Un nuovo arresto nell’ambito dell’inchiesta “Sorella sanità” sul giro di tangenti per aggiudicarsi gli appalti pubblici nella sanità. Ai domiciliari è stato ristretto l’avvocato Vincenzo Li Calzi, 45 anni, di Canicattì, dopo che il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della Procura contro la decisione del giudice per le indagini preliminari che lo scorso 22 maggio non ha accolto la richiesta di misura cautelare per Li Calzi. La Cassazione ha respinto il ricorso della difesa. Li Calzi sarebbe stato un fidato collaboratore dell’imprenditore Salvatore Manganaro, anche lui di Canicattì. Secondo la Procura di Palermo, l’avvocato avrebbe svolto il delicato compito di contabile delle tangenti per conto di Manganaro, del quale sarebbe stato prestanome delle principali società di comodo nelle quali sarebbero confluiti i soldi accumulati illecitamente.
Italia Nostra agrigentina su recupero facciata chiesa Santa Rosalia
La sezione agrigentina di Italia Nostra, presieduta dall’avvocato Adele Falcetta, si è rivolta alla Soprintendenza ai Beni culturali e all’Accademia di Belle Arti “Michelangelo”, e ha chiesto se vi siano progetti di recupero della facciata della chiesa di Santa Rosalia, in piazza Purgatorio, ad Agrigento. Adele Falcetta afferma: “L’Accademia di Belle arti ‘Michelangelo’ aveva manifestato, in passato, la disponibilità a realizzare, a propria cura e spese, un’opera provvisoria che, coprendo la facciata attuale della chiesa, ne riproducesse l’aspetto di un tempo. Chiediamo se vi sia ancora la possibilità di farlo, naturalmente ottenuti i necessari permessi”.
Oggi al Vg delle 14:05 un ampio servizio sulla fase finale del concorso di bellezza “Miss Agrigento 2020”
Oggi al Vg delle 14:05 un ampio servizio sulla fase finale del concorso di bellezza “Miss Agrigento 2020”. Sedici sono le ragazze finaliste. Una edizione molto particolare per via dell’emergenza Covid 19, ma non per questo meno entusiasmante. Si può già votare la modella preferita.
5 Stelle: “Prorogare il Superbonus 110% almeno fino al 2023”
I parlamentari agrigentini del Movimento 5 Stelle, tramite un intervento firmato da Rosalba Cimino, ritengono opportuno prorogare il Superbonus 110%, e affermano: “E’ fondamentale prorogare almeno fino al 2023 il Superbonus 110% , un provvedimento che nasce dall’impegno pluriennale del Movimento 5 Stelle. Chi si oppone fa male ad economia e ambiente. In provincia di Agrigento sono già nate 1549 nuove imprese, come accertano i dati delle Camere di Commercio e UnionCamere. Secondo una ricerca condotta per Ance costruttori edili, se avrà modo di esplicare i suoi effetti per almeno tre anni, il Superbonus porterà a un incremento occupazionale di 100 mila addetti già dal primo anno. L’impatto sul Pil sarà di 3 punti percentuali, con una crescita stimata di 63 miliardi di euro”.
“Bollette idriche maggiorate”, l’intervento della Cisl Agrigento – Caltanissetta – Enna
Il segretario generale della Cisl Agrigento – Caltanissetta – Enna, Emanuele Gallo, rilancia la non sostenibilità delle tariffe idriche nelle rispettive province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Gallo afferma: “Le tariffe in questione costano il doppio della media nazionale. I presidenti dell’Ati delle tre province rivedano i rapporti contrattuali con i gestori e assieme ai deputati chiedano alla Regione Sicilia di applicare la legge 19 per scongiurare nuovi aumenti. La Cisl è pronta a sostenerli. A famiglie e imprese bisogna evitare un nuovo salasso. Ai sindaci di Sciacca Francesca Valenti, di Niscemi Massimiliano Conti, di Enna Maurizio Dipietro, nella qualità di presidenti Ati delle tre province, come Cisl sollecitiamo un tempestivo intervento. Per quel che ci riguarda – conclude Emanuele Gallo – siamo disponibili a sostenere tutte quelle iniziative che possano migliorare la vita economica e sociale dei cittadini per i quali le nuove tariffe dell’acqua, riviste al rialzo e retroattive, sono uno sgradito regalo di Natale”.
