di Messina, e a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, dove il Comune ha subito risposto ok, deliberando la variante urbanistica, attratto anche e soprattutto dai posti di lavoro che ne deriverebbero. Nel frattempo, in attesa che davvero intervenga una soluzione del genere, la Regione arranca, e nel peggiore dei modi. Le discariche sono quasi al collasso, il piano per trasportare i rifiuti all’estero è sempre, e solo, sulla carta, ormai straccia, e il nuovo piano di gestione del settore in Sicilia, ad opera del governo Crocetta, è in stallo in una torre di Babele : un assessorato attende l’ ok da Roma, e al Ministero non sono al corrente di nulla, e poi un altro assessorato regionale si aggroviglia tra beghe burocratiche e di competenze. E tanto si muove la palla, che è sempre a centrocampo, in una melina infinita, ridicola e a danno dei cittadini amministrati e contribuenti. Infatti, il nuovo piano sarebbe un semaforo verde alle alternative alle discariche, tra i termovalorizzatori non inquinanti e l’ incremento della raccolta differenziata. Stop invece al progetto dei rifiuti all’estero, e non solo a causa della marcia al tempo di lumaca, ma anche perché le offerte alla gara d’appalto hanno offerto 200 euro a tonnellata, ed è il doppio di quanto costa oggi ai Comuni conferire in discarica in Sicilia. Secondo i bene informati il nuovo piano della gestione dei rifiuti, preparato dalla giunta regionale, è nel purgatorio perché dietro le quinte si consuma un tira e molla tra Crocetta che punta sui mini termovalorizzatori distribuiti in tutto il territorio siciliano, e Roma che invece pressa per l’ ok ai maxi impianti del tipo dei già annunciati nella Sicilia orientale, tra Pace del Mela e Motta Sant’Anastasia. Altri scommettono che siccome si vota in autunno, e la proroga all’ attuale gestione scade a fine maggio, nulla sarà compiuto, e Ponzio Pilato se ne laverà le mani, rinviando le decisioni al dopo voto.
Sicilia, saldi “avanti adagio”
A gennaio, e in Sicilia in anticipo rispetto alle altre regioni italiane, sono iniziati i saldi invernali. E, nonostante ciò, poca gente è nei negozi. Nei centri commerciali vi è invece più affollamento, ma si tratta, in ampia parte, di persone che intendono trascorrere un giorno diverso, girovagando da una parte all’altra, come se si passeggiasse. Tutto sommato, si spende e non si spande, spendendo solo per i generi alimentari e adattandosi per il vestiario. Del resto, durante il corso dell’anno, a prescindere dalla stagione dei saldi, vi sono sempre ribassi, sconti e offerte varie, e quindi si trova tutto a qualsiasi prezzo, sempre se si vuole comprare. Dunque, uno dei motivi principali, oltre la crisi, per cui i saldi invernali 2017 non sono iniziati con il botto in molte regioni d’Italia, compresa la Sicilia, sono anche i tanti sconti promossi fuori dalle stagioni ufficiali di promozioni. Ad esempio, Palermo e Catania hanno registrato un ribasso rispetto al 2016, e i negozianti, al riparo dalle telecamere, spiegano : “Ne abbiamo ideate diverse per i nostri clienti già a partire da fine novembre. E quindi non ci stupisce affatto che da quando sono cominciati i saldi non c’è stata ressa davanti ai nostri negozi”. E ConfCommercio Palermo conferma il trend negativo e auspica : “Speriamo che le vendite aumentino perché generalmente durante i saldi, sia invernali che estivi, un’attività commerciale si assicura quasi il quaranta per cento dell’intero fatturato annuo. Da parte nostra prevediamo il mantenimento dei livelli di fatturato dell’anno scorso: in base alle nostre analisi, durante il periodo dei saldi ogni famiglia spenderà circa 250 euro, e speriamo che alla fine dei due mesi previsti i nostri pronostici siano confermati. Di certo c’è da battere la concorrenza dei negozi online che a loro volta stanno rilanciando con sconti decisamente attraenti agli occhi degli utenti”.