“Bollette idriche maggiorate”, l’intervento di Spataro
Come già pubblicato più volte, i cittadini agrigentini attualmente ricevono bollette idriche maggiorate a conguaglio perché l’ex Girgenti Acque si adegua, con effetto retroattivo a decorrere dal primo gennaio 2018, alle nuove tariffe idriche deliberate dall’Ati con la delibera 3 del 2020. Il consigliere comunale di Agrigento, Pasquale Spataro, annuncia battaglia e si rivolge al sindaco Franco Miccichè affinchè intervenga sull’Ati per tutelare i cittadini in questo particolare momento di crisi economico-sociale. Spataro afferma: “Sotto l’albero di natale bollette idriche più pesanti, che certamente renderanno più amare le festività degli agrigentini. La decisione di procedere al conguaglio denota scarsa sensibilità politico-istituzionale rispetto ad un tema così delicato che va ad impattare sulla condizione economica dei contribuenti, i quali, in questo particolare momento di disagio e disorientamento, di tutto avrebbero bisogno tranne che ricevere a casa queste brutte sorprese. Non è più tempo di subire passivamente ed in silenzio scelte che ricadono sulle dinamiche tributarie destinate ad impoverire ulteriormente il nostro tessuto socio-produttivo. Prevalgano buon senso e responsabilità e le eventuali falle di natura finanziaria si vadano a colmare attraverso la ricerca e l’attivazione di altre più efficaci soluzioni e strumenti di controllo, a cominciare dai costi generali e dai compensi riconosciuti alla gestione commissariale. E come consigliere comunale di Agrigento invito il sindaco Miccichè a svolgere, con forza e determinazione, il proprio ruolo all’interno dell’assemblea dell’Ati, e se è il caso di battere anche i pugni sul tavolo, per far sentire ed amplificare la voce del popolo agrigentino, che va difeso e tutelato”.
L’appello di Legacoop Sicilia
Condivisione con le parti sociali e la cittadinanza sulle risorse del recovery fund, piano sud 2030 e agenda urbana. Legacoop scrive al sindaco di Agrigento, Miccichè.
Legacoop Sicilia coordinamento Agrigento – Palermo – Trapani, ha inviato oggi una lettera aperta al sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, firmata da Domenico Pistone, ravvisando l’opportunità e l’esigenza di condivisione con le parti sociali nel merito delle risorse del recovery fund, del piano sud 2030, e di agenda urbana. Legacoop Sicilia tra l’altro afferma: “Agrigento si appresta ad essere nuovamente destinataria di vari interventi, alcuni certi, altri da pensare e progettare. In particolare sui fondi dell’agenda urbana ad Agrigento sono stati destinati ben 16 milioni di euro di cui 1.800.000 euro per l’asse 6 ovvero per investimenti rivolti alla tutela, alla valorizzazione ed alla fruizione del patrimonio culturale, ed alla promozione dell’offerta turistica, su cui sarebbe necessario un confronto con le forze produttive per capire ciò su cui si intende puntare. Anche le risorse del recovery fund rappresentano l’ultima occasione per il territorio del Sud ed in modo particolare per una provincia come quella di Agrigento ancora deficitaria sotto il profilo infrastrutturale. Per questo è necessario uno sforzo programmatico e d’interlocuzione per promuovere idee e progetti in grado di investire in infrastrutture, cultura, turismo ed innovazione. Saremo in grado di attingere alle tante e importanti risorse nazionali ed europee solo se la città si prepara con progetti e proposte utili, realizzabili e condivise. Ecco perché gli appelli a discutere, sin da subito, in confronti pubblici e con la partecipazione delle associazioni, organizzazioni sindacali, categorie e ordini professionali, enti territoriali e amministratori della città, sono necessari oltre che urgenti, puntando al massimo sulla partecipazione sociale e della cittadinanza. Prepariamoci al meglio, con le numerose professionalità presenti e disponibili. La Legacoop Sicilia (ma anche le altre associazioni operanti sul territorio) è pronta a offrire il proprio contributo di idee e di proposte ed è altrettanto pronta ad incontrare l’Amministrazione comunale. Se desideriamo il bene della città di Agrigento e delle nuove generazioni è indispensabile un impegno straordinario e una rete vasta di soggetti protagonisti dello sviluppo del territorio, con risultati concreti. Attendiamo con fiducia”.
Regione verso l’esercizio provvisorio (video)
Slitta al 29 gennaio il giudizio di parifica della Corte dei Conti sul rendiconto 2019. Il governo regionale proporrà all’Assemblea l’esercizio provvisorio per due mesi. L’intervista a Nello Musumeci in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.
Il Partito Democratico ha protestato per il ritardo: “ancora nessuna Finanziaria all’Assemblea Regionale da parte della Giunta Musumeci”. In verità il governo regionale non ha colpe perchè ancora non ha ricevuto il necessario giudizio di parifica sul rendiconto 2019 da parte della Corte dei Conti. E adesso, peggio ancora, i giudici contabili hanno fissato la relativa udienza per il 29 gennaio prossimo. Pensate che l’anno scorso il giudizio di parifica giunse il 13 dicembre. Tale dilatazione dei tempi del giudizio di parifica sarebbe determinata dalla pandemia covid in corso e dall’impedimento di alcuni giudici. Nel frattempo, la Procura della Corte dei Conti ha presentato dei rilievi alla prima bozza di rendiconto, che la Ragioneria generale della Regione ha subito accolto, promettendo di correggere le contestazioni e riportare alcune tabelle in giunta per una nuova approvazione. Dunque, se il giudizio di parifica del rendiconto 2019 è atteso per il 29 gennaio, non prima sarà possibile approvare Bilancio e Finanziaria. Ecco perché il governo Musumeci si appresta a proporre all’Assemblea Regionale due mesi di esercizio provvisorio, gennaio e febbraio. L’anno scorso sono stati quattro, il massimo consentito, i mesi di esercizio provvisorio, durante i quali sarà possibile spendere in dodicesimi. Ciò nonostante, le ultime due settimane del 2020 potrebbero trasformarsi in un tour de force: a Sala d’Ercole, infatti, prima di Capodanno dovrà essere approvato l’esercizio provvisorio per scongiurare il blocco totale della spesa, e poi sono in lista d’attesa anche alcuni disegni di legge, come quello di riforma dell’Edilizia, oltre variazioni e assestamenti di Bilancio. Ancora nel frattempo, l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, ha annunciato che la tesoreria di palazzo d’Orleans sarà eccezionalmente in funzione fino al 28 dicembre per garantire i mandati di pagamento degli ultimi bandi emanati e frutto dell’ultima manovra contabile approvata al tempo del covid, la cosiddetta “Finanziaria di guerra”. Poi giacciono e rischiano di infuocarsi come tizzoni ardenti anche alcuni debiti fuori bilancio, ovvero buchi da ripianare, come nel caso del debito nei confronti dell’Esa, l’Ente di sviluppo agricolo. Sull’attesa Finanziaria regionale ascoltiamo il presidente della Regione, Nello Musumeci…intervista Musumeci al Vg…
“Messina Denaro”, blitz nel trapanese, 13 arresti
La Polizia ha arrestato 13 persone ritenute contigue al latitante Matteo Messina Denaro. I reati contestati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo sono, a vario titolo, associazione mafiosa, estorsione, incendio, furto, favoreggiamento personale e corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso. Gli indagati sono complessivamente 20. Tra gli arrestati vi è Nicolò Pidone, 57 anni, ex operaio stagionale della Forestale, ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Calatafimi. E tra gli indagati vi è anche il sindaco di Calatafimi, Antonino Accardo, insegnante in pensione di 72 anni, eletto un anno e mezzo addietro. Dopo quelli di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, e di Paceco, Giuseppe Scarcella, Accardo è il terzo sindaco trapanese coinvolto in indagini legate a Cosa Nostra negli ultimi mesi. Accardo ha ricevuto una convocazione e sarà interrogato nelle prossime ore dalla Procura di Palermo. Si ipotizza che abbia comprato un pacchetto di voti dai boss – 50 euro a preferenza – per essere rieletto e spuntarla contro un avversario di rango e politico navigato come Nicola Cristaldi. Ancora tra gli indagati vi è un agente della Polizia penitenziaria, in servizio al carcere Pagliarelli di Palermo, a cui il presunto capomafia, Nicolò Pidone, avrebbe chiesto informazioni su quanto accadeva in carcere. Ed ancora, fra gli indagati, vi è un imprenditore che avrebbe aiutato i mafiosi simulando contratti di lavoro nella sua azienda. La posizione più delicata è quella di Salvatore Barone, fino a poco tempo addietro presidente dell’Atm, l’azienda che gestisce i trasporti pubblici a Trapani, ed alla direzione di una nota cantina. E’ stato ristretto in carcere per mafia.
Violenza sessuale, condannato medico di Canicattì
La giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, ha ratificato la proposta di patteggiamento della condanna a due anni di reclusione a carico di un medico di Canicattì, di 74 anni, colpevole di violenza sessuale e violenza privata. L’uomo, chiudendo la stanza del proprio studio medico, avrebbe abusato della sua segretaria, peraltro ancora non 18enne, baciandola e toccandole glutei, seno e cosce. La pena è stata sospesa, ed è stato disposto un risarcimento di 4mila euro.