La Sagra tra gli addetti ai lavori e non
Ad Agrigento, terra di Pirandello per antonomasia, le polemiche non mancano mai. Abbandonate le critiche sulla nuova segnaletica, tra “Basilicata dell’Immacolata” piuttosto che “Basilica dell’immacolata”, e il più recente “Raccogliete le delezioni dei cani”, anziché deiezioni, e poi ancora sulle strisce pedonali di color rosso e bianco o del semaforo della ztl all’ingresso della Via Atenea guasto e con centinaia di multe poi annullate, adesso, come di consueto, ritornano le polemiche sulla Sagra del Mandorlo in Fiore. Ad organizzare quest’anno la 72esima edizione non sarà più il Comune di Agrigento, ma ad occuparsi di tutto sarà l’Ente Parco Valle dei Templi, diretto da Giuseppe Parello, che ha scelto un format diverso. Prima di tutto è cambiato il nome. Scompare la parola “Sagra” che sarà sostituita con “Festa”, e poi non vi sarà la formula dei quattro week-end che dovevano precedere l’evento vero e proprio, a differenza dell’anno passato, che ha portato benefici a tutto il comparto turistico, inclusi ristoratori e commercianti, ma la Festa si protrarrà solamente 8 giorni, dal 4 al 12 marzo. Una manifestazione che punta a mettere insieme sia il Festival del Folklore che le manifestazioni collaterali con eventi culturali che possano essere di richiamo per i visitatori. Sono scelte che hanno portato diverse associazioni turistiche, alberghiere e anche il Distretto turistico di Agrigento ad affermare che si tratta di un grave errore, soprattutto il non continuare con il format dell’anno scorso, perché durante quelle settimane che anticipavano la Sagra, e in particolar modo, il momento più importante, come l’accensione del Tripode e la fiaccolata lungo le vie del centro storico, vi è stata un’ affluenza maggiore di turisti con un’offerta che è riuscita ad adattarsi alle nuove esigenze del viaggiatore ed alla sua crescente “fame” di cultura e di scoperta del territorio sotto nuovi punti di vista, anche apparentemente lontani da quelli canonici…Interviste al Vg…
Sanità, il nuovo Piano di Gucciardi
L’ estate scorsa l’ assessore regionale alla Sanità, Baldo Gucciardi, preparò una proposta di nuovo piano della rete ospedaliera in Sicilia. E la consegnò ai manager responsabili delle Aziende sanitarie provinciali, affinchè la valutassero, mantenendo il riserbo sul progetto. E invece, la mappa che avrebbe ridisegnato la rete sanitaria in Sicilia fu presto tra le mani di sindacalisti, dirigenti medici, politici e amministratori. E scoppiò un pandemonio. Tutti, o quasi, contro, tanto che l’ assessore Gucciardi, in fretta e furia, ai primi di settembre, quando Renzi intervenne nella Valle dei Templi ad Agrigento, smentì : “Non vi è nessuna nuova rete, è solo una bozza”. Adesso invece, gennaio 2017, il nuovo piano, probabilmente modificato secondo e seguendo le reazioni negative di pochi mesi addietro, è pronto. L’ assessore Gucciardi lo ha presentato ai sindacati, e la prima novità, la più attesa, interessa l’ ospedale “Giglio” di Cefalù, che non sarà declassato a presidio di base, come nelle intenzioni estive, ma sarà confermato come ospedale di primo livello, conservando tutti i reparti. E poi, nel piano non vi è più traccia dei cosiddetti ospedali di comunità, solo con servizi di riabilitazione e lungodegenza, privilegiando invece la scelta degli ospedali riuniti dove ogni struttura mantiene la propria autonomia. Ad esempio, all’ospedale Civico di Palermo si affiancheranno il Policlinico Paolo Giaccone e gli ospedali riuniti Villa Sofia – Cervello. E di conseguenza, i 100 posti letto in meno al Policlinico e gli altrettanti 80 in meno a Villa Sofia – Cervello, sono scongiurati. Poi, tra gli ospedali di primo livello, oltre il Giglio a Cefalù, sono confermati anche l’ospedale Buccheri La Ferla a Palermo, e poi a Trapani il Sant’Antonio Abate, riunito con gli ospedali di Salemi e di Marsala. E poi, nel bacino Agrigento – Caltanissetta – Enna, l’ ospedale Sant’Elia a Caltanissetta è stato promosso a dipartimento di emergenza – urgenza di secondo livello, e sarà quindi riferimento per tutti gli altri ospedali dello stesso bacino. Un gradino più sotto, tra gli ospedali di primo livello vi sono Agrigento, gli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera, il Vittorio Emanuele di Gela e l’Umberto primo di Enna. Tra le strutture di base, invece, vi sono gli ospedali di Canicattì, Licata, Piazza Armerina e Nicosia. Sono invece ospedali di zona disagiata Mussomeli, Mazzarino e Leonforte. I sindacati apprezzano e commentano : “Apprezziamo il coraggioso impegno con cui l’assessore ha portato avanti la riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Il prossimo passo però sono le assunzioni, fondamentali per assicurare servizi efficienti e per rendere la riorganizzazione veramente efficace. Il piano della rete ospedaliera non farà perdere pezzi alla sanità siciliana. Anzi, in alcuni casi, apportando le giuste modifiche, potrebbe persino migliorarne la gestione. Inoltre, ma solo dopo il via libera da Roma, si aprirebbero finalmente le porte a concorsi e assunzioni”